Alle scale piace cambiare, ~ Mitchell

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view post Posted on 8/8/2017, 00:21
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Non ricordava quando era stata l'ultima volta che si era trovata lì su quella torre. Forse mai eppure le sembrava di esserci già stata. Certamente quel pomeriggio non era lì perché lo aveva deciso. Ultimamente le scale stavano diventando parecchio dispettose e invece di raggiungere la scala a chiocciola per raggiungere la sua stanza nei sotterranei, era stata catapultata in uno dei punti più alti del castello: la torre di Divinazione. In quella torre risiedeva il dormitorio dei Corvonero. Ecco. Forse adesso ricordava, lì aveva conosciuto Raven, un vecchio studente che ormai non faceva più parte della scuola. Aveva ricordi sparsi qua e là. Non ricordava quasi niente di quella sera. E non perché non avesse una buona memoria, più che altro perché si erano scatenati una serie di eventi quella lontana notte a cui Cassia non riusciva a dare una spiegazione, che aveva deliberatamente deciso di rimuovere. Ebbene, li aveva rimossi.
La luce riempiva la torre di un azzurro meraviglioso. Non c'era sole, come quasi sempre accadeva, ma la luce che trapelava dalle fitte nuvole bianche era molto forte. Cassia si affacciò alla finestra chi trovò immediatamente sulla destra.
Sorrise. Forse non voleva davvero andare in camera sua. Quella giornata era stata particolarmente piatta, come al solito e non aveva voglia di terminarla come al solito, senza portarsi nulla dietro. Non aveva importanza se avesse incontrato o meno qualcuno, ma quel panorama che dai sotterranei non si poteva apprezzare di certo valeva la fatica di tutte quelle scale che aveva percorso.
Era stufa di mettersi nel letto e pensare sempre alle solite cose, alla vendetta, alle violenze che voleva infliggere. Quei pensieri, seppur fondamentali per lei, spesso la sfinivano. Quella giornata aveva voglia di non pensare a nulla. Aveva voglia di godersi il finale di quella giornata. Non avrebbe visto il tramonto di lì a qualche ora, ma di certo le nuvole si sarebbero colorate di un rosa, tipico dei tramonti che si appoggiano sul manto soffice e bianco ne cielo.
Quella giornata aveva voglia di sentirseli tutti, quei quattordici anni.

 
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Ormai Mitchell era completamente annoiato dalla routine quotidiana che viveva all'interno della scuola. Vedeva la maggior parte degli studenti entusiasti di frequentare quel luogo pieno di magia e mistero che era Hogwarts. Ma Mitchell non era come loro, vedeva nella collettività degli studenti della scuola una massa di mediocrità che andava estirpata in un qualche modo.
Ma non era quello il momento. Prima o poi tutti i nodi sarebbero venuti al pettine, ma non quel giorno.
Mancava ancora qualche ora alla cena, Mitchell vagava annoiato per il castello. Vedeva ragazzini del primo anno scorrazzare in giro per le scale del castello. Nella sua testa il Corvonero sperava che tutti, dal primo all'ultimo finissero a rotolare già per quelle strambe scale ritrovandosi al piano terra ricoperti di lividi. Al pensiero di questa scena un sorriso si formò sul volto del ragazzo che lentamente si stava avviando verso la sala comune per potersi cambiare.
Giunse poco dopo alla torre di divinazione. Camminava sempre più lentamente, dopotutto non amava stare in mezzo a troppe persone e gli studenti Corvonero non erano esattamente l'emblema della tranquillità.
Distratto il ragazzo continuava a camminare in direzione della sua meta. Ormai conosceva talmente bene quella strada che ormai la percorreva per inerzia. Era tutto uguale, come al solito, se non fosse stato per una persona che Mitchell non aveva mai visto prima.
Rimase immobile per qualche istante a osservare la figura che stava guardando il panorama, sembrava una ragazza normalissima, ma gli occhi del giovane rimasero bloccati sui colori della sua divisa. Serpeverde. Non amava chi faceva parte di quella casata se non qualche rara eccezione, però prevalentemente preferiva evitare certe persone.
«Non sapevo che le serpi sapessero volare» - disse Mitchell in tono scherzoso cercando di attirare l'attenzione della ragazza. Si appoggiò al muro alle spalle della studentessa ed attese una qualunque reazione.

