Christmas Special

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view post Posted on 23/12/2016, 20:19
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«Buon Natale, Clotilde!»
«Oliver, non mi chiamo Clotilde!»
«Grimilde?»
«No, neanche!»
«Arcibilde?»
«Dici davvero?»
«Mi scusi, Madama cara, ma già è tanto ricordare le migliori amiche della Signora Grassa che ne ha tipo mille, figuriamoci aggiungere altri quadri. Senza offesa, sia chiaro!» Ma l'offesa c'era stata e Grimilde/Arcibilde/Clotilde o quello che era aveva cominciato a strillare con una vocina talmente stridula da aver fatto tappare le orecchie a qualsiasi altro abitante dei dipinti di quel corridoio solitario accanto la Sala Comune Grifondoro, ad un angolo di distanza. Soltanto un Silencio castato prontamente da Oliver con un secco svolazzo della bacchetta nei confronti della donna vestita di blu e rosso aveva posto un punto all'intera stravagante situazione, con la conclusione che il giovane Caposcuola si era beccato sguardi truci in grado di spezzare la patina di controllo e galateo che rivestiva lo spirito dello studente. Pochi attimi dopo era al sicuro sul suo divano preferito del ritrovo Rosso ed Oro, quello di fronte il camino scoppiettante e con i braccioli bruciacchiati verso la parte più sporgente, a ricordare un incendio di alcuni mesi prima. Quella memoria spiacevole, che probabilmente mai sarebbe stata dissipata per davvero da sola, fece capolino tra i pensieri di Oliver; scartò un'Ape Frizzola dopo aver pescato la caramella al miele dalla tasca della felpa che indossava in quel momento, lanciando uno sguardo distratto alle fiamme del camino, origine di confusione nel mai veramente lontano mese di Giugno di quello stesso anno in corso. Non permise ai brutti ricordi di condizionarlo più del dovuto, più di quanto effettivamente già non avessero fatto, quindi si tolse le scarpe dopo un'occhiata intorno. Era tardi, a momenti sarebbe scattato il coprifuoco e lui avrebbe dovuto tentare di dormire per recuperare tutto il sonno perso di quei giorni precedenti; diede un'occhiata all'orologio che portava con sé di continuo nella borsa a tracolla, un regalo non propriamente apprezzato che gli aveva fatto suo cugino lo scorso Natale. Oliver detestava gli orologi, ma più per una simbologia strettamente personale che altro; non avrebbe di certo espresso quella constatazione ad alta voce con Jasdel, l'autore del dono, del resto il galateo vietava una così grave forma di scortesia né lui l'avrebbe presa in considerazione. Tastò i libri nella sacchetta medievale divenuta ormai inseparabile nel corso della sua vita scolastica, nella speranza di trovare quello di Erbologia per ripassare l'argomento della mattina. Tuttavia, le dita sfiorarono qualcosa di liscio e pungente, quasi spigoloso, e quando Oliver estrasse lo Specchio Comunicante dalla borsa, un sorriso finalmente riaffiorò sul suo volto stanco. Strinse con più forza l'oggetto magico, come per evitare che scappasse via in qualsiasi modo, infine vi passò una manica del braccio destro sulla superficie di vetro, così da pulirla per bene. A voce forte e chiara, chiamò chi di suo interesse. «Sirius!» Non c'era nessuno nei dintorni, avrebbe ritentato con più determinazione. «Sirius, rispondi! Ci sei?» Se l'amico avesse risposto, un breve discorso da parte di Oliver sarebbe seguito a quel richiamo con tanto di saluti affettuosi e domande gentili volte a sapere se l'altro possessore della coppia di Specchi stesse bene: avrebbe dunque chiesto se fosse possibile organizzare un incontro per il giorno dopo o qualsiasi altro disponibile, sempre prima di Natale perché il venticinque mattina Oliver sarebbe partito per l'Irlanda, a casa. Se così fosse stato, se Sirius fosse stato propenso a quell'appuntamento improvviso, Oliver lo avrebbe rassicurato circa puntualità e una sorpresa da parte sua. Tutto sommato, valeva la pena di vivere la magia di quei giorni con qualcuno di speciale, no? Sirius lo era senza dubbio per Oliver.


Edited by Trhesy - 27/8/2018, 20:42
 
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view post Posted on 6/1/2017, 15:39
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Erano stati giorni impegnativi. Quelli che precedevano le feste lo erano sempre. Sirius White, ormai mago adulto, all’alba della conquista dei MAGO, riposava nel letto di una stanza fittata al Paiolo Magico. Non se l’era sentita di tornare a casa. Il clima non era così tanto favorevole da fargli desiderare di tornare. Eppure, nonostante premesse e circostanze non fossero propizie, la magia del Natale non riusciva mai a trovarlo impreparato. La gioia delle feste lo influenzavano così tanto che in quei giorni anche il più grave dei torti sarebbe stato perdonato. Quasi quasi poteva dirsi che lo rendeva più buono.
* Sirius *
La voce che lo raggiunge all’improvviso si accompagnò a una sensazione familiare, a un calore familiare. Sirius White conosceva quella voce ma impiegò diversi minuti per mettere a fuoco la situazione ma sopratutto per intuire da dove provenisse. Si trattava forse del fantasma del natale passato che veniva a trovarlo? Santi Numi…da quando era diventato come Scrooge!!
Il pensiero lo fece sorridere. Con un po’ di mente locale avrebbe capito che in realtà la voce proveniva da uno specchio magico e che si trattava di quella di Oliver Brior.
<< Amico mio…che bello vederti ! >>
disse mettendosi comodo sul letto di modo che la schiena fosse poggiata allo schienale. Con lo specchio nella mano i due amici potevano vedersi perfettamente riflessi sulla superficie dello specchio comunicante.
<< Un appuntamento dici? Io alloggio al paiolo. Se ti va e sei libero, potresti venire stasera, che ne so verso le 20:00. Magari mangiamo qualcosa insieme>>

