Cercando i topolini che ballano., Incarico ministeriale.

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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 17/7/2016, 23:49




Il giorno prima, Quarto livello, Ministero della Magia di Londra -
Seduto su una poltrona in pelle dallo schienale alto, aveva una penna intrisa d'inchiostro nero nella mano destra, che faceva passare su diverse pergamene. La mancina le prendeva da una pila a destra, gli occhi scorrevano sui vari moduli, che venivano compilati prima di essere ammassati a sinistra.
Le maniche della camicia erano arrotolate con cura fino a metà avambraccio e la divisa da ministeriale era in condizioni impeccabili.
Interruppe quel favore a un collega per farne accedere un'altra nell’ufficio. (X)
Il sorriso cordiale accompagnò un lieve ed educato chinare del capo.

“Ottimo! Proprio quello che stavo aspettando, non dovevate disturbarvi, sarei passato di persona a ritirare tutto. Vi ringrazio.”
Il tono gentile e riconoscente non sprofondava in prolungati ossequi, limitandosi a ringraziare per quell’ammontare di lavoro che avevano fatto per prepararlo al meglio in poco tempo.
“Buona giornata e grazie ancora, se gradite un bicchiere di tè rosso fresco non esistate a ripassare.”
Richiusa con calma la porta, si era diretto a quello che sarebbe stato il suo obbiettivo principale per molte ore, se non giorni.

Letto tutto, si soffermò sugli individui che più catturarono la sua attenzione.
Una pila di foto, nomi e generalità era stata selezionata prima di una rilettura approfondita. Reggendo ogni pergemena con entrambe le mani, era sprofondato con la schiena lungo lo schienale.
Aveva preso un rotolo nuovo, poggiandolo accanto alle pergamene ricche di foto e dettagli, intingendo la penna di gufo nel calamaio prima di stilare degli appunti riassuntivi.
Il viso era aggrottato e le iridi nere rimbalzavano principalmente su alcuni nomi.

“Tutti esperti, fedeli, gentili e laboriosi, i migliori nei rispettivi campi, certo. Poi creature di diverse tonnellate gli scappano da sotto il naso e riducono in modo simile il migliore zoo magico del regno unito.”
Un borbottio con palesi sfumature di stizza sfuggiva dalle sue labbra. Svaniva a tratti, sostituito da un tono più pacato e da cipigli incuriositi.
“Fortesque umh. Magari mi spiega qualcosa di nuovo. O’Connor... bei baffi. Decisamente dei bei baffi, chissà come mi starebbero…”
La mano destra passò sulla barba sotto al naso, percorrendola lungo i lati del labbro superiore. S’interruppe aggredendo una pergamena con uno schiaffo dato dal dorso della mano sinistra, quasi a spazzare via la carta.
“Questa poi! Una mezzosan… una raccomandata, intercessioni di ricconi ammaliati sicuramente dalle doti di Veela. Una magonò con pellicce orride che si spaccia per amante di animali. Un’ignorante nata-babbana con voti pessimi e cultura scarsa. Altro? Questo ha una riserva di Ippogrifi e gli scappano da uno zoo. O li ruba o è sotto Confundus.”
La natura paziente lo stava aiutando a mantenere un tono basso, sebbene gli occhi sprizzassero disgusto diretto ai dipendenti che proprio gli avevano fatto storcere il naso fin da subito.
Carinerie, gentilizze, movimenti fluenti e belle parole, non erano quelle le cose che creavano un esperto di creature magiche. Degli affari privati e degli amori nati qui e là non poteva interessargli meno. Ripassò le informazioni principali, sforando l'orario di lavoro, terminando le ricerche nel suo appartamento a Londra.