 
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Ascoltò il ragazzo con aria di superiorità. Stava scherzando? Prima faceva battute, poi si scusava... Oh era proprio un Corvonero. Dove aveva nascosto gli attributi. Lo guardò dalle parti basse al viso simulando perplessità. Non solo. Aveva improvvisamente deciso di fare la persona amichevole. *Cassia se non ci provi, non avrai mai un amico qui dentro*. Era un Corvonero dopotutto, non propriamente della peggiore specie. Era passabile. Non aveva modi granché eleganti, ma come si erano messe le cose da quella torre, ci si poteva anche buttare. Non l'avrebbe notata nessuno. E nessuno avrebbe notato nemmeno lei in quel momento che stava per abbassarsi ad un livello mai raggiunto prima. Stava per presentarsi con riluttanza porgendo la mano destra come la plebaglia babbana. Si guardò intorno. *Ma chi se ne frega, oggi è andata così*. In fondo si era stancata anche lei di inacidirsi in ogni momento. Quella giornata avrebbe deposto le armi anche lei, come forse aveva deciso di fare lui e si sarebbe comportata in maniera tranquilla.
Emise un ghigno. Già che ci pensava se doveva proprio spogliarsi dei riti che facevano parte della sua vita, della sua educazione; se proprio doveva fingere di essere una ragazzina come tante, con i suoi quattordici anni e comportarsi in maniera vagamente volgare, perché non partire con un sonoro pugno in faccia? Forse sarebbe stata la cosa migliore da fare. Ma rompere un naso, ammesso che ci sia riuscita avrebbe portato tutta una serie di complicazioni. Avrebbe dovuto litigare, spiegare il perché di quel gesto, palesare il suo disgusto e magari soccorrerlo anche. Avrebbe speso più energie di quante ne aveva in quella calda serata. Strinse il pugno destro per poi rilassarlo subito. Sorrise. Un sorriso smagliante a trentadue denti bianchissimi.

- Cassia Cavendish.


Ritrasse quasi subito la mano. La stretta di mano durò il tempo che bastava per stringere energicamente la mano lui, lasciargli percepire l'energia di lei, la sua fierezza.

- Non vedi molti Serpeverde perché siamo abituati alle tenebre. Effettivamente mi trovo molto più a mio agio, nei sotterranei. Ma oggi avevo voglia di aria e di luce. Non ti scuso per il tuo atteggiamento, sappilo, ma non ho voglia di farmi nemici oggi. Ci passerò su, per ricordarmene al momento opportuno.


Sorrise di nuovo. Era tranquilla. Quella sera non sarebbe capitato nulla di spiacevole, non lì, non sulla torre, non fuori casa. Forse un giorno si sarebbero scontrati, ma in un posto neutro.



Edited by Cassia Cavendish™ - 12/8/2017, 22:31
 
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view post Posted on 9/8/2017, 12:25
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Mitchell era immobile in attesa della risposta della ragazza.. L'ultimo incontro con uno studente della casata di Salazar avvenuto nella torre di Corvonero era finito veramente in malo modo. Mitchell rivedeva ancora le scene di quel pomeriggio,
e pensandoci sorrise, dopotutto a quel tempo era un ragazzino ingenuo, ora era cambiato. Era passato molto tempo ed era ormai maturato ed aveva capito che a volte il sarcasmo lo avrebbe portate in brutte situazioni.
La reazione della ragazza arrivò. Mitchell rimase immobile ad ascoltare, le parole della ragazza suonarono come una sorta di minaccia che non andò sicuramente ad impensierire Mitchell, però per il quieto vivere della torre e per evitare di finire in punizione per una cavolata, il ragazzino decise di seppellire l'ascia di guerra.
«Perdonami mia cara, non intendevo offenderti» - disse Mitchell avvicinandosi leggermente alla studentessa.
Quando fu abbastanza vicino ad essa riprese a parlare: «Non vedo molto Serpeverde qua, ti chiedo perdono per essere stato così maleducato» - fece una pausa nella quale accennò nuovamente un sorriso, tese la mano destra alla ragazza e parlò nuovamente: «Io sono Mitchell, Mitchell Lacroix.».
Sperava che la ragazza accettasse questo suo segno di pace e seppellisse l'ascia di guerra.

 
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view post Posted on 12/8/2017, 21:35
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Ascoltò il ragazzo con aria di superiorità. Stava scherzando? Prima faceva battute, poi si scusava... Oh era proprio un Corvonero. Dove aveva nascosto gli attributi. Lo guardò dalle parti basse al viso simulando perplessità. Non solo. Aveva improvvisamente deciso di fare la persona amichevole. *Cassia se non ci provi, non avrai mai un amico qui dentro*. Era un Corvonero dopotutto, non propriamente della peggiore specie. Era passabile. Non aveva modi granché eleganti, ma come si erano messe le cose da quella torre, ci si poteva anche buttare. Non l'avrebbe notata nessuno. E nessuno avrebbe notato nemmeno lei in quel momento che stava per abbassarsi ad un livello mai raggiunto prima. Stava per presentarsi con riluttanza porgendo la mano destra come la plebaglia babbana. Si guardò intorno. *Ma chi se ne frega, oggi è andata così*. In fondo si era stancata anche lei di inacidirsi in ogni momento. Quella giornata avrebbe deposto le armi anche lei, come forse aveva deciso di fare lui e si sarebbe comportata in maniera tranquilla.
Emise un ghigno. Già che ci pensava se doveva proprio spogliarsi dei riti che facevano parte della sua vita, della sua educazione; se proprio doveva fingere di essere una ragazzina come tante, con i suoi quattordici anni e comportarsi in maniera vagamente volgare, perché non partire con un sonoro pugno in faccia? Forse sarebbe stata la cosa migliore da fare. Ma rompere un naso, ammesso che ci sia riuscita avrebbe portato tutta una serie di complicazioni. Avrebbe dovuto litigare, spiegare il perché di quel gesto, palesare il suo disgusto e magari soccorrerlo anche. Avrebbe speso più energie di quante ne aveva in quella calda serata. Strinse il pugno destro per poi rilassarlo subito. Sorrise. Un sorriso smagliante a trentadue denti bianchissimi.

- Cassia Cavendish.


Ritrasse quasi subito la mano. La stretta di mano durò il tempo che bastava per stringere energicamente la mano lui, lasciargli percepire l'energia di lei, la sua fierezza.

- Non vedi molti Serpeverde perché siamo abituati alle tenebre. Effettivamente mi trovo molto più a mio agio, nei sotterranei. Ma oggi avevo voglia di aria e di luce. Non ti scuso per il tuo atteggiamento, sappilo, ma non ho voglia di farmi nemici oggi. Ci passerò su, per ricordarmene al momento opportuno.


Sorrise di nuovo. Era tranquilla. Quella sera non sarebbe capitato nulla di spiacevole, non lì, non sulla torre, non fuori casa. Forse un giorno si sarebbero scontrati, ma in un posto neutro.

 
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view post Posted on 17/8/2017, 11:10
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"Che caratterino!" - pensò Mitchell senza distogliere lo sguardo dagli occhi della ragazza. Fosse stato un altro giorno, o anche solo un altro momento il Corvonero non si sarebbe lasciato sfuggire dalle mani una situazione per creare scompiglio. No non lo avrebbe mai fatto, ma in quel momento voleva solo un po' di pace e tranquillità, perciò avrebbe cercto di sedare la situazione, sebbene apparentemente non ve ne fosse bisogno.
«Sul serio, non intendevo offenderti in alcun modo, stavo solo scherzando» - disse il Corvonero fingendosi dispiaciuto per l'accaduto di poco prima. Non che gli importasse veramente ma non aveva alcuna voglia di litigare con nessuno, soprattutto con una Serpeverde visti gli avvenimenti passati.
Il ragazzo rimase immobile per alcuni secondi rimanendo ad osservare la ragazza senza mai discostare lo sguardo dal suo viso.

"Chissà, magari la finiamo qui. Oppure rimango e continuiamo a chiacchierare" - pensò il ragazzo cercando la giusta decisione da prendere. Dopotutto anche se la discussione fra i due studenti non era iniziato nel migliore dei modi, ma dopotutto non si può piacere a tutti e probabilmente in quel caso Mitchell aveva incontrato una delle persone a cui non sarebbe mai piaciuto.
«Dunque, Miss Cavendish, prima che ti interrompessi con la mia battuta infelice, immagino stessi guardando il panorama» - disse il ragazzo spostandosi al fianco della Serpeverde, affacciandosi per vedere per l'ennesima volta quel panorama che ogni giorno vedeva ma che non finiva mai di stupirlo.
«Il panorama da qua è magnifico. Ogni giorno lo vedo e ogni volta riesce ad emozionarmi» - concluse Mitchell con gli occhi fissi sull'orizzonte, prima di voltarsi verso Cassia mostrandole nuovamente un sorriso amichevole.
Sperava che quella sorta di lite fosse finita lì e i due avessero potuto continuare discutere da persone civili.

