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di Franco Rol
chi era gustavo rol?un illminato per me
la descrizione del nipote
Le frontiere della scienza vengono costantemente ampliate da nuove
scoperte e nuove analisi sperimentali. Il metodo introdotto da Galileo Galilei
ha permesso negli ultimi quattro secoli un progresso senza precedenti nella
storia della specie umana. Questo metodo resta ancora oggi valido,
nonostante la fisica del XX secolo abbia mostrato come si riducano le
possibilità di prevedibilità e ripetibilità di un esperimento nel momento in cui
ci si addentri nelle profondità della multidimensionale struttura del Cosmo.
Testimone di queste nuove conoscenze della fisica fu anche il dott.
Gustavo Adolfo Rol, un enigmatico signore vissuto a Torino dal 1903 al
1994; chi scrive ne è un lontano cugino, con la fortuna di averlo potuto
conoscere in giovane età.
Rol, che ebbe modo di incontrare, tra gli altri, Albert Einstein ed Enrico
Fermi, è oggi essenzialmente ignorato dal mondo scientifico, perlomeno
quello ufficiale, in quanto rappresenta qualcosa di estremamente scomodo e
difficile da poter anche solo prendere in considerazione.
Di famiglia agiata, plurilaureato (Giurisprudenza, Economia e
Commercio, Biologia), di cultura enciclopedica, gentiluomo d’altri tempi per
educazione e modi, da giovane aveva girato l’Europa in qualità di
funzionario di Banca (il padre Vittorio era stato direttore della Comit di
Torino), lasciando successivamente l’impiego per dedicarsi all’antiquariato, e
nella vecchiaia alla pittura.
La sua bella presenza e prestanza fisica, unita a uno sguardo magnetico e
alla cura ed eleganza nel vestire, lo facevano sembrare un diplomatico o un
ambasciatore, o anche un agente segreto simile al Bond interpretato da Sean
Connery.
Sin da giovane aveva instaurato rapporti di conoscenza con intellettuali,
artisti, uomini d’affari e aristocratici in giro per il continente, viaggiandovi
frequentemente anche alla ricerca di cimeli napoleonici, di cui era un
appassionato collezionista.
Avrebbe avuto amici importanti e influenti anche se non avesse posseduto
ciò per cui divenne famoso in seguito, ormai già in età avanzata e soprattutto
dopo la sua morte.
Ovvero la possibilità di agire sulla materia, lo spazio e il tempo e di
poterli modificare quasi senza limiti.
All’origine di questa sua capacità, che annovera, tra le altre cose,
possibilità come la telepatia, la chiaroveggenza, la bilocazione, la
materializzazione e smaterializzazione di oggetti, la taumaturgia, la
precognizione, i viaggi nel tempo, la telecinesi, l’endoscopia, la plasticità del
corpo, il passaggio attraverso superfici solide e altri fatti straordinari come
questi, vi è una scoperta che Rol fece a 24 anni, nel 1927, lo stesso anno in
cui Heisenberg formulò il suo famoso principio di indeterminazione.
Un giorno che era a Parigi, dopo quasi tre anni di sperimentazioni, giunse
a scrivere sul suo diario:
«Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta
musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura.
Non scriverò più nulla!».
Da lì in poi, iniziò un percorso che si spingeva ben al di là dei limiti dei
nostri sensi e della nostra coscienza, e che lo traghettò nel regno di quella che
lui chiamò “Coscienza Sublime”, ovvero uno stato assai particolare della
mente che noi in più occasioni abbiamo messo in relazione con il nirvana/
samadhi della tradizione indù.
In quella condizione, Rol era in grado di ampliare i normali confini
percettivi, di vedere e sentire laddove in genere non è consentito alla
coscienza comune. Ma anche di penetrare, entrando in sintonia e risonanza,
nella struttura profonda della materia, nelle curve dello spazio e nelle pieghe
del tempo, scoprendone i segreti e portandoli alla luce con i suoi prodigi e i
suoi esperimenti.
Su di essi esiste ormai una vasta letteratura (per una bibliografia
esauriente cfr. il nostro studio Il simbolismo di Rol, 2009), vi hanno assistito
personaggi famosissimi e persone comuni: Fellini, Buzzati, Cocteau, De
Gaulle, Kennedy, Pio XII, Agnelli, Zeffirelli, la regina Elisabetta II, Re
Umberto I, John Cage e molti altri; ma anche negozianti, impiegati,
camerieri, portinai, artigiani, collaboratori domestici; e poi ovviamente la
classe media, con i suoi avvocati, notai, commercialisti, imprenditori,
industriali, etc. etc.
La fenomenologia di Gustavo Rol si divideva essenzialmente in due
categorie: quella dei prodigi che avvenivano nei posti più vari, e quella degli
esperimenti che venivano condotti o a casa sua o a casa di altre persone o
comunque in ambienti dove potevano comodamente sedersi e riunirsi lui e i
presenti del momento (quindi anche in alberghi, negozi, ristoranti, etc.).
La sessione tipica era comunque quella serale dopo cena (dalle 9:00
all’01:00 circa), a casa sua o di amici.
Per “addomesticare” le leggi della fisica alle sue esigenze creatrici, e per
poter sfruttare le correnti invisibili di una onnipervadente scienza
dell’armonia, Rol aveva creato alcuni esperimenti di base, sui quali e dai
quali spingersi nelle più fantastiche e inconcepibili varianti.
L’ABC – così lui li definiva – era costituito dalle comuni carte da gioco,
che venivano usate quale mezzo matematico, cromatico e simbolico per poter
sperimentare in modo regolare e continuativo, dando modo ai presenti di
rendersi conto di quale fosse la struttura ricorrente.
Di fatto, erano dei veri e propri esperimenti scientifici, nei quali si
assumevano determinate condizioni iniziali e si trovava il risultato cercato
con l’azione concomitante di tutti i partecipanti, Rol non essendo che un
coordinatore in una misura non molto dissimile dall’azione di un direttore
d’orchestra (che non suona strumenti così come Rol non toccave le carte).