Mattina, Zoo Nazionale Magico di Londra -
Lo scozzese procedeva a passo spedito verso la mappa dell’intera zona.
Indossava una camicia bordeaux di stoffa spessa, infilata in un pantalone scuro da lavoro, tenuto attorno alla vita da una cintura in cuoio nera. La camicia aveva già le maniche rimboccate e il pantalone terminava in stivali neri consunti, con dei segni di morso sopra ai talloni, alcuni graffi e una lucidatura leggermente inutile. Era ordinato e pulito ma palesemente pronto a lavorare duramente. La bacchetta era fermata con un laccio di pelle ad altezza cuore.
Aveva il lasciapassare del Ministero nella tasca frontale della camicia, che lo presentava come dipendente tuttofare.
Conosceva già lo zoo ma si soffermò con aria pensosa rivolta al semplice schema delle varie zone, concentrandosi sulla numero tre.

“Meglio partire da lì.”
Mormorò tra sé e sé, procedendo verso la prima via a sinistra.
 
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view post Posted on 24/7/2016, 20:18
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zoo

Londra era uno spettacolo, nessuno avrebbe mai detto il contrario a meno che non avesse sale in zucca. A differenza di quelle imponenti città grigie americane o di altre zone europee, la Capitale Inglese aveva un fascino quasi misterioso, unito da un dedalo di strade asfaltate e di verdi giardini, di parchi scintillanti e di costruzioni fuori dall'ordinario. L'Occhio del centro della bella Londra, quella ruota panoramica ammirata da tanti Babbani così come Maghi, aveva appena concluso il suo ennesimo giro panoramico quando uno scoppio di risate invase zone circostanti, l'una accanto all'altra, come se quei suoni giocosi potessero essere trasportati dalla brezza estiva verso nuovi lidi. Nell'insieme delle opere artistiche che puntellavano Londra, dunque, di sicuro i massimi artisti avrebbero annoverato senza ombra di dubbio lo Zoo Park sulla quinta e la sesta strada, giusto a pochi chilometri di distanza dal Ponte storico al centro vero e proprio. Il Ministero della Magia ne controllava dipendenti, ingressi, orari e tanto altro ancora, così si supponeva nell'intero Mondo Magico, ma non era un caso fortuito se anche uomini senza poteri particolari potessero fare il loro ingresso in quel regno di ruggiti, colori variopinti e strane creature di altri territori. Era un universo tutto da scoprire, senza la minima possibilità di non stupirsi: le sezioni dedicate alle bestie magiche, tuttavia, erano nascoste abilmente allo sguardo dei Babbani, in effetti c'era una suddivisione vera e propria che avrebbe permesso a Babbani e Maghi di non incontrarsi necessariamente durante le loro visite. Lo statuto di segretezza era fondamentale, il Ministro non avrebbe permesso una minaccia alla sua stessa importante legge emanata tanto e tanto tempo prima. Così, accendendo dai diversi punti dello Zoo, bizzarri orizzonti avrebbero entusiasmato chiunque, da un semplice bambino al suo genitore che lo accompagnava, dal passionale fidanzato che aveva occhi solo per la propria ragazza fino ad una bella fanciulla che rispondeva al romanticismo con sguardo meravigliato verso leoni, tigri e ippopotami dal comportamento piuttosto ironico. In quel flusso di persone di prima mattina, dunque, nella parte dedicata alle creature magiche già si scorgeva un gruppetto gremito di visitatori, tutti attratti da una Fata svolazzante come se nulla fosse in un tripudio di lucenti colori. Qualche "ooh" di meraviglia non tardò ad arrivare, esclamato soprattutto da parte di giovani volti paffuti e nel pieno della loro infanzia; poco distante, come un commediante escluso da quella messinscena voluta dalla natura, un Mago scozzese, distinto nella sua semplicità, si dirigeva con i suoi documenti e la sua mappa dello Zoo verso una sezione particolare, quella che da tutti i visitatori e non solo era definita "la culla del Male". Per un Domatore sembrava essere quasi un richiamo, d'altronde la terza zona non controllava di certo Fate o Gnomi da giardino, ma il meglio del meglio, la crème de la crème della ferocia e del fascino dell'avventura: man mano che si avvicinava, Rob avrebbe percepito ruggiti sempre più potenti, l'uno più tonante dell'altro. Era un tripudio di minacce e di forza esplosiva, un binomio ancor più perfetto quando la vista si pose su Grifoni dal manto lucente e dagli artigli affilati che camminavano con un'eleganza fuori dall'ordinario. Lo sguardo era fiero come quello di un'aquila, mentre il corpo da leone riluceva con sfumature d'arancio e ocra. Sembrava che fossero tutti in libertà, perché erano riuniti sul manto erboso e in parte roccioso, senza limiti di alcun tipo: la magia pulsava ovunque, però, perché vetri invisibili evitavano che visitatori e animali entrassero in contatto. Un furetto morto fu gettato in alto, oscurando il sole con la sua carcassa, prima di essere addentato dal leone volante. Un solo balzo, un solo salto. Un applauso seguì quella presa da acrobata, poiché un'unica persona guardava la scena, la stessa che stava distribuendo altri furetti. «Bello, vieni qui!»
No, non si riferiva a Rob, che era alle sue spalle. L'aitante Fortesque, comodo nella sua tenuta sportiva di pantaloni e t-shirt grigia, stava parlando con i suoi Grifoni come se fosse la cosa più normale del mondo.


