+Dark & Gothic Lolita+

Eternal Passion Capitolo 7

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 24/8/2016, 13:01
Avatar

++**La Dix Croix**++

Group:
Administrator
Posts:
63,375
Location:
*+From the Gothic Mana's Castle+*

Status:


Eternal Passion- CAPITOLO 7


7ru9wPK

Ed un altro mercoledi' e' arrivato...ed ecco altri due capitoli x chi sta seguendo la fanfic..aspetto come sempre critiche, suggerimenti e pensieri^^


L’incontro con Jean aveva risvegliato in lui mille ricordi, ma anche una sete insaziabile come da anni non succedeva!
Se gli fosse rimasto vicino ancora…non sarebbe stato in grado di controllarsi.
Si avviò nei vicoli più bui, trai barboni, reietti e prostitute cercando le vittime che gli servivano e di certo, ne avrebbe trovate di adatte.
Iniziò con uno spacciatore di colore, che sapeva di fumo e spezie e non lo saziò affatto.
Allora trovò un anziano barbone afflitto dalla polmonite e talmente ubriaco da non accorgersi di nulla.
Ma l’alcool nel suo sangue servii solo ad accaldarlo.
Trovò poi la vittima perfetta.
Il capo di un clan mafioso.
I cattivi che amava di più.
Non gli ci volle molto per attirarlo ,soggiogarlo e succhiarlo sino al midollo lasciando il suo corpo trai topi ed i rifiuti del locale che perseguitava.
Finalmente in forze e con la sete appagata poteva far ritorno da Jean Daniel…aveva deciso di narrargli ogni cosa.
Poi, avrebbe atteso una reazione e si sarebbe comportato di conseguenza.
Quando giunse alla locanda trovò molti clienti che si attardavano al bar, ma non vi era traccia di Jean.
La grassona gli si avvicinò tossendo per richiamar la sua attenzione.
“State cercando il vostro amico?”
“Si madame…”
“E’ rimasto in camera sua da quando è tornato da far compere, non ha ancora voluto cenare…ma ha suonato il violino per tutta la sera!”
“Bene…” la congedò filando su per le scale e sentii chiaramente il violino suonare e gli si fermò il cuore…
Riconobbe una delle melodie scritte dal grande Mozart, la suonava spesso Nicolas.
Si fece coraggio e bussò.
Lui smise di suonare e corse ad aprire.
“Siete arrivato monsieur!”
“Si, scusami se ci ho messo tanto ma l’impegno si è protratto più del dovuto…” mentii.
Entrò nella stanza, che trovò con gioia illuminata e con vari oggetti freschi di compere.
“Vedo che hai trovato abiti e scarpe…”
“Si…ma vi ripagherò di tutto appena troverò un lavoro fisso. Madame cercava un facchino e….”
“Che cosa??” tuonò il vampiro spaventandolo
“Bhe…ecco…”
“Le tue mani sono uno strumento troppo prezioso per rischiare di rovinarle coi lavori pesanti! E non rivorrò indietro i soldi!”
Jean annuii con lo sguardo basso.
“Ti chiedo scusa, non volevo alzar la voce, su ora andiamo a cena, ho promesso di narrarti una storia e mantengo sempre la mia parola…”
Lui sorrise ma scosse il capo.
“Non occorre scendere, madame mi porterà la cena di sopra…”
E proprio in quel momento la donna bussò , entrò spingendo un carrello con cibo e vino poi se ne andò.
Jean apparecchiò la tavola e dispose le pietanze, una zuppa, arrosto con patate, frutta, formaggio e pane e cominciò a mangiare, non prima di invitare Lestat a fargli compagnia, ma lui declinò l’invito dicendo di aver cenato poco prima.
Il camino scoppiettava e la stanza era avvolta nel tepore.
Lestat si tolse il cappotto ed andò a sedersi accanto a lui.
“Ricordi di quel mio amico morto tanto tempo fa al quale tu somigli molto?”
“Si….”
Lestat accavallò le gambe in modo sensuale e portò le braccia al petto.
