| 11 anni ~ studentessa I anno Q uella sera Gwen era andata in Sala Grande con tutta l'ansia che si portava dietro da qualche giorno, e la colpa era di Tosca Tassorosso! Certo, non era propriamente colpa della sua persona, però era per lei, per la sua storia, che si trovava in quello stato di agitazione indomabile. Il giorno seguente infatti, avrebbe dovuto partecipare ad una sottospecie di gita scolastica, alla ricerca di indizi sulla vita di Tosca. Per fortuna avrebbe dovuto essere insieme ad un insegnante o comunque ad altri Tassi di classi più avanzate e quindi con maggiore esperienza del mondo magico, maggiore rispetto a lei che aveva sempre vissuto tra babbani e tutto quel mondo fatto di incantesimi e bacchette le risultava ancora nuovo. In ogni caso, Gwen aveva dalla sua parte la voglia di capire, imparare, scoprire cose nuove, che la aiutavano ad andare avanti con più coraggio e non era una cosa da trascurare. Era stata proprio la sua curiosità a spingerla ad iscriversi per partecipare a quella escursione, la stessa curiosità che le faceva pensare ad ogni circostanza che sarebbe potuta verificarsi, generandole inquietudine. Quello che avrebbero dovuto svolgere era ancora un mistero, forse neanche i prefetti sapevano di preciso dove sarebbero andati, in ogni caso Gwen non era stata informata di nulla e non avrebbe di certo chiesto spiegazioni, anche perché ci aveva già provato, senza però ottenere risultati molto concreti; le bastava fidarsi dei suoi compagni. In Sala Grande cenó imponendosi di farlo tra l'idea che avrebbe avuto bisogno di forze e quella che avrebbe potuto essere il suo ultimo pasto. Sì, ultimo. Probabilmente stava esagerando, ma non riusciva ad escludere la possibilità che l'avventura dell'indomani avrebbe potuto mietere qualche vittima e tra queste la probabilità che ci fosse una piccola, inesperta, strega era piuttosto alta. Come sempre la Sala Grande era piena di gente, d'altronde era ora di cena e gli studenti ancora intenti a studiare erano decisamente di numero inferiore. Gwen era seduta al tavolo dei Tassorosso, cercando di ascoltare i discorsi e sperando che qualcuno avrebbe rivelato qualcosa su ciò che avrebbe dovuto aspettarsi il giorno seguente, ma non riuscì a captare nulla di inerente né di interessante, quindi decise di terminare il pasto e tornare al dormitorio per ultimare le preparazioni. Mentre finiva un ottimo piatto di pomodori e carne alzò con noncuranza lo sguardo sul tavolo di fronte a quello dei Tassorosso e notò una testolina famigliare dai capelli scuri e corti, alzarsi dal suo posto, raccogliere le sue cose e recarsi fuori dalla Sala. Era certa che fosse Casey, quindi quello era il tavolo dei Grifondoro sul quale notò anche un gruppo di ragazzi molto vicini tra loro, probabilmente per parlare sottovoce. Il primo pensiero che le venne in mente era quello di andare a parlare con Casey per salutarla, l’idea che quello sarebbe potuto veramente essere uno dei suoi ultimi giorni la stava mandando in paranoia, quindi con “salutare” intendeva un vero e proprio addio da dare alla sua compagna; però, il modo in cui quei ragazzi parlottavano tra loro non le quadrava gran che. E se fosse successo qualcosa? Casey aveva già finito di mangiare o si era allontanata per altri motivi? L’idea che forse quei ragazzi stessero dicendo qualcosa di male a Casey non era da escludere. Passò un pezzetto di pane sul piatto, in modo da raccogliere gli ultimi residui di pomodoro, lo mise in bocca e si alzò portandosi dietro qualcosa di succulento da far mangiare anche a Galileo, convinta che così facendo avrebbe pian piano conquistato la fiducia del gatto. Aveva intenzione di seguire Casey e farle eventualmente da sostegno se quei ragazzi le l’avessero infastidita in qualche modo, era disposta anche a schierarsi con lei per difenderla da assalti o prepotenze, odiava queste cose e non riusciva ad agire in maniera differente. Mentre usciva dalla Sala Grande, si guardava intorno alla ricerca della compagna, non accorgendosi che qualcun altro l’avesse già preceduta. Non appena la vide si diresse nella sua direzione, era troppo lontana per chiamarla e anche a voce alta non