Diamo inizio alle danze! Hai scelto di dirigerti verso la sezione numero tre, quella di Acromantule, Grifoni e Chimere. Sei nel recinto dei Grifoni, il signor Fortesque è di spalle davanti a te e sta dando da mangiare alle creature. Sentiti libero di avvicinarti nel modo che ritieni migliore, di porre le domande che preferisci, di presentarti in modo diverso ecc. La verifica può iniziare.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 25/7/2016, 23:07




Vissuto nelle terre intoccate di isole coperte dal verde e abbracciate dal mare, tra gli spettacolari panorami scozzesi, cresciuto viaggiando per terre selvagge e foreste dal fascino ipnotizzante, proprio non riusciva a godersi gli intricati ammassi di catrame e vicoluzzi delle città, in quella dedalee di case, aggeggi meccanici e costruzioni appartenenti ad un'altra razza.
Londra era tra le città a lui più piacenti, c'era della magia nascosta nei vari edifici, locali particolari e unici come il Paiolo.
Per un mago che non aveva viaggiato quanto lui poteva essere il posto migliore del mondo.
Per lo scozzese, che a quella architettura preferiva le statue d'oro di importanti figure del mondo magico, cosa poteva essere quel vicino ponte in confronto a quello pericolante che sormontava un dirupo per centinaia di metri, dove un passo falso avrebbe reso chiunque una polpetta nel impetuoso fiume sottostante: niente, un solo ed ennesimo passaggio per scimmie e mezzi da scimmie.
Quella ruota che girava su se stessa, raggiungendo vette alla portata di ogni mago con una scopa, o meglio, un nobile Thestral: niente, solo un aggeggio per ominidi che volevano emozioni in situazioni, solo alla parvenza, pericolose.
Parvenza, semplice facciata, come la finta libertà degli animali dello zoo.
Un recinto invisibile e vari incanti, da una parte le rendevano cieche agli spettatori, dall'altra le illudevano di essere libere. Così come le persone si illudevano di essere in mezzo alla natura per qualche metro di verde tra una via e l'altra e qualche animale in una fittizia libertà.
Lo zoo era un rapido e preciso riassunto sulla situazione dei maghi, che si illudevano di essere liberi grazie alle leggi che li recludevano in una zona, persino quando andavano a divertirsi. Per il loro bene, certamente.
Un pugno nello stomaco per cui tutti ringraziavano, perché aveva salvato da una presa di coscienza.
Sorrise, amareggiato ma non sconfitto di fronte a quella realtà. La sua presenza lì era un passo minuscolo verso… non era dato saperlo.
In quel momento era un dipendente ministeriale in incognito, o meglio, un uomo con un lavoro leggermente diverso rispetto a quello reale, ma sempre lui.
Era pur sempre Rob MacGregor, in una divisa meno pretenziosa, con una tranquillità data dalla presenza di creature che lui adorava, un ministeriale che aveva spostato lo sguardo carico di ammirazione verso le creature ruggenti.
Un solo passo nel recinto, era già un privilegio poter essere dall'altra parte del palcoscenico, non doveva strafare.
La vista della ferocia del leone unita alla potenza dell'aquila lo lasciava sempre in preda alla meraviglia. Creature perfette, orgogliose, predatori del cielo e della terra, gli ricordavano la Grecia, gli ricordavano lei. Cose superate, quel punto a loro sfavore fu accantonato.
Non poteva avere nessuno alle spalle, non un Grifone perlomeno, così alzò le iridi nere al cielo mattutino, le dita si mossero in modo impercettibile, era pronto al peggio.
Nel territorio di fiere possessive e protettive, era meglio attendere che il padrone di casa facesse gli onori. Un cipiglio stupito e piacevolmente colpito prese vita sul volto barbuto nel vedere un esemplare prendere al volo la sua colazione.

