| Aiden Weiss Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Outfit
Nemmeno lo vide, nemmeno si accorse della piccola figura che finì per scontrarsi contro il proprio corpo muscoloso e tonico. Troppo concentrato nell’individuazione della scala menzionata dal Guardiano, Aiden aveva finito per urtare un ragazzino sui quindici anni, a cui era caduto il famoso cellulare, un oggetto Babbano che stava andando molto in voga negli ultimi decenni, una sottospecie di scatolina sottile e colorata con una parte di vetro, in cui era possibile fare una moltitudine di cose, come scrivere. Una cosa bizzarra, che Aiden aveva provato ad usare e che lo aveva addirittura entusiasmato, ma che lo aveva fatto impazzire così tanto che il mal di testa non lo aveva di certo risparmiato. Fissò il ragazzino, mentre borbottò un frettoloso: «Scusami, non ti avevo visto.» Fu visibilmente dispiaciuto per quel piccolo incidente. «Davvero, sono mortificato. Almeno è integro, no?» Ma poi il ragazzino se ne andò senza degnarlo di ulteriori sguardi o parole, nemmeno un saluto; allora Aiden lasciò perdere, sebbene fissò il profilo del ragazzino che si allontanava con una certe perplessità. La prima parte di ispezione sembrò infruttuosa: buona parte della facciata era occupata dal caffé-ristorante, con le sue finestre disposte in una fila ordinata, per poi terminare verso il Tamigi. Lì, quindi, non c’era nulla, perciò tentò di avvicinarsi all’imboccatura del ponte, per poi sporgersi oltre il parapetto. Sperò quindi in una botta di fortuna. Individuò quelli che erano dei pioli arrugginiti di una scaletta sporgenti dal muro dell’edificio. Fece un calcolo approssimativo di quanta distanza poteva esserci tra la sua attuale posizione e la scala, decretando che non fosse molta ma che per raggiungerla si poteva solo scavalcare il parapetto e sperare che le sbarre di ferro reggessero, poiché la presenza della ruggine lo rese in un qualche modo incerto circa la resistenza della struttura. Il vento si era fatto più impetuoso e non c’era da stupirsene, era vicino al fiume ed era naturale che fosse più forte. Il cappuccio non sembrò reggere a confronto della furia del vento, venne repentinamente rigettato all’indietro ogni volta che tentava di tirarselo sulla testa, ma al ventesimo tentativo mandò in malora tutto quanto, imprecando addirittura in gaelico. Forse il mal di testa che già aveva iniziato a farlo penare, oltre che ad una possibile influenza, erano il giusto prezzo per quella sua scelta cedere un favore al Guardiano. Tuttavia, c’era anche da dire, che se aveva accettato era perché in primis non aveva digerito l’idea che un uomo come il Guardiano potesse minacciare di morte una persona davanti a lui e piuttosto che permettere che tale minaccia si realizzasse, si era buttato. Una scelta avventata, stupida, ma mossa dal senso del dovere e dal cuore poiché il Guardiano aveva dato l’impressione - e successivamente la prova - che era uno che manteneva la parola data. Aveva visto come aveva lasciato passare quei due individui dopo aver ricevuto chissà cosa, perciò cosa avrebbe impedito all’uomo bendato di mettere in atto l’omicidio se Aiden si fosse rifiutato? Non volle pensarci più, ormai la decisione era stata presa, non poteva più tornare indietro, doveva proseguire e concludere quel losco affare che gravava pesantemente sul suo cuore. Non avrebbe fatto del male all’uomo orientale, no, non sarebbe andato oltre al spaventarlo a morte se non avesse collaborato con le buone. Doveva convincerlo, sì, ad essere collaborativo, per il bene di entrambi. Prese un lungo respiro e si guardò attorno, guardingo, sperando di non catturare sguardi indiscreti, attendendo che l’ultimo autobus passasse. Soltanto quando fu certo di non avere alcuna attenzione su di sé - dovendo attendere presubilmente diversi minuti prima di avere il via libera -, allora l’Auror poté agire. Strinse la parte di ferro del parapetto, un grosso tubo rettangolare tenuto ben saldo da strati e strati di cemento, per poi spiccare un balzo di lato, così da poter appoggiare il piede sulla parte apicale della parte in cemento, e con forza si issò lungo sul parapetto, facendo attenzione a non scivolare o a perdere la presa sulla parte di ferro. Lentamente si calò dall’altra parte, per poi sporgersi con una mano verso uno dei pioli della scala. Non appena avvertì il freddo del metallo contro il palmo della sua mano e afferrandolo in maniera salda, allora procedette con lo spostamento del primo piede, così da mantenersi in equilibrio una volta che avesse definitivamente mollato la presa su parapetto da cui si era calato. L’umidità del Tamigi rischiava di rendere assai più pericolosa quella discesa, così - tanto per non rischiare ulteriormente - Aiden preferì tenersi posizionando l’arto con un angolazione a novanta gradi e con i dorsi delle mani rivolte verso l’esterno, ovvero verso il muro in cui era incassata la scala. Se fosse scivolato avrebbe retto meglio il proprio peso. Aveva preso ispirazione da uno degli esercizi ginnici che era solito svolgere durante i suoi allenamenti personali, ciò permise all’Auror di sentirsi più sicuro, ma procedette verso il basso sempre con cautela, pregando gli Dei che la scala riuscisse a reggere il suo peso per tutta la discesa.
PS: 181 ☘ PC: 129 ☘ PM: 129 ☘ EXP: 27.5 ◆ Bacchetta di Biancospino e Piuma di Grifone; ◆ Distintivo Auror; ◆ 1 x Decotto di Dittamo; ◆ Cappa della Resistenza (Nota: Anche se non ho descritto l’outfit di Aiden nel post precedente, solitamente corrisponde all’immagine sotto link del code e con gli oggetti attivi scritti in scheda.); ◆ 1 x Polvere Buiopesto Peruviana; ◆ 1 x Orecchie Oblunghe; ◆ 1 x Fresbee Zannuto, Mordicchiatore Volante; ◆ Anello Gemello (Collegato a Daphne Woods); ◆ Cinturone d’Argento con Perla del Mistero.
Usato Google Maps come consigliato dal Master in merito dall’orientamento ambientale. Ho descritto la discesa, restando comunque sul condizionale, anche quando si guarda in giro prima di agire. Non sa mai se ci scappa qualche magagna La descrizione di come tiene le braccia e mani durante la discesa l’ho basata da questa immagine http://admin.nonsolofitness.it/files/artic...00000001182.jpg
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