 
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view post Posted on 17/8/2017, 23:06
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*Susu rilassiamoci, non è successo nulla*
Mitchell sembrava abbastanza riluttante quanto lei. Non si piacevano, almeno non c'era stato il colpo di fulmine. Lei era acida e lui faticava a sopportarla e si conoscevano da mezzo minuto. Anzi. Non si conoscevano affatto. Tuttavia, da bravo gentiluomo, aveva deposto le armi per primo e non avrebbe continuato a fare l'acida in maniera infantile, solo per infastidirlo.
Il ragazzo si mise al suo fianco. Sembravano due studenti tranquilli che parlavano serenamente di... del tempo. Due perfetti sconosciuti insomma. Cassia si rilassò del tutto e sorrise. Era una situazione comica da un lato e anche piacevole. E poi era vero. Quel panorama ti mozzava il fiato.

- Già. A volte dimentichiamo quanta grandezza ci circondi.

Poi aggiunse

-Stai tranquillo, non ti mangio. Oggi non c'ho voglia.

Sospiro. Pensò che era forse la prima volta che si mostrava senza la maschera della donnina, ricca, pomposa e rompipalle. Quella giornata era solo Cassia, una studentessa Serpeverde che guardava un panorama magnifico.
A volte era un vantaggio non conoscersi. Forse avrebbe potuto farsi conoscere sotto un'altra veste. Una veste normale. Ecco forse per la prima volta poteva far decidere agli altri chi era. Si era sempre descritta lei e aveva sempre messo al primo posto i guai della famiglia. Nessuno sapeva quale fosse il suo colore preferito o quale fosse il suo piatto preferito. Non che fosse di vitale importanza, però la verità era che nessuno la conosceva veramente.
Non che Mitchell dovesse diventare il suo migliore amico, anzi, avrebbe potuto scoprire che non avevano niente in comune e abbandonarsi con "ciao, è stato un piacere" e addio. Ma doveva dargli una possibilità. E non per lui, oh no. Ma per se stessa.




OT non vale chiedere colore e piatto preferito :fru:
 
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view post Posted on 21/9/2017, 11:38
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Non era ben chiaro a Mitchell cosa stesse succedendo in quel momento nella torre di divinazione. L'incontro fra i due studenti sembrava l'inizio di una sorta di faida fra i due ma improvvisamente la acque si erano calmate. Entrambi avevano deposto le armi e sembrava che ora vi fosse spazio per un dialogo pacifico fra i due.
Il ragazzo si affacciò nuovamente alla finestra e continuò a guardare il panorama.
Sperava di poter andare a genio alla ragazza, dopotutto sapeva che era impossibile piacere ad ogni persona però Mitchell ci metteva tutto sè stesso per poter fare una buona impressione.
Dopo alcuni istanti di silenzio il ragazzo parlò, senza distogliere lo sguardo da quel panorama che ormai era parte della sua quotidianità, riusciva ogni volta a togliergli il fiato.
«Forse lo troverai stupido, ma anche se questo spettacolo lo vedo ogni giorno, riesce sempre a lasciarmi senza fiato» - disse Mitchell sorridendo. Era vero tutto ciò che stava dicendo, dopotutto a Manchester non aveva la possibilità di vedere la natura,
ma solo abitazioni e asfalto, tutto coperto da cemento se non per qualche piccolo spazio verde dove i bambini andavano a giocare,
ma ormai anche quegli spazi verdi erano pieni di robaccia lasciata da incivili che non avevano rispetto per la natura.
«Sai, io vivo in città, e non ho alcuna possibilità di affacciarmi alla finestra e vedere uno spettacolo simile. A Manchester al massimo posso vedere altre case, o asfalto» - disse il ragazzino con tono scherzoso mentre si voltava in direzione della Serpeverde.
«Tu invece, da dove vieni?» - disse il ragazzo con la speranza che questa domanda non fosse troppo personale e non infastidisse la ragazza che a primo impatto gli sembrò piuttosto suscettibile. Sperava di poter portare avanti la chiacchierata fra i due, sperando che non si concludesse il tutto con uno scambio di battute rapido e un addio. Mitchell ce la stava mettendo tutta per farsi accettare da Cassia, ma se così non fosse stato il ragazzino se ne sarebbe fatto una ragione.

 
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