La bellezza dell'imperfetto, Pensiero

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/8/2017, 20:08     +1   -1
Avatar

Group:
Dipendente Ministero
Posts:
126
Reputation:
+14

Status:


SPESSO E' IMPERFETTO
Era quella la definizione richiesta del cruciverba che Tessa stava distrattamente scarabocchiando aspettando il sonno che, quella notte, tardava ad arrivare, e le parve singolare.
La parola da inserire, 1 orizzontale, era sicuramente Tempo. Il numero delle lettere coincideva, gli incastri con le verticali pure. Non c’erano dubbi. Per quale motivo l’enigmista aveva scelto proprio l’Imperfetto come opzione? Avrebbe potuto usarne molte altre. Presente, Passato, Futuro, Condizionale, solo per citarne qualcuna e per omettere il quasi sconosciuto, temuto ed odiato Congiuntivo.
Distesa prona sul letto Tessa fissava lo schema a scacchi mordicchiando la penna con la quale aveva appena ultimato il cruciverba. Aveva i piedi incrociati ed i gomiti puntati sul materasso, ai lati del cuscino. Stava relativamente comoda mentre si dedicava al passatempo. Imperfetto. Forse non era stato scelto a caso quel vocabolo.
Riflettendo Tessa si trovò ad essere in accordo con quella definizione. Poteva soddisfare tutti gli altri tempi verbali. Presente Imperfetto. Passato Imperfetto. Futuro probabilmente Imperfetto. Anche il Condizionale era imperfetto. Mettere un ‘se’ davanti ad una frase è già di per se la conferma che qualcosa non torna, esprime un dubbio o una speranza, una difficoltà.

L’irlandese ripose penna e rivista sul comodino a fianco al letto e spense la luce. Girandosi sul fianco si trovò a guardare verso la finestra le cui imposte era aperte così come erano aperti i vetri. La calda notte estiva era rischiarata da una falce di luna che sostava nell’angolo destro dell’infisso spalancato e che illuminava il riquadro notturno mentre una debole brezza faceva ondeggiare la TENDA
Il tempo era davvero imperfetto. Aveva la capacità di trascorrere lentamente o di passare velocissimo; a volte lei neppure si rendeva conto di quanto sfuggevole fosse. Non c’era modo di fermarlo e neppure di rallentarlo. Era inesorabile. Il tempo; fatto di attimi che passano fra le DITA come granelli di sabbia. Il tempo che segnava le persone con suo trascorrere, il tempo che leniva il dolore causato dalle assenze, che ridimensionava secondo la giusta prospettiva quel che sembrava troppo bello o troppo brutto da affrontare.
Quanto tempo aveva aveva sprecato Tessa? Quanto ancora gliene rimaneva? La Strega non poteva rispondere alla seconda domanda. La divinazione non arrivava a tanto e, anche avendo potuto, non avrebbe voluto sapere quanto tempo ancora avrebbe vissuto. Il tempo sprecato...era tempo perso per cui inutile farsene cruccio; non era possibile tornare indietro e quel che era stato non si poteva cambiare. Lei era una Strega, una brava strega e sapeva che anche usare la Giratempo era un metodo che poteva funzionare per rimediare ad un errore, per modificare un evento ma, da brava Strega, sapeva anche che era cosa difficile, rischiosa. Poteva peggiorare la situazione iniziale ed ogni persona della sua specie ne era ben consapevole come era consapevole dei danni che, in caso di malriuscita dell’operazione, avrebbero colpito non solo chi la usava ma anche chi ne veniva coinvolto a sua insaputa.
Era il tempo presente la priorità dell’irlandese. Era quello il suo tempo e se, in passato, era successo che lo avesse impiegato in maniera sbagliata era tempo di ripromettersi di non proseguire su quella strada. Affinchè il tempo futuro potesse il meno imperfetto possibile serviva operare sul presente e fare le scelte giuste, prendere le giuste decisioni.]
Quel tempo, il suo passato, il presente, il futuro…tutti assieme non erano altro che Vita. La sua vita. Come il tempo la vita non era stata, non era e non sarebbe stata perfetta ma non andava sprecata. Era un dono da custodire con cura. I granelli di sabbia contenuti nella sua ipotetica CLESSIDRA avrebbero potuto continuare a scorrere ancora per molti anni ma poteva anche succedere che finissero all’improvviso e Tessa voleva vivere i suoi giorni, il suo tempo, al meglio delle sue possibilità. Al massimo dell’impegno, della partecipazione e, perché no, anche del divertimento. Un giorno senza sorriso era un giorno sprecato e la donna capiva che non poteva permettersi di sprecare le sue non infinite giornate. Doveva imparare a perdonare, a comprendere, a non portare rancore. Non doveva lasciarsi calpestare, sminuire, umiliare. Doveva e poteva rimediare agli errori, prevenirli se possibile ma anche prendersi il tempo di sbagliare e di imparare dalle esperienze. Tessa sentiva di avere tanto da fare, da dare e tanto da ricevere. Tanta voglia di vivere. Forse una vita sola non le sarebbe bastata ma, quella notte, prima di chiudere gli occhi, la giovane Strega fece a se stessa una solenne promessa. Avrebbe vissuto appieno il suo tempo. Non come
se fosse l’ultimo giorno e nemmeno come se fosse il primo. Non si sarebbe fatta prendere dall’ansia dello scorrere del tempo e avrebbe fatto tesoro del tempo trascorso affichè quello a venire potesse essere migliore. Quando poi fosse giunto il momento che, un mattino, svegliandosi, sul viso avesse notato una ruga che il giorno prima non c’era, ebbene, avrebbe capito che il tempo si ricordava di lei e che quel solco, forse ancora poco visibile agli occhi altrui, altro non era che una carezza che il tempo le stava regalando. Sarebbe stata grata per ogni attimo, ogni imperfetto attimo, il tempo avrebbe voluto concederle.
Tessa si addormentò cosi quella notte di fine estate. Il cruciverba completato sul comodino e un sorriso consapevole e leggero sulle labbra. Quella notte, Tessa, avrebbe dormito serena.
 
Top
0 replies since 29/8/2017, 20:08   124 views
  Share