“La storia che voglio narrarti e risale a molti anni fa. C’era un giovane ragazzo di 20 anni che viveva nel castello di famiglia, nobili quasi impoveriti, ma che i contadini rispettavano e servivano lo stesso. Il ragazzo però era un ribelle, non voleva obbedire a suo padre, ne ai suoi fratelli. Lo fecero studiare in convento coi frati per fargli apprendere la scrittura, la lettura, il latino..e quando disse di voler prendere i voti, la sua famiglia glielo negò riportandolo al castello. A 16 anni egli fuggì con una carovana di attori che recitavano commedie, ma di nuovo suo padre ed il fratello più anziano lo trovarono e lo ricondussero a casa. Qui il ribelle decise di cacciare un branco di lupi che spaventava il villaggio , e ci riuscii! Riportò la testa del capo branco e fù venerato come un Dio! Ricevettero visite e doni, fra questi un mantello di velluto rosso foderato col pelo dei lupi uccisi, più un paio di stivali creati dal più ricco mercante di stoffe d’ Alvernia che glieli consegnò di persona con il figlio maggiore Nicolas de Lenfent….”
Si fermò un attimo e guardò il fuoco per cercare il modo di continuare. Jean mangiava con calma e lo guardava in attesa.
“Quei due divennero amici sin da subito. Lui aveva studiato legge a Parigi , ma si innamorò del suono del violino quando incontrò un certo italiano molto famoso che si diceva avesse venduto la sua anima al diavolo!”
“Paganini!” sbottò Jean con la bocca piena.
Lestat annuii e riprese a narrare.
“Abbandonò così gli studi di legge per concentrarsi sul violino, studiò addirittura con Mozart…ma suo padre non fu d’accordo, furioso gli distrusse l’amato strumento che si era comprato vendendo tutti i suoi libri…ma Nicolas non si arrese, fuggì a Clermont, e vendette l’orologio per un nuovo violino. L’uccisore di lupi, il Marchese, era così affascinato dalla sua storia che volle rivederlo. Così cominciò a fargli visita alla locanda del paese dove trascorrevano le ore a bere e parlare sognando Parigi, i suoi teatri, facendo progetti….
E Nicolas gli rammentò di averlo conosciuto da bambino quando il prete li condusse nella radura in cui secoli prima. Bruciavano le streghe, per mostrargli i macabri resti dei pali bruciati ed il terreno ancora annerito…Il marchese bambino iniziò a piangere ed urlare, furono costretti a mandar a chiamare sua madre per calmarlo, e Nicolas se ne era ricordato….Furono ancora più uniti da quel ricordo.
Nicolas suonava il violino per il suo nuovo migliore amico, passavano ore persi nelle loro conversazioni, e poi un giorno decisero di fuggire a Parigi per seguire le loro ambizioni.
I primi tempi furono duri, ma Nicolas suonava il suo violino mentre il Marchese entrò a far parte di una compagnia teatrale e si fece conoscere nelle varie commedie. I giornali cominciarono a scrivere articoli su di loro, e tutto pareva andar per il meglio….Ma così non fù .
Lestat si alzò e si fermò davanti alla finestra.
Fuori aveva cominciato a piovere a dirotto-
“Monsieur, se vi fa troppo male ricordar questa storia non voglio obbligarvi a continuare….!” Disse Jean posando la forchetta.
“Tranquillo mio giovane amico, ormai non fa più così male…è solo che da adesso in poi la storia potrà sembrarti strana….”
“Vi ascolto…”
Lestat si appoggiò sul davanzale.
“Nel mese di ottobre uno strano personaggio prese di mira il giovane Marchese, il ragazzo cominciò a vederlo ogni sera mentre si esibiva, poi, una notte il giovane venne rapito da quell’uomo anziano che lo aveva scelto come suo erede….Dopo avergli mostrato le sue ricchezze l’uomo ..si suicidò bruciandosi vivo….ed il ragazzo rimase solo. Quell’uomo però non solo gli aveva lasciato il suo patrimonio, ma gli aveva fatto un altro dono che lo stava..cambiando…Per qualche notte si tenne lontano da Nicolas e dal teatro, poi parlò col proprietario, lo comperò per assicurare un futuro alla compagnia…”