“Incredibile.”
E lo era. Avere quel rapporto con quelle creature rivelava un livello di abilità superiori alla media. Parlò con un tono ammirato ma non alto, udibile ma non fastidioso. Ci mancava di far inferocire una gabbia di potenziali assassini classificati come XXXX.
“Perdonate il disturbo. Sono Rob, il nuovo tuttofare, posso aiutarvi con la carne, la pulizia o altro?”
Era lì per lavorare, imparare se possibile, scoprire cose per la Ministro se gli andava di lusso. Rimase in attesa di direttive, calmo, in un atteggiamento pacifico.
 
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view post Posted on 26/7/2016, 18:05
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zonatre

Ah, le divergenze! Quante ne erano, quante ne sarebbero esistite non solo di lì a poco, ma sempre e comunque. Passato, presente e futuro, le tre divinità ancestrali e misteriose, non avrebbero avuto alcun potere senza le loro sfumature contrastanti. Più o meno era lo stesso discorso che un tacito narratore avrebbe potuto fare nei riguardi dei punti di vista di Rob: questione di aspetti personali, avrebbe detto qualcuno; questione di praticità, avrebbe urlato il Ministero; questione di meschinità, avrebbe ribattuto lo scozzese, se l'argomento avesse sfiorato la legge che legava e nascondeva i Maghi e le Streghe di tutto il Mondo agli occhi degli sprezzanti Babbani. Era forse giusto un universo di soli esseri viventi dai poteri sovrannaturali? O era forse logico permettere a più entità, tanto diverse quanto simili, di convivere all'unisono come un unico grande respiro eterno? Pareri, quelli, che non avrebbero dovuto scalfire il momento in corso, di sicuro non avrebbero avuto senso durante lo svolgimento dell'incarico ministeriale del signor MacGregor. O invece era proprio quello il punto? Magari era proprio la discussione giusta per affrontare le strane interviste, magari non dirette, nei confronti dei dipendenti dello Zoo: non era importante scovare il marcio per abbatterlo, rimuovendolo una volta e per tutte? Definitivo, ecco l'aggettivo giusto che il Ministro avrebbe utilizzato in una circostanza simile. Rob avrebbe seguito l'esempio o la sua strategia sarebbe stata traviata da pensieri più profondi di lui e l'intero Ministero della Magia? Il signor Fortesque fu attirato, ma non troppo, dalla voce di un visitatore di turno. Si concesse un ultimo lancio di furetto sgozzato verso la radura dei Grifoni, lasciando che la bestia orgogliosa e possente compisse un ennesimo salto volteggiante verso l'alto. Un unico secco schiocco della bocca aquilina e la preda era stata dilaniata come giusto pasto. Violenza, avrebbe detto qualcuno; Fascino, avrebbe precisato un Domatore nella maggioranza dei casi. Un sorriso a fare da contorno a quel volto abbronzato dalle ore e ore trascorse sotto al sole, il viso a prima vista cordiale del guardiano della sezione del Male, così denominata per la presenza di creature pericolose, rivolse dunque l'attenzione all'uomo. Gli scoccò un'occhiata quasi da indagatore, come a capire se fosse un visitatore solitario o qualcuno da un ruolo preciso. «Un tuttofare?» ripeté, incerto circa quella parola. Cosa si intendeva, in effetti, con quel termine? Un momento! Era forse stata accettata la sua richiesta di avere un aiutante? Era forse stato così fortunato dopo mesi e mesi? L'espressione divenne più radiosa e l'uomo dall'aspetto giovanile, atletico e per niente preoccupato di tessere una conversazione con un secchio di furetti morti tra le mani, annuì velocemente. «Era ora! Lieto di conoscerti, Rob. Sono Fortesque, mi occupo di questa sezione dello Zoo» indicò alle sue spalle, il secchio inclinato in maniera vertiginosa, lasciando che qualche goccia di sangue cadesse verso il suolo. Non c'era da essere schizzinosi per un lavoro del genere, il "tuttofare" l'avrebbe imparato presto a sue spese. «Chimere, Acromantule e Grifoni» continuò, quasi a spiegare le creature presenti nella zona di suo interesse. All'ultima parola il tono si addolcì. «La sezione del Maale» fece, prolungando la -A insieme ad una smorfia, come a prendere gioco di tale definizione fuori luogo. Per lui, ovviamente. «Ti ha mandato il capo? Avevo bisogno di un aiutante per recuperare il veleno di Acromantula, sai, quando dormono. Frutta un sacco di Galeoni e sembra essere una cura per molte malattie, così dicono al San Mungo.» Ma lui poco ci credeva, perlomeno era sicuro solo della prima parte riguardante il guadagno e il suo tono lo chiariva abbastanza.
«Be', con i Grifoni ho finito. Vogliamo andare?»
Ma andare dove? C'era forse un equivoco? E chi era "il capo"?
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 27/7/2016, 10:56