sarebbe riuscita a sentirla, inoltre Gwen non voleva attirare l’attenzione degli sconosciuti nei dintorni, quindi si limitò a camminare cercando di essere più veloce di lei, in modo da riuscire a raggiungerla. Si diressero verso le scale e lì fu certa che non sarebbe riuscita a recuperare la distanza: ogni volta era una fatica tremenda cercare di raggiungere la propria destinazione, sembrava che le scale decidessero di spostarsi di proposito per darle fastidio. I primi giorni ad Hogwarts le aveva trovate divertenti, ma adesso era felice che la sua Sala Comune fosse nei sotterranei! Fece un respiro fiducioso e iniziò a salire il più velocemente possibile, senza badare a tutti i quadri che le urlavano contro, tranne però uno in particolare, dal quale udì una esclamazione in un dialetto familiare. Si fermò a cercare da dove provenisse e lo sentì nuovamente: «In do' tu vai?» subito capì che la voce proveniva da un’opera che rappresentava una locanda al cui esterno era seduto un uomo con un bel boccale di birra in mano e quella voce, quel dialetto, era molto vicino a quello che sentiva quando tornava a casa, in Scozia. L’orfanotrofio si trovava lontano dalla città, ma quell’accento era comunque tipico di quelle zone e non riuscì a non riconoscerlo, non aveva mai fatto caso a quel dipinto, in realtà non si era mai fermata a parlare con nessun quadro -era ancora troppo strano per lei- però in quel momento non riusciva a farne a meno: «Sto cercando un’amic..» Non fece in tempo a finire la frase che l’uomo scoppiò in una fragorosa risata prima di aggiungere: «L'è una pasta di figliola, tu puoi andar sicuro!» Indicandole la via. Gwen non capì il motivo di tale confidenza, ma non poté che apprezzare, sorrise al burbero, salutò con la mano e proseguì seguendo la direzione che le aveva mostrato, pensando che avrebbe dovuto tornare a parlare con quell'uomo in un altro momento, sperando che si fosse presentata un'occasione. Dopo aver cercato nei vari angoli stava per arrendersi, forse Casey era andata nella Sala Comune dei Grifondoro; poi finalmente la vide vicino alla statua di Wilfred il Depresso, solo che non era da sola. Stava parlando con un altro ragazzino, dai capelli castani e alto quanto Casey, poco più di Gwen, sembravano intenti in una discussione molto seria e ad un primo impatto le sembrò che avessero parecchia confidenza tra di loro. Li osservava a distanza, senza riuscire a percepire i loro discorsi, cercando di capire che intenzioni avesse quel ragazzo e fu sollevata nel non notare alcun tipo di aggressività. Voleva avvicinarsi, ma allo stesso tempo non aveva intenzione di disturbarli, magari stava per interrompere qualcosa di cui si sarebbe pentita successivamente. Si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, attese che un paio di ragazzi passassero per scendere le scale e poi fece qualche passo nella direzione di Casey, ma ci ripensò con l’idea che non avrebbe dovuto immischiarsi. Si rassegnò quindi e decise di tornarsene nei sotterranei, avrebbe dovuto percorrere molta strada dal terzo piano, ma in compenso Galileo l'avrebbe riempita di fusa per quel pasto delizioso. Si rese però conto di percepire nuovamente nello stomaco quella pressante sensazione di agitazione: “e se veramente non tornassi dall’esplorazione di domani? Potrei non rivedere più Casey..” , questo pensiero la fece bloccare istintivamente sul bordo delle scale, stava per voltarsi e tornare indietro per poterle dire qualcosa, qualsiasi cosa, magari le avrebbe anche trasmesso un po’ di coraggio, ma si ritrovò con il sedere a terra sul secondo gradino e la schiena sullo spigolo del primo, con un dolore lancinante in entrambe le parti del corpo. «Ahia!» Le sue labbre si mossero da sole. ©Suguni | harrypotter.itSalve Scusate il ritardo, cercavo idee per riuscire a far unire Gwen senza compromettere troppo l'evento (già iniziato) dei Tassorosso... Ottima presentazione, direi
PS: anche Gwen è scozzese e a me piace moltissimo il fiorentino!! Anche se non lo so parlare, non potevo non riprendere la questione del quadro, era troppo invitante, spero non sia un problema
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