+Dark & Gothic Lolita+

Eternal Passion Capitolo 13

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view post Posted on 14/9/2016, 13:08
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Capitolo 13
2gvyHRk


Il giorno seguente giunsero al Castello alcuni vampiri delegati del Consiglio di Maharet che dovevano discutere di affari importanti con Lestat, e lui, seppur di malavoglia, dovette riceverli.

Ciò lo avrebbe tenuto impegnato per lungo tempo.
Louis si accordò con Armand per uscire verso le 17,30.
Fortunatamente quel giorno pioveva, ed anche se la luce del sole al crepuscolo non poteva ucciderli , Louis ne risentiva sempre gli effetti.
Chiamarono un taxi e Louis gli diede l’ordine di condurli al Comèdie Française.
Si stupi di vedere gli abiti scelti da Armand.

Un completo elegante, grigio scuro, con tanto di cravatta e ferma cravatta.
Un cappotto a tre quarti nero, ed un basco, nero anch’esso.
I lunghi capelli legati in una coda di cavallo che gli arrivava ai glutei arricciandosi in vari boccoli ramati e lucidi.
Era splendido.

“Perché mi fissi in quel modo? Ho qualcosa che non va?” domandò guardando fuori dal finestrino.
“No, anzi….stai molto bene vestito in modo cosi’….”
“…moderno?” aggiunse voltandosi a guardarlo con gli occhi ambrati brucianti di potere.
Louis annui distogliendo lo sguardo.
In meno di quindici minuti arrivarono davanti al teatro, pagarono il taxista e Louis vide Jean arrivare con il bus.
“Eccolo là…è sceso dall’autobus…”indicò il giovane che distava circa 10 metri da dove si trovavano loro.
Louis si incamminò seguito da Armand che divenne da subito molto teso.

“Hey Jean!” disse Louis attirando l’attenzione del ragazzo che li accolse con un sorriso radioso.
“Monsieur Renard! Quale sorpresa vedervi qui! Non dovevate prendervi tutto questo disturbo!”
“Oh ci tenevo ad essere presente….” Poi si voltò verso Armand e vide il suo volto indurito da ciò che vedeva.
“Ehm…Lui e’ un mio amico…monsieur De la Croix…”
Mentii pronunciando il primo cognome che gli venne in mente.

“Piacere, Jean Daniel Dumont…”
Armand accennò un breve inchino e poi furono interrotti da un uomo che chiamò Louis.
“Oh monsieur Renard! Siete venuto al provino del giovane di cui mi avete così ben parlato!”
“Salve monsieur Galvain, si ci tenevo a dargli il mio supporto, anche se non ce ne’ veramente bisogno!”

L’uomo li invitò a seguirlo nel teatro ed i tre lo seguirono percorrendo il corridoio di ingresso, poi si ritrovarono in una sala prove.
Erano presenti alcuni membri dell’orchestra ed il direttore.
Louis ed Armand si sedettero in prima fila mentre Jean seguii Galvain sul palco.
Il ragazzo si presentò alla commissione e cominciò a rispondere alle varie domande che gli ponevano.
Louis si rivolse ad Armand che fissava il giovane con occhi sbarrati.
“Devo dedurre che assomigli sul serio a Nicholas de Lenfent….”
Bisbigliò sotto voce.
“…Somiglianza? Direi che è identico!!” sibilò .
“Allora Lestat non mentiva…”
Il ragazzo cominciò il suo provino e non appena le note del violino riempirono la sala Armand cominciò a piangere.
Louis se ne stupi ed estrasse rapidamente un fazzoletto dalla tasca.
“Armand, trattieniti!” gli sussurrò all’orecchio.
“…E’….più forte di me…scusami…ma suona esattamente come Nicki!”
“Forse ho sbagliato a lasciarti venire con me….”
Armand lo guardò asciugandosi gli occhi.
“Quel ragazzo deve uscire dalla vita di Lestat….E dalla nostra…o finirà male…”
“E’ la stessa cosa che ho detto a Lestat…”
Jean terminò il suo provino riscuotendo un grande successo.
Sia la commissione che i membri dell’orchestra si complimentarono con lui ed infine gli offrirono un contratto per il posto di primo violino.
Ovviamente Louis lo convinse ad accettare quell’occasione così irripetibile…
Dopo i complimenti passarono alle cose serie.
Lasciarono Jean a firmare documenti, ma mentre stavano uscendo il ragazzo li rincorse.
“Monsieur vi prego, aspettate….”
“Cosa succede Jean?”
Lui riprese fiato ed allungò la mano.
“Voglio ringraziarvi, senza di voi tutto questo non sarebbe mai successo…”
Louis gli strinse la mano, mentre Armand si tenne a debita distanza.
“Spero solo che Lestat non se la prenda per questa mia decisione…ho provato di nuovo a chiamarlo…ma ha il telefono spento…” si lagnò deluso.
“Ha una riunione in corso….ci penserò io ad avvisarlo, poi quando si libererà verrà da te…”
Il ragazzo annuii poi con un sorriso tornò al banco della commissione per le presentazioni ufficiali .
“Andiamo via Louis…subito…” sibilò Armand cominciando ad allontanarsi a passo svelto.
“Armand! Ma cosa ti prende? Sei sconvolto!” lo bloccò afferrandolo per il bavero del cappotto.
Nei suoi occhi vide il fuoco bruciare e lo lasciò all’istante.
Armand non respirava.
Era rigido, immobile, inespressivo.