 
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view post Posted on 22/1/2017, 20:21
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Specchi Comunicanti. Nessun altro oggetto incantato attirava l'attenzione di Oliver così profondamente; diversi erano gli artefatti che riempivano i suoi bagagli, sia nel dormitorio di sua appartenenza tra i Grifondoro sia, chiaramente, al di fuori del castello di Hogwarts, nella piacevole residenza della sua famiglia nella Contea di Cork. Fra tutti, però, nessuno aveva lo stesso fascino di quel semplice, apparentemente, rettangolo smussato e interamente di vetro. E il paragone veniva fatto con amuleti di qualsiasi genere, a partire da quelli runici fino ai più comuni, come quelli con qualche pietra incastonata in superficie, regali passati da parte di amici o da se stesso, come spesso accadeva. Oliver era un amante dell'eleganza, non capitava di rado vederlo nei migliori negozi di stile del Regno Unito e del Mondo Magico vero e proprio, nei dintorni più disparati e lontani dalla Scuola nella quale alloggiava da tempo. Lasciò scorrere lo sguardo sullo specchio che stringeva tra le mani, seduto a sua volta con comodità, avvicinando leggermente l'oggetto agli occhi come per vederci meglio. Sirius non tardò a palesarsi e per un attimo Oliver sperò che non avesse scorto le sue narici, essendo a così poca distanza dall'articolo incantato. Sorrise, concordando rapidamente l'appuntamento per la serata. «A patto che non ci sia alcun pasticcio di rognone o di carne di Manticora, l'ultima volta che l'ho mangiato alla Testa di Porco non sono stato bene per due giorni di seguito. Ma ti risparmio i dettagli.» Non era a conoscenza del menù del locale nel quale sembrava che Sirius fosse capitato, l'avrebbe scoperto di lì a poche ore. «A stasera, allora!» tagliò corto. Il tempo di un ultimo saluto e lo Specchio fu riposto al sicuro tra le pieghe di un maglione, sul fondo del baule del giovane Caposcuola.

Il percorso da Hogwarts alla variopinta cittadella di Diagon Alley non era breve, non di certo per qualcuno come Oliver che non poteva vantare un trasporto migliore e immediato come sarebbe stata la Materializzazione. In un primo momento, doveva ammetterlo, aveva immaginato di utilizzare la sua Firebolt, volando direttamente dall'esterno dei confini della Scuola fino al Paiolo Magico, ma non conosceva perfettamente la strada per terra, figuriamoci attraverso i cieli, senza dimenticare che la notte fosse calata da un pezzo. L'Inverno si faceva sentire, aveva bussato alle porte del castello con mesi di anticipo e sebbene ormai mancasse davvero poco al Natale, l'ingresso gli era stato ancora e ancora negato, lasciando che la stagione intera si vendicasse con un'esplosione di freddo e neve ovunque. Infagottato come non mai, infatti, Oliver aveva dovuto comunque utilizzare l'Incantesimo Fuocondro per riscaldarsi bene, altrimenti sarebbe rimasto secco per davvero. Si era diretto a piedi fino al villaggio magico di Hogsmeade, poco distante dal castello di Hogwarts, e grazie all'amicizia coltivata con Madama Piediburro in passato, aveva ricevuto il permesso di sfruttare il camino del locale omonimo della proprietaria; grazie alla Metropolvere, era arrivato esattamente al Paiolo Magico. Semplice, diretto, forse poco ortodosso per una persona come lui, che avrebbe senza dubbio preferito viaggiare con una Passaporta. Avrebbe imparato presto ad Incantare qualsiasi oggetto, in particolar modo stivali come diceva sempre suo padre, così non ci sarebbero stati problemi di sorta né grane di alcun tipo. Uscì dal camino con un respiro profondo, il mantello nero sporco di fuliggine e polvere verde. Si pulì con rapidi colpetti, mentre faceva un passo in avanti. Con la veste scura a coprire maglione natalizio, jeans e stivali alti e scuri, Oliver sembrava un giovane Mago in carriera; nella mano destra stringeva una busta di carta, dentro c'era qualcosa che avrebbe consegnato all'amico. Entrò nella sala del Paiolo Magico, guardandosi attorno con attenzione. Erano le otto in punto, come concordato. Avrebbe trovato Sirius nei dintorni oppure avrebbe dovuto chiedere informazioni al proprietario? Avrebbe atteso esattamente una manciata di minuti accanto al camino, prima di prendere una qualsiasi decisione.
 
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view post Posted on 9/2/2017, 20:54
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Ad accordi presi l'ex caposcuola Sirius White s'era concesso una lunga doccia ristoratrice. Alloggiava ormai da qualche tempo nella stessa stanza del paiolo magico ma a lasciarla, viste le comodità, non ci aveva proprio pensato. Due pasti, vitto e alloggio e il vantaggio di non essere mai disturbati. Mica poco. Per una persona amante della serenità il paiolo magico era stata una manna dal cielo. Se tutto poi fosse andato secondo i suoi piani presto o poi avrebbe lasciato l'albergo per un posto ancora migliore di quello, la sua vecchia casa, la sua Hogwarts. Erano trascorsi diversi mesi da quando il superamento dei MAGO avevano richiesto l'abbandono della sua casata eppure il ricordo di quanto fossero stati belli quei anni passati non l'aveva ancora abbandonato. A dispetto di quanto tutti gli altri potessero pensare, per lui Hogwarts era e sarebbe stata sempre la sua prima e amatissima casa. Per questo motivo quando il volto familiare di un vecchio amico era apparso sulla superficie riflettente del suo specchio magico una gioia immensa lo aveva pervaso mettendo da parte qualunque pensiero triste gli avesse oscurato l'animo. Lo legava a quello studente un particolarissimo sentimento di amicizia. Erano amici ma sopratutto fratelli oltre che concasati. Catapultato dunque fuori dal letto aveva messo da parte ogni impegno in modo tale da essere pronto a scendere all'ora di cena così da incontrarsi con l'attuale caposcuola rosso oro. Alle otto in punto, come avevano entrambi concordato, sedeva a uno dei tanti tavoli della locanda in attesa che Oliver si facesse vivo. Emozionato come uno scolaretto in gita s'aspetta di vederlo all'improvviso sulla soglia della locanda. Non sapeva come e quando sarebbe giunto per cui ogni tanto furtivamente gettava lo sguardo ora alla porta ora al camino. Avrebbe usato la metropolvere? Sarebbe giunto a piedi? Ma che importava. Presto i loro visi si sarebbero nuovamente incrociati. Era davvero questione di attimi.