Lestat si bloccò un istante a guardare Jean che lo ascoltava rapito.
“Monsieur?” disse dopo alcuni secondi di silenzio.
“Scusami Jean, non sono stato del tutto onesto con te….”
“…Cosa intendete dire?? si stupii il giovane.
“Non so se mi crederai, ma il giovane Marchese venne tramutato in un….vampiro…” sibilò insicuro.
Jean lo fissò senza batter ciglio anzi, si sporse in avanti e sorrise.
“Vi supplico di dirmi come continuala storia….”
Lestat annuii e lo accontentò.
Continuò a rivivere quei lontani ricordi.
Gli disse di quando la madre del Marchese arrivò a Parigi in punto di morte, e di come lui la trasformò pur di non perderla, gli raccontò di una setta che si faceva chiamare “I figli delle tenebre” che rapirono Nicolas e gli attori della compagnia, gli parlò del loro Capo, un vampiro dall’aspetto di un diciassettenne di nome Armand e di come il giovane riuscii a distruggere ciò in cui la congrega credeva.
Una volta liberato Nicolas il giovane Marchese lo trasformò, ma tra di loro si ruppe qualcosa.
L’amicizia di un tempo si era trasformata in amore e passione, ma ora Nicki era depresso, frustrato.
Il Marchese lo lasciò nelle mani di Armand e di alcuni suoi superstiti della setta che cominciarono ad esibirsi in teatro.
Nicolas ribattezzò quel luogo “Il Teatro dei vampiri” e cominciò a scrivere le musiche per molte commedie raggiungendo un notevole successo.
Purtroppo però cominciò a ribellarsi alle regole di Armand.
Raccontava i loro segreti alla gente mortale.
Più volte cercò di creare altri vampiri, e cominciò a diventare ingestibile.
“E cosa fece Armand?” domandò per la prima volta Jean interrompendolo.
Lestat fu felice di quel suo interesse.
“Armand lo rinchiuse lasciandolo a digiuno per 5 notti e poi…come punizione finale…gli amputò le mani…” concluse con un nodo alla gola.
“Dio mio! Tolse le mani…ad un violinista!!! Io non sarei sopravvissuto..il mio strumento è la mia vita!” sbottò Jean sconvolto.
Lestat sorrise mestamente.
“Poco tempo dopo Armand gliele ridiede, ma la prigionia ed il digiuno lo avevano reso pazzo….una notte chiese ad Armand il permesso di andare in campagna per celebrare un sabba, accesero anche un falo’….ballarono mentre lui suonava il suo ultimo requiem…”Gli occhi gli si inumidirono e sospirò:” Ad un tratto Nicolas smise di suonare, diede il violino ad una delle vampire della compagnia dicendole di rispedirlo al suo amato Marchese…..infine, si gettò nelle fiamme del falò…” concluse con un filo di voce mentre una lacrima di sangue sfuggì al suo controllo e scivolò sul suo volto.
“Monsieur, ma voi state sanguinando!”
Jean afferrò un tovagliolo e corse ad asciugargli gli occhi lasciando Lestat senza parole!
Si guardarono a lungo in silenzio.
E poi…accadde.
Lestat lo attirò a se e posò le labbra sulle sue in attesa di una sua reazione, tipo un pugno od una spinta, che però non giunsero…anzi.
Jean rispose al suo bacio con ardore e la passione divampò fra loro due come un fuoco bruciante.
Lestat lo addossò alla parete continuando ad assaporare la sua bocca, mentre le loro lingue danzavano veloci cercandosi spasmodicamente.
Il profumo della sua pelle, dei suoi capelli era nulla confronto al rumore del suo sangue che circolava nelle sue vene.
Cominciarono così a togliersi i vestiti di dosso l’un l’altro, troppo ansiosi di spingersi oltre, Lestat si ritrovò sdraiato sopra di lui, nudi e sudati, i loro membri inturgiditi dal piacere..