Le iridi nere avevano osservato lo zoo diverse volte, l'aria dubbiosa, contrariata, oppure affascinata a seconda di dove si posassero.
Non riteneva totalmente giusto salvare quella struttura, era necessario. Non sapeva nemmeno se quelle creature avrebbero rivisto le loro terre di origine o un boia in caso di chiusura. Ridotte alla cattività, poco potevano contro i propri simili, territoriali e abituati a maggiori spazi, minori cure, numerose lotte e fughe.
Lasciò tempo e modo al dipendente di fare il suo lavoro, senza disturbarlo ulteriormente. Attento ma apparentemente sereno, si godeva uno spettacolo gradito.
Vedere un Grifone a caccia di una preda viva sarebbe stato ancora più emozionante, ma anche vederlo balzare così non era male.
Osservò l'uomo studiandone i dettagli. Già il colore della pelle rivelava che si dava da fare. Il modo con cui prendeva le prede gli suggeriva l'idea di qualcuno che si sporcava le mani. Sembrava a suo agio con quelle belve e loro con lui: un’ottima impressione.
Un lieve cenno di assenso a conferma delle sue parole circa il ruolo che avrebbe avuto lì dentro, dato da un abbassare il capo e da un mezzo sorriso cortese.

“Piacere mio, direi la sezione migliore.”
Il tono di chi diceva semplicemente quello che pensava, senza tanti complimenti o convenevoli.
E poi ecco la nota a stonare con il clima professionale. Un giro di prodotti tra zoo e ospedale, oppure qualcosa di organizzato e legale, chissà cosa c'era sotto.
Non era una cosa così scioccante che si vendessero parti di animali dove questi erano protetti. Le pozioni di cura o, in generale, quelle utili ai maghi, dovevano pur essere fatte in qualche maniera. Il problema stava nel come e dove si trovassero gli ingredienti. C'era solo da scoprirlo.

“Esatto. Consideratemi pronto a liberarle da un po’ di veleno.”
Il tono era sicuro. Allargò le mani rivolgendo i palmi ruvidi, solcati dai calli tipici dei lavoratori, all'uomo, raddrizzando la postura come a suggerirgli che era pronto a seguirlo.
Un cenno al secchio di furetti con contorno di sangue.

“Dite di portarlo nel caso qualche esemplare si svegliasse?”
Non era un problema toccare qualche carogna, con tutte quelle che aveva visto e che Lady Macbeth gli donava ogni volta che andava a caccia, era come prendere un sacchetto di Mielandia.
 