 
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view post Posted on 11/2/2017, 13:34
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Erano già le otto, l'orario d'appuntamento concordato con Sirius, quindi prima o poi Oliver avrebbe dovuto vederlo nei dintorni. Un ultimo colpetto a destra verso sinistra sul lungo mantello scuro che indossava, ripulendosi dai poveri brandelli di Polvere Volante ancora libera sul tessuto, e finalmente il giovane Mago ritenne di essere pronto. Fece scorrere lo sguardo intorno, omaggiando i clienti nelle immediate vicinanze con cordiali sorrisi appena accennati. A pensarci bene, non era mai stato al Paiolo Magico di sera. Né, a conti fatti, vi aveva messo piede per più di un semplice passaggio per raggiungere Diagon Alley, come sperimentato la prima volta durante i suoi iniziali acquisti in vista del percorso scolastico ad Hogwarts. Quanti anni erano trascorsi, quante cose erano cambiate. Quante ancora, chissà, sarebbero giunte alla sua attenzione. Oliver non era un esperto conoscitore del locale in questione, ma a suo favore - del Paiolo, s'intendeva - avrebbe potuto dire di aver acquistato i migliori dolci dagli effetti magici in circolazione. Dopo chiaramente quelli di Evviva Lo Zufolo, lo store dove lavorava come commesso nel tempo libero nonché un luogo che apprezzava notevolmente, con tutto se stesso, sia per la sua immane passione sia per una profonda amicizia nei confronti del proprietario e del collega di nome James. Certo di essersi perso troppo nei suoi ricordi, come spesso accadeva in situazioni simili di stallo, Oliver si affrettò a muoversi. L'ultima cosa che desiderava era di arrivare in ritardo ad un appuntamento, lui che della puntualità ne faceva una questione di vita e di vera e propria eleganza, come dettato dal protocollo e ormai da uno stile del tutto personale. Mentre proseguiva fra tavoli e panche di legno, altre memorie fecero breccia nel presente della sua mente, lanciando come invisibili coriandoli le immagini di un caffè condiviso con Celestina Warbeck in quello stesso angolo che adesso stava percorrendo, intervistando la Strega Cantante con il cuore a mille per l'emozione, oppure la coloratissima visione della festa di fine anno di tempo prima, organizzata con fascino e con un tema, la Musica, che Oliver aveva adorato. Aveva anche vinto un concorso musicale, ritirando un premio magico di grande interesse esattamente tra quelle mura. Tutto sommato, il Paiolo Magico aveva scoccato una freccia positiva nello spirito del Caposcuola. «Ah, Sirius, eccoti qui!» Lo sguardo si era finalmente posato su una figura familiare, una persona che aveva avuto il segreto compito di accendere nuova speranza nella lotta per il Bene cui Oliver tanto temeva; un concasato modello, un mentore, un amico nel suo ruolo migliore. Sirius era questo e tanto altro, avendo conquistato la fiducia dell'attuale Caposcuola come pochi altri avrebbero saputo fare. Non appena fu abbastanza vicino, leggermente impacciato ma contento di rivedere quel volto gentile, Oliver si lasciò trasportare dal cuore e strinse Sirius in un sincero abbraccio. «Mi sei mancato!» esclamò, il mantello che ondeggiava attorno come una vela scura. Fece un passo indietro poco dopo, lo sguardo luminoso e vivace, giusto per affidare all'altro una busta di carta che stringeva nella mano destra. «Prima di convenevoli e discorsi vari, questo è per te! Pesa abbastanza, quindi prego, prendi! E... buon Natale!»


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Cosa regalarti per Natale che non fosse banale? Un tamburo magico, risposta esatta! Giusto perché ai Piatti Stordenti mancava un amico. Tanti auguri, Sirius, nella speranza che la Terra diventi un elemento familiare per la gentilezza che le dimostri giorno dopo giorno.

Ti voglio bene,
Oliver



Tamburo della Terra | +1 PM
Dal ritmo quasi tribale, se suonato, permette di creare sul terreno dei solchi profondi 10 centimetri. Utile per arare la terra e per evocare improvvise fosse a discapito dei poveri passanti.
 
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view post Posted on 12/2/2017, 23:28
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* Ma che fine ha fatto ? *
Con l’ennesimo sguardo alla porta di ingresso Sirius iniziò ormai a intuire che l’amico non sarebbe giunto per quella via. Attendeva da un cinque minuti buoni ma a dispetto di quanto ritenesse possibile non era che in trepida attesa di vederlo spuntare sulla soglia. L’attuale caposcuola di Grifondoro non avrebbe mai tardato a un appuntamento. Ne andava dell’etichetta a cui s’era sempre detto tenacemente ossessivamente attaccato. Sirius lo sapeva bene conoscendo quel particolare aspetto dell’amico.
Strano a dirsi ma gli mancava davvero tutto come a mancargli d’altronde era l’intera Hogwarts con la sua schiera di abitanti, finanche Dippet. Gli rammentavano quanto avesse perso in un momento in cui letteralmente si sentiva senza casa e lontano da ogni futura prospettiva. Aveva creduto infatti che con la promozione e la conquista dei MAGO la vita gli si sarebbe aperta in un gigantesco ventaglio di possibilità eppure eccolo lì, a soggiornare in una camera di albergo a Diagon Alley, ancora nulla sapendo del futuro della sua vita se non il sogno di diventare docente.
* Quasi quasi stavo prima meglio, quando studiavo a scuola *
E poteva dirlo forte. Tante cose erano cambiate ma a cambiare non era stato ancora lui. Sirius era sempre lo stesso nonostante si sforzasse di credere il contrario. Rimpiangeva il passato nulla sapendo del futuro in una nebulosa di dettagli che non riusciva a far altro che ad oscurargli la veduta e l’animo. Così mentre il cuore gli si riempiva di questi tristi e altrettanti melanconici pensieri dimenticava di volgere l’attenzione alla porta e non s’accorgeva della venuta dell’amico il cui richiamo attirava paradossalmente la sua attenzione come fosse stato un faro nel bel mezzo di un mare di un tempesta. Lo riportava alla realtà e al caldo affetto dell’amicizia, tutte cose che gli erano mancate come ossigeno pure.
<< Ehi Oliver….>>
Ma non riuscì a completare la frase trovandosi in poco tempo stretto nell’abbraccio dell’ex concasato. Si ritrovarono in piedi, stretti in forte e caldo abbraccio e tutti i pensieri di Sirius si dileguarono come spazzati via da un colpa di scopa. Che l’amico avesse percepito o meno il suo stato d’animo da quell’abbraccio Sirius trasse il conforto di cui aveva in quel momento avuto bisogno.
<< Mi sei mancato anche tu…non immagini quanto. Mi manchi tu, mi manca la signora grassa, mi manca Hogwarts! >>
Se non avesse avuto un minimo di dignità forse si sarebbe anche messo a piangere ma non sarebbe stato il serioso grifondoro che Oliver aveva imparato a conoscere ad apprezzare.
<< Oliver.. ben ritrovato. Concedi del tempo a un vecchio mago per ricordare dei bei tempi andati. >>
Sulla scorta di quell’invito si sarebbe anche spinto a dare il buon esempio sedendosi per primo al tavolo se non fosse stato per la busta di carta che veniva rapidamente cacciata nella mano destra. Pesava chiaramente così tanto che pochi attimi dopo si trovò costretto a poggiarlo al suolo. Come previsto Oliver aveva avuto un pensiero per lui.
<< Grazie….davvero. Sapevo che non ti saresti fatto fuggire l’occasione di un regalo considerando le circostanze. >>
* Ed è per questo che non mi trovi impreparato *
Non vista una busta attendeva ai piedi del tavolo, non pesante come quella dell’amico ma che sperava avesse ugualmente gradito.
<< Questo invece è per te. Buon Natale anche a te Oliver. Non mi sarei mai dimenticato di un amico come te. >>
Con un gesto simile a quell’ex caposcuola la busta gli veniva ricacciata nella mano. Si trattava di un capo di abbigliamento che l’attuale caposcuola avrebbe potuto scoprire nel seguito. Non appena si fossero entrambi accomodati e su comune scelta avrebbe potuto decidere se scartare i regali o godersi la sorpresa il giorno della festività come i rituali suggerivano. Qualcosa gli diceva che difficilmente l’amico avrebbe trasgredito a quell’etichetta.
<< Ora però siediti. Mangiamo qualcosa. Che cosa mi racconti di bello? Ci sono novità a scuola? >>


