i quattro evangelisti

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    San Matteo (I secolo d.C.), nel Nuovo Testamento, uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo.
    Secondo la tradizione ecclesiastica, fu l'autore del primo Vangelo e uno dei quattro evangelisti. Di Matteo si sa poco; secondo i primi tre Vangeli era un esattore delle imposte presso l'antico porto lacustre di Cafarnao in Palestina (Matteo 9:9, 10:3; Marco 2:14-16; Luca 5:27-29), circostanza che lo rendeva membro di un ceto stigmatizzato pubblicamente come "peccatore" (Marco 2:16).
    Marco lo chiama "Levi il figlio di Alfeo" e Luca solo "Levi". Alcuni studiosi pensano che in origine il suo nome fosse Levi e che Gesù lo abbia chiamato "Matteo" quando divenne suo apostolo: il nome, in ebraico antico o aramaico, significa "dono di Jahve" (Dio).

    Matteo non è una figura di primo piano nelle vicende del Nuovo Testamento che riguardano i dodici apostoli.


    Tre degli evangelisti narrano della sua chiamata, uno menziona la festa con cui celebrò la svolta della propria vita (vedi Luca 5:29), tre annotano che faceva parte dei dodici apostoli (vedi Matteo 10:3; Marco 3:18; Luca 6:15). La vicenda della sua vocazione sembra ricordata soprattutto come
    testimonianza della grazia irresistibile di Gesù Cristo. In quanto esattore delle tasse, sia sotto il tetrarca Erode Antipa sia direttamente alle dipendenze del governo romano, doveva essere un benestante di una certa educazione, dotato in aritmetica e capace di parlare sia l'aramaico che il greco.

    San Marco:

    Per la Chiesa cattolica, il 25 aprile non ricorre soltanto la memoria di un santo ma è anche la festa di un Evangelista: Marco.
    San Marco ha come simbolo un leone e con i caratteri del leone appare Gesù nel suo Vangelo, cioè con i caratteri del forte che schiaccia i demoni, guarisce gli ammalati e vince la morte.
    Era figlio di una di quelle tante Marie di Gerusalemme che seguirono devotamente Gesù e che poi ospitarono i suoi primi seguaci.
    Si pensa che Marco, da giovane abbia assistito alla cattura di Gesù nell’Orto degli Olivi, infatti è l’unico a menzionare la fuga di un giovane che seguiva da lontano la cattura di Gesù, e ciò fa supporre che sia egli stesso questo giovane: «un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto da un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo» (Mr 14, 1.51.52).

    Anche se Marco non conobbe direttamente il Redentore, seppe da Pietro tutto ciò che aveva fatto e detto. Seguì l’Apostolo a Roma dove ascoltò l’insegnamento del primo Papa.
    E a Roma scrisse il suo Vangelo, in cui si sente l’eco immediata delle parole di San Pietro.
    Ma la tradizione vuole che la maggior gloria gli sia venuta dal suo martirio.
    Infatti non bastava scrivere il Vangelo, ma bisognava anche predicarlo e, San Marco lo predicò non solo a Roma ma anche ad Alessandria d’Egitto, dove avrebbe fondato la prima Chiesa.
    Proprio un giorno di Pasqua, i pagani lo trascinarono per un lungo tratto e, dopo averlo ucciso avrebbero voluto bruciare il suo corpo. Ma il Signore non lo permise ed un violento uragano spense il fuoco e fece fuggire i martirizzatori.
    In questo modo, il suo corpo venne seppellito con onore, e la sua tomba fu venerata anche durante il dominio dei Musulmani.

    Nell’828 due mercanti veneziani trafugarono il corpo dell’Evangelista per sottrarlo agli Infedeli.
    Così, le reliquie di San Marco giunsero a Venezia, dove vennero poste all’interno della Basilica.

    E il Leone Alato di San Marco, con il libro tenuto aperto tra gli artigli, forma da allora lo stemma di Venezia.