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view post Posted on 28/7/2016, 19:48
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acromantule

«Dammi del tu, Rob, non sono mica vecchio!»
Un altro sorriso, quasi una smorfia cordiale, aveva fatto capolino sul volto dell'allevatore di Grifoni da poco incontrato. Il signor Fortesque era giovane, parlando sia anagraficamente che spiritualmente, e lo si notava dal modo in cui si muoveva, dal suo essere attivo, dallo stesso sguardo ancora ammaliato e sorpreso come quello di un ragazzino di fronte una bella fanciulla. Solo che, in quel caso, Fortesque rivolgeva le sue attenzioni stupite verso le possenti creature alle sue spalle, ormai, quei leoni volanti che mai e poi mai avrebbe potuto abbandonare per davvero. Soffriva per la loro permanenza in uno Zoo, qualcuno a lui vicino - come la bella donna che domava i Draghi, in una sezione nelle vicinanze - poteva confermare quel particolare stato d'animo, ma l'uomo aveva imparato a non farne parola con nessun altro, men che meno con il nuovo arrivato mandatogli dal capo in persona. Era favorevole alla libertà di bestie come quelle di cui si occupava, a lungo andare non sarebbero resistite in un recinto, nonostante fosse invisibile e dunque non proprio palesemente inteso come una gabbia. Era stato lui, in effetti, a proporre quella modifica all'intero Zoo. Decise di rivelarlo fin dal primo momento al suo accompagnatore, non prima però di aver annuito con piacere al suo commento circa la sezione del Male e non prima di aver risposto alla sua ultima domanda. «Ah no, Rob, niente affatto! Le Acromantule userebbero i furetti come stuzzichini, già. Ciò che vogliono è una preda più grande. Anche se ragni giganti, sono mammiferi e non si saziano facilmente». Cominciò a camminare, il secchio con ancora gli ultimi furetti stretto tra le dita della mano destra, mentre con la sinistra, di spalle, invitava lo scozzese a seguirlo. Non si era ancora cimentato in una vera e propria conversazione circa identità e passioni del suo interlocutore, perché aveva un compito da assolvere e il rituale del cibo, come si divertiva a soprannominarlo tra sé e sé, era molto importante ai fini di una corretta... alimentazione? No, più che altro di una giusta convivenza tranquilla fra creature e invisibili (per loro, s'intendeva) spettatori che di lì a poco avrebbero popolato lo Zoo intero. «Portiamo qualche carcassa di Mooncalf, sono in quella cabina. Ah, sia chiaro» si fermò a metà strada tra il recinto dei Grifoni e una baracca in legno, di lato, nascosta da un albero di mimosa. Puntò un dito verso Rob come se fosse un Magiavvocato pronto a difendersi da una presunta accusa. «Non si uccide nessuna bestia, se non strettamente necessario. Furetti e Mooncalf stecchiti non sono carne da macello, c'è pur sempre rispetto, tendiamo a prendere quelli vecchi o comunque non più in salute. O anche quelli già morti». Il discorso non stava prendendo una piega tanto carina, forse era il caso di non sorprendere negativamente il nuovo arrivato, altrimenti il capo lo avrebbe sgozzato per davvero, dandolo in pasto alle Chimere. «Tu non ti preoccupare» concluse, un occhiolino a confermare quell'ultima strana frase, sospesa di fronte a loro come una liana. Fortesque entrò nella casupola, che era già aperta, per poi uscirne con un altro secchio, dopo aver posato il precedente, pieno di pezzi di legno. Non disse una parola, non ancora. «Non so quale recinto ti piaccia di più, ma devi sapere che la sezione tre comprende Chimere, Grifoni e Acromantule. Per averti scelto, immagino che il capo abbia fiducia in te, ma almeno per la prima volta, stammi vicino e non fare nulla di avventato, d'accordo?»
Un attimo dopo, senza attendere risposta, Fortesque estrasse la bacchetta magica dalla tasca destra dei suoi pantaloni sportivi e la fece disegnare un cerchio dinnanzi a sé. Un riflesso perlaceo si intravide davanti ai presenti, segno che la barriera protettiva fra recinto e il resto dello Zoo fosse stata aperta in quel punto. Entrò, facendo segno a Rob di seguirlo. Una volta dall'altra parte della barricata, Fortesque tracciò il secondo cerchio, chiudendo il confine. Alle sue spalle, un misterioso silenzio era interrotto da brevissimi ticchettii di chele, l'una contro l'altra come un lieve sottofondo; ovunque, ragnatele e rocce alte e grosse lasciavano in penombra l'intera zona già di per sé più umida della soleggiata residenza dei Grifoni. Fortesque chiese a Rob di fare attenzione, poggiando un dito sul naso a mo' di richiesta di evitare bruschi rumori. Si entrava nel vivo dell'azione.


