Incontri Imprevisti, con James

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view post Posted on 5/10/2016, 12:36
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Auror
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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Aveva avuto una mattinata frenetica, passata a svolgere diverse commissioni che le avevano fatto perdere più tempo di quanto avesse previsto.
L’ottusità di alcuni maghi era sconcertante. Aveva ancora una tappa: la farmacia di Misurino; le servivano degli ingredienti per alcune pozioni. Ma aveva saltato il pranzo e sentiva il bisogno di riposarsi un attimo. Misurino avrebbe aspettato, magari ci faceva un salto prima di far ritorno a casa, ora doveva necessariamente sedersi da qualche parte. A Diagon Alley c’era solo un posto in cui avrebbe trovato pace e una comoda sedia su cui rilassarsi.
Attraversò la via principale, passando inevitabilmente davanti al negozio di Accessori per il Quidditch. C’era sempre qualcuno con il naso spiaccicato sulla vetrina ad ammirare l’ultimo modello di scopa da corsa. Adulti o ragazzi, davanti a quella vetrina si ritornava sempre un po’ bambini.
Passò oltre, era troppo stanca per soffermarsi anche lì.
Poco dopo aprì la porta del Paiolo Magico. L’ambiente cupo e trasandato le era ormai talmente familiare da non farci più caso; anzi lo trovava rilassante. Il locale non era molto affollato, c’erano diversi tavoli liberi, ma lei si diresse spedita verso quello in fondo alla sala.
Scivolò sulla lunga panca angolare attaccata al muro. L’idea di non avere nessuno alle spalle era confortante, inoltre da lì poteva vedere tutto ciò che succedeva; non che la cosa le interessasse, almeno per il momento. Ma soprattutto era isolato, lì in quell’angolo, non l’avrebbe disturbata nessuno.
Appena si sedette le sue gambe trovarono immediato sollievo. Il suo aspetto non era certo dei migliori, i suoi capelli, già disordinati, vennero raccolti in una coda arruffata fermata con un elastico che aveva sfilato dal braccio destro. La maglia nera era sgualcita, forse la cosa più in ordine erano i jeans.
Trovata una posizione comoda, posò sul tavolo la copia arrotolata della Gazzetta del Profeta appena sfilata dalla borsa. Aprì il giornale, sistemandolo bene sul tavolo, e iniziò a leggere nella speranza di trovare qualche notizia utile o interessante.

 
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view post Posted on 6/10/2016, 22:42
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Grifondoro VI anno

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Camera 12.
Primo pomeriggio, James era li. Il suo ritorno al castello era durato ben poco, quel' aria anche se familiare non faceva più al caso suo, non era riuscito neanche ad entrare nella sala comune, i ricordi erano fin troppi, la paura di determinati incontri l' aveva fatto scappare con la coda tra le gambe. Che squallore, non si riconosceva neanche. Nella sua giovane età aveva affrontato di tutto, aveva incontrato la morte più volte eppure, ora si ritrovava rifugiato in una pensione di quart' ordine. Persino casa sua che era un luogo inviolabile, non li trasmetteva tranquillità. Si era appena alzato, dopo una doccia rilassante, si infilò un pantalone ed una camicia. Era sicuramente un po' tardi per fare colazione, ma un certo languorino si era fatto presente. Lo stato mentale del giovane era sicuramente vacillante, era in bilico tra ragione e follia, la perdita del cugino in condizioni misteriose, la ricerca disperata senza nessun esito, ne positivo ne negativo, aveva fatto di lui l' ombra dell' uomo che era. I suoi affetti erano rimasti alle spalle, o meglio lui aveva voltato le spalle a loro. Camille e Trhesy in primo luogo. Che vergogna. In quel momento non vedeva alcuna via di uscita e l' unica soluzione plausibile era l' esilio. Ma quanto avrebbe resistito in quelle condizioni? Infilò la bacchetta nella tasca destra del pantalone, la sua unica compagna di avventure, da sempre. Con qualche passo si avvicinò alla porta per poi aprirla. La visione era quella di un soppalco dal quale si poteva vedere quasi tutto il locale, la signora delle pulizie rincorreva un aspirapolvere incantato che sembrava essere fuori controllo. Lasciò passare entrambi, richiudendo dietro di se la porta. Chissà Tom cosa aveva preparato di buono quel giorno.

