Eagle fly free, Privata

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view post Posted on 20/4/2017, 12:13
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Lo zoo. Era un luogo a Mitchell sconosciuto, non si era mai appassionato più di tanto agli animali, quelli del mondo magico non gli interessavano gran che, e ancora meno gli ispiravano quelli del mondo babbano. Quella mattina però era diverso non sapeva perché però sapeva che doveva dirigersi in quel luogo per vedere qualcosa, non era chiaro il motivo ma il ragazzino era convinto che quella fosse la cosa giusta da fare.
Era mattina presto quando il ragazzino si svegliò, non più tardi delle 6 e mezza visto il sole ancora basso all'orizzonte che iniziava a fare capolino alla finestra della camera da letto del giovane Lacroix. I raggi luminosi passavano oltre il vetro e inevitabilmente andavano ad infastidire il Corvonero che si rigirava nel letto tentando di ritrovare una posizione comoda per dormire un altro po'.
Il fanciullo continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a trovare pace, perciò dopo alcuni lunghi minuti decise di alzarsi e prepararsi per la giornata.
Aprì l'armadio e tirò fuori da esso i primi vestiti che gli passarono sotto mano, ovvero una maglietta di Bob Dylan, dei pantaloni scuri piuttosto stretti ed una camicia in jeans. Scese rapidamente le scale, si precipitò in cucina per prepararsi la colazione, che si sarebbe limitata ad una tazza di caffè americano ed una merendina confezionata.
Concluso il pasto fu tutto pronto, il Corvonero era vestito e pronto per uscire, perciò salutò i genitori e si diresse alla stazione del treno. Molti si sarebbero chiesti il perchè della sua scelta, dopotutto era un mago aveva accesso a mezzi di trasposto più rapidi e comodi di un insulso treno babbano, dopotutto avrebbe benissimo potuto utilizzare la metropolvere per giungere a Londra più rapidamente, ma comunque Mitchell scelse il treno, dopotutto anche quel mezzo seppur lento e a volte scomodo aveva il suo fascino.
Arrivato a Londra si diresse allo Zoo, non aveva una meta esatta in mente ma leggendo la descrizione del luogo sulla cartina reperita all'ingresso seppe subito dove andare, doveva assolutamente vedere la Fenice Nera

 
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view post Posted on 20/4/2017, 19:29
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entropia.

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Le vacanze estive erano giunte prima di quanto Nieve si fosse aspettata e, a onor del vero, non del tutto disdegnate. Dopo un primo momento di titubanza, che l'aveva portata a credere di non poter più vivere fuori dalle mura del castello, si era dovuta ricredere con l'approssimarsi degli esami. Tra l'impegno da garzona, le mansioni da Prefetto e - giusto per non farsi mancare nulla - gli allenamenti di Quidditch, aveva rischiato di morire per eccesso di zelo nelle ultime settimane. Così, quando l'ultimo giorno si era concluso e l'Espresso per Hogwarts l'aveva ricondotta a Londra, la giovane Grifondoro aveva accolto con sollievo e, insieme, con una certa nostalgia la caotica metropoli che aveva spesso rifuggito nei suoi pensieri.
Con una flemma del tutto inedita considerata la frenesia degli ultimi tempi, quel mattino di fine Giugno, Nieve assaporò la tranquillità di casa e, vestita del solo pigiama, scese nella cucina sgombra per tostare un paio di fette di pane, con l'intento di accompagnarle a una buona tazza di té. Grimilde, come ogni mattina prima di andare a lavoro, le aveva lasciato una copia della Gazzetta del Profeta, debitamente piegata, sulla superficie del tavolo, cosicché potesse leggerla mentre faceva colazione. Sorrise di quel gesto, mentre riponeva il pane abbrustolito su un piatto, vi spalmava sopra un velo di marmellata di albicocche e, dopo aver versato l'acqua dal bollitore alla tazza munita di bustina, portava tutto in prossimità del posto che occupava solitamente al mattino. Seduta a capotavola e investita dai raggi del sole che penetravano dalle finestre in successione alla sua destra, Nieve addentò ciò che costituiva la sua colazione. Una slavina di briciole cadde sul tessuto fresco del pigiama, imbrattando anche il tavolo, sicché la piccola provò a rimuoverne i residui con l'ausilio delle dita. E, tuttavia, l'occupazione non ebbe ad impegnarla più del dovuto: con la coda dell'occhio, scorse sulla prima pagina del giornale la notizia circa il trasporto di un nuovo, rarissimo esemplare di rettile allo zoo magico di Londra e il tentativo di debellare la caduta delle briciole perse ben presto d'attrattiva. Con le labbra addolcite dal sapore della marmellata, disposta su tutto il margine superiore della bocca, Nieve sorrise. Perché non farci un salto?!