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Mantello Ghiacciaio
Effetto: Protegge dal caldo, e dona costantemente una sensazione di fresco.
Statistiche: +2 Corpo
 
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view post Posted on 2/3/2017, 13:16
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Era contento di essere lì in quel preciso momento. Non avrebbe cambiato nulla, non il locale né ovviamente la compagnia. Mentre l'abbraccio si scioglieva con quel profondo affetto che mai sarebbe stato vano da parte di Oliver - e di sicuro, sperava, anche da parte dell'altro -, i pensieri di come il Paiolo Magico sembrasse essere il posto perfetto per un ritrovo tra vecchi amici si fece strada nella mente del giovane Grifondoro. In quello stesso locale la musica aveva rappresentato parte integrante della sua carriera da chitarrista, cantante e in generale artista all'interno del castello di Hogwarts; aveva presentato un suo brano strettamente personale, l'aveva interpretato nel migliore dei modi e con tutto se stesso, guadagnando un riconoscimento vero e proprio, pubblico come sempre aveva desiderato di ottenere. E nel presente, a distanza ormai di anni dalla festa così vivida nella sua memoria, Oliver si ritrovò nuovamente a riflettere sulle coincidenze: aveva regalato un Tamburo della Terra all'altro Mago, suo caro amico nonché mentore, e nel frattempo già pregustava l'ordinazione di dolci straordinari con effetti musicali che soltanto il Paiolo poteva preparare per bene. Accettò di buon grado di sedersi, dunque, non prima però di aver espresso la sua sorpresa per il regalo, per di più il suo apprezzamento, con un sorriso piuttosto luminoso. Strinse con leggerezza il dono che Sirius gli stava porgendo, come se fosse la cosa più fragile e al contempo preziosa che potesse mai ricevere. Adorava il Natale anche per quello, per le meravigliose semplicità che ne descrivevano gioie e momenti inaspettati.
«Non dovevi, ragazzaccio.» Ragazzaccio? Scoprì di essere più attonito del previsto, forse l'ironia spicciola di suo cugino Elijia stava salendo a galla in vista di un'intera settimana di stretta vicinanza. Meglio non pensarci, non ancora perlomeno. «Ti ringrazio di vero cuore, Sirius. Ti chiedo scusa se non lo apro subito, ho una sorta di tradizione per aprire tutti i regali la notte di Natale con cugini, parenti e Fuochi Fatui.» Poggiò la busta sulla parte libera della panca di legno sulla quale aveva preso posto, sollevando subito dopo lo sguardo verso l'amico. «Fuochi Fatui, credimi. Non è uno scherzo. Nella tenuta di famiglia di mia nonna svolazzano insieme alle Fate in tutto il giardino e alla fine della cena di gala, come da tradizione, i miei zii ne acciuffano qualcuno per regalarli ai più piccoli, ospiti inclusi. Sono creature di fortuna, augurio e speranze, si esprime un desiderio e poi si lasciano volare via di nuovo. Dovresti esserci, ti piacerebbe molto» disse, slacciando il mantello nero che indossava quel giorno. *E magari metteresti a tacere Elijia con qualche Incantesimo super potente* pensò un attimo dopo, ma fu contento di non aver dato voce ad una frase del genere. Raccontò a Sirius degli ultimi avvenimenti al castello, della Signora Grassa che aveva cambiato cinque parole d'ordine nell'arco di due ore, delle statue nei vari corridoi che erano state incantate per cantare vere e proprie carole natalizie, dell'atmosfera magica che si respirava tra le varie decorazioni in Sala Grande e non solo, e via dicendo. «...e poi il C.R.E.P.A ha organizzato una tombola di beneficenza per Natale, è stata un successo, siamo stati proprio qui ad Hogsmeade per raccogliere fondi con ogni cartella. Ci serviranno tanti Galeoni per... per alcuni progetti in futuro.» Sorrise, conscio di aver parlato troppo. «Ad Hogwarts stanno arrivando anche nuovi docenti, sarebbe bello ritrovarti tra loro. E tu quali programmi hai? Per Natale, per le festività, per qualsiasi cosa.»
 
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view post Posted on 4/3/2017, 19:52
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Da quando frequentava Hogwarts quello forse era il primo inverno che rientrava a casa per le vacanze natalizie. L'aria era intrisa di quello che i babbani chiamavano Spirito Natalizio sia sulla Charing Cross Road della Londra babbana che su quella magica, Hogwarts senza eccezione. Il paiolo, terra di mezzo, o almeno così le piaceva credere, non faceva eccezione. Tutto il locale era addobbato con ghirlande di vischio e nastri, per non parlare nell'imponente albero addobbato nell'angolo di fronte al bancone, causa di fin troppe imprecazioni quando si serviva ai tavoli più lontani. L'aria era talmente satura della festività che Jen si sentiva sia dentro che fuori, confusa ed instabile. Era forse la prima volta che viveva una fase così destabilizzante e passarla nel paese dei balocchi non era certamente il massimo delle sue aspirazioni.
Stava finendo di sparecchiare un tavolo riponendo boccali e stoviglie nel lavandino quando notò dei movimenti tra i tavoli. Doveva ammettere che la magia facilitava parecchio quella fase del lavoro, le bastava un gratta e netta o un arefacio per velocizzare il tutto.
*fortunatamente* Non era certa avrebbe apprezzato altrettanto quel lavoro in un pub babbano. Del resto lavorare non le dispiaceva, impegnarsi ed essere concentrata le dava comunque la possibilità di staccarsi dai suoi pensieri più incresciosi e pesanti. Eppure, ogni qualvolta doveva avvicinarsi ad un tavolo per prendere l'ordinazione le prendeva un piccolo crampo allo stomaco come la prima volta. Forse ne doveva ancora passare tante prima di riuscire a capire come mettere d'accordo la sua goffaggine con il comprendere le ordinazioni e soprattutto restare in equilibrio servendo i piatti più disparati. In qualche modo aveva resistito fino a quel momento e un tavolo in più non avrebbe fatto la differenza.
Lanciò nuovamente lo sguardo alla sala rintracciando i due che aveva intravisto poco prima. I volti le erano familiari e li riconobbe come il caposcuola grifondoro e il nuovo docente di volo, visto più volte perché pernottava proprio da loro in quel periodo. Gli era rimasto impresso perché doveva esserle capitato di sistemare la sua stanza una di quelle mattine ma l'aveva ritrovata innaturalmente impeccabile. Qualcosa che decisamente non le apparteneva. Prese un paio di menù e si avvicinò con un sorriso di cortesia al tavolo
«Buonasera, sapete cosa ordinare o vi lascio i menù..?» Suggerì mostrando i libricini che aveva in mano. Passò con lo sguardo da Oliver al docente cercando di non apparire troppo indiscreta. Da cliente quella sarebbe stata una delle sue situazioni critiche salvate solo dai menù, ma d'altra parte loro non erano di certo nuovi al Paiolo perciò, al contrario suo, avrebbero anche potuto avere le idee chiare, diversamente avrebbe atteso senza riserve.