 
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view post Posted on 7/10/2016, 12:19
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Sulla prima pagina del giornale risaltava a lettere cubitali la scritta “Hogwarts non è sicura”
*Sai che novità!* si ritrovò a pensare sarcasticamente. Uno studente era stato ritrovato morto ai cancelli della scuola; era quella la notizia allarmista del giorno. Pochi dettagli, nessun nome. Guardò la data di emissione del giornale, era già notizia vecchia, quella copia era stata pubblicata già da qualche settimana.
Prefetti e Caposcuola aggrediti, recitava l’articolo. Le venne da chiedersi se l’ES stava facendo qualcosa a riguardo. Da quando aveva lasciato Hogwarts non aveva più contatti con loro. Ma forse l’ES non poteva fare niente, l’ES non aveva mai potuto fare nulla di concreto, erano solo ragazzi.
Nemmeno quando c’erano lei e James le cose erano diverse. Ripensando a James le venne un po’ di malinconia... Faceva tutto parte del passato ormai, compreso l’Es e la scuola.
Stava per iniziare un nuovo capitolo della sua vita e stavolta sperava davvero di poter fare la differenza; ci avrebbe provato, questo era certo. Eppure quel senso di tristezza non accennava a sparire, forse era troppo stanca per cacciarlo via.
La pagina successiva era dedicata allo spettacolo. Il sorriso smagliante di Celestina Warbeck, fotografata in primo piano, le dava talmente fastidio in quel momento che accartocciò l’intera pagina strappandola dal resto del giornale solo per non doverla vedere più.
Accantonò la pallina di carta appena creata su un lato del tavolo e ricompose quello che restava del giornale. Le altre notizie non erano neppure degne di nota. La pubblicità sul fondo della pagina era più interessante dell’articolo che la sovrastava.
Il suo stomaco iniziò a borbottare. Aveva fame, non era stata una buona idea saltare il pranzo. Si guardò intorno alla ricerca dell’oste o di un cameriere qualsiasi a cui rivolgersi.

 
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view post Posted on 15/10/2016, 19:39
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Grifondoro VI anno

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L' aria in quel locale era molto densa, regnava per lo più la penombra, poche fiaccole e candele fluttuanti illuminavano i punti di maggior interesse. La tranquillità era solita al paiolo, un locale sottovalutato ma indubbiamente ricercato da quelle persone che volevano staccare un pò i neuroni. Si accinse a raggiungere il passamano in legno del soppalco, vi appoggiò entrambe le mani, tenendole in direzioni opposte, braccia tese. Lo sguardo passò velocemente da una parte al altra del locale, sorvolando le pochissime persone presenti, James non poteva saperlo, ma proprio sotto le sue scarpe, un metro più giù si trovava seduta, Trhesy. Il fato aveva il suo senso del' umorismo, gli piaceva metterlo in situazioni molto difficili, per ora James era ignaro, ma presto...
Decise di scendere al piano inferiore, imboccò le scale scendendole molto lentamente, trascinando la mano destra sul passamano. In pochi secondi era giù, un bel respiro, prima di mettersi a cercare Tom. Aveva fame e magari, dopo aver riempito la pancia, avrebbe ragionato sul da farsi, non poteva rimanere li per sempre, doveva ritornare alla realtà, voltare pagina a quel diario così pieno di amarezza, ricominciare a vivere e cercare di ripartire da dove aveva lasciato. Per nulla facile...

