Monsignor Della Casa, nel 1550 scriveva il Galateo, un trattato ricco di arguzia e bonarietà.
In questo libro si leggeva come istruire un giovanetto secondo le regole della buona creanza, regole che dovevano guidare un gentiluomo del tempo nei vari momenti della sua vita privata.
Nel 1800circa, cambiando la civiltà e i costumi, Melchiorre Gioia scrisse il Nuovo Galateo, ispirandosi non più ai principi dell’armonia estetica o della bellezza ma più precisamente all’utilità sociale.
Per Gioia il Galateo era inteso come “l’arte di modellare la persona, le sue azioni, i discorsi, in modo da mettere a loro agio gli altri”.
Dopo Gioia nessuno ha più scritto con tanta sobrietà ed in modo così limpido per illustrare ad uomini e donne come comportarsi, come affrontare modi di vita e costumi modificati con l’avvento della meccanizzazione.
Forse ancor oggi accennando alle regole di etichetta si parla di Galateo, un testo, e un modo di vivere che con la fretta del giorno d’oggi ha ben poco a che fare. Nonostante ciò il senso dell’ospitalità non è ancora scomparso, anzi, sembra conoscere una sempre nuova maggiore fortuna.
Ecco quindi che, quando dobbiamo affrontare nel concreto i problemi dell’ospitalità, ci poniamo quesiti ai quali, spesso, diamo qualche risposta impacciata.
E' chiaro che il livello di rigorosità con cui si devono rispettare le regole del galateo riguardanti il modo di stare a tavola dipende molto dai commensali. Una cena in famiglia può richiedere un livello meno rigoroso, soprattutto se si guarda il comportamneto dei bambini. Questo però non può esonerare dal rispetto delle regole più elementari come i gomiti sul tavolo, un atteggiamento troppo "comodo" sulla sedia, un consumare il pasto in modo troppo rumoroso.
Se non siamo ad una cena in famiglia ma sono presenti degl'ospiti esterni ai parenti più stretti siamo in presenza di una circostanza che prevede un maggior rigore.
La presenza di amici intimi non deve far credere di potersi abbandonare ad un'interpretazione "comoda" delle buone maniere, al contrario invece.
Gli amici, soprattutto se di stile raffinato, sono i critici più feroci.
Uno tra i primi aspetti al quale prestare molta attenzione è la postura: sulla sedia non ci si deve sedere in modo "troppo comodo" ovvero non si deve stare appoggiati allo schienale per troppo tempo e non si devono mai appoggiare i gomiti sulla tavola ma soltanto le mani.
La conversazione tra i commensali deve essere portata avanti sempre con la bocca priva di cibo, è assolutamente vietato parlare con la bocca piena per evitare all'interlocutore la sgradevole vista del masticato nella bocca altrui.
Sono vietati inoltre i rumori eccessivi, quando si mastica lo si fa in modo da produrre il minor rumore possibile ed sono assolutamente vietati i gorgoglii quando si beve il brodo.
Quando si prepara il boccone da portare alla bocca questo deve avere delle dimensioni ridotte, non si deve aprire la bocca a dismisura per accogliere il boccone. Se ci si accorge che questo è troppo grande (ci si sarebbe dovuti operare per tagliarlo ridotto fin dall'inizio) si dovrà riporlo sul piatto per ridurlo. Bisogna sempre ricordarsi che è il cibo che va alla bocca e non il contrario quindi il capo resterà fermo quando si mangia e sarà la mano ad avvicinarsi alla bocca per introdurre il cibo in bocca e non il contrario.
Quando si sta bevendo una minestra e si devono raccogliere le ultime cucchiaiate di brodo, per agevolare l'operazione, si solleverà il piatto verso il centro tavola e non verso se stessi.
Se si sta mangiando del cibo che deve essere tagliato, questo dovrà essere tagliato mano a mano che si mangia e non và "preparato tagliato".
Non è consentito raccogliere il sugo che resta nel piatto con il pane, quella che viene chiamata scarpetta. Non è consentito nemmeno infilzando il pane con la forchetta!
Quest'ultima operazione è ammessa solamente se si è in compagnia dei familiari più stretti.
Qualsiasi cosa che deve tornare dalla bocca verso il piatto dovrà tornarci con lo stesso mezzo con il quale è stato portato alla bocca.
Per esempio i noccioli d'oliva, di mandarino, d'uva etc dovranno essere raccolti con la mano chiusa per poi essere depositati sul piatto, un osso di pollo invece dovrà essere portato al piatto con la forchetta. E' sempre bene non dimostrare troppo imbarazzo quando si deve depositare nel piatto qualcosa che è stato in bocca, un gesto veloce e disinvolto infatti può passare anche inosservato.
Dal piatto di portata non si prende il cibo con la propria forchetta ma sempre con le posate offerte sul piatto di portata. Bisogna anche ricordarsi di non prendere mai una quantità eccessiva di un cibo che si pensa non possa piacere. Il galaeo infatti insegna che non va mai lasciato nulla nel piatto a fine pasto.
Per rifiutare una bevanda come acqua o vino è sufficiente fare un leggero gesto con la mano alla persone che lo sta servendo senza prodursi in scuse eccessive o atteggiamenti plateali.
Se la distanza per raggiungere una qualsiasi cosa sulla tavola è eccessiva e ci si dovrebbe esibire in allungamenti da circo è bene chiedere al proprio vicino la cortesia di avvicinarli onde evitare di creare guai rovesciando bicchieri o altro.
La donna giovane si serve sempre dopo una più anziana, un uomo sempre dopo una donna, indipendentemente dall'età.