A disposizione
 
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view post Posted on 5/3/2017, 15:54
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Felice della ritrovata compagnia dell’amico, Sirius White non si perse nessuno dei racconti e delle confidenze che seduti finalmente al tavolo dei paiolo magico si fecero. Era davvero bello per l’ex grifondoro ritrovarsi con Oliver e spendere del tempo ricordando i bei giorni andati della sua vita a scuola. I Mago erano ormai un ricordo, il traguardo appena raggiunto solo un titolo in più su un curriculum destinato forse a chissà quale carriera nel magico eppure niente a confronto al calore che percepiva in quel momento. Probabilmente, complice l’aria natalizia, si ritrovata più sensibile alle circostanze e con esse alla rievocazione dei suoi ricordi più belli. Lo scambio dei regali peraltro gli aveva inferto il colpo di grazia.
<< Sì che dovevo. Te lo meriti. Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Ti sento quasi come il mio figlioccio >> Ed in effetti neanche a dirlo era vero. Era stato proprio lui a prenderlo sotto la sua aula protettrice, a prepararlo alla prefettura prima e al titolo di caposcuola poi ma sopratutto e innanzitutto a introdurlo all’Es e alla lotta contro il male. Oliver era giovane ma in lui aveva sempre percepito qualcosa in più, quel qualcosa che forse nessun altro aveva visto prima che chiunque avrebbe poi nel seguito percepito. L’attuale caposcuola era come un pianta pronta a sbocciare. Bisognava solo concimarla nel modo giusto fornendogli gli strumenti per dare il massimo. Forse Sirius era di parte ma secondo il suo avviso l’amico era decisamente sulla buona strada.
<< Allora lo aprirò anche io a tempo debito. Amo le tradizioni e i rituali e sarà un piacere e un onore pensare di star scartando il tuo regalo nello stesso momento in cui lo starai facendo tu. Mi farà sentito un po’ più vicino a te >>
Aveva già messo da parte il regalo quando una commessa del paiolo magico li aveva avvicinati. Erano pronti per le ordinazioni? In circostanze diverse le avrebbe suggerito di attendere ma pernottando ormai da diverso tempo al paiolo magico Sirius ne aveva imparato a menadito tutto il menù. Non poteva sapere se Oliver fosse dello stesso avviso ma dal canto suo era già pronto a ordinare quel che desiderava mangiare.
<< Non c’è bisogno, grazie. Per il momento prendo un piatto di pollo arrosto con patate fritte e una acqua >>
disse rivolgendosi alla commessa in attesa.
<< Oliver, naturalmente pago io. Prendi tutto ciò che desideri. Non farti nessun problema. E’ bellissimo averti qui a cena, lascia che mi sdebiti per la tua preziosa compagnia >>
In riferimento alle domande successive dell’amico impiegò un po’ di tempo per rispondere attenendo che questi ultimasse la sua ordinazione e la commessa si fosse congedata.
<< Programmi dici?? Ah non ne idea. Sono indeciso se tornare a casa mia o concedermi una bella vacanza da qualche parte. Dicono che la Germania sia bellissima di questi tempi e il mercatini di natale incantevoli. Sono davvero felice che le cose ad Hogwarts vadano bene e che te la passi bene. Sei un attivista a quanto pare. Ti sei preso a cuore le sorti degli elfi. Da te non mi sarei aspettato niente di diverso. Per quanto riguarda, beh, tu sai cosa, che cosa mi dici? Ci sono novità su quel fronte? >>
Da quando aveva lasciato la scuola aveva perso i contatti con l’Es per cui era curioso di sapere se e quanti progressi l’esercito avesse fatto. Era da diversi anni che Sirius si trovava scontento dell’ordine e della sua inutile tranquillità. Sembravano aver messo tutti da parte la bacchetta e si augurava che l’Es non avesse fatto altrettanto.
 