 
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view post Posted on 16/10/2016, 20:14
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Il suo stomaco borbottò per l’ennesima volta, ma di camerieri non si vedeva neanche l’ombra. Sospirò sconsolata, sperando che prima o poi si facesse vivo qualcuno.
Nell’attesa doveva trovare qualcosa da fare, per distrarsi, se evitava di pensarci magari la fame si placava. La Gazzetta ormai aveva perso ogni attrattiva, ma c’era sempre la pallina di carta. La afferrò compattandola bene tra le mani. Un rumore di passi, a pochi metri sopra la sua testa, annunciò che qualcuno stava scendendo le scale. Quasi sicuramente si trattava di un cliente della locanda che raggiungeva il piano terra. Sotto il peso dei passi, dalle corrose travi di legno della scalinata, venne giù del pulviscolo fibroso.
Ne inalò involontariamente un po’, aveva un odore asprigno, di vecchio. Inevitabilmente la polvere iniziò a formicolarle il naso e pochi secondi dopo starnutì rumorosamente portandosi la mano davanti alla bocca.
Non si preoccupò di vedere chi fosse sceso dal piano superiore, era intenta a trattenere il secondo starnuto, ma con scarsi risultati.
Ne seguì anche un terzo ed ultimo, per fortuna. Se solo avesse alzato la testa avrebbe potuto intravedere la persona che aveva appena raggiunto la sala. Ma dopo l’ultimo starnuto la pallina di carta che aveva in mano, con la quale aveva iniziato a giocherellare, era finita sul pavimento. Non poteva lasciarla a terra, sarebbe stato da maleducati, per cui si piegò, protendendosi fin sotto al tavolo per recuperare il suo passatempo improvvisato.
Riacciuffata la carta si sollevò, convinta di riemergere dal tavolo senza intoppi, ma non aveva calcolato bene le distanze e si ritrovò a dare una spallata allo spigolo del tavolo.
Un
-AHI!!- le uscì del tutto spontaneo.

 
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view post Posted on 4/11/2016, 19:59
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Grifondoro VI anno

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La scala in legno, scricchiolava sotto il peso dei suoi piedi, che poggiavano su di un tappeto color bordò che aveva l' aria di essere ancora più vecchio degli stessi gradini. Il locale come aveva potuto constatare dal' alto, risultò praticamente vuoto. Una pace ricercata e finalmente ritrovata. Era quello che effettivamente gli serviva. Mentre stava scendendo gli ultimi 3 gradini, udì perfettamente una serie di starnuti fatti in maniera molto composta, segno che allora qualcuno oltre agli inservienti popolava quel pub. Subito dopo, un esclamazione, la voce di una donna, non una donna qualsiasi. Avrebbe riconosciuto quella voce in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. Poggiò l' ultimo piede sul pavimento. Non ebbe il coraggio di girare la testa in direzione del punto di provenienza. Quando lo fece, vide una ragazza china sotto un tavolo, ripiegata su se stessa, ma quei capelli, quelle spalle. Era lei, era Trhesy, ne era certo, il suo cuore si bloccò, i suo muscoli divennero rigidi al' inverosimile, non ebbe la forza neanche per deglutire e di li a poco non ne avrebbe avuto neanche bisogno. Aveva passato le ultime settimane ad evitare quel confronto ed ora si trovava nello stesso posto insieme a lei. Il suo comportamento in passato si poteva definire da vero “bastardo”. Poteva scappare nuovamente al piano superiore? Improbabile, rimase fermo e attonito. Occhi spalancati e bocca semiaperta. Impaurito..

 
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view post Posted on 5/11/2016, 21:10
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Aveva dato una gran bella botta. Si massaggiò la spalla dolorante mentre si rimetteva seduta in maniera composta.
Con la coda dell’occhio vide una figura ferma ai piedi della scala, istintivamente guardò in quella direzione; uno sguardo fugace, della durata di pochi secondi. Quei secondi furono sufficienti a catturare l’immagine e ad elaborarla. Aveva visto una persona che le sembrava molto familiare, eppure stentava a credere che fosse realmente chi credeva di aver visto. Per sicurezza guardò di nuovo...non si era sbagliata, conosceva perfettamente quella persona.
Se invece della spalla avesse battuto la testa, probabilmente avrebbe pensato che fosse un’allucinazione dovuta al colpo. Le sue palpebre si chiusero per una frazione di secondo; non vi erano dubbi, ai piedi della scala c’era James. Dopo la sorpresa iniziale una serie di interrogativi iniziarono a frullarle nella mente, a nessuno dei quali riusciva a dare una risposta.
L’unica cosa che sapeva era che anche lui l’aveva vista e, dal momento che se ne stava lì impietrito a fissarla, probabilmente non si aspettava di incontrarla. Ad essere onesta neppure lei; James era l’ultima persona che si sarebbe aspettata di rivedere.
Non seppe dire quanto tempo fosse rimasta lì a fissarlo...secondi? minuti? Tempo nel quale il suo viso non mostrò nessuna espressione, ad eccezione dell’iniziale sorpresa. Infine mosse il capo, abbozzando un cenno di saluto al quale avrebbe voluto associare un *ciao* ma, sebbene avesse mosso le labbra, non proferì alcun suono.
Distolse lo sguardo abbassando la testa. Il giornale accantonato alla sua sinistra improvvisamente divenne la cosa migliore che avesse a disposizione. Dopo averlo fatto scorrere sul tavolo lo aprì iniziando ad esaminare le pagine. Era in difficoltà, non sapeva come comportarsi. Ma una cosa era certa, non avrebbe costretto James ad un confronto. In quei minuti in cui si erano guardati aveva visto sulla sua faccia il panico totale. Probabilmente lui avrebbe preferito evitarla.

 
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view post Posted on 6/11/2016, 23:49
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Grifondoro VI anno

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Gli sguardi entrambi si incrociarono. Quegli attimi furono interminabili, i suoi sospetti si rivelarono veritieri, era proprio Trhesy, non che avesse dubbi a riguardo, se si concentrava poteva addirittura sentirne il particolare profumo della pelle. Il suo cuore, dopo essersi bloccato, esattamente come il suo respiro, riprese a battere all' impazzata. Come l' Hogwarts express. Il sangue fluiva al cervello in gran quantità,era come risvegliarsi da una pozione di morte apparente. La testa cominciò a girare, i suoi pensieri a moltiplicarsi e lu sue emozioni a susseguirsi. Sconcerto, felicità ed in fine paura.. Quest' ultima li fece chiudere gli occhi, James già immaginava la scena che lo raffigurava sdraiato al suolo con la ragazza a cavalcioni su di lui mentre lo schiaffeggiava con tutta la forza possibile, imprecando il suo nome. Bastarono pochi secondi per constatare che nulla di tutto ciò che aveva immaginato fosse successo. Quando le sue palpebre si riaprirono, poté notare che Trhesy, l' aveva quasi ignorato. Ciò spiazzò il giovane grifondoro che sentiva il suo battito cardiaco tornare via via alla normalità. Più o meno.. Ma come? Forse era così tanto arrabbiata con lui da non voler neanche rivolgerli la parola. Non poteva certamente biasimarla. James non aveva dato sue notizie a nessuno, tutti lo credevano scomparso o peggio morto. Persino Camille era all' oscuro dei fatti. Come si sarebbe sentito il giovane grifondoro se le parti fossero state invertite? Forse non sarebbe nemmeno riuscito a sopportare una tale situazione. E sapeva bene cosa significasse, dato che la sua scomparsa era dovuto ad una ricerca disperata. Mentre tutti quei pensieri continuavano a rimbalzarli nel cranio, non si era neanche accorto di aver abbandonato lo corrimano della scale e di aver mosso dei passi, probabilmente istintivi verso la ragazza. Fino ad arrivare a venti centimetri da essa. Era li fermo, a guardare la sua figura di profilo. Lei china su un giornale trattato male, probabilmente valeva anche meno di quel pezzo di carta. Forse le mani in faccia e gli insulti sarebbero arrivati da un momento al' altro. Intanto il cuore aveva ripreso a correre. Cosa sarebbe accaduto? Non era ancora in grado di parlare, non sapeva neanche cosa dire.