Questi esperimenti tuttavia, pur se ripetibili nella loro struttura, non lo
erano nel risultato, che mutava di volta in volta a seconda del contributo che
il “caso” forniva alla scena.
Una analisi di come questo avveniva non è possibile in questa sede per
questioni di spazio.
Vogliamo invece brevemente soffermarci sull’inevitabile scetticismo a cui
Rol incominciò ad andare incontro non appena si diffuse la nomea della sua
leggenda. Premesso che egli condusse sempre una vita riservata, mai in cerca
di pubblicità o denaro, concesse negli ultimi decenni della sua vita alcune
interviste che lo hanno fatto conoscere al pubblico, e suscitato l’interesse
anche di quella parte della comunità scientifica che ancora non aveva potuto
o voluto avvicinarlo, vuoi per diffidenza, vuoi per disinteresse, vuoi per il
semplice fatto di non aver mai sentito parlare di lui.
Dopo che studiosi di para-psicologia lo avevano cominciato ad avvicinare
a partire dai primi anni ‘60, ottenendo, nel migliore dei casi, di poter assistere
qualche volta a questi esperimenti (Di Simone, Inardi et al.), e nel peggior di
non essere ammessi o di essere respinti dopo un primo incontro (Cassoli et
al.), fu la volta dei giornalisti (Buzzati, Lugli, Allegri, Gervaso et al.), che ne
scrissero – in qualità di testimoni diretti –, soprattutto negli anni ‘70, con toni
entusiastici su quotidiani e periodici nazionali.
Ci fu tuttavia una eccezione, come in tutte le buone regole… Il giornalista
e divulgatore scientifico Piero Angela, che nella metà degli anni ‘70 era
all’inizio della sua carriera, aveva chiesto di poter essere ricevuto da Rol e di
presenziare ai suoi ormai famosi esperimenti.
Angela aveva in progetto una inchiesta sul “paranormale” e la
parapsicologia, che sarebbe sfociata in un libro e in una trasmissione
televisiva ad hoc.
Torinese come Rol, nel suo libro uscito nel 1978 con il titolo Viaggio nel
mondo del paranormale, scrive «di aver sentito parlare di lui con sussurri di
stupore fin da ragazzo» ; non poteva quindi non essere curioso di incontrarlo 1
e soprattutto, non poteva non includerlo in una inchiesta con la quale forse,
fin dall’inizio, si proponeva di screditare completamente l’argomento.
Certo, per la quasi totalità dei personaggi che descrive nel suo libro non
possiamo dargli torto, fenomeni da baraccone o pseudo-sensitivi in cerca di
pubblicità che nulla però hanno in comune con Gustavo Rol, un Iniziato
autentico inserito nel mucchio solo per dovere di cronaca.
Lo stesso Angela, alla fine dei paragrafi su di lui, scrive:
«Avevo persino pensato di non includere questo passaggio [su Rol] nel
libro, proprio per stendere un cortese velo di silenzio sulla vicenda.
Ma sarebbe stato onesto? Non credo. Infatti il “caso Rol” viene citato
spesso come una prova vivente del paranormale, viene esaltato da giornali,
riviste, libri di parapsicologia come un fenomeno di fronte al quale anche la
scienza non trova spiegazioni.
In queste condizioni, allora, si è costretti a dire certe cose, che non
sarebbe giusto passare sotto silenzio» . 2
Quali sono queste cose? Lo vedremo tra breve. Intanto occorre
sottolineare in quale luce Angela – la cui testimonianza critica è uno dei
capisaldi di coloro che non credono a Rol – ha presentato il suo concittadino,
all’inizio delle pagine a lui dedicate:
«Gustavo Adolfo Rol è certamente quello che si dice una “personalità” (e
anche un personaggio di stile). Vive in un aristocratico appartamento della
vecchia Torino, attorniato da raffinati mobili e quadri d’epoca, e accoglie, per
Angela, P., Viaggio nel mondo del paranormale, Mondadori, Milano, 1978, p. 335. 1
idem, pp. 335-336. 2
le sue serate paranormali, solo un pubblico selezionatissimo (Federico
Fellini, mi dicono, è uno dei suoi devoti frequentatori).
Racconti straordinari vengono fatti sul suo conto; si dice che riesca a
leggere nei libri senza aprirli, a provocare “apporti” misteriosi; a scrivere a
distanza e che addirittura abbia il dono di sdoppiarsi (“Mentre è a Torino lo
fotografano a New York” afferma il titolo di un articolo a lui dedicato)» . 3
Al fondo dell’ultimo paragrafo, dopo aver espresso le sue opinioni
critiche, aggiunge:
«G.A. Rol ha comunque una qualità: quella di fare tutte queste cose con
stile e, ne sono certo, senza scopo di lucro. È un personaggio della vecchia
Torino (…) e tutto sommato è una tradizione che dispiace perdere, perché fa
parte (come tanti altri aspetti del “paranormale”) di un mondo che ha un suo
fascino e un suo carattere» . 4
Suol dirsi, dei Torinesi, esser “falsi e cortesi”… Questi giudizi vellutati di
Angela erano in realtà il contorno del pugno di ferro nello stomaco da lui
sferzato con nonchalance alle performances di Gustavo Rol.
Il giornalista scrive:
«Con molta cortesia il dott. Rol mi ha ricevuto due volte. Egli sa che il
mio atteggiamento era quello di un osservatore e non di un credente e quindi
con molta franchezza dirò quello che penso.
Nel corso di queste due sedute ho accuratamente osservato gli esperimenti
da lui eseguiti, ne ho preso nota scritta in seguito, e mi sono posto la consueta
domanda: si tratta di fenomeni genuini? ». 5
La premessa è già abbastanza fuorviante: infatti si diveniva in genere
“credenti” in Gustavo Rol dopo aver assistito – e in più occasioni – ai suoi
esperimenti, non prima; la maggior parte di chi avvicinava Rol era un
osservatore esattamente come Angela, e alcuni venivano in contatto con lui
senza neanche sapere chi fosse. Ma andiamo avanti:
«Un primo gruppo di “esperimenti” consisteva in giochi di carte (carte,
per esempio, che apparivano in vari punti del mazzo dove non dovevano
essere; carte che, indicate a caso, risultavano uguali a quelle scelte in
precedenza ecc.).