* * *

Quando giunse all'ingresso dello zoo, il primo pensiero di Nieve fu chiedersi come avesse fatto ad ignorarne l'esistenza fino a quel momento. Era consapevole di aver reso le cose parecchio difficili a Grimilde con la sua ritrosia - quasi agorafobica - dei primi anni, ma non ne aveva mai realizzato la portata finché non fu costretta ad ammettere di non conoscere nulla della Londra magica. I suoi occhi sfiorarono i contorni della mappa, tentando di raccapezzarsi su di essa per mezzo della legenda, e il suo cuore mancò un battito prima di accelerare la sua corsa, quando scorse la parola "draghi" su di essa. Dove tenersi alla larga da quel posto, si disse, e soprattutto dalla consapevolezza che quelle creature fossero così a portata di mano. Del resto, la struttura era sì ciclopica che non avrebbe dovuto nemmeno sforzarsi più di tanto per realizzare quel proposito. Con l'intenzione di distrarsi, elaborò un piano d'attacco: sarebbe andata, prima, alla sezione dei volatili e, subito dopo, alla numero 3 per sfidare un po' il suo senso dell'avventura; e, solo quando fosse stata certa che la folla aveva dissetato la sua sete di curiosità, si sarebbe concessa il lusso di dare una sbirciatina all'esemplare menzionato sul giornale. I suoi passi diedero ben presto seguito a un proposito meramente mentale e, mentre carezzava con noncuranza il ciuffo finale della treccia con cui aveva domato i suoi capelli quel giorno, si concesse di oltrepassare la soglia della sezione.

«Oh,scusami!»

Nel pronunciare quelle parole, con espressione mortificata, lo sguardo di Nieve si posò sul ragazzo che aveva accidentalmente colpito con la spalla e gli sorrise con fare conciliante. Per un istante, la sua mente acuta vibrò, sollecitata dai lineamenti non del tutto sconosciuti dell'altro; poi, fu tacitata con una scrollata di spalle. Era più una sensazione che non una certezza e non avrebbe saputo nemmeno collocare quel viso in un luogo o in un momento preciso. Seguendo il flusso di avventori, avanzò e si accostò al primo punto di interesse.
 
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view post Posted on 26/4/2017, 11:23
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Lo zoo era un luogo caotico, uno di quei luoghi non adatti ad una persona solitaria come Mitchell. Non amava le persone anzi, vedeva in ognuna di loro il male del mondo, una forma di misantropia che era più forte giorno dopo giorno. Non che in sè stesso non vedesse alcun male, dopotutto viste le scelte fatte dal Corvonero non si poteva dire che fosse uno stinco di santo però sicuramente vedeva molto meno male in sé stesso che in tutta quella massa di persone che lo circondava in quel momento.
Non era un ragazzo di molte parole, perciò ignorò bellamente le domande fatte dalle guide in giro per lo zoo e continuò a camminare per la propria strada diretto alla zona dei volatili per poter vedere la Fenice Nera, l'unica attrazione di quel luogo in grado di attirare la sua attenzione.

Quella sorta di fila disordinata proseguiva velocemente senza troppi intoppi, cosa strana visto che ogni persona faceva ciò che voleva,
sorpassando altre persone o urtandole senza nemmeno scusarsi. Mitchell odiava questo genere di cose, ogni spallata, ogni botta al fianco che subiva urtava sempre più il suo sistema nervoso. Il Corvonero era in genere una persona calma e pacata, ma in quel caso mancava poco, davvero poco perchè esplodesse in qualcosa di sicuramente poco piacevole.
Lo sforzo mentale per non perdere le staffe fù piuttosto impegnativo ma allo stesso tempo risultò vano. Proprio nel momento in cui il ragazzo ripeteva a sè stesso di mantenere la calma ecco che arrivò l'ennesimo urto. Mitchell si voltò di scatto a vedere chi fosse stato ad urtarlo per l'ennesima volta quella mattina, ma proprio nell'istante prima di farlo sentì le scuse provenire dalla figura che l'aveva colpito pochi istanti prima.
Mitchell rimase fermo per un istante a osservare la figura che stava velocemente sgusciando via. Aveva dei lineamenti famigliari, non conosceva la ragazza ma sicuramente l'aveva vista in giro parecchie volte, non sapeva bene dove forse a Hogwarts o magari a Dyagon Alley. Era raro che il giovane dimenticasse qualcosa, e questo era uno di quei casi rari, perciò si rimise a camminare per raggiungere la ragazza.
Una volta raggiunta si mise a fianco a lei e parlò: «Ehi, sono quello che hai urtato poco fa. Scusami se ti disturbo ma hai un viso famigliare, ci conosciamo per caso?»





Si fa schifo e non sapevo cosa scrivere non odiarmi :fru:
 
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