Cassia Cavendish
Serpeverde | Studentessa I anno | 14 anni "La tortura interroga, il dolore risponde"
C
assia camminava e parlava allo stesso momento. Era concentrata e presa dal suo racconto. La sua tattica sembrava ben congegnata e Vagnard sembrava assorto tra i suoi pensieri, intento anche lui a capirci qualcosa. Finalmente Cassia tacque, decisamente soddisfatta. Ma Vagnard non sembrava così convinto. La giovane Serpe iniziò a chiedersi semmai fosse riuscita a andare a segno e soprattutto, in caso negativo, quanto avesse senso continuare ad impegnarsi ad escogitare tattiche.
«È una opzione valida e possibile, ma il Vostro avversario, mia cara, non resterà a guardare. Se dovesse spostarsi potrebbe risultare molto difficile colpire il manico, rischiate di fare un buco nell’acqua. Meglio colpire direttamente il giocatore, preferibilmente sulla corsa. Così facendo si otterrà un importante effetto sorpresa: il portiere una volta intuito il pericolo si sposterà, e in questa maniera viene anticipato il suo pensiero. Inoltre, una volta acquisita velocità, non avrà possibilità di frenare in tempo, e andrà incontro lui stesso contro il Bolide. Affascinante, nevvero?»
Nonostante la delusione, Cassia ascoltò con estrema attenzione. Ma ciò che il suo Capitano le stava intimando di fare, non la convinse appieno. Chi gli diceva che le cose sarebbero andate effettivamente in quel modo? *L’esperienza, sciocchina*. Anche se in cuor suo sapeva che il Capitano non sbagliava (quasi) mai, il suo istinto le diceva che come lei avrebbe potuto mancare il manico della scopa del portiere, così lo stesso portiere poteva essere consapevole di quello che gli accadeva intorno e non cadere nella trappola. Improvvisamente divenne tutto troppo complicato da immaginare.
Arrivarono ai Tre Manici ed ella sperò che l’interrogatorio fosse finito. Vagnard aprì la porta con il suo solito fare, lo anticipò entrando per prima come era richiesto dal protocollo, e dal suo bastone minaccioso. Il Capitano non sembrava proprio il tipo a cui era possibile dire quando e in che modo agire… E in effetti come previsto con il suo sguardo di ghiaccio, le ordinò di scegliere un posto. Sembrava quasi fosse più bravo a parlare in silenzio. Era così inquietantemente chiaro.
Evitò l’imbarazzante attesa e scelse un tavolo al centro della sala, che per altro era insolitamente vuota. Forse era veramente troppo presto per una Burrobirra.
Appena seduti il Capitano ritornò alla riscossa.
«Un'altra possibilità, in veste di Battitore, è quella di poter fare ostruzione ai Cacciatori per disturbarli durante i passaggi, fare una sorta di blocco tagliandogli la strada ad esempio. O anche minacciandoli con la Mazza, fingendo di colpirli. Diamine se sarei spaventato brrrrrr»
Sorrise. Il ragazzo era buffo. Ma il suo sorriso si trasformò subito in un ghigno mal congeniato e poi in una espressione da poker, indecifrabile. Vagnard sapeva essere imprevedibile. E lungi dall’essere fraintesa e scaraventata in qualche angolo e pestata a sangue, tornò seria.
Non aveva paura di lui. Era solo consapevole delle possibili conseguenze delle sue azioni. Voleva evitarle insomma. E Vagnard non aveva finito.
«ma ditemi ora, cosa ne pensate di attaccare il Cercatore avversario?»
Ecco. C’era da aspettarselo che non era finita e non rispondere non era contemplabile. Attaccare il Cercatore? Non le sembrava che non potesse farlo, quindi perché no? E magari attaccarlo nel momento in cui si fosse trovato abbastanza vicino a lui, al momento della cattura del Boccino.
Perché gli aveva fatto quella domanda apparentemente banale? Cosa c’era sotto?
Non ne era sicura ma iniziò a credere che il capitano voleva ancora una volta cercare di capire se Cassia potesse essere una valida e poliedrica Battitrice. Evidentemente non voleva sentirsi dire che gli avrebbe schiacciato in faccia il bolide… Di sicuro si aspettava qualcosa di meglio.
«Il Cercatore ha l’oneroso compito di portare la squadra alla vittoria, quindi bisognerebbe tenerlo sempre d’occhio. Inoltre è l’unico giocatore perennemente concentrato alla ricerca di un luccichio dorato e quindi non gli è facile prestare particolare attenzione a quello che gli succede intorno.
Ma comunque finché non avvista il boccino non è un reale pericolo. Nel momento in cui avvista qualcosa, però, sarebbe opportuno distrarlo, il boccino è veloce, basterebbe anche solo tagliargli la strada, senza colluttazioni. Ammettendo che però il cercatore sia particolarmente addestrato anche a questa evenienza, potrebbe essere interessante colpirlo alla stomaco con il bolide con una forza e una traiettoria uguali e contrarie alle sue, così da farlo cascare, rovinosamente.»
Cassia ci pensò. In effetti il classico non stonava mai.
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