Un repertorio certamente sorprendente. E non c’è dubbio che in una
atmosfera particolare (dovuta anche alla personalità del dottor. Rol) tali
fenomeni possano apparire paranormali a uno spettatore emotivo.
idem, p. 330. 3
idem, p. 335. 4
idem, p. 330. 5
Ma un osservatore imparziale non deve lasciarsi, naturalmente,
influenzare dall’atmosfera, e soprattutto deve cercare di verificare se questi
fenomeni si situano davvero al di fuori delle cose possibili . 6
Per questa ragione, assieme all’amico Gigi Marsico che partecipava con
me a queste sedute, ci recammo a far visita a un vecchio prestigiatore di
Roma, il “mago” Arsenio (che ha al suo attivo un curioso record
professionale: per due anni fu stipendiato da Re Faruk, che voleva imparare
da lui come riuscire a barare a poker...) e gli spiegammo esattamente le cose
che avevamo visto. Man mano che la spiegazione avanzava egli annuiva,
come qualcuno che ascoltasse cose a lui ben note. Ad ogni descrizione
diceva: “Sì, questo lo faccio anch’io”. E ci rifece praticamente gli stessi
“esperimenti”. (…).
In particolare io ero rimasto colpito, durante la seduta da Rol, dal fatto che
una carta da me scelta a caso tra 18 che erano disposte (coperte) sul tavolo,
era uguale a una carta scelta da Gigi Marsico poco prima e tenuta in evidenza
(anch’essa coperta) su un lato del tavolo: io avrei potuto scegliere qualsiasi
altra carta, tra le 18 disponibili, quindi il fatto che avessi scelto proprio quella
sembrava indubbiamente costituire un fatto inspiegabile. Ebbene, questo
stesso tipo di esperimento mi è stato rifatto non solo dal “mago” Arsenio, ma
anche da un giovane prestigiatore americano, Lee Fried.
Anche James Randi, quando gli spiegai questi esperimenti, si rivolse
sorridendo al suo assistente, dicendo: “Ma è il repertorio classico!”» . 7
Qui finisce la “descrizione” del primo incontro. Angela ritiene che gli
esperimenti con le carte visti da Rol corrispondano ai giochi che fanno i
prestigiatori. Quasi tutti i testimoni – compreso chi scrive – affermano invece
che non c’è nessuna somiglianza tra gli uni e gli altri, e che i “giochi” di Rol
non hanno nulla a che vedere con la dinamica dei giochi di prestigio. Il fatto
è che questo viene affermato non solo da decine di persone, ma anche da
alcuni prestigiatori che hanno visto gli esperimenti di Rol, e che concordano
con tutti gli altri testimoni. Ad esempio, il dott. Carlo Buffa di Perrero, tra i
soci fondatori del Circolo Amici della Magia di Torino, il più importante club
di illusionisti italiano, ha raccontato durante una trasmissione televisiva su un
canale piemontese:
«Io ho visto da lui degli esperimenti. Li ho guardati con senso critico,
perché cercavo di sorprederlo credendo che facesse dei giochi di prestigio.
(…) Posso confermare, testimoniare – ma veramente – che ciò che ha fatto
lui, non aveva dei principi da giochi di prestigio. Questo è molto importante.
Bisogna che i prestigiatori ammettano questa dote di Rol; non faceva degli
imbrogli perché non era in grado di farli, perché non manipolava le carte, non
Di nuovo Angela insiste sul fatto che lui, a differenza dei “credenti”, è lì in qualità di 6
«osservatore imparziale», ma si tratta di una autocertificazione del tutto abusiva. Inoltre
omette di dire che Rol non toccava le carte, la caratteristica principale e più sconcertante di
questo tipo di “semplici” esperimenti.
Angela, P., cit., pp. 330-331. 7
c’erano dei ‘passanti’, non c’erano degli strumenti che noi usiamo per fare i
giochi di prestigio» . 8
Un giudizio analogo è stato espresso anche dal dott. Giuseppe Vercelli:
«Per quanto riguarda gli esperimenti io non dissi mai a Rol che facevo
parte del Circolo Amici della Magia di Torino. Mi dilettavo nella
prestidigitazione. E lui faceva spesso degli esperimenti di carte. La cosa
curiosa è che lui non toccava queste carte. E questo è assolutamente certo,
anche perché io in quel momento avevo un occhio critico. Quindi la cosa che
mi ricordo di più, che più era evidente, che mi sorprendeva, mi divertiva –
anche se non mi ponevo troppe domande nel momento – era proprio che
queste carte venivano spesso trovate girate al contrario, pur lui non
toccandole, e io di questo sono assolutamente certo» . 9
Di fronte a queste due testimonianze, l’opinione di Angela – già solitaria
se confrontata con le decine, se non centinaia di persone che hanno espresso
un parere diverso – si trasforma in pura speculazione, non supportata da una
sufficiente conoscenza delle tecniche illusionistiche che invece sia Buffa che
Vercelli possiedono.