 
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view post Posted on 7/11/2016, 01:59
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Le parole stampate sulla carta di giornale erano un guazzabuglio indistinto. I caratteri si confondevano e apparivano sfocati alla vista. Non stava realmente leggendo, era solo una scusa per fingere di fare qualcosa mentre in realtà la sua mente era occupata in altro.
Una parte di lei si aspettava che James si avvicinasse, che le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa; l'altra, invece, prospettava lo scenario peggiore: l'indifferenza.
Iniziò a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo, non potendo fare a meno di chiedersi da quanto tempo fosse a Londra.... il fatto che fosse appena sceso dal piano superiore di una locanda poteva significare un sacco di cose... una serie di scenari diversi si presentarono nella sua testa e nessuno di quelli le piaceva.
Avvertì una presenza al suo fianco; venti centimetri erano incredibilmente pochi. Girò la testa lentamente, sollevando lo sguardo verso di lui. Quella vicinanza le fece uno strano effetto, riemersero emozioni che credeva di aver sotterrato nel profondo della sua anima. Alla fine James aveva scelto di non ignorare la sua presenza. Ne era sollevata e sorpresa allo stesso tempo.
La panca sulla quale era seduta era sufficientemente grande da ospitare comodamente quattro persone, ma lei occupava l'estremità esterna. Scivoló su di essa, scalando di un posto e mezzo all'incirca. Poteva sembrare che volesse mettere della distanza tra loro, ma non era quello il senso.
James continuava a guardarla come se si aspettasse che da un momento all'altro potesse schiantarlo contro la parete alle sue spalle. Era realmente questo che si aspettava da lei?
Per mettere in chiaro il suo gesto ed evitare equivoci indicò il posto libero appena lasciato sulla panca. Era un invito a sedersi

-Non mordo-

 
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view post Posted on 7/11/2016, 17:50
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Grifondoro VI anno

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Tutti quegli istanti di paura e di ansia sparirono in un batter d' occhio. Trhesy non sembrava intenzionata a picchiarlo o peggio ancora a schiantarlo. Quella reazione lo lasciò ancor di più basito. Probabilmente quella stessa reazione non violenta li faceva molto più male. James non aveva mai avuto l' intenzione di abbandonarla, anche se alla fine era proprio quello che aveva fatto. Si poteva pensare che il grifondoro avesse perso il senno. La scomparsa di suo cugino lo aveva stravolto, lo aveva spinto verso una ricerca disperata, aveva vagato in lungo e in largo per il mondo cercando di ritrovare il suo più caro amico. Dimenticandosi di ogni cosa o persona. Anche di se stesso. La giovane ragazzo lo invitò a sedersi accanto, facendoli spazio ed incalzando una battuta. I suoi respiri erano profondi, i suoi occhi erano tornati ad una forma normale, ma in realtà trapelavano tristezza e dolore. La sua vicinanza alla ragazza aumentò ancor di più, si posizionò dietro la ragazza seduta, trovandosi alle sue spalle allargò le braccia per incrociarle al collo di lei, la sua testa poggiava sullo sterno, abbassò la testa portando le labbra sul capo di lei, il suo profumo era inebriante. Non toccava quella ragazza da mesi, ma le sensazioni che nascevano nel suo cuore ogni volta che accadeva non erano cambiate. Si sentiva terribilmente in colpa, si sentiva un verme, forse spiegare sarebbe stato addirittura inutile e le probabilità di essere respinto si impennarono nuovamente. Quel gesto era così spontaneo da averli fatto dimenticare dove si trovava. La quiete era di aiuto a tutto ciò.