Da molto tempo non possedeva un umano!
Il calore del corpo di Jean contrastava con quello glaciale della sua pelle.
Ma ormai non potevano più tornare indietro!
Il ragazzo si voltò mostrandogli la schiena e con occhi arrossati dal piacere lo implorò..
“Vi supplico Monsieur, possedetemi!!!”
E lui non si tirò indietro…
Lo desiderava troppo!
Ormai eccitato lo penetrò con un colpo solo strappandogli un urlo strozzato , ma non di dolore…
Capii subito che Jean non era vergine…e non sentendo lamentele proseguii con l’amplesso .
Fu…meraviglioso!
Possedere un corpo caldo, morbido, al contrario dei loro corpi duri come il marmo e freddi, dopo così tanto tempo fu un’esperienza splendida.
Il giovane lo lasciò fare, gli si concesse più e più volte, esplodendo in orgasmi lunghi e sempre più profondi.
I loro baci divennero infuocati, Lestat cercò di contenere la sua forza per non fargli male, lo tenne stretto fra le braccia, sollevandolo quando era esausto dalla passione.
Bevve il succo dei loro amplessi stillato dal membro del giovane che si dimenava ogni qual volta avvertiva la punta della sua lingua su di esso.
Passarono tutta la notte uniti in interminabili amplessi, poi, cominciarono a fare delle pause, a parlare.
E Lestat ritornò indietro nel tempo, in quella locanda del villaggio di tanti secoli prima.
Chiese a Jean di suonare per lui, ma a notte fonda la padrona bussò alla loro porta infastidita come gli altri ospiti.
Lestat e Jean si rivestirono ed uscirono nella notte di Parigi, diretti verso un luogo in cui nessuno li potesse disturbare.
Un parco, alla periferia di Parigi diventò il loro rifugio.
Jean suonò il violino per lui e Lestat finì con innamorarsi di quel giovane talento.
Col passare dei giorni Lestat si rivelò a lui per ciò che era e Jean lo sconvolse con la sua risposta sincera.
“Ho sempre saputo che quel Marchese Uccisore di lupi eravate Voi!”
“Co…come hai detto?”
“Io vi credo…si vede che siete una creatura unica, che non appartenete a questa era.. mi sento così fortunato ad avervi incontrato, ma posso porvi una domanda?”
“Certo…”
Jean gli si distese accanto posandogli il viso sul petto pallido.
“Voi…state con me…solo perché vi ricordo il vostro amato Nicolas de Lenfent?”
Lestat sussultò leggermente e si tirò su a sedere stringendo Jean fra le braccia.
“La prima volta che ti ho visto ho pensato subito a Nicki, lo ammetto, ma poi….trascorrendo i giorni e le nottate con te, ho imparato a conoscerti, ho imparato ..ad amarti…!”
“Davvero?”
Lestat annuii e gli posò un bacio sulla fronte.
“Ora sei il mio protetto, nessuno oserà nuocerti e da domani ti iscriverai al Conservatorio!”
“Coosa? Ma..io non posso permet…”
Lestat gli posò due dita sulle labbra.
“Penserò a tutto io, ti supplico, lascia che ti aiuti a realizzare il tuo sogno!”
“Oh …Luc…io…”
“No, chiamami col mio vero nome….”
“Eh?”
“Sono Lestat,Lestat de Lioncourt!”
Jean lo guardò allibito.
“Le…Lestat? Quello….dei libri?”
“Si, in carne ed ossa…mi credi?”
“Ho capito che eri un vampiro sin da subito..non ho avuto paura di te, e non ne ho tuttora, ma come posso sdebitarmi per tutto ciò che hai fatto e che vuoi fare per me?”
Lestat sorrise accarezzandogli il viso.
“Diventa il pià grande violinista di tutti i tempi, ed io sarò ripagato…E quando avrai un attimo di pausa…dedicami un po di tempo amandomi come solo un umano può fare!”
Jean annuii e per tutta risposta lo attirò su di se di nuovo concedendosi a lui ancora una volta…




Edited by Valene - 13/11/2018, 16:00
 
Web Contacts  Top
0 replies since 24/8/2016, 13:01   69 views
  Share