“Louis, ti prego di portarmi via di qui prima che perda il controllo….e non ci sono più abituato…”
Seppur incredulo, Louis fermò un taxi e ci si buttarono letteralmente dentro.
Provò a captare qualche pensiero dalla sua mente, ma c’era il caos più totale.
Non lo aveva mai visto così sconvolto da quando si erano conosciuti.
Armand gli era sempre sembrato così tranquillo, riservato, forte…ed ora..vedeva un lato così insicuro e fragile.
La storia del teatro dei Vampiri doveva averlo scosso più di quanto pensava. Non parlarono per tutto il viaggio di ritorno.
Solo qualche isolato prima di arrivare al Castello, Armand ruppe quel silenzio rivolgendosi all’autista.
“Mi scusi, mi sono ricordato di un impegno molto importante, potrebbe portarmi all’hotel Pont Royal a Rue de Montalembert?”
L’uomo non battè ciglio, fece inversione alla prima rotonda e riprogrammò il navigatore.
Louis lo guardò incredulo.
Non tanto per la scelta di uno degli alberghi a cinque stelle di Parigi, ma non comprese il motivo…
“Armand…posso chiederti cosa intendi fare?”
Lui non lo guardò ma gli rispose sotto voce con un flebile “ Ti supplico di assecondarmi….” Ed allora Louis lo fece.
Venti minuti dopo arrivarono davanti all’hotel Pont Royal , dall’ampio ingresso illuminato, sovrastato dallo stemma dorato ed il tendone rosso.
Davanti alla porta a vetri ruotante li attendeva in divisa un giovane che li accolse col sorriso.
Armand si diresse con passo deciso al banco rotondo dove un altro uomo lo accolse salutandolo.
“Monsieur De la Roche! Quale piacere rivederla dopo tanto tempo!”
Louis rimase allibito.
Armand era un cliente conosciuto di quel luogo? Li vide parlare un po’ e poi l’uomo porse una chiave magnetica al vampiro che si voltò verso Louis invitandolo a seguirlo verso l’ascensore.
Solo una volta rimasti soli Louis trovò il coraggio di parlare.
“Ora ti decidi a dirmi cosa diavolo stai facendo?”
“Ti chiedo scusa Louis!” bisbigliò ad occhi chiusi posando il capo contro la parete. “Non so cosa mi sia preso….erano anni che non provavo una tale sensazione in presenza di un essere umano…”
“Non capisco cosa intendi dire!”
“Quando ho visto Jean..ho rivisto Nicholas…i ricordi su di lui mi sono ritornati alla mente tutti insieme..ed il suo profumo!! Sentivo il sangue scorrere nelle sue vene! Stavo per perdere il controllo e squarciargli la gola! Un mito di odio, invidia e desiderio mai provato!”
L’ascensore si aprì ed Armand uscii veloce seguito a ruota un Louis sempre più stravolto da quel suo comportamento.

Si fermarono davanti ad una porta che Armand aprii con una tessera ed accese la luce muovendosi disinvolto per la suite, ciò fece capire a Louis che era solito affittare sempre quella.
Armand si tolse il cappotto e lo appese nell’armadio appena dopo l’ingresso, poi aprii la giacca e si allentò la cravatta.
Gesti molto umani per far capire ciò che provava.