 
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view post Posted on 7/11/2016, 20:45
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Era una situazione insolita. Avevano condiviso tanto in passato: momenti belli, momenti brutti, momenti difficili. Ma poi era finito tutto, così, di colpo, senza una spiegazione, senza preavviso.
Dall'oggi al domani
James era sparito dalla sua vita. Inizialmente credeva che fosse una cosa momentanea, ma man mano che si susseguivano i mesi dovette iniziare a fare i conti con la realtà. Con quella che per lei era la realtà.
Mentre aspettava che lui si sedesse aveva distolto lo sguardo, pochi attimi, giusto il tempo di ordinare i pensieri e soprattutto di domare le emozioni, sentiva di averne bisogno.
Quegli attimi furono sufficienti affinché James le si avvicinasse ancora. Si accorse di quella vicinanza quando ormai era troppo tardi. Le braccia di James le cinsero il collo, quel contatto le fece venire i brividi lungo tutto il corpo; quei brividi piacevoli e avvolgenti. Erano sensazioni che non provava da così tanto tempo che credeva di non essere più capace di provare simili cose. Avvertiva il suo calore, il suo profumo; il cuore iniziò a batterle un po' più forte e quello fu un segnale... Il suo corpo si irrigidí, non riusciva a lasciarsi andare, era eccessivo, più di quando fosse pronta ad affrontare in quel momento.

-Woo...frena l'ippogrifo Potter!-
Esclamò con una leggera ironia mentre portava le mani sulle sue per liberarsi da quella stretta.
-Puoi sederti per parlare, se vuoi, non per prenderti certe libertà-
Continuò mentre si voltava verso di lui. Onde evitare altre sorprese alle spalle lo fissò senza perderlo di vista, assicurandosi che si sedesse senza fare altro. Forse poteva apparire fredda, distaccata, ma aveva i suoi motivi.

 
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view post Posted on 7/11/2016, 22:28
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Grifondoro VI anno

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Quel gesto spontaneo fu l' unica cosa sensata che li venne di fare. Non era riuscito a controllare i suoi istinti, Trhesy li era mancata davvero tanto, in quei giorni dove il silenzio regnava, l' immagine di quella ragazza si ripeteva nella sua testa di continuo. Trhesy era la persona più importante della sua vita. E' vero, era scappato via come un codardo, ma anche lui aveva i suoi buoni motivi. O almeno in quel momento così pareva. Quel abbraccio durò pochi secondi, troppo pochi in realtà, quel momento idilliaco venne interrotto proprio da Trhesy, che molto probabilmente non aveva del tutto gradito. Un contatto così estremo dopo mesi di assoluta lontananza stonava come una mandragora neonata tirata fuori dal vaso. Potette guardare gli occhi della sua amata dal' alto verso il basso, era così bella. Accettò con tristezza quel rifiuto.
-Scusa..-
Decise di accettare nella stessa maniera di sedere accanto a lei. Una gamba dopo l' altra, scavalcò la pedana di legno, per ritrovarsi alla destra di lei. C' era un po' di spazio tra di loro, forse una distanza di sicurezza, era meglio non sfidare nuovamente la sorte, azzardando un nuovo gesto d' affetto. Inclinò il busto verso di lei, poggiando il gomito destro sul tavolo, il palmo della sua mano era aperto e rivolto verso l' alto. Su di esso James appoggiò il mento. Ora come ora non sapeva più cosa fare, avrebbe lasciato la pluffa a Trhesy, sperando in un secondo passaggio più docile.

 
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view post Posted on 8/11/2016, 19:08
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Al mondo esistono due tipi di giornata: quelle "no" e quelle peggiori.
Scontato dire che quella fosse una delle peggiori.
China sul pavimento, la Alistine era intenta a raccogliere le lenticchie che le erano cadute a terra; la bacchetta era rimasta nella tasca dei pantaloni nel camerino dei dipendenti e così dovette affidarsi al buon vecchio olio di gomito e a taaaaaanta pazienza.
Se non altro l'ora di pranzo era passata e il folle viavai era notevolmente diluito, sebbene l'emicrania che la tartassava sin dalla mattina presto le rendesse insostenibile anche quella calma piatta.
Prima di sparire in cucina Tom le aveva chiesto di resistere ancora un'ora, così da coprire in parte l'altro turno e da brava cameriera diligente, Niahndra aveva stretto i denti e aveva annuito. Doveva andarsene, abbandonare quel lavoro, cercare qualcosa di meglio; ma finché non lo avesse trovato avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco.
Quando finalmente poté alzarsi, con un sonoro sbuffo si armò di carta e penna e procedette col solito giro di ricognizione.
Proprio in fondo al tavolo le parve di scorgere...
«Trhesy?» Una vecchia conoscenza, nonostante non fossero mai andate molto oltre la pacifica convivenza in camera (almeno per il suo primo anno ad Hogwarts), ma era un viso che non vedeva bazzicare in sala comune da un bel pezzo. Notò che era in compagnia di giovane uomo che riconobbe come il cliente della camera 12, perciò si ricompose e abbozzò un sorriso. «Ciao. Mi spiace avervi fatto aspettare.» Sorvolò con grazia sui motivi che l'avevano trattenuta e da sottobraccio si sfilò il menù. «Cosa vi porto?»