D’altronde nel 2001, prima ancora che le loro testimonianze fossero
conosciute, quando cioè non si sapeva che degli illusionisti avevano visto da
vicino gli esperimenti di Rol, il prestigiatore Massimo Manca scriveva:
«…Angela assistette alle esibizioni senza essere in possesso di una vera
preparazione tecnica, tanto da dovere ricorrere a consulenti esterni che non
furono ovviamente in grado di ricostruire i giochi sulla base di un semplice
racconto: dopo la serata con Rol Angela chiese al grande prestigiatore
Arsenio di ripetere l’effetto e, scrive, Arsenio “rifece praticamente gli stessi
esperimenti”. Purtroppo, praticamente in prestigiazione non significa nulla:
l’effetto è assolutamente secondario: è il metodo che conta…, altrimenti, per
quanto ne sappiamo, la carta potrebbe essere stata davvero indovinata con la
forza del pensiero. L’introduzione al Viaggio nel mondo del paranormale
contiene una frase certamente condivisibile: Questo non è un libro per coloro
che vogliono credere. Ma per coloro che vogliono capire. Ahimè, alla fine del
paragrafo di Rol io posso credere, sulla base del resoconto, che Rol nelle sue
sedute facesse talvolta qualche movimento sospetto, ma certo è troppo poco
per capire il modus operandi dei suoi effetti» . 10
Peraltro, il tentativo dei prestigiatori che non hanno conosciuto Rol di
voler spiegare lo stesso i suoi esperimenti pur non avendoli mai visti,
bansandosi solo sulle testimonianze altrui filtrate con la loro deformazione
professionale, è un puro arrampicarsi sui vetri, come emerge anche dalle
parole di Vanni Bossi, un altro illusionista:
«Va notato che, come sempre, gli episodi che descrivono gli esperimenti
di Rol sono riportati con una carenza impressionante di dettagli, tanto da non
Ricordando Rol, Telestudio (Piemonte), 25/05/2004. 8
Bonfiglio, M., Rol. L’uomo, il mistero, la vita, regia M. Leone, Aries s.r.l., Rivarolo 9
Canavese, 2005.
Manca, M., Rol il prestigiatore, La voce scettica, n. 8, ott-dic 2001, p. 14; poi riprodotto 10
anche in Scienza & Paranormale, n. 47, gen-feb. 2003, p. 34.
permettermi, se non ipotizzando, di poter ricostruire esattamente come sono
andate le cose dall’inizio alla fine» . 11
Alexander, tra i più noti illusionisti italiani, conobbe abbastanza bene Rol
e fu invitato anche a casa sua. Pur non avendo avuto occasione di vedere gli
esperimenti, il suo giudizio “tecnico” è sicuramente significativo. Nel 2005
in una intervista aveva dichiarato:
«Come era la situazione quando Rol li faceva [gli esperimenti]? Quando
senti però come avveniva in certe cose di Rol, tipo l’esperimento in cui lui
non prendeva un mazzo di carte, cioè tu lo compravi – anche Marianini mi ha
raccontato questo – cioè l’ha comprato lui, l’ha portato da Rol:
“Dimmi una carta”
“3 di picche”
“Apri il mazzo – io non l’ho mai toccato – che hai comprato” – l’unica
carta capovolta è il tre di picche… Se la situazione è come sto dicendo io
adesso, sfido qualunque collega a riprodurlo» . 12
Bene, possiamo garantire che la situazione degli esperimenti era
esattamente questa, e se non fosse per il poco spazio qui disponibile, si
potrebbero fare decine di esempi incontrovertibili.
Alexander in altra occasione ha inoltre raccontato:
«Io Gustavo Rol l’ho conosciuto che era già anziano (…). Sapevo che un
mio collega, Silvan, aveva cercato di conoscerlo, e lui non l’ha ricevuto e
quindi avevo detto: figurati, farmi mandar via non ci vado.
Combinazione… ho conosciuto sua cugina, Elda, che era mia amica, che
mi ha detto: “Ma vuoi conoscere Gustavo?”. Il giorno dopo ero a casa sua, e
ho detto: ma guarda le cose come son facili.
Ora, quest’uomo, chi era? Immaginate un uomo alto circa un metro e
novanta, molto alto, il vero torinese come si immagina da fuori, distintissimo,
molto forbito, con degli occhi azzurrissimi. È indubbiamente un personaggio
carismatico. Che uno creda che lui avesse dei poteri, chiamiamoli
paranormali – non amo molto la parola, ma è per capirci – o non li avesse,
indubbiamente è uno che non passava inosservato; che tu [lo] vedevi ed eri
attratto, incuriosito – indubbiamente – da lui. (…).
Per cui siamo diventati amici… Io veramente avevo, ed ho, un grande
affetto per Rol, lo ricordo veramente con un grandissimo affetto.
Bossi, V., Un famoso sensitivo italiano: Gustavo Adolfo Rol, in Parapsicologia: un po’ 11
di verità e tante truffe, Landoni, Legnano, 1979, p. 84.
Bonfiglio, M., cit. 12
Io [non] ho mai chiesto a Rol: “Mi faccia vedere, dottor Rol, uno dei suoi
esperimenti”; per due motivi: uno, perché era anziano; due, perché ho detto:
se vorrà farmelo vedere lo farà lui – per un fatto di delicatezza . 13
Fatto sta che io non ho mai visto un esperimento suo. Si parlava sempre
dei Massimi Sistemi, della sua filosofia (…).
Aveva dei poteri paranormali Gustavo Adolfo Rol? Io non avendoli visti,
dicessi sì, così, vi direi una bugia, cerco di essere sincero il più possibile.
Cosa io sento? (…). Io penso che avesse una marcia in più, sotto
quell’aspetto Rol, indubbiamente, e che riuscisse a fare qualcosa che forse la
maggior parte delle persone non riusciva a fare. Ricorrendo a trucchi? Forse.
Dopo il discorso che hai fatto tu [rivolto a uno dei relatori] dei filippini, che
non è importante il mezzo ma il risultato ottenuto, a questo punto potrei dire
“anche”, non lo so. Senza trucco? Secondo me sì.
Io posso narrarvi un solo episodio… una cosa avvenuta al telefono, era il
periodo di Pasqua.”(…).
