Svogliatamente voglio

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view post Posted on 4/9/2017, 21:23
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LA MANGIAMORTE

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Dell’inghilterra odiava due cose, la prima era che c’erano troppi babbani che giravano liberi e rompevano i benemeriti cosiddetti, la seconda era che il clima faceva sempre schifo, se non era la pioggia fine e fastidiosa ci pensava l'umidità ad impregnare i vestiti, sentendoli sempre troppo pesanti addosso. Ogni giorno che passava che le mancava la Scozia, gli enormi spazi liberi, le colline che in inverno si tingevano di bianco, il freddo, quello vero, quello intenso che pero’ passava sorseggiando del buon incendiario fatto in casa. Ecco le mancava anche quello, un whiskey come lo faceva il vecchio Bobby era una cosa che gli inglesi si potevano solo sognare. Scosse il capo, continuando il suo incedere tranquillo, lasciando che il passo accompagnasse i suoi pensieri percorrendo la strada che portava al paiolo magico. L’idea era quello di riempirsi lo stomaco con una zuppa di lardo, mandando giù il tutto con un bicchiere di burrobirra, per poi usare la loro metro-polvere e tornare a casa, svogliata persino nell’usare la smaterializzazione.

La destra venne allungata verso il pomello della porta pesante e una volta entrata, lasciò che si chiudesse alle sue spalle in un tonfo sordo, incurante se qualcuno stesse percorrendo l’uscio dietro di lei. Passi svelti per accomodarsi ad un tavolo rotondo e piccolino, con un lume mezzo spento, afferrando rapidamente il menù e sfogliandolo rapidamente, nonostante sapesse già cosa prendere. Lo richiuse, appoggiandolo ad un lato del tavolo, liberando l’alamaro che teneva stretta la mantella estiva lasciandola cadere mollemente sulla sedia. Indossava una tunica a mezze maniche e lunga alle ginocchia di colore nero, un gilet verde scuro, gambe nude e stivali logori. La bacchetta stretta alla fondina, ben visibile e pronta all’evenienza come sempre.
Gli occhi scuri cercavano una cameriera o un garzone libero, ma al momento sembravano tutti troppo occupati per darle retta, cosí evitó persino di sollevare la mano, di agitarsi sul posto, sapeva che il tentativo di richiamare l’attenzione sarebbe stato vano.
 
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view post Posted on 4/9/2017, 22:06
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Vath
Remar «

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18:30. Era finita un'altra giornata lavorativa, Vath ripose la relazione che aveva finito di redigere alcune piccole correzioni stilistiche ed era pronta per essere consegnata. Prima di tornare a casa come era solito fare tramite smaterializzazione aveva voglia di bersi qualcosa di caldo, si strinse bene nel proprio soprabito ed usci dal Ministero, diretto all'unico pub dove avrebbe potuto restare in mezzo a maghi. Per strada i vari babbani che incrociava erano tutti presi nelle loro faccende, come piccole formichine che lavorano e lavorano per qualcosa di cui non vedranno mai il risultato completo. Represse un conato di vomito alla loro vista, in fondo era stato da poco il suo incontro casuale con Elijah e la signorina Jones, era stato un faro in quella landa desolata. In una libreria babbana tre maghi che si incontrano era un evento raro e per quello, doveva ringraziare la propria metodicità, documentarsi sui babbani era un arma che poteva sfruttare a suo vantaggio e l'avrebbe fatto.

Entrò nel locale osservandone gli avventori per poi dirigersi verso il bancone, facendo ticchettare il proprio bastone da passeggio ogni due passi, per ordinare.

«Una Burrobirra, gentilmente.»
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view post Posted on 4/9/2017, 22:24
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La porta d’ingresso venne aperta una, due, tre volte e i minuti passavano in una lenta agonia, obbligando Rowena ad appoggiare un gomito al tavolo e lasciare che il volte crollasse mollemente nell’incavo della mano. Gli occhi nocciola osservavano il da fare dei garzoni, i bicchieri colmi e la bianca schiuma che oscillava pericolosamente sui vassoi ma che nonostante tutto, non trasbordava mai dall’orlo delle pinte, segno di maestria da parte dei giovani che trotterellavano tra i tavoli, mentre i profumi di una cucina fin troppo appetibile, agitavano le budella nello stomaco. Aveva fame. Poi accadde, un vassoio venne adagiato sul bancone che ospitava ora una nuova presenza e un garzone, visibilmente stanco, cercava probabilmente di prendere un po’ di respiro, ma Rowena sembrava non volergli dare tregua e prima che il nuovo arrivato che aveva preso posto al banco le rubasse l’attimo, cercò di attirare la sua attenzione e forse anche quella di tutti i maghi e che erano all’interno del paiolo:

-YUHUUUU! QUI!-

la voce cristallina, chiara e decisa, sollevando il braccio sinistro e agitandolo a destra e sinistra, cercando di ergersi quanto possibile sulla sedia e squadrando malamente l’uomo al banco che cercava di fare il suo ordine. Lei aveva fame e aveva già atteso abbastanza.


//pronta per l’ordine//
 
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view post Posted on 4/9/2017, 23:08
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Vath
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Mentre stava per ordinare una voce femminile si levò per ottenere attenzione dal garzone del locale, garzone che stava per raccogliere la propria ordinazione. Vath Remar inspirò a fondo, chiudendo gli occhi e passandosi la lingua sui denti superiori irritato, solo il fatto che la voce era femminile lo fermo dal girarsi di scatto per fulminare con lo sguardo il malcapitato. Ritrovata la propria compostezza, si voltò verso la donna che si stava sbracciando per ottenere l'attenzione del garzone. Una fluente ed indomabile capigliatura castana scura, corporatura da chi per anni ha praticato uno sport ma che non pratica più. Quella donna aveva qualcosa di familiare, decise di avvicinarsi a lei, pensieroso mentre faceva mente locale. Hill, il caro vecchio Geoffrey Hill, fu la chiave di volta. Il suo vecchio amico giocatore di quidditch come battitore nella squadra di Serpeverde lo aveva costretto più e più volte ad andare a vedere le partite e nonostante le remore iniziali Vath seppe apprezzare quello sport e con esso la squadra di Serpeverde. Geoffrey Hill aveva un vero talento nel far del male, colpendo con la mazza in maniera precisa i bolidi spedendoli contro gli avversari ma la sua controparte era ancora peggio, Rowena Abyss. Ma era davvero lei? Voleva evitare gaffe ma era abbastanza sicuro che fosse lei. «Rowena Abyss? Sei proprio tu?!» Chiese una volta che si fu avvicinato al suo tavolo. «Sono Vath Remar, ero ad Hogwarts un anno più giovane di te, Serpeverde.»

//pronto per ordinare.
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Edited by Vath Remar - 5/9/2017, 00:52
 
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view post Posted on 5/9/2017, 22:43
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No, non arrivò il garzone, ma un uomo, forse della sua stessa età o di qualche anno più giovane, non troppo piazzato, una faccia simile a quella di un criceto ma con due zaffiri piantati al posto delle iridi. Avrebbe potuto additarlo con un “ciao begli occhioni!” burlandosi di lui ma, nel mentre che la donna riacquistava una certa compostezza abbassando il braccio e congiungendo le mani sul tavolo, lui palesò le sue intenzioni, chiamandola per nome.
Labbra dischiuse, espressione corrucciata, visibilmente non ricordava chi avesse davanti, ma Rowena era una strega che si reputava abile e cordiale in alcuni frangenti, perciò fece buon viso a cattivo gioco e dandosi una lieve spinta con i piedi per terra si sollevò, allungando la destrorsa in sua direzione.

-Vath Ramer! Accidenti, sono passati secoli da quando ti ho visto l’ultima volta!-

la voce era cordiale, un sorriso di circostanza piantato sul volto, in attesa che lui stringesse la mano come cenno di saluto. Se cosi fosse accaduto, la donna non avrebbe poi tardato a riaccomodarsi sulla sedia, gambe accavallate, mani giunte sul grembo e viso sollevato in sua direzione, ritrovandosi a chiacchierare del più e del meno, mentre lo stomaco iniziava a ribellarsi per i morsi della fame emettendo ruggiti nemmeno fosse un leone in gabbia.

-Cosa ti porta qui?-

uno sguardo fugace venne gettato alle spalle dell’uomo, in attesa di vedere se il garzone aveva intenzione di avvicinarsi ma con sua enorme sfortuna, aveva già ripreso a pulire un altro tavolo dall’altro lato della sala. Anche quel giorno si mangiava domani.
 