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view post Posted on 9/3/2017, 18:46
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*E tu sei il mio mentore*
Fu quasi sicuro di due cose contemporaneamente: di aver pronunciato quel pensiero ad alta voce e di essere arrossito come se improvvisamente imbarazzato al seguito delle prime parole di Sirius. Non avrebbe permesso ai sentimenti di prendere il sopravvento, non in quel momento, ma era pur vero che l'emotività di Oliver superava di gran lunga la sua razionalità; era anche periodo natalizio, quale miglior tempo per non essere in grado di tenere a bada il suo stato d'animo? Si lasciò dunque trasportare da quel messaggio, come se sentirlo di persona potesse essere il dono migliore di qualsiasi altra cosa. Avrebbe tanto voluto spiegare a Sirius quale enorme figura rappresentasse per lui, avrebbe voluto dirgli di quanto fosse importante il suo esempio, di come nelle situazioni più disparate e pericolose il pensiero corresse all'altro ragazzo, a come la domanda principale in quei frangenti fosse sempre la stessa, sempre "cosa farebbe al mio posto Sirius White?", perché emblema di un valore più grande di qualsiasi cosa, emblema di profonda amicizia. Avrebbe voluto parlare, di sicuro non gli mancava la possibilità, il tempo né tantomeno il desiderio; eppure, si limitò a sorridere, abbassando leggermente lo sguardo. «Touché» fu l'unico termine che riuscì a sussurrare, abbozzando un'espressione di pura gioia. E lo era davvero, non una finta, non una frase di circostanza, mai avrebbe potuto nei riguardi della persona che sedeva di fronte. Voleva così bene a Sirius da averlo considerato più e più volte come qualcuno della sua stessa famiglia. «Per me sei come un fratello maggiore.» Tutto d'un fiato, forse anche troppo velocemente, ma era stato chiaro. Avvampò, ma fu più che abile, vinto da anni ed anni di studio comportamentale, a nascondere l'imbarazzo di quella confessione sì sentita. Si schiarì la voce, lieto di poter cambiare argomento. Annuì più volte, poco attento al discorso del regalo e di sicuro in brodo di giuggiole all'idea di avere un Amico così speciale. Quel Natale riservava sorprese interessanti e Oliver si sentiva fortunato come mai prima di allora. Scoprire un volto nuovamente familiare come quello del Prefetto Corvonero, appena arrivata al loro tavolo, fu ancor più divertente. Un sorriso si stampò sulle sue labbra in modo luminoso. «Jenifer, ciao!» salutò, incuriosito per davvero. «Non sapevo che lavorassi qui! C'è anche Miss Alistine con te, vero? Le ronde notturne non bastano mai!» scherzò, riferendosi al ruolo di Prefetto di entrambe le studentesse. Per un caso o per l'altro, quella particolarità accomunava anche Oliver. «Sir, vorrei sicuramente ribattere, ma hai la testa più dura di Nick e lui è un Fantasma, oltre al fatto che neanche abbia una testa intera! Quindi...» - sollevò entrambe le mani, ancora una volta messo alle strette e leggermente imbarazzato - «Grazie anche per la cena. Allora, vediamo.» Non impiegò troppo per trovare l'abbinamento perfetto, si sarebbe tenuto sul leggero, il Natale e le imminenti festività avrebbero rimpinguato l'Irlandese come un porcellino d'India. «Fish&Chips e un Succo di Zucca. Grazie mille, Jenifer.» Sorrise alla studentessa, lieto di averla incontrata. Quando restò nuovamente da solo con Sirius, dopo averlo ringraziato ancora per l'offerta gentile, scosse il capo in merito all'ultimo argomento. «Gli Elfi Domestici meritano rispetto e dignità al pari di tutte le altre creature, fin quando non si capirà questa cosa tanto semplice, credo che ci sarà sempre una lotta contro l'ignoranza e l'indifferenza, prima di tutto il resto. Ma ce la faremo, ce la farò.» Si spostò leggermente più avanti, le mani poggiate sul tavolo di legno. «Su quell'altro fronte, niente di niente. Ammetto di esserne anche un tantino deluso, non ci sono contatti, soltanto sporadiche riunioni, ultimamente si parlava di un assassinio perpetrato proprio nei giardini di Hogwarts, sotto il nostro stesso naso. Ci sono state complicazioni anche nella protezione del castello, le ronde sono aumentate per tutti noi, Prefetti e Caposcuola compresi, e temo anche per qualche Docente. Ma credo che il pericolo non possa essere interno, no? Insomma, Hogwarts non dovrebbe essere il luogo più protetto nel Mondo Magico?»
Thanks :')
 
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view post Posted on 12/3/2017, 20:58
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Proprio come la ragazza aveva immaginato il docente che stava pernottando da loro aveva già le idee chiare sul menù e le specialità del paiolo e ordinò senza indugi la sua cena. Jenifer annuì alle sue parole prendendo la sua ordinazione. Mentre era intenta ad appuntare velocemente del patatine Oliver la sorprese con il suo caloroso saluto. La ragazza sorrise al caposcuola alzando gli occhi dal taccuino non appena terminò di scrivere. Non aveva avuto modo di conoscere bene il ragazzo, tuttavia dagli incontri occasionali o per i ruoli, non le era stato difficile individuare Oliver Brior. Era un tipo socievole ed educato, riflettendoci su avrebbe potuto dire di averlo sempre intravisto col sorriso. *Anche io sorrido.. non saranno mica come i miei?* Il dubbio svolazzò via in un attimo passeggero. Sapeva che quella diventava già una domanda più complessa alla quale non bastava uno sguardo per poter rispondere.
«Si mi hanno assunta da poco» sorrise leggermente imbarazzata alle parole del caposcuola. «Certo che c'è.. condividiamo gli impegni» rispose semplicemente con un sorriso testardo dopo che il ragazzo citò le ronde. Lei e la prefetta di tassorosso s'incrociavano puntualmente; le ronde, il quidditch, il corso di smaterializzazione e adesso condividevano anche il lavoro, eppure non aveva ancora avuto modo di approfondire la conoscenza. In quel momento in cui Oliver glielo fece involontariamente notare con semplicità, Jen lanciò un brevissimo sguardo al di là del bancone, dove si trovava la ragazza dagli occhi blu magnetico.
Tornò subito con lo sguardo sul volto del signor White quando si propose per offrire la cena. La corvonero attese le battutine di Oliver per vedere se fossero d'accordo e con un sorriso confermò quanto deciso
«Nessun problema, sarà aggiunto al vostro conto» Le mancava solo l'ordinazione del grifondoro per poter concludere e nonostante non avesse le idee chiare come il suo commensale Jenifer quasi gli invidiò la facilità con cui scelse cosa ordinare. Con rammarico si rassegnò all'idea che quella dell'indecisione fosse una problematica tutta sua. Appuntò anche il secondo piatto.«Perfetto, vi ritorno subito»

Forse il subito sembrò un po' relativo, ma alla fine ce l'aveva fatta: su un vassoio erano posati un succulento pollo arrosto con patatine fritte ed un invitante Fish & Chips, di cui mamma Inghilterra era sempre fiera. Sollevò il vassoio e s'incamminò al tavolo. Tutto sommato non era neanche la scelta peggiore, i clienti non potevano immaginare quanta ansia le facevano salire quando ordinavano la zuppa. Si presentò al tavolo con un sorriso e sorprendentemente senza impicci, almeno per le sue aspettative, posò le bevande e i piatti ai rispettivi proprietari. «Signori, buon appetito» Si allontanò dal tavolo sollevata. Ogni volta che le riusciva un ordinazione senza fare disastri o figure troppo imbarazzanti si sentiva meglio, erano piccole gioie.






Sirius
Pollo arrosto (9 falci) risana 10 PS
Patatine fritte (2 falci) risana 3 PS
Acqua (1 falce) risana 1 PS

Oliver
Fish & Chips (6 falci) risana 3 PS
Succo di Zucca (2 falci) risana 2 PS


I1059 Sirius : tot. 1 Galeone e 3 falci


Scusami Sirius potresti dirmi anche che tipo di stanza hai affittato e da quanto tempo pernotti al Paiolo? così posso aggiornare il tuo conto.