    San Luca:

    San Luca Evangelista, autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, è chiamato "lo scrittore della mansuetudine del Cristo". Paolo lo chiama "caro medico", compagno dei suoi viaggi missionari, confortatore della sua prigionia. Il suo Vangelo, che pone in luce l'universalità della salvezza e la predilezione di Cristo verso i poveri, offre testimonianze originali come il vangelo dell'infanzia, le parabole della misericordia e annotazioni che ne riflettono la sensibilità verso i malati e i sofferenti. Nel libro degli Atti delinea la figura ideale della Chiesa, perseverante nell'insegnamento degli Apostoli, nella comunione di carità, nella frazione del pane e nelle preghiere.

    Secondo la tradizione Luca nacque ad Antiochia da famiglia pagana e fu medico di professione, poi si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrando negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.


    Luca, infatti, ha studiato, è medico e tra gli evangelisti è l’unico non ebreo. Forse viene da Antiochia di Siria (oggi Antakya, in Turchia).
    Un convertito, un ex pagano, cui Paolo di Tarso si associa nell’apostolato, chiamandolo "compagno di lavoro" (Filemone 24) e indicandolo nella Lettera ai Colossesi come "caro medico" (4,14). Il medico segue Paolo dappertutto, anche in prigionia: due volte. E durante la seconda, mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che ormai tutti lo hanno abbandonato. Meno uno. "Solo Luca è con me" (2 Timoteo 4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista.Luca scrive il suo vangelo per i cristiani venuti dal paganesimo. Non ha mai visto Gesù e si basa sui testimoni diretti, tra cui probabilmente alcune donne, che furono le prime a rispondere all'annuncio. C’è un’ampia presenza femminile nel suo vangelo, cominciando naturalmente dalla Madre di Gesù: Luca è attento alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi silenzi. Di Gesù egli sottolinea l’invitta misericordia e quella forza che uscendo da lui "sanava tutti": Gesù medico universale, chino su tutte le sofferenze, Gesù onnipotente e “mansueto” come lo credeva Dante nelle parole di Luca.

    San Giovanni:


    Figlio di Zebedeo, fratello di Giacomo il maggiore, discepolo di Giovanni Battista, è fra i primi a passare alla sequela di Gesù. E' il discepolo prediletto che nell'ultima cena posò il capo sul petto di Gesù. Testimone della trasfigurazione e dell'agonia del Signore, è presente ai piedi della croce, dove Gesù gli affida la Madre. Insieme a Pietro vide il sepolcro vuoto e credette nella risurrezione del Signore. Evangelista e teologo, penetra profondamente il mistero del Verbo fatto uomo, pieno di grazia e di verità. Nella prima lettera, vertice di tutta la teologia sapienziale, ci dà la più alta definizione della divinità: Dio è amore. Esiliato nell'isola di Patmos, fu rapito in estasi nel giorno del Signore ed ebbe le visioni che descrisse nell'Apocalisse, ultimo libro del Nuovo Testamento. La sua memoria il 27 dicembre è ricordata in un "Breviario" siriaco della fine del sec. IV e nel martirologio geronimiano.


    Erano tutti di Betsaida e, secondo gli indizi offerti dai Vangeli, pare proprio che Giovanni e Andrea abbiano frequentato la scuola a Gamla, che era lontano solo una decina di chilometri dalla loro città.
    All’inizio del Vangelo, Giovanni si presenta come discepolo del Battista, insieme ad Andrea, senza accennare al proprio nome, e ambedue seguono il Maestro Gesù. Gamla era in stretto rapporto con l’ambiente del Tempio di Gerusalemme e ciò permise a Giovanni di Zebedeo di avere conoscenze e amicizie importanti.Sappiamo poi, dagli Atti degli Apostoli, che non ha frequentato le scuole superiori (At 4, 13).
     
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