Non so se ho fatto bene a dire di non aver visto Trhesy in giro, nel caso modifico.
James è stato riconosciuto come l'avventore della camera 12.
Scegliete voi se ordinate subito o se Niah debba ripassare più tardi.
 
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view post Posted on 8/11/2016, 22:09
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James aveva pronunciato una sola parola e la sua voce era intrisa di tristezza, come il suo sguardo d'altronde.
L'aveva osservato mentre prendeva posto alla sua destra. Tra loro c'era una distanza fisica di circa trenta centimetri, eppure aveva la sensazione che ci fosse una distanza maggiore tra loro; una distanza emotiva.
Dicono che la lontananza possa rafforzare i rapporti, ma può anche logorarli. La lontananza che c'era stata tra di loro aveva creato una crepa...in quel momento riusciva ad avvertirla.
Sentendo pronunciare il suo nome si voltò verso la fonte della voce, venendo strappata via a quelle riflessioni estemporanee.

-Niah! Da quanto tempo!-
Aveva riconosciuto subito la concasata ed ex compagna di stanza. Chissà come se la cavalcano a Tassorosso senza di lei.
La presenza della ragazza e la vista del menù fecero emergere il senso di fame che negli ultimi minuti era passato decisamente in secondo piano.

-Non preoccuparti- rispose alla ragazza per non farla sentire in colpa. Nel mentre prese il menù e lo scorse rapidamente
-Prendo una focaccia ripiena e dell'acqua-
Aveva scelto quasi subito, era l'unica cosa che la ispirava e che l'avrebbe saziata. Fatta la sua scelta passò il menù a James, come se fosse la cosa più normale del mondo.

 
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view post Posted on 26/11/2016, 20:15
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Grifondoro VI anno

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Quei momenti di tensione pura furono interrotti dall' arrivo della cameriera del locale, forse fù un bene. Smorzare il silenzio e quelle poche parole che i due si erano scambiati, poteva servire a rasserenare. In realtà James temeva già il prossimo attimo di silenzio.
-Una burrobirra per me.. -
Disse rivolgendosi alla ragazza che evidentemente stava aspettando la sua ordinazione, i tempi di reazione di James sembravano rallentati, si sentiva impacciato e ed in difetto.
-Metta pure tutto sul conto della mia camera.-
Concluse congedando in maniera educata la cameriera.
Passo lo sguardo alla sua sinistra per vedere cosa Trhesy stesse facendo, cosa stesse pesando. Non sapeva come cominciare un discorso e non sapeva neanche di cosa parlare. Ma la resa dei conti era arrivata e non poteva rimandarla, meglio così, quel peso era uno dei tanti che lo martoriava e toglierselo dalla schiena avrebbe potuto solo migliorare il suo stato d' animo. Avrebbe provato a rimanere in silenzio, a lasciare l' iniziativa alla ragazza. Era quella che aveva diritto ad un sacco di spiegazioni e di domande. E lui era li, era pronto a dare un senso ai suoi comportamenti passati, voleva alzarsi da quel tavolo, dopo averle spiegato che lei era la persona più importante della sua vita e che non c'era stato un giorno dove non li fosse venuta in mente. Ma che aveva fatto ciò che il cuore gli aveva detto. Poggiò i palmi delle mani sul bancone di legno, le dita erano spalancate, respiri lenti e profondi.

 
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