| Mentre il gesso si sgretolava sul muro, lasciando strisce bianche e ben visibili, il cigolio della lanterna di Gazza arrivò alle orecchie di Eloise. Per sopprimere il brivido che le percorse la schiena - quanto era vicino? - digrignò i denti, obbligandosi a fare ancora più in fretta di quanto già stava facendo. Venire beccata con le mani nel sacco non era un’opzione: non poteva permettersi di far perdere punti alla sua Casata. Conclusa la scritta, fece un passettino indietro, in trepidante attesa di scoprire se la sua intuizione avrebbe sortito qualche risultato. Per un istante non successe nulla, istante che la portò a dubitare di quell’opzione, ma presto il muro si mise a vibrare e tremare come se fosse in corso un terremoto. D’improvviso la finestra si aprì, come se la sua parte sinistra avesse provato repulsione immediata nei confronti del muro, e rischiò di colpirla in faccia. Grazie agli anni spesi a esercitare i riflessi per tirare e ricevere Pluffe e schivare Bolidi, ebbe la prontezza di fare un saltino indietro ed evitarla. Gratificata da quel successo, lanciò un ultimo sguardo nel corridoio e si infilò nel buco ormai sgombro. Il desiderio di entrarci, infine, non derivava più solamente dalla voglia di scoprire che sorpresa stava oltre alla caccia al tesoro di suo nonno, ma anche da una necessità oggettiva: il buco nel muro era la sua unica speranza di scampare a una punizione assicurata. L’arazzo, che aveva considerato il suo salvagente, era troppo lontano per mettersi in salvo, considerata la posizione di Gazza. Era ormai bucato, e stava andando a picco. Una volta infilatasi nel cunicolo buio, Eloise vide il muro alle sue spalle richiudersi, e attese qualche istante per riprendersi dallo spavento. Quel passaggio era troppo piccolo per starci in piedi, ma gattonando non avrebbe avuto problemi ad avanzare. E se anche quella scoperta si fosse conclusa lì, era felice di aver scoperto un luogo che - era chiaro, cristallino - le avrebbe permesso di scamparla alle ronde (destino crudele: molto presto sarebbe diventata Prefetto, e non ne avrebbe più avuto bisogno). Finalmente si sentiva al sicuro e riusciva a prendere fiato, ma solo ora un pensiero le solcava la mente: era possibile che Gazza potesse essere capitato per caso da quelle parti, ma aveva la netta sensazione che il Castello stesse cercando di difendersi, che l’arrivo del Custode non fosse altro che una sorta di meccanismo di difesa. Appurato che quell’idea potesse essere una verità, ma che non potesse essere confutata o confermata, la rossa continuò il suo cammino gattonando lungo il cunicolo. Non aveva percorso più di tre metri quando riuscì a tornare in piedi, accolta da una stanza che aveva tutta l’aria di essere la sua meta. «Voilà!» Esclamò a se stessa. Mentre il suo sguardo percorreva quell’intima, accogliente stanzetta quadrata, gli occhi le brillavano. Rimase immobile, cercando di imprimersi nella memoria quel senso di stupore, pienezza, meraviglia e completezza. Era sorprendente quello che si trovava di fronte, e avrebbe trattato quel momento con una delicatezza di cui solo ora si scopriva capace. Non le era difficile immaginare i suoi nonni all’interno di quella stanza. Si vedeva sua nonna sul divano e suo nonno al tavolo, intenti a scherzare, a prendersi in giro o a fare la lotta. Lo sguardo di Eloise si posò sulle fotografie e, come mai prima di allora, si sentì un’estranea a quella dinamica, un osservatore esterno del loro amore e delle loro scoperte. Si disse di non essere precipitosa: l’altra volta, nel labirinto, aveva pagato aspramente il prezzo della sua impetuosità. Eppure, non avrebbe saputo come muoversi per non far scattare il potenziale allarme che suo nonno aveva messo sulla stanza: era presumibile che ci fosse, non sarebbe stato così stolto da non proteggere quella base segreta, ma non aveva idea di come non farlo scattare. O forse, esattamente come con Boris, sarebbe riuscita a trarlo in inganno. Fece un passo in avanti, titubante, e poi due. Non aveva alcuna certezza, ma la curiosità di scoprire quell’antro era troppo forte, troppo martellante. Maledisse la sua prudenza e si avvicinò al tavolo, osservando con attenzione il foglio e la bussola: voleva scoprire eventuali scritte, testimonianze, ricordi o curiosità; voleva raccogliere e assimilare più informazioni possibili. Senza toccare niente, posò lo sguardo sulla torcia, incuriosita anche da quell’elemento. Era l’unica fonte di luce, questo era sicuro, ma non poteva essere anche una leva? Ormai aveva capito che a suo nonno - esattamente come a lei - piacevano quel genere di cose. Avvicinatasi, posò la mano sul corpo cercando di tirarla in basso. Quel luogo stava diventando rapidamente il suo preferito di tutto il Castello.Abbassa la leva, Kronk. Ovviamente se accade qualcosa la parte dentro la stanza va tranquillamente in malora, non ho usato il condizionale solo perché mi piaceva di più così! Statistiche Punti Salute: 108/133 Punti Corpo: 82/84 Punti Mana: 84 Punti Esperienza: 15
Doppio colpo alla schiena + colpo allo stomaco + taglio alla caviglia sinistra | Attivo Bacchetta Una fiala di Pozione Rinvigorente Una fiala di Pozione Mors Aparentis Diadema della Veela Pallottole Puzzole Pacchettino di Gelatine TuttiGusti+1 Gessetto |
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