Io in quel momento avevo un piccolo problema, che era questo: avevo una
causa di lavoro con un ex dipendente, l’unico dipendente che avevo. E in
quel periodo se qualcuno era un datore di lavoro, e un altro era quello che
aveva il lavoro… chiaramente il datore di lavoro perdeva sempre; questo si
andava già sicuri… E io che ne avevo uno… non è che avessi una fabbrica…
Comunque lui mi telefona – non sapeva niente – e mi dice: “La sento un
po’ preoccupato”. E fin lì… ci sono delle tecniche, [come] il cold reading,
non ci vuole molto, anche il body language, o altre cose, tu riesci a capire…
Se vedi una persona messa così [mostra in che modo], non c’è bisogno che ti
dica: “Son triste”, lo capisci…
Ma io ero al telefono, il mio tono di voce forse era un po’ depresso, lui mi
dice: “È preoccupato da qualcosa”. E fin lì ci può stare. Però lui mi ha detto:
“Guardi, sento che la cosa che la preoccupa si risolverà molto
positivamente”. E anche lì, ci può stare, può essere sì, può essere no, una
possibilità du due. Ma la cosa che m’ha colpito – e credetemi, lo sapevo solo
io – m’ha detto: “Lei tra qualche giorno andrà in tribunale”, ed era vero.
“Guardi, questa persona… questa causa non la vincerà, etc.” e m’ha descritto
allora la cosa come sarebbe andata a finire. Quello m’ha colpito, perché s’è
svolta esattamente così la faccenda.
Ora sembra che io racconti una storia, però vedendo quali sono le mie
posizioni, per certi aspetti anche un po’ scettiche, credo di essere abbastanza
credibile se lo dico io, no? (…) Questo ragionamento è per comunicarvi
cosa? Che pur non avendo visto io nulla coi miei occhi di tutte le cose che si
leggono di Rol – materializzazioni, apporti, letture in libri chiusi, il vaso
È questa delicatezza, questa sensibilità, che ha aperto ad Alexander le porte di casa Rol, 13
che invece rimasero chiuse per Silvan perché non venne ritenuto una persona matura o degna
di assistere ai prodigi dello Spirito. Nella puntata della trasmissione Porta a Porta del 5
giugno 2003, dedicata a Gustavo Rol, Silvan aveva dichiarato: «…tutta la mia vita il mio
interesse è stato quello della prestidigitazione annessa ovviamente a tutto quello che riguarda il
paranormale. Ho conosciuto tanti di quei sensitivi in vita mia soprattutto per curiosità, ma
anche per apprendere, perché se ci fosse stato qualcuno che avesse realmente posseduto queste
doti, avrei cercato di impossessarmene». Dovrebbe quindi essere chiaro a tutti per quali ragioni
il primo fu invitato, e l’altro no.
buttato lì che svanisce nell’aria e lo trovi intatto al di là del muro sul
balcone… Una mia amica a casa sua mi ha detto [che] la sua cassapanca –
mentre erano qua che facevano … – si è spostata – una cassapanca che peserà
duecento kili – da sola di sei metri lungo il pavimento. Sarà vero? Non lo so,
non l’ho visto. Ma questa esperienza che vi dico l’ho vissuta io. Lui m’ha
detto delle cose che non poteva sapere, e me le ha dette come se le
conoscesse perfettamente. Valutate voi. Non so dare giudizi. Lascio aperto
l’argomento. C’è solo il fatto dell’enorme affetto che io avevo per questa
persona, e basta» . 14
Questo episodio raccontato da Alexander rientra nel novero
dell’esperienza praticamente quotidiana di Rol, il quale poteva leggere dentro
le persone il loro passato, presente e futuro con una precisione millimetrica,
nello stesso identico modo con cui leggeva dentro i libri chiusi…
La testimonianza di Alexander è comunque sintomatica di come chi
avesse conosciuto Rol, anche tra i prestigiatori, parla di lui in modo del tutto
diverso da come ne parlano i saccenti scettici che credono di sapere tutto pur
non avendo visto nulla, come per esempio il matematico Piergiorgio
Odifreddi, che ebbe a scrivere: «che Rol non possedesse poteri
sovrannaturali, non ci vuole molto a capirlo» , e il suo allievo Mariano 15
Tomatis, prestigiatore del Cicap che ha accumulato così tante speculazioni
prive di fondamento sul “caso Rol” da farne perfino un libro (un ottimo gioco
di prestigio editoriale).
Noi invece preferiamo attenerci ai fatti e quindi segnaliamo ancora la
testimonianza di un altro prestigiatore che conobbe Rol, Tony Binarelli,
intervistato da Paola Giovetti:
«“Del grande Gustavo Rol di Torino cosa dice?”
“Da lui sono stato una volta. Sono contrario a quegli esponenti del Cicap
(Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) che lo
criticano senza essere mai stati da lui: poi ora è morto, e non può difendersi”.
“Da prestigiatore, cosa pensa di ciò che ha visto da Rol?”
“Da prestigiatore non mi sono spiegato ciò che ho visto. Una volta fece
scegliere a una signora un libro nella sua biblioteca, lei ne prese uno che
trattava di Matisse e scelse un quadro. In precedenza Rol mi aveva detto di
portare con me un foglio bianco firmato da varie persone e datato. Scelto il
libro, mi chiese di prendere il foglio, di posarlo sul tavolo di metterci sopra la
mano. Lui mise la sua mano sulla mia, e quando aprimmo il foglio, che era
piegato in otto, in uno dei riquadri trovammo lo stesso paesaggio che la
signora aveva scelto… I colori erano ancora umidi. Nulla da dire, è un
esperimento che non saprei mai fare e che non sono riuscito spiegarmi» . 16
Anche in questo caso, potremmo fare un raffronto con decine di altre
testimonianze analoghe, incluse quelle di gente che si portava da casa fogli
propri e di carta intestata, sui quali inevitabilmente comparivano pitture,
Trascrizione di un intervento a un convegno sulla “magia” presso il Teatro Alfieri di 14
Cagliari, 04/10/2008, poi pubblicato su TouTube (e su gustavorol.org, sezione news).
Odifreddi, P., Il trucco c’è ma qualcuno non lo vede, L’Espresso, 03/07/2003, p. 135. 15
Giovetti, P., Vi racconto come piego i cucchiai col pensiero, Visto n. 13, 30/03/2007, p. 16
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disegni, e lunghi scritti. Ciò che, anche senza essere degli illusionisti per
capirlo, risulta chiaro essere esente da qualsiasi possibilità di trucco.