Se desiderate altro scrivetemi pure un mp
 
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view post Posted on 19/3/2017, 16:29
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Osservò i due fanciulli scambiarsi convenevoli senza interromperli. Sirius White conosceva tanto bene il suo amico da sapere quanto fosse socievole per cui non lo sorprendeva che conoscesse anche la commessa del Paiolo magico. Quanto erano diversi! Durante la sua vita di amicizie lui ne aveva strette ben poche. Consapevole infatti di quanto il tradimento gli facesse male si circondava solo di amicizie fidate e sempre in un numero da poter gestire senza mancanze. Era fatto così. Desiderava poter concedere tutte le sue attenzioni a un numero limitato di persone e da queste pretendeva altrettanto. Questione di logistica ma anche un semplice quanto opportuno meccanismo di difesa. Gli avevano sempre detto che sbagliava e forse avevano ragione ma era più forte di lui. Meglio pochi ma buoni si sussurrava durante le notti in cui era difficile prendere sonno ma la verità era che in tutto quell’agire a dominare i suoi giorni era la solitudine. Sirius White era sempre stato schivo, probabilmente lo sarebbe stato ancora a lungo. Per lui non esisteva alcuna cura.
<< Sono sicuro che la farai Oliver. Se non tu chi altrimenti?? >>
avrebbe detto riprendendo a interloquire con il compagno non appena la commessa si fosse allontanata. Aveva raccolto i loro ordini e presto sarebbe tornata portando le pietanze che avevano richiesto. Come aveva imparato soggiornato da quasi una settimana al Paiolo il servizio era fortunatamente rapido.
Quanto al discorso sull’ES quella faccenda lo interessava particolarmente. Anche lui ormai ne aveva preso ovvio distanze maledicendo l’inattività e gli insuccessi su ogni fronte. L’ordine come l’es restavano come forze quiescenti, un grande potenziale che andava completamente sprecato. Oliver stava confermando quanto già sospettato. La sua assenza dalla scuola non aveva fatto altro che peggiore la situazione.
<< Un assassinio? A Hogwarts >>
Quelle parole lo ferirono in pieno petto. A parte delle incursioni durante i suoi anni ad Hogwarts non c’erano mai stati assassini. Possibile che la situazione fosse grave fino a quel punto? Essere delusi era un conto ma perdere fiducia nella causa avrebbe rovinato tutto quanto mandando alla diavolo anni e anni di lavoro per cui sia lui che Swan si erano tanto prodigati.
<< Che cosa diavole sta succedendo? Dimmi tutto quel sai Oliver…>>
Se nelle sue intenzioni c’era quello di tornare al castello in qualità di docente doveva essere a conoscenza dei fatti. L’es e l’ordine potevano anche aver deciso di riposare sonni tranquilli ma lui non si sarebbe abbandonato a una pericolosità quiete mentre le nubi si addensavano e davano tempeste. Quanto all’affermazione sul pericolo interno l’amico si sbagliava e non poco.
<< Il pericolo è interno amico mio. I seguaci di tu sai chi, sono ovunque, anche e sopratutto tra le mura della scuola. Questo è sempre stato molto chiaro a noi membri. Non devi fidarti di nessuno, mai…Hogwarts non è….>>
ma non riusciva a ultimare la frase per il sopraggiungere della commessa.
* non è sicura *
<< Grazie mille…metti pure tutto sul mio conto. Stasera salderò l’intero conto che ho aperto qui. Sei molto gentile >>
Brevi attimi di silenzio seguirono per consentire il servizio e l’allontanamento della cameriera addetta al servizio.
<< Occhi aperti Oliver…sempre…in ogni momento…>>
Tutta quella situazione lo preoccupava terribilmente. Tante ferite gli avevano procurato le incursioni al castello. Ma gli omicidi…beh…si correva il rischio che l’amico si beccasse qualcosa di molto peggio rispetto a un pugnale nella coscia come era accaduto a lui durante lo scontro nel giardino della scuola. Era preoccupato, decisamente preoccupato e sperava che Oliver potesse dirgli qualcosa di più.


