+Dark & Gothic Lolita+

Eternal Passion CAPITOLO 6

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view post Posted on 17/8/2016, 12:03
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Eternal Passion CAPITOLO 6

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La vita notturna di Parigi si avviava a divenire la vita “diurna” dato che l’orologio segnava le 6,30 del mattino.
Il cielo grigio coperto da grandi nuvoloni preannunciava temporali.
Lestat osservava il risveglio della città dalla vetrata di un bar.
Tra le mani teneva una tazza di caffè ormai diventato gelido.
Era rimasto lì per ore a riflettere, ricordare e riorganizzare i pensieri. Le parole pronunciate da Armand gli rimbombavano ancora in testa.
“…Immagina la tua vita senza Louis….”
Era IMPOSSIBILE!
Strinse la tazza così forte che la sentii incrinarsi.
Se quella lontana notte non lo avesse seguito…se non avesse percepito il suo dolore…se non avesse accolto la sua silenziosa richiesta di aiuto….
Louis sarebbe stato ucciso in un duello o da un brigante..
E lui?
Cosa avrebbe fatto a New Orleans?
Niente Louis niente Claudia….
No. Gli era impossibile immaginare la sua esistenza senza quella sua ingrata creatura.
Lascò i soldi più la mancia sul tavolo e si decise ad uscire dal bar.
La moto parcheggiata a poca distanza, nera e lucida, lo attendeva.
Montò in sella , accese il motore e ripartì a tutta velocità in cerca di una meta ormai dimenticata, sfrecciò per i vicoli, ormai modernizzati e così differenti a quelli che lui percorse nel 1800 circa, ma trovò quello che cercava.
Boulevard du Temple.
Parcheggiò la moto e si incamminò lungo il viale che iniziava ad essere invaso da parigini e turisti.
Un tempo era stato sede dei più grandi e sfarzosi teatri, amato luogo di passeggio e divertimento, pieno di “caffè concerto”.
Ora nuovi e moderni edifici erano stati costruiti sulle loro fondamenta.
Lestat si guardò attorno in cerca di un indizio che potesse condurlo laddove una volta sorgeva il luogo che stava cercando.
Ma con gli anni, tutto era mutato.
I vecchi negozietti di bambole dove lui era solito far regali a Claudia erano un lontano ricordo.
Ora vedeva attorno a se banche, uffici, boutique..nulla che gli potesse interessare…
Camminò per circa 300 metri quando udii un suono a lui famigliare: un violino!
Vide un gruppo di turisti fermi sul vialone intenti a scattare foto e girare video con i loro cellulari moderni.
Incuriosito decise di avvicinarsi…
E ciò che vide lo lasciò impietrito!
Un giovane ragazzo suonava un violino ed era vestito in stile francese fine 1700.
Ma ciò che lo lasciò senza fiato, fu il suo volto.
O lunghi capelli corvini e gli occhi neri e profondi riportarono alla sua mente il suo antico amico ed amante Nicolas de Lenfent.
Rimase a fissarlo a lungo mentre si esibiva in virtuosismi facendo vibrare le corde di quel violino, che Lestat riconobbe essere uno Stradivari, uguale a quello che aveva regalato a Nicky, suonando i Concerti di Paganini ad occhi chiusi con gran classe.
La gente lo applaudiva e lasciava monetine nella custodia aperta, ma Lestat non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Era la fotocopia del suo Nicolas!
Talmente rapito da quella visione non si accorse che la musica era terminata ficnhè una donna gli diede una spallata per passare avanti e farsi una foto col violinista.
Il giovane sorrise e ringraziò, poi si chinò a raccogliere i proventi della sua esibizione e fu allora che incrociò lo sguardo di Lestat.
“Salve, monsieur, vi sentite bene?”
Lestat si riscosse e si inchinò alla sua altezza
“Siete davvero un prodigio….” Sibilò.
“Vi ringrazio..suono questo strumento da che ho memoria….”
“Bhe, lo fate davvero in modo impeccabile…!
Aprii il portafoglio ed estrasse una banconota da 100 euro che lasciò cadere nella custodia poi si voltò e fece per continuare la sua ricerca, quando uddi la voce del giovane attirar la sua attenzione.