Dopo i fatti che abbiamo presentati, torniamo ora a Piero Angela, il quale
durante la seconda serata ebbe occasione di assistere alla lettura in un libro
chiuso e poi alla materializzazione di un acquerello, due classici esperimenti
di Rol. Per questioni di spazio, non possiamo qui riprodurre tutto quanto
scritto dal giornalista, ci limitiamo quindi a citare i commenti principali sul
primo esperimento (anche perché per il secondo ci pare essere più che
sufficiente la testimonianza di Binarelli appena riportata):
«Si trattava di una lettura per chiaroveggenza? di un flash di percezione
extrasensoriale? O di qualcos’altro di più semplice?
Per la verità non è molto difficile, quando si sfoglia un libro (mostrando le
dediche) dare un occhiata a una pagina qualunque e ricordarsi una frase e il
numero della pagina, citandola poi mezz’ora dopo, come se “apparisse” nella
mente in quel momento. (…)
Va detto, a proposito di libri chiusi, che esistono performances molto più
impressionanti (e so che a volte Rol compie cose più complesse).
Personalmente conosco tre o quattro altri modi per leggere nei libri chiusi
(…). Esistono, per quanto ne so, decine di modi per “leggere“ in un libro
chiuso. L’esperimento del libro, quindi non mi impressionò. Anzi, devo dire
che confermò quanto pensavo» . 17
Intanto, rimandiamo a quanto ha dichiarato Buffa di Perrero durante la
conferenza del 2003, ovvero all’aver tentato di “fregare” Rol sostituendo le
pagine di un certo libro con quelle di un altro per vedere se lui avesse
indovinato comunque (e indovinò comunque…) . 18
In secondo luogo, si potrebbero anche qui citare decine di casi
incontrovertibili ma preferiamo limitarci a far conoscere il racconto di due
persone che erano presenti alle serate con Angela, ovvero il dott. Alfredo
Gaito, che fu vicepresidente dell’Ordine del Medici di Torino e medico
curante di Rol, e Rol stesso.
Ecco cosa ha raccontato il dott. Gaito:
«“In un primo momento [Rol] mi è sembrato indignato quando è stato
attaccato da Piero Angela. Poi ha espresso ‘rammarico’ perché Angela, che si
atteggia a uomo di scienza, incontrando Rol aveva la possibilità di accostarsi
a un mondo tutto da scoprire. Rol è convinto che la scienza, un giorno,
orienterà le sue ricerche nella direzione delle esperienze che lui, da anni, ha
avuto il ‘dono’ di fare; si muoverà in quella direzione senza preconcetti,
accettando quella ‘dimensione spirituale’ che, finora, ha voluto ignorare.
(…) ‘I ‘giochi’ di Rol’, dice Fellini ‘sono uno spettacolo tonificante per
chiunque lo accosti con una vera disponibilità. Cioé con l’innocenza di un
bambino o con il sostegno di una scienza non rigida, aperta, che non si metta
in conflitto con le forme inattese della verità’.
Angela, P., cit., p. 332 17
cfr.: www.gustavol.org/buffa.htm 18
Credo che Angela non abbia mai neppure immaginato che possano
esistere ‘forme inattese della verità’ (…). Anzi ha cercato di demolire il ‘mito
Rol’, scrivendo cose che non corrispondono alla verità. E questo io lo
affermo anche perché ero presente, con mia moglie ed altre persone,
all’incontro che Angela aveva sollecitato da Rol. Tutte le insinuazioni su
eventuali mistificazioni sono assolutamente gratuite e non giustificate. Quella
sera Angela non ebbe nulla da eccepire su quanto aveva visto e udito. Nel suo
libro, invece, insiste sulla possibilità che quelle mistificazioni siano avvenute.
Ma se così fosse stato, perché non lo rivelò subito facendone notare la
flagranza? Sarebbe stato molto più onesto.
Riferendo l’episodio della lettura delle prime parole nella pagina di un libro
chiuso, fatto da Rol, Angela afferma di aver veduto Rol sbirciare quella
pagina prima di riferire quelle parole. Ebbene, tutti sanno che Rol ha
compiuto questo esperimento anche per telefono, leggendo righe intere di
libri in casa di persone che abitavano in città lontane. Un giorno incontrai Rol
per strada. Avevo in mano un libro appena comprato e ancora incartato. Rol
non sapeva affatto che libro fosse. Da me sollecitato ‘lesse’ la prima riga di
una determinata pagina da me scelta. Non poté certo sbirciare quelle parole
perché io disfeci l’involucro del libro solamente dopo che Rol aveva letto.
Sarebbe facile raccogliere molte testimonianze sulla lettura di libri e fogli
scritti e conservati in cassetti o scatole chiuse. L’affermazione quindi di
Angela è gratuita. Come ho detto, avrebbe dovuto manifestare subito il suo
dubbio, non scriverlo più tardi, quando Rol non era in grado di smentirlo.
Ma la lettura di un libro chiuso non è nulla, in confronto ad altri esperimenti
di questo tipo, per i quali il mezzo di ricerca non è solo un libro bensì i
volumi dell’Enciclopedia Treccani e con un procedimento che esclude, nel
modo più assoluto, un arrangiamento da parte di Rol. (…).
Ho sempre sostenuto… che questo genere di esperimenti, anche se
rigorosamente alieni da qualsiasi trucco, Rol dovrebbe farli solamente a
coloro che sanno comprendere che egli considera una carta da gioco come un
mezzo semplice e facile per stabilire un rapporto con i presenti. Le carte
hanno un colore, un valore numerico, un segno grafico, tutte cose che
incidono sull’immaginazione e sollecitano la fantasia ad aprire la strada su un
discorso, a proposte mentali, a sensazioni di ordine intuitivo e di ricerca. Non
si tratta, quindi, di ‘giochi di prestigio’, ma di qualcosa di ben differente, il
cui significato Angela non ha neppure intuito.