“Sediamoci e spiegami tutto, ti ascolterò volentieri se me lo permetti…” disse Louis unendo le punte delle sue dita com’era solito fare.
Armand gli indicò il divano mentre lui si sedette sulla poltrona stringendosi al petto le ginocchia.
Sembrava di vedere un adolescente in crisi depressiva per un rimprovero o la fine del primo amore…
Louis si sedette accavallando le gambe ed attese che Armand si decidesse a parlare. E finalmente, dieci minuti dopo, cominciò a dire qualcosa.
“Era da tanto tempo che non uscivamo io e te…Non e’ vero Louis?”
Domanda, strana, pensò.
“Già.. Hai ragione…”
“Sai, sarà colpa dell’età che avanza e mi sento così nostalgico.. Ricordi la notte in cui ci siamo incontrati?”
“ Certo che la ricordo…quello stupido di Santiago si beffò di me in un vicolo di Parigi e stavo quasi per prenderlo a schiaffi, quando arrivasti tu a fermarmi…”
“Si…è vero…e ti lasciai un invito…”
“Armand, ti fa male ricordare queste cose..”
“No Louis, ormai non credo che ci potrà più essere qualcosa capace di sconvolgermi così tanto…io amo i ricordi che ho di te, di quando venisti da me per avere le risposte alle tue domande, per accettarmi come Maestro prima , e come amante inseguito…ciò che Lestat ha fatto, tornando al teatro, mi ha fatto ripensare anche a quello che io ho fatto a te….ed a Claudia….” Sibilò dondolandosi lentamente.
“Armand ti prego, basta torturarti così…ormai è passato tanto tempo…non ne vale più la pena…e’ tutto diverso, noi stessi siamo cambiati…hai ritrovato Marius, hai Benji e Sybelle accanto… pensa al presente, a quello che possiedi oggi…”
“Una cosa però non la possiedo più…da lungo tempo….”
“…E di cosa si tratta?”
“Il tuo cuore, Louis….”
Quella frase lo lasciò sbalordito.
“Oh, Armand….” Sussurrò distogliendo lo sguardo da quell’antico vampiro che stentava a riconoscere.
“….Ho fatto l’amore con Lestat…” sbottò di colpo e Louis si sentii raggelare.
“Due volte, recentemente, dopo quasi due secoli….”.
Rimase in silenzio, ma Louis sentiva il suo sguardo su di lui.
“Perché mi stai dicendo questo?” sibilò con un fil di voce.
“Perché è giusto che tu sappia una cosa riguardo Lestat, una cosa che ancora ti rifiuti di voler capire….”
“Quale?” rispose col magone in gola.
Armand gli si gettò davanti in ginocchio e gli prese il viso fra le mani costringendolo a guardarlo negli occhi.
“Lestat ti ama disperatamente, come non ha mai amato nessun altro, ne Nicholas, nemmeno me….ma tu continui a rifiutarlo e tutto questo lo ferisce profondamente….”
Louis lo guardò stupito.
“E’ stato Lestat a dirtelo?”
“Non è stato necessario, sono cose che ho capito da molto tempo Louis, io lo conosco bene, oso dire che forse lo conosco meglio di te, lo vedo come il suo sguardo cambia quando ti vede, ed anche il suo umore…tu non te ne accorgi, ma ogni tuo gesto, quando cammini o ti muovi, attira il suo sguardo e non ti lascia più! Se solo potessi sentire i suoi pensieri! L’amore smisurato che prova per te….”
“Basta Armand ti supplico…” sibilò mentre una lacrima gli scivolava sullo zigomo scolpito nell’avorio.
“Perché ti fa così male ammetterlo di amarlo, Louis?”
Il vampiro scostò gentilmente le mani dell’amico e si rimise in piedi rivolgendo lo sguardo alla finestra che mostrava il cielo ormai buio.