“Monsieur! Monsieur! Aspettate!”
Si girò e vide il giovane corrergli incontro ansimante con la banconota in mano.
“Monsieur..io non posso accettare! Sono troppi soldi per un musicista di strada…”
Quel gesto umile gli sciolse il cuore.
Nel Nuovo millennio la gioventù che aveva purtroppo conosciuto era ormai senza ideali, né educazione e senza principi morali, guardò il ragazzo e sorrise.
“Ve li siete meritai ed, anzi, ne valete molti di pià credetemi , accettateli come buon auspicio…”
“Siete troppo gentile, ma ora mi sento in debito con voi….”
“Oh no! Non dopo il concerto inatteso al quale ho assistito…Sono musicista anche io e posso capire ciò che provate…”
Il giovane mise in tasca i soldi e fece un inchino.
Lestat accennò un saluto, poi tornò a guardarlo.
“Vi offendete se vi offro il pranzo?” sbottò
Il ragazzo rimase senza parole ed annuii arrossendo.
“Ottino allora…conosco un ristorante dove si mangia molto bene, ma dobbiamo arrivarci con la mia moto…” disse girando sui tacchi e tornando da dove era venuto.
“Avete una…moto?”
“Si, la uso raramente ma oggi dovevo fare alcune ricerche lungo il Boulevard….”
“Ed avete trovato quello che cercavate?”
Lestat lo guardò di sfuggita.
“No, ma ho trovato qualcuno di molto più interessante..” svoltarono l’angolo e trovarono la moto.
“Ohh! Una Ducati! E’ splendida!”
“Si, lo è.. avanti Sali!”
Gli porse un casco, salii in sella ed avviò il motore.
Il giovane lo imitò e si sedette dietro di lui reggendosi al sedile.
“Uhm…meglio che ti reggi a me…questo non è un motorino…” disse il vampiro sorridendo per poi partire a tutta velocità.
La stretta del ragazzo si fece sicura e lui guidò lungo le strade affollate, costeggiando al Senna per arrivare a MontMartre dove si trovava il ristorante che conosceva.
Parcheggiò ed aiutò il ragazzo a scendere, poi fece altrettanto ed entrarono nel locale.
Una cameriera li accolse col sorriso e Lestat le chiese di aver un tavolo un po’ appartato.
Fu accontentato.
“Non mi avete ancora detto il vostro nome!” sbottò il giovane posando il violino accanto alla parete.
“E voi non mi avete detto il vostro…” sorrise
“Rimedio dunque, mi chiamo Jean Daniel DuMont…” annunciò allungando la mano.
Lestat la sfiorò appena, dato che aveva la pelle gelida, e poi gli porse il menù.
“E voi, Monsieur? Lo avete un nome?”
Il vampiro si fece riflessivo, colto di sorpresa non voleva rivelargli la sua vera identità , quindi disse il primo nome che la mente gli suggerii.
“Luc, Luc du Bois….”
Jean sorrise e poi guardò il menù.
“Scegli pure tutto quello che vuoi senza indugi..” disse il vampiro fingendo di sgranocchiare un grissino.
Ma il volto di Jeand si fece perplesso.
“Monsieur, ma.. avete visto i prezzi…?” sibilò.
“Non preoccuparti, la cucina è ottima ed io non do importanza al denaro…..”
“Oh..voi parlate come se proveniste da un’altra epoca….”
La cameriera si intromise per raccogliere le ordinazioni.
Lestat si disse indisposto ed ordinò una tazza di brodo caldo, mentre Jean , che non doveva aver fatto pasti decenti nell’ultimo mese, ordinò mezzo menù.
Si ritrovarono così a parlare di tutto.
Dai compositori di un tempo a quelli moderni, parlarono di arte, storia, letteratura.
Jean si dimostrò molto preparato e ciò affascinò Lestat ancor di più, tant’e’ che volle sapere più cose possibili sulla sua vita.
Aveva 19 anni, era nato a Nizza, ma era stato abbandonato in un orfanotrofio.
Un’anziana insegnante di musica lo aveva adottato quando aveva tre anni e come regalo di benvenuto gli fece trovare il violino!
Lo fece studiare in privato con i migliori insegnanti, ma quando compii 15 anni la donna morii lasciandolo solo e senza eredità.
Così si era rimboccato le maniche ed aveva svolto vari lavori per poter continuare gli studi, ma il sogno di iscriversi al Conservatorio della Sorbona non era alla sua portata., così aveva rinunciato.
Ormai senza lavoro ne soldi da circa un anno si esibiva in giro per le strade di Parigi.
Lestat ascoltò la sua storia senza mai intromettersi e gli ricordò ancora di più il suo Nicolas.
Ciò lo rese nostalgico e triste.
“Monsieur? Ho forse detto qualcosa di errato?”
Lestat si riscosse e lo guardò sorridendo.
“Assolutamente no caro Jean, è solo che la tua storia mi ha riportato alla mente quella di un mio caro amico, morto da tempo….”
“Oh.. mi scuso, non volevo rattristarvi …”
Lestat finse di bere il brodo poi sorrise di nuovo.
“E’ tutto a posto, andiamo a pagare il conto e lascia che ti accompagni alla tua prossima destinazione….”
Si alzarono, Jean caricò il violino sulle spalle mentre Lestat saldava il conto, poi tornarono fuori fra le strade affollate.
Raggiunta la moto Lestat lo guardò.
“Dove vuoi andare ora?”
Jean distolse lo sguardo intimidito e rosso di vergogna.
“Hey…è tutto ok?”
“Scusate monsieur ma io….non ho fissa dimora…mi sposto di dormitorio in dormitorio e non sono luoghi adatti a voi.” Sussurrò.
Lesta si sciolse, provando uno strano sentimento protettivo nei suoi confronti.
“Jean salta su conosco un posto adatto a te…”
Il giovane non ribattè ed obbedii stringendosi a lui durante la corsa.
Lestat guidò lungo i viali alberati per poi immettersi in alcuni vicoletti.
Si fermò davanti un bel palazzo signorile dove al piano di sotto si trovava una locanda ed appeso al muro un cartello indicava delle camere in affitto.
“Ma…monsieur?2
“Schh..seguimi….” lo zittì superandolo con passo sicuro ed entrando nel locale semi vuoto.
Dietro al bancone stava una donna grassa e tutta truccata che li accolse con un sorriso.
“Buon pomeriggio Madame, vi chiedo, a quanto affittate le camere?2
La donna li squadrò dalla testa ai piedi e poi si sporse dal balcone esponendo un po’ troppo il suo davanzale.
“Sono 60 euro a notte con bagno privato e colazione inclusa…”
Lestat annuii aprendo il portafoglio , estrasse una banconota da 200 euro e gliela porse..
“Voglio affittare una camera per tre giorni, poi vedremo se prolungare o meno la permanenza in questo luogo…” spiegò conciso.
La donna afferrò i soldi e gli diede il resto.
Jean si avvicinò a Lestat e gli sussurrò con un fil di voce.
“…ma…monsieur è troppo caro!”
“Non tediarti amico mio, piuttosto, Madame la chiave grazie…, gradirei dare un’occhiata alla stanza personalmente…”
La donna prese una chiave e gli fece strada lungo una scalinata che saliva di vari piani.
Si fermò al secondo ed aprii la porta numero 5 accendendo al luce.
La stanza era piccola ma accogliente.
Un bel letto, un tappeto, un armadio, un tavolo ed una sedia.
Era adatto per tre giorni.
La donna li lascò per tornare a servire i clienti della locanda.
“Bhe, non è di certo Versailles, ma almeno non sarai all’aperto o frai barboni…” disse Lestat ritrovandoselo dinnanzi.
“Monsieur ma…perché lo state facendo? Ci conosciamo appena!” sbottò stupito il giovane.
Lestat non seppe come rispondergli.
“Diciamo che..ho sempre amato far del bene….”
“No….” Lo bloccò con una mano sul petto “non mi state dicendo la verità ..come posso riporre fiducia in voi?”
Il vampiro si perse nei suoi occhi neri, ma brucianti di rabbia.
Ciò gli ricordò il suo adorato Nicolas.
Tirò un lungo respiro ed andò a sedersi sul bordo del letto, guardando fuori dalla finestra il sole che scompariva lasciando il posto alla sera.
“Devo narrarti una storia, mentre cenerai, e tu dovrai ascoltare e poi potrai giudicarmi come riterrai doveroso fare, intesi?”
Jean annuii.
“Ma prima ho un impegno di cui non posso liberarmi…” estrasse altri soldi e li posò sul comodino poi si alzò in piedi.
“Comprati dei vestiti e stivali, cena ed aspetta il mio ritorno dopo le 22 in questa stanza..A quel punto ti dirò ogni cosa…”
Si diresse alla porta, la aprii ed uscii senza voltarsi a guardare il giovane.






Edited by Valene - 13/11/2018, 15:59
 
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