’Se invece di Angela mi fossi trovato di fronte Pascal’, dice Rol ‘egli non
avrebbe pensato al prestigiatore di Re Faruk, ma il suo interesse lo avrebbe
spinto a comprendere, a penetrare ciò che avviene in questa sorta di
esperimenti che furono proprio essi a rivelarmi quei principi di armonia che
poi si applicano a una infinità di cose. In realtà le carte rappresentano per me
solo dei numeri’.
Se la scienza non è in grado, oggi, di spiegare le cose che fa Rol, può anche
rifiutarle; ma nessuno, appellandosi arbitrariamente alla scienza, ha il diritto
di negarle.
Probabilmente Angela ha pensato che Rol fosse uno dei tanti parapsicologi,
mentre il nostro amico non ha nulla a che vedere con quei ricercatori.
Moltissime persone hanno assistito ad altri fenomeni prodotti da Rol, assai
più importanti degli esperimenti con le carte, come ad esempio la
materializzazione, gli apporti, i viaggi nel tempo. (…).
Rol si lamenta perché, parlando di lui, i più si soffermano ai fenomeni che,
tramite lui, si realizzano, e non si tenta neppure di risalire all’origine, alla
ragione di questi fenomeni. Si rimprovera a Rol di non lasciarsi esaminare;
ma quale tipo di esame gli si offre? quali esaminatori? I prestigiatori, gli
illusionisti!
A lui occorre un ambiente sereno, disposto a giudicare senza preconcetti. Si
può essere scettici, ma si ha il dovere di essere giusti. Io stesso ho potuto
vedere scettici ricredersi e poi anche collaborare. E in un clima sereno e di
fiducia che a Rol vengono quegli impulsi che lo mettono in grado di agire.
“Egli però è vulnerabilissimo: i suoi esperimenti non sono mai programmati
perché non gli è consentito di disporre, a suo piacimento, delle facoltà che un
esaminatore gli negherebbe perché lui non saprebbe usarle nel senso
richiesto.
’Se potessi fare ciò che voglio, sarei Dio sulla terra’, dice Rol. Inoltre per lui
sarebbe assurdo farsi esaminare da chi non crede in Dio.
’Negare Dio a priori’, dice, ‘significa già rinunciare a comprenderlo e a
comprendere ciò che viene da Lui’. (…)» . 19
Il giornalista Nevio Boni racconta:
«Ci trovavamo a casa della pittrice Carol Rama. Dopo aver mostrato ai
presenti alcuni giochini di carte con i quali ogni tanto mi divertivo a
intrattenere i bambini, Rol in maniera simpatica mi ha gettato il guanto in
segno di sfida. “Lei è proprio bravo. Ma è capace a fare anche questo?” E ha
iniziato ad adoperarsi mentalmente in modo che le carte di un mazzo,
precedentemente mischiate da un terzo, si sistemassero perfettamente in
ordine senza che lui le toccasse. Poi si è lasciato andare a uno sfogo con il
sottoscritto: “Perchè Piero Angela ce l’ha tanto con me? Nonostante abbia
assistito a casa mia a prove inaudite, va a dire in giro che dietro ciò che
faccio c’è sempre il trucco”. Quindi mi ha raccontato per filo e per segno
come si era sviluppato quel famoso incontro. [uno dei due incontri, n.d.r.]
“Mi ha chiesto di dargli una dimostrazione di lettura a distanza: ha chiamato
telefonicamente un amico che stava a Boston, gli ha detto di aprire un libro
qualsiasi, io ne ho letto a voce alta il contenuto in modo che Angela potesse a
sua volta riportarlo a chi era dall’altra parte del filo per ottenerne il riscontro.
Per giunta la chiamata intercontinentale mi è costata un sacco di soldi”, ha
chiosato trovando un motivo di ilarità in mezzo a tanta amarezza, per poi
aggiungere: “Chissà che faccia avrà però fatto Angela, una volta rientrato a
casa, nello scoprire che tutte le carte del mazzo che aveva in tasca
riportavano la mia firma, così come gli assegni del libretto che teneva nel
portafoglio”» . 20
Questi episodi Angela non li ha mai raccontati, e la ragione è ovvia:
nessun prestigiatore avrebbe potuto rifare questi “giochi”, e anche se il
racconto di Rol è debole perché, almeno per il momento, non c’è nessun altro
a confermarlo (come d’altronde non sembra esserci nessun altro che possa
confermare quello di Angela, a parte l’amico Gigi Marsico (presente con lui
Allegri, R., Rol il mistero, Musumeci Editore, 1993, p. 133 e sgg.. 19
Ternavasio, M., Gustavo Rol. Esperimenti e testimonianze, L’Età dell’Acquario, 2003, 20
p. 86.
alle serate), che però non ha mai espresso pareri pubblici in merito),
sappiamo che si tratta di episodi “classici” nell’ambito delle possibilità di
Rol.
Per completare questo quadro, peraltro ancora molto sintetico, citiamo
quanto scritto dal giornalista Renzo Allegri:
«Un giorno Rol mi disse: “Mi ha telefonato il giornalista della RAI Piero
Angela chiedendo di incontrarmi. È torinese come me, amico di amici miei,
ed è un giornalista molto serio. Ho visto le sue corrispondenze dal Belgio,
dove era inviato, e mi sono sempre piaciute. Come lei sa non incontro
volentieri giornalisti, ma a questo concittadino non posso dire di no. Sembra
che la RAI voglia farmi un grande servizio, ma non so ancora niente di
preciso. Comunque in questo incontro Angela mi spiegherà il suo progetto
che poi valuterò. Ci terrei molto se potesse essere presente anche lei”.
“La ringrazio”, risposi. “Ma penso che Piero Angela desideri incontrarla
senza la presenza di altri giornalisti. Sta lavorando ad un progetto e
probabilmente non desidera che sia conosciuto prima della sua completa
realizzazione”.