“Amo Lestat, il mio cuore è suo e lui ne è consapevole, ma allo stesso tempo una parte di me non riuscirò mai a cancellare gli errori che ha commesso verso di me ed io verso di lui…Sono dispiaciuto di non aver fermato Claudia, anzi sono stato suo complice per ben due volte mentre cercava di ucciderlo…e poi l’ho abbandonato con te, e di nuovo anni dopo in quella villa decadente , quando aveva più bisogno di me ed era spaventato dai rumori del mondo moderno….Non mi sono comportato bene nei suoi confronti nemmeno quando scambiò il suo corpo con quel tale e venne da me a chiedere il mio aiuto , a chiedermi di trasformare quel suo nuovo corpo umano debole e febbricitante in un immortale, pur di non patire più i dolori della vita umana! Ma io rifiutai anche allora…troppo “geloso” della sua seconda possibilità di vivere una vita umana….”
Armand gli posò una mano sulla spalla.
“Tutti noi abbiamo dei rimpianti, ma non si può tornare indietro Louis, però si può sempre metterli da parte ed andare avanti….” Lo costrinse a girarsi e gli sorrise.
“Ci fu un tempo in cui lo odiai per aver distrutto la mia congrega, per aver distrutto la Fede in cui credevamo da più di 100 anni, ed un bel giorno arriva questo bel Marchese a dirci che si può avere una vita “normale” convivendo con gli umani…ho visto impazzire i miei adepti e novizi, ho visto gli Antichi della congrega buttarsi nel fuoco..eppure Lestat è riuscito a convincermi a seguirlo..e l’ho amato….poi arrivasti tu, che avevi osato ucciderlo, ma che allo stesso tempo avevi così tanti misteri, tante domande…per anni ci siamo ritrovati e persi noi tre…ora siamo di nuovo riuniti, come dici tu ho Benji e kla mia pianista Sybelle ed il mio amato Marius…ma senza voi due la mia esistenza sarebbe incompleta….”
Quel lungo discorso di Armand gli fece capire che diceva la verità.
“Perché volevi uccidere Jean stasera?” chiese con un fil di voce.
Armand sospirò sedendosi nuovamente sulla poltrona.
“Te l’ho detto prima, erano secoli che non provavo uan così forte attrazione per il sangue umano…”
“no, c’e’ dell’altro…” lo istigò.
“si, è vero…ho provato gelosia, invidia, e…rabbia per quel ragazzo..perchè…perché…”
“Perché rischia di portarci via il nostro Principino?” Louis accennò ad un sorriso.
“Non dirmi che l’idea non ti ha sfiorato perché non ti crederei….” Asserì Armand scostandosi i capelli dal viso.
“Lestat ha avuto ed avrà sempre nuovi amanti..prima o poi si stancherà anche di Jean …soprattutto a partire da ora che con la Comèdie Française sarà costretto a viaggiare fuori dalla Francia…” rise divertito ed Armand si stupii.
“Cosa ci trovi di così divertente?”
“Oh scusa mio Antico amico, secondo te per quale motivo ho insistito tanto affinchè facesse quel provino? Ho un caro amico all’interno della Commissione che mi ha detto che la Compagnia andrà presto in America per una tournee di concerti ed opere! Quindi Jean si troverà distante molti chilometri da qui…e da Lestat!” concluse con uno splendido sorriso.
“Oh Louis…tu sei un vero demonio! Hai studiato tutto nei minimi particolari! Io stesso non ci avrei mai pensato…”
“Oh si che lo avresti fatto, però tu lo avresti ucciso pur di liberartene….”
Armand rimase un attimo in silenzio poi annuii.
“Hai ragione, pur di non vederlo più sarei arrivato ad ucciderlo, per fortuna tu sei più riflessivo…”
“Speriamo solo che ora Lestat si decida ad uscire dalla sua vita…” sospirò guardando il suo orologio da taschino.
“Bene , si è fatto tardi, devo uscire a nutrirmi e voglio parlare con Lestat….”
“Sai dove si trova?”
“Di certo sarà alla prima del teatro di Jean…”
Si rimise la giacca sistemandosi i capelli sciolti sulle spalle.
“Mi ha fatto bene parlare con te Armand!”
“Ne sono lieto.. sai che ci sarò sempre per te…”
Louis annuii poi si diresse alla porta ed uscii senza voltarsi.
Rimasto solo Armand capii che non c’era più alcun motivo per restare rinchiuso in quella stanza, così infilò il cappotto, spense le luci ed inviò un messaggio telepatico a Marius.
“Sto tornando al castello, fatti trovare quando arrivo perché stanotte ho un disperato bisogno di te mio Creatore…”
Ed uscii nella notte luminosa delle vie di Parigi.



Edited by Valene - 13/11/2018, 16:11
 
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