Stanza singola con servizio sul pianerottolo
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view post Posted on 21/3/2017, 12:42
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Annuì in direzione di Jenifer, un rapido cenno del capo a conferma di quanto appena detto dall'altra. I Prefetti avevano molti compiti, erano parte integrante non soltanto della sicurezza del castello, quanto dell'espressione pubblica della Scuola in generale. Oliver era segretamente convinto che fossero da esempi veri e propri, il fatto dunque che sia Niahndra - verso la quale inizialmente il Grifondoro non vantava un ricordo chissà quanto positivo, frutto di un incontro in tarda notte non del tutto fortunato, non per lui - sia Jenifer fossero entrambe anche commesse, ecco, dava l'idea che il loro ruolo potesse favorire un quadro d'insieme degno di nota per molti altri studenti. Se gli stessi Prefetti riuscivano là dove molti fallivano, includendo un lavoro extra a dispetto di numerosi doveri tra le mura di Hogwarts, perché gli altri non avrebbero potuto fare altrimenti, immettendosi dunque da sé nel Mondo Magico con esperienze dirette? E a conti fatti, Oliver rientrava nella categoria, essendo aiutante nello store musicale Evviva Lo Zufolo, al centro della Capitale, in perfetta armonia - per la maggior parte delle volte - con il suo operato da Caposcuola. Tentò anche di salutare la Tassorosso in lontananza con un cenno della mano, non del tutto sicuro di essere riuscito nel suo intento. Poco dopo, ringraziando la Corvonero, finalmente il ragazzo poté tornare a dedicarsi alla conversazione con Sirius. C'erano molte cose che avrebbe voluto dire, alcune delle quali forse non avrebbero avuto né conferme né precisazioni aggiuntive, essendo principalmente supposizioni o riflessioni del tutto personali. Ma non avrebbe affatto negato quanto detto dall'altro: Hogwarts non era come un tempo. Non che lui fosse un veterano, era ancora molto giovane per potersi definire tale, ma aveva assistito ad un iniziale autentico Cambiamento, a partire dall'esclusione di più Docenti gli uni dietro gli altri per motivi spesso sconosciuti fino a voci di corridoio che confermavano quanto di più oscuro e negativo potesse albergare tra quelle pareti apparentemente prive di ostacoli. Oliver credeva nella protezione di Hogwarts, ma forse più per un capriccio emotivo che altro, più per evitare che la sua solida Fiducia fosse minata in alcun modo spicciolo. Attese che le ordinazioni arrivassero, ringraziando ancora una volta con un sorriso l'adepta di Priscilla che già da tempo trovava simpatica. Mai avrebbe pensato che da un incontro con la stessa per le strade acciottolate e colorate del Villaggio di Hogsmeade, Oliver si sarebbe ritrovato anni dopo in un locale a parlare di pericoli immediati con una persona così familiare quale Sirius. Si riscosse abbastanza da sentire le ultime nuove parole dell'amico, quindi si affrettò a recuperare, mentre il profumo delle patatine e del pesce fritto invitavano il suo appetito a nozze. «Quello che dici mi preoccupa, Sir.» Lo sguardo improvvisamente adombrato si spostò dal piatto al succo di zucca, infine passando al volto dell'ex Grifondoro. «Non avrei mai pensato che il castello potesse avere problemi di questo tipo, problemi interni, ma ci sono stati alcuni avvenimenti che mi spingono a darti ragione, a dare conferma alle tue stesse parole.» Prese la forchetta accanto al piatto, rigirandola tra le mani mentre gli occhi vi si adagiavano sopra. Quanto poteva essere interessante una posata d'argento rispetto a tutto il resto? Quanto poteva favorire una via di fuga da un discorso che alcun udito avrebbe mai voluto percepire? Sicuro di essere indisturbato e lontano da altre orecchie indiscrete, riprese, questa volta finalmente più rapido e senza eccessive pause come prima. «In merito all'omicidio non so molto, stanno ancora indagando, ma trovo difficile immaginare che ci sia di mezzo qualcuno di Hogwarts, un nostro studente a compiere un atto così tragico. Il che mi spinge a credere che chiunque sia stato, sia entrato dall'esterno, per forza, ma con un aiuto interno. E non si sa bene se quel qualcuno sia la vittima o l'assassino. Fin quando non saprò di più, temo di poter essere abbastanza inutile al riguardo. Non so altro, non so praticamente un accidenti. Sai, Sirius, cose strane accadono ad Hogwarts. I Docenti vanno via dopo breve tempo, di alcuni non si sa neanche il perché. La nostra Sala Comune è stata invasa da un Ashwinder con un suo Uovo appena schiuso, c'è stata un'esplosione assurda, avevo anche previsto il pericolo, ma non siamo riusciti a fermarlo.» Prevedere. Non anticipare, non annunciare, non sapere. Prevedere. Sirius avrebbe capito. «Come si spiega una creatura così pericolosa in un luogo del genere? Sappiamo che il camino sia incantato dalle diavolerie di Dippet, al primo anno ci ritrovai un demone Kappa in piena notte. Ma questa volta neanche Dippet sapeva cosa fosse successo. Gli Ashwinder si formano nel fuoco magico incustodito, ma il camino è sempre controllato dalla magia, lo sai bene. E l'Uovo? Da dove spunta? Perché, poi, proprio durante la notte in cui avevamo deciso di riunirci, io e altri concasati? Sembrava che qualcuno fosse a conoscenza della festa e poco dopo, stranamente, tre Grifondoro spariscono. Impegni personali, questa è stata l'unica motivazione per il loro abbandono di studi e tutto il resto. Senza dimenticare il ritrovamento del corpo, le ronde aumentate a dismisura e una strana voce circa una Megera nella stessa Foresta Proibita. La Signora Grassa cambia parola d'ordine quasi ogni mese, Sir. Per sicurezza, dice, senza accorgersi che molti studenti restano fuori perché dimenticano ogni cambio. Dice di aver visto volti sospetti alla Torre Grifondoro, non so cosa siano né chi siano, ma da quando esistono le coincidenze?» Si guardò attorno, l'ultima frase era stata pronunciata con un tono di voce più alto. Avrebbe voluto accusare l'Esercito di Studenti che se ne stava con le mani in mano, d'altronde era offeso e risentito. Da quando aveva messo piede nell'associazione, non una volta era stato chiamato per attivarsi in prima linea. Oliver considerava di fondamentale importanza la lotta a favore del Bene, questo era risaputo. «Valéry sta indagando circa l'incendio, comunque. Almeno di questo posso assicurarti. La nostra Sala Comune è stata protetta, nessuno sa che stiamo crescendo un baccello di Pugnacio per eventuali intrusi, non dirlo in giro.» Fece un occhiolino, la tensione che si smorzava lentamente. Prese una patatina al volo e la mandò giù quasi senza masticare.


Edited by Oliver Brior - 6/4/2017, 10:47
 
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view post Posted on 9/4/2017, 21:06
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Perdonate il ritardo.

Allora Sirius a te il conto totale:

1 G e 3 f complessivi per la cena + 2 g 11 f per la settimana di pernottamento.

Tot 3Galeoni e 14Falci.

Se vuoi continuare a pernottare ti chiedo di compilare il modulo in questo Topic.

Buona Continuazione ^_^
 
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view post Posted on 12/4/2017, 21:45
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Dai racconti di Oliver fu semplice intuire quanto la situazione ad Hogwarts fosse terribile. Il castello non era mai stato sicuro ma dal momento in cui lo aveva abbandonato tragedie ben più grandi si erano consumate stando ai resoconti del commensale. Un omicidio al castello era la cosa più grave che potesse verificarsi. Persefone sicuramente stava avendo la sua gatta da pelare. Quanto all’ahwinder e all’esplosione di un suo uovo nella torre di astronomia il pensiero lo fece letteralmente trasalire. Studenti scomparivano, docenti andavano e venivano, le ronde si facevano più fitte. Ma che diavolo stava succedo nella sua scuola?
<< Sapevo che il castello non è mai stato completamente sicuro ma tutto questo è incredibile….>>
Il volto crucciato era rivolto ora all’amico mettendo per un minutimo da parte il buon cibo appena servito.
<< Santi Numi Oliver….non potevo immaginare che la situazione fosse tanto grave….un incendio nella sala comune….poteva finire molto male….>>
Se prima il desiderio di tornare alla scuola era stato flebile i racconti di Oliver l’avevano reso improvvisamente una necessità. A Hogwarts c’era bisogno di aiuto, aiuto che lui poteva fornire. In un modo o nell’altro doveva tornare a fare la sua parte.
<<sii cauto Oliver….tieni sempre gli occhi aperti e sopratutto non isolarti…mai. Convoca riunioni ogni settimana se necessario, sfrutta l’esercito…sfrutta i nostri alleati…certe volte chiedere un aiuto non è una cosa tanto grave. >>
Gli dispiaceva doverlo dire ma quella situazione era davvero incredibile. Che fine aveva fatto l’Es, che cosa diavolo stava facendo l’ordine? e il ministro? Come aveva fatto la scuola a divenire un posto pieno zeppo di pericoli? Solo la battuta di Oliver giunse a smorzare una tensione venuta fuori praticamente dal nulla. Sperava davvero che la situazione fosse gestibile, che loro resistessero, che tutti lo facessero almeno fino a quando non fosse tornato al suo posto e cioè nella scuola.
<< I baccelli di Pugnacio…..caspita…però sì…manterrò il segreto, lo prometto>>
e sorridendo afferrava coltella e forchetta per iniziare a consumare la sua cena.
 
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