Dopo una settimana Rol mi telefonò per raccontarmi come era andato
l’incontro. Me ne parlò con entusiasmo. Mi disse che Piero Angela era un
giornalista distinto e molto intelligente.
Come sempre, l’incontro era avvenuto alla presenza di altri amici di Rol, i
quali furono tutti concordi nell’esaltare la cortesia del giornalista.
Qualche tempo dopo, Angela iniziò una serie di puntate televisive sulla
parapsicologia che avevano l’unico obiettivo di screditarla a tutti i costi. Al
termine delle puntate, pubblicò un libro scritto con lo stesso tono e gli stessi
obiettivi. Nel libro dedicò alcune pagine anche a Rol, riferendo l’incontro
avuto col sensitivo e ironizzando ferocemente sugli esperimenti osservati.
Non è mia intenzione discutere su quelle pagine. Gli esperimenti di cui
Angela riferisce nel suo libro, sono ben diversi da quelli osservati da me e da
innumerevoli altri testimoni qualificati (…). Angela riferisce di “giochetti“
ingenui, ridicoli e conclude che Rol è un prestigiatore da quattro soldi, sul
quale sarebbe opportuno ‘stendere un cortese velo di silenzio’.
Le pagine di Angela destarono l’indignazione di tutti gli amici di Rol, anche
perché, implicitamente si sentirono trattare da stupidi. In particolare quelli
che erano presenti all’incontro con Angela, i quali giurano che, quella sera,
gli esperimenti non si erano svolti come li ha raccontati il giornalista nel suo
libro» . 21
Lo stesso Rol, in una lettera pubblicata su La Stampa nel 1978, scriveva:
«Sono rimasto stupito come in un recente libro siano state riferite su di me
cose inesatte e falsificate, insinuando dubbi perfettamente gratuiti. Chi si
atteggia a uomo di studio deve essere giusto e obbiettivo, ma se non lo fa è
un grave rischio che non gli consiglio di correre perché la Verità, pur di
imporsi, possiede mezzi implacabili e presto o tardi li usa» . 22
Allegri, R., cit., p. 101 21
Rol, G.A., La Scienza non può ancora analizzare lo Spirito, La Stampa, 03/ 09/1978, p. 22
3.
Sempre sul quotidiano torinese, nel 1986 il giornalista Remo Lugli
intervistò Rol:
«Il dottor Rol mi dice poi di aver aggiunto nel suo testamento una postilla
ove dichiara che tutto quanto ha scritto tempo fa su di lui un noto giornalista
che tratta argomenti scientifici, è falso.
“Egli ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l’ha veduto
fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col
deliberato proposito di ditruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo
spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi
fa pensare che egli in Dio non crede affatto, ma io lo attendo per quel giorno
quando mi incontrerà nell’Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non
tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l’avere, con il
suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla
Scienza» . 23
Le ragioni per cui Piero Angela avrebbe mentito possono essere varie, e
lasciamo che sia il lettore ad immaginare quali. Forse, cercando tutte le
possibili attenuanti, voleva solo provocare Rol per indurlo a prestarsi alle sue
condizioni sperimentali (uno scienziato che dimostrasse il “paranormale”
verrebbe immediatamente insignito del Nobel e avrebbe (forse) gloria
imperitura...):
«Naturalmente, come sempre, si può obiettare che la possibilità che un
certo esperimento possa essere fatto o replicato con un trucco non significa
necessariamente che l’esperimento originale sia truccato. Giusto. Ma allora è
necessario che ci sia un controllo. Altrimenti si tratta di cose che non hanno
alcun valore.
Questi esperimenti avvenivano sotto controllo? No. Come dicevo prima,
noi non sapevamo neppure cosa dovesse accadere, e quindi non sapevamo
dove guardare e quando guardare.
Del resto solo un prestigiatore professionista può rendersi veramente
conto di cosa sta accadendo e predisporre i controlli necessari.
È mai avvenuto questo?» . 24
La risposta Angela la può trovare nelle testimonianze che abbiamo
presentate. Ci si chiederà allora sul perché Rol non abbia acconsentito a
controlli ufficiali, a sperimentazioni di fronte a un comitato di… di… è
difficile trovare la parola giusta… Infatti, ad un uomo che produce miracoli
in continuazione, che ha trasceso la morte e ha avuto la certezza
dell’immortalità dell’anima, e che sa che, presto o tardi, tutti arriveranno a
manifestare le sue stesse possibilità, da chi dovrebbe farsi “analizzare”? E
perché? Per il bene della “scienza”? Ma quale scienza? Non certo quella di
oggi, impreparata sul piano spirituale, attenta quasi solo al profitto e in cerca
di prestigi personali, ma quella di domani quando saprà rivestirsi degli abiti
solenni e fanciulleschi di quella dell’altro ieri, la Scienza Sacra degli antichi
iniziati dell’Oriente, dell’Egitto e di altri luoghi sepolti sotto le ceneri del
tempo e tra le pieghe dei continenti.
Lugli, R., L’altro mondo è in mezzo a noi, La Stampa, 24/05/1986, p. 1 (Tuttolibri). 23
Angela, P., cit., p. 335. 24
Nell’attesa che questo nuovo mondo arrivi, concludiamo questo breve
vademecum anti-scettici con l’opinione di Tullio Regge, noto fisico che
aderisce al Cicap e con Angela l’unico scettico ad essere rimasto tale anche
dopo aver incontrato Rol:
«Non possiedo… elementi di giudizio tali da poter criticare o avallare gli
esperimenti del dottor Rol» . 25
Stando così le cose, le speculazioni degli scettici non sono che una piccola
statuetta dai piedi di argilla .. -
Franco Rol.
User deleted
Grazie per aver citato questo mio contributo del 2009. Per chi desideri scaricare il pdf con le note collocate al loro giusto posto, questo è il link:
[URL=http://gustavorol.org/images/contro-scettici/paradigma_Rol_2009.pdf]. -
.
grazie a te Franco nipote meritevole di Gustavo Rol .