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view post Posted on 6/9/2017, 07:47
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Vath
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La strega era palesemente perplessa, durante il breve tragitto tra il bancone e il suo tavolo Vath Remar poté vedere come questa cercasse di capire quali fossero le sue intenzioni. Solo quando si presentò la donna si sollevò leggermente sulla sedia porgendo la mano. «Remar.» Puntualizzò lui, con un sorriso sul volto, stringendo con una presa ferma e decisa la mano, scuotendola leggermente e lasciando quel contatto andando a sedersi. «Se non ricordo male tra i Concasati di Salazar c'era un certo cameratismo. In effetti son passati dieci anni, da quando hai concluso il tuo settimo anno.» Pose il bastone da passeggio sulle proprie gambe e la guardò negli occhi mentre accavallò la gamba destra sulla sinistra. «Una fortunata deviazione per bere qualcosa prima di tornare a casa dal lavoro, ufficio Cooperazione Magica Internazionale. Sento regolarmente Geoffrey Hill, adesso è battitore per i Falmouth, sarà felice di sapere che ti ho incontrata.» L'uomo notò che lo sguardo di lei andò dietro di se, verso il Garzone. Alzò il braccio per farsi notare da lui e poi lo riabbasso, tornando a guardare l'ex Serpeverde.


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view post Posted on 8/9/2017, 18:01
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-giusto, Remar…-

alzo lievemente il tono a pronunciare quella E come se cosi potesse ficcarsi in mente il cognome dell’ex concasato per poi lasciarlo parlare in modo da poter raccattare più indizi possibili, seguendo le sue movenze nell’accomodarsi sulla sedia. Spostò leggermente il peso del busto in avanti, appoggiando ambo i gomiti sulla tavola e mostrando un vivo interesse alle sue parole. Cercava di ricostruire i ricordi, cercava di tornare indietro ai corridoi di Hogwarts, alla sala comune, alla poltrona sulla quale era solita stravaccarsi e osservare la vita d’altri andare avanti, mentre lei, sopravviveva alla continua oppressione che era quella scuola. Il nome di Geoffry era un indizio notevole, se lo ricordava quel giovane massiccio, l’aveva preso sotto la sua ala insegnandoli a dosare la forza possente per poter disarcionare quanti più avversari dalla scopa, era un ottimo compagno di reparto e forse uno dei pochi che riusciva a sopportare nella squadra.

-Oh si ho visto, sai ho smesso di giocare a quidditch ma seguo le sue avventure sulla civetta dello sport…-

Bofonchiò. Ricordò finalmente anche di lui e di una certa spilla che portava appuntata sul petto.

-Da prefetto a ministeriale il passo è stato breve mhm?-

disse, spostandosi nuovamente sulla sedia, lasciandosi andare sullo schienale di essa e incrociando le braccia sotto al petto, un gesto di difesa che forse Vath avrà visto fin troppe volte in passato, ma le buone abitudini sembrano non cambiare mai.
 
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view post Posted on 8/9/2017, 22:16
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Vath
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Al nome di Geoffrey Hill Rowena focalizzò la sua attenzione su Vath, e dopo poco si ricordò perfettamente di lui. -Oh si ho visto, sai ho smesso di giocare a quidditch ma seguo le sue avventure sulla civetta dello sport… Da prefetto a ministeriale il passo è stato breve mhm?- "Alleluia Abyss." Pensò il ventisettenne, aprendosi in un sorriso soddisfatto. «Hill era ed è dannatamente bravo con quella mazza in mano, eravate una bella coppia ed è grazie a voi se Serpeverde in quegli anni ha potuto contare sulla coppa di Quidditch come su quella di fine anno. Se è per quello Rowena, posso chiamarti per nome? La spilla da prefetto e da Caposcuola poi mi hanno permesso di render lustro alla nostra casata, voi lo facevate con i punti guadagnati grazie alle vittorie del quidditch, io con quelli che sottraevo alle altre casate quando le coglievo in fallo. Come hai detto, il passo è stato davvero breve, anche se in effetti son rientrato in patria solo da un anno circa.» Le disse, ritrovare dei vecchi studenti dei suoi anni era sempre un piacere, specie se Concasati. «Tu invece come te la passi?» Chiese, intrecciando le dita delle mani e ponendo i gomiti sui braccioli della sedia accavallando la gamba destra sulla sinistra. La posizione di lei suggeriva che la donna stesse in difensiva, era una delle prime regole di un colloquio, mai stare a braccia incrociate, veniva interpretato dall'esaminatore come un gesto di difesa istintivo.


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view post Posted on 8/9/2017, 22:54
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Il quidditch per lei era libertà, il gusto ferroso del sangue quanto arrivava un bolide in volto, le vescicole nei palmi a furia di stringere il manico di scopa e la mazza, il sudore che imperlava la fronte e impregnava le vesti, la gloria e la gioia di poter schiacciare gli altri sotto il peso delle proprie abilità. Rowena aveva poi continuato a vivere così superando di volta in volta i limiti della decenza e della morale.

-Uh caposcuola…-

mormorò a labbra serrate e senza interromperlo ulteriormente ascoltò il suo dire. Mal sopportava le spille, mal sopportava le regole, non comprendendo quante volte Vath le aveva probabilmente coperto il fondoschiena in qualche modo.

-Ti mancava l’aria soffocante di Londra?-

ridacchiò alla sua stessa battuta, iniziando leggermente a sciogliersi assumendo una nuova posizione sulla sedia, ruotando il busto e mettendosi a tre quarti per gettare una rapida occhiata al banco, con il gomito destro arrampicato allo schienale e il sinistro al bracciolo.

-porco gramo possibile che ci si metta cosí tanto per ordinare un po’ d’incendiario e un piatto di sbobba?-

scosse il capo, non concependo la lentezza del servizio, volgendo lo sguardo in direzione del suo interlocutore.

-bha, ho aperto un negozio ad Hogsmede giusto un paio d’anni dopo la scuola, poi sono stata giornalista per la gazzetta, insegnante di astronomia ad Hogwarts e capocasata dei verde argento…-

disse il tutto con estrema leggerezza, come se quei continui cambi di carriera fossero una passeggiata.

-ma l’insegnamento non era la mia strada, troppi marmocchi lamentosi, avrei bisogno di una nuova avventura…-

assottigliò lo sguardo su di lui, prendendosi un lungo momento prima di continuare, sporgendosi in avanti come se lo stesse studiando. Visibilmente, qualcosa le frullava nel cervello, ma quello non era ne il luogo ne il momento per parlare.

-Qui ci stanno mettendo un po’ troppo tempo per uno stupido drink, ti va di bere qualcosa da me?-

disse infine, un sorriso languido, uno sguardo cortese.
 
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view post Posted on 8/9/2017, 23:29
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Vath
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La compagnia era piacevole, dopotutto Rowena era un esponente della sua casata, ciò che mancava tuttavia era qualcosa per accompagnare quella conversazione e bagnare l'ugola. «Non che mi stupisca della pessima qualità del locale. In fondo è pur sempre tremendamente vicino a sudiciume babbano.» Sentenziò con espressione disgustata riferendosi all'uscita dalla quale era entrato poco prima. Poi ascoltò in silenzio i vari lavori svolti dalla ragazza e rimase stupito dal repentino cambio di rotta pur senza commentare, Vath almeno in quello aveva le idee chiare su quali fossero i suoi obiettivi, alcuni li aveva già raggiunti, altri avrebbe dovuto attendere. Ascoltò la proposta della mora e non fece neanche in tempo di dire "Quidditch" che si era già alzato, stufo del tanfo di quel luogo e del servizio cosi lento. Afferrò il suo bastone da passeggio e le fece un leggero cenno con la mano sorridendole. «Prego, dopo di voi, miss. Abyss.»


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view post Posted on 13/9/2017, 14:09
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Rowena annuí, raccogliendo il mantello e gettandoselo malamente sulle spalle, fece strada verso l’esterno dove la sera aveva avvolto oramai qualsiasi cosa. Allungata la mano verso la spalla dell’uomo non tardò molto a focalizzare il posto dove voleva andare: nella mente visualizzò la ciminiera della fabbrica abbandonata, il rivolo colmo di acque nere, i muretti in mattoni rossi, sporchi di graffiti e altre indecenze e l’inizio della strada che portava tramite una lieve salita alla sua dimora, un abitazione talmente tanto anonima quanto le altre del quartiere. AL determinazione di liberarsi di quel posto e di provare ad entrare tramite un aggancio al ministero poteva bastare a farla materializzare a casa senza problemi, cosí decisa sul da farsi eseguí una piroetta sul posto e come una mano che l’afferrava dall’ombelico, scomparve con il concasato annesso per raggiungere Spinner’s end.
 
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