Ogni tanto fare il punto della situazione poteva solo fare bene e Violet si ritrovò a pensare che, in fondo, non era poi cambiata tanto rispetto alla sua entrata ad Hogwarts. Non le sembrava di aver fatto grandi progressi e nemmeno di aver raggiunto grandi obiettivi ma forse aveva solo aspettative un po’ troppo alte.
Era seduta al tavolo in sala comune con tutti i suoi libri aperti, il foglio bianco davanti a lei e la piuma in mano ma la testa era altrove, stava danzando sulle note della musica che per sua grande fortuna era diventata parte integrante della sua vita grazie al club. Si ritrovò a sorridere.
”Almeno a livello musicale sono riuscita a fare qualcosa e aportare avanti un progetto: i The Wizard Voice sono il mio orgoglio…”
Ripensare a quando era salita sul palco con i suoi amici le faceva palpitare il cuore ma capiva anche che non poteva ruotare tutto intorno a quello. Fingeva di essere soddisfatta di sé stessa alla vista degli altri ma in realtà non era così.
"E pensi di aver raggiunto i tuoi obiettivi?"
Alla domanda del suo alter ego, Violet voltò lo sguardo verso la finestra dove, sul davanzale, era pigramente appoggiata la pianta che aveva portato Jenifer un po’ di tempo fa. Si erano dati tutti da fare per farla crescere e per prendersene cura e anche lei l’aveva annaffiata più volte, si era anche ritrovata a leggerle qualche favola, un po’ come si fa con i bambini, certe volte le sembrava che quel piccolo futuro albero potesse capirla meglio di quanto fossero in grado di fare tutti gli altri.
Con delicatezza appoggiò la piuma sul tavolo per alzarsi e andare verso il piccolo arbusto.
«Al contrario di me tu stai crescendo molto in fretta, vero?»
Chiese con un sorriso e accarezzando con delicatezza una delle sue foglioline. Inizialmente distratta non si era accorta che alcuni boccioli stavano facendo capolino aprendosi delicatamente e iniziando a rivelare i loro sgargianti colori. S nasce, si vive e si muore ma per quanto possa sembrare un circolo naturale nessuno pensava mai su quanto fosse fantastico e prodigioso, più della magia stessa.
Lentamente iniziava a fiorire, chissà se era la prima ad aver visto i frutti dell’impegno di tutti. Prese una sedia per potersi accomodare accanto alla finestra e appoggiarsi al davanzale con le braccia incrociate per accostarci poi il volto e guardare la pianta di traverso.
«L’impegno nel prendersi cura di te è davvero servita…i tuoi fiori sono bellissimi!»
Sorrise con fare triste chiedendosi quando i suoi fiori sarebbero finalmente nati. Lei, al contrario di quello che aveva davanti, si sentiva un arbusto sterile. Non era diventata particolarmente potente, intelligente, furba o importante.
”Cosa vorresti dire?”
"Le piante crescono molto più velocemente di voi esseri umani. Vi siete tutti impegnati a prendervi cura di questo piccolo arbusto e lui stesso si è dato da fare per crescere e mostrarti queste meravigliose gemme ma non devi avere dubbi: prima o poi anche tu sboccerai."
Non ne era tanto convinta, per quanto sembrava impegnarsi in tutto non si sentiva migliore di prima.
"Vogliamo davvero fare un elenco? Hai imparato un sacco di incantesimi nuovi, hai tenuto testa a Priscilla durante quella pazza nottata in sala comune, sei riuscita a strappare un voto particolarmente alto a Peverell, sei diventata più sicura di prima e, soprattutto, sei diventata prefetta. Io ne sono convinta V: presto anche noi vedremo i meravigliosi frutti che cresceranno dal tuo impegno.”
Ancora una volta accarezzò la piccola pianta e fra tutti i piccoli fiori ne vide uno che non era ancora sbocciato.
”Guarda…questo è in ritardo…”
"Già…però quando sboccerà sarà sicuramente il fiore più bello di tutti."
Violet era quasi commossa dalle parole di Lucy, non la credeva capace di tanto sentimento e trasporto ma forse su qualcosa aveva ragione. Anche lei aveva contribuito nella crescita della pianta e, in fondo, quei bellissimi fiori che stavano sbocciando, erano anche merito suo e del suo impegno.
Alzò la testa tenendo le braccia appoggiate sul davanzale.
«Cresci bene, cresci forte. Sono sicura che porterai speranza anche a qualcun altro.»
Si stava ormai facendo tardi ed era ora di andare così la Corvonero le diede l’acqua un’ultima volta prima di prendere le sue cose e allontanarsi in attesa di sbocciare anche lei.