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letizia schmit
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Poesia di Benigni
Poesia a Silvio B. .Luca Inviato il 4/3/2005, 21:31 Modifica Citazione
"Se quella notte, per divin consiglio, la Donna Rosa, concependo Silvio, avesse dato a un uomo di Milano invece della figa il deretano l'avrebbe preso in culo quella sera sol Donna Rosa e non l'Italia intera." Roberto Benigni 4 commenti 2 Peppino Pagano e Meacci Ivan
riguardo alla poesia di Benigni,io l'avrei scritta cosi': "Se quella notte, per divin consiglio, la madre di Benigni, concependo Roby, avesse dato a un uomo di tuscania il braccio per una passeggiata ci avrebbe risparmiato le scemenze di questo attore a noi povera gente
letizia schmit
postilla:
Se la mamma di Roby avesse scelto un duca e non il di lui buffone avrebbe reso un servigio a lui e alla Nazione
letizia schmit
5 commenti 4 Germano Gallinelli, Meacci Ivan e altri 2
Politica: Berlusconi sì o Berlusconi no? Ma ora parecchia acqua è passata, Berlusconi non è più presidente del Consiglio e il suo ruolo nella politica attiva è condizionato dalla convalescenza. E, soprattutto, in Procura sospettano che lo sgarbo del Senato non è ispirato tanto dal Cavaliere e da Forza Italia quanto dal presidente del Consiglio. È con lui, adesso, che le toghe sanno di dover fare i conti. 5 commenti 4 Germano Gallinelli, Beppe Carbi e altri 2
IL RISPETTO: COS'E'? LE ANATRE HANNO BUON SENSO E SI RISPETTANO Il rispetto non è ossequio, deferenza, riverenza. E’ attenzione, considerazione e riguardo per le persone, le istituzioni e le cose. E’ la prima categoria d’ogni forma educativa che non può essere insegnata, ma che si apprende con l’esempio, la prassi, l’imitazione e l’identificazione. Personalmente ho introiettato questo sentimento dalle parole, dai gesti e dagli sguardi di mio padre che ha sempre giustificato i contegni offensivi altrui affermando che non sempre “ciò che si dice corrisponde a ciò che si pensa”. Ho conosciuto anche il mio nonno paterno, alto due metri, cento chili di peso, lunghi baffi bianchi, busto eretto e simpatica pancetta ben camuffata dalla sua statura corpulenta. Mio padre ne aveva una grande venerazione ed un profondo rispetto. Io di mio nonno ricordo il sorriso, le carezze e le fette di cocomero che amabilmente mi preparava quando ero con lui. Mi prendeva sotto le braccia e mi gettava in aria facendomi volare sotto lo sguardo preoccupato di mia madre ed il sorriso compiaciuto di mio padre. Da queste semplici “ricordanze”, mi permetto di dedurre che il rispetto dipende essenzialmente da ciò che ognuno di noi ha ricevuto dagli altri. E se tu sei stato rispettato nella tua entità di persona, tu rispetterai anche le Istituzioni e le cose. Il rispetto è come l’amore: se lo hai ricevuto nelle forme giuste riesci a darlo correttamente. In caso contrario lo impari come una lezione scolastica, ma non è la stessa cosa: rimane un apprendimento razionale troppo lontano dal vissuto emotivo. Che fare, allora, in un’epoca in cui i figli uccidono i genitori e i genitori uccidono i figli? Tornare alla psicologia del buon senso. Ma che cos’è il buon senso oggi, se non si prende in considerazione l’uomo nella sua individualità per fargli vivere quei sentimenti che determineranno la sua personalità? Da un’analisi storica, purtroppo, dobbiamo costatare che l’uomo raramente ha dimostrato buon senso, perché ha fatto sempre guerre ed ha sempre inventato armi per uccidere: dapprima ha ucciso con le pietre, le spade e le frecce, per legittima difesa, poi ha inventato i fucili, le bombe e le armi chimiche per offendere ed imporre il proprio dominio, la propria religione e la propria ideologia. La psicologia, una volta definita scienza dell’anima, dovrebbe considerare il rispetto come elemento fondante d’ogni rapporto interindividuale, ma spesso, fra le tante sue interpretazioni, purtroppo si allontana da questo principio, favorendo un eccessivo permissivismo o accettando l’idea di un dannoso autoritarismo. Invece di determinarli anch’essa segue la moda imposta dai tempi,. Ma si sa, la psicologia non è una scienza esatta. Occorrerebbe formare gruppi di studio e di lavoro per la rivalutazione dell’antico animale, quale essenza della nostra personalità, come facevano i nostri nonni i quali, ignorando la psicologia, si attenevano a questo principio. “ Per salvarci – scrive il giornalista Eduardo Galeano in “Memoria del fuego” – dobbiamo raggrupparci. Come le dita di una stessa mano. Come le anatre di uno stesso stormo.Tecnologia del volo collettivo. La prima anatra si lancia ed apre la strada alla seconda che indica il percorso alla terza, e la spinta della terza fa spiccare il volo alla quarta, che trascina la quinta, e lo slancio della quinta provoca il volo della sesta, che fa coraggio alla settima… Quando l’anatra esploratrice si stanca, raggiunge la coda dello sciame e lascia il posto ad un’altra che risale alla punta di questa V capovolta che le anatre disegnano in volo. Tutte a turno prenderanno la testa e la coda del gruppo.” rivisitato da Letizia schmit
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