Sei nel recinto delle Acromantule, tutte le conoscenze riguardanti queste creature ti saranno utili di sicuro. Fortesque crede che tu sia una sorta di aiutante che aveva chiesto al suo capo, direttore dello Zoo, quindi dà per scontato che tu sia in grado di approcciare creature pericolose come quelle della sezione tre. Posta statistiche e inventario attivo, diamo il via alle danze.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 29/7/2016, 17:06




Rispose con un semplice cenno di assenso mentre lo studiava, veder il migliore Domatore di Grifoni era una grande occasione.
“Semplice rispetto, anche io preferisco dare del tu. Perdonami la curiosità, gestisci tutto da solo una delle sezioni più temute e complicate? È assurdo che non mi abbiano inviato prima e incredibile che tu sia riuscito a gestire tutto questo.”
Parlò con tranquillità e una nota di ammirazione. Si guardò in giro, muovendosi come cercando chissà chi, per suggerire all'altro il perché di tale domanda: oltre alle creature, non vedeva altri addetti e le fiere non erano né poche né quelle facilmente gestibili.
Lo lasciò parlare, ascoltandolo con attenzione e annuendo mentre lo seguiva. Aveva compreso quel che gli era stato spiegato e non aveva niente da obiettare, lo si poteva capire dall’atteggiamento sicuro ma rilassato. In realtà qualcosa lo turbava, non si spiegava il perché specificare che nessuna creatura veniva macellata con leggerezza e perché usare i Mooncalf, creature rare, non facilmente scovabili, utili per ben altro, qualcosa di costoso a dirla tutta.

“Era per avere un diversivo, nel caso la mia presenza le infastidisse, dopotutto non mi conoscono. Per i pasti perché non usare semplici bovini, ovini o roditori non magici di allevamenti specifici? Se ne fa già largo uso, comportano meno spese e problematiche e gli esemplari vecchi sono più facilmente reperibili. Non che siano meno meritevoli del diritto alla vita, ma purtroppo le creature dello zoo non possono fare altrimenti.”
Un suggerimento da esperto, privo di arroganza o imposizione. Soldi risparmiati erano soldi guadagnati, così diceva sua madre che odiava lo spreco ed aveva fatto del buon bilancio famigliare una missione di vitale importanza.
Doveva controllare le scorte di cibo, come erano disposte, di che qualità erano e se bastavano, così tentò di farsi avanti per studiare ciò che stava aldilà del collega, dentro la baracca.
Cercò quindi di farsi il più avanti possibile, porgendo la mano destra per invitarlo a dividere la fatica, portando lo sguardo verso l'interno. Annuì con fare complice.

“Sarò silenzioso come un Lethifold.”
Un sorriso divertito all’ultima parola, nella sezione del male ci sarebbe stato divinamente quell’incubo vivente.
Presa o meno la carne, si diresse al seguito dell'uomo. Si mosse con passi lenti e il più lunghi possibili, compiendoli con le punte degli stivali così da fare poco rumore.
Otto paia di occhi moltiplicati per non sapeva precisamente quante creature senzienti… si fece cauto e attento, cercando di individuare gli ospiti presenti nel recinto.
Il ticchettio delle chele e il buio gli ricordarono una scena precisa: ombre di piante alte, vegetazione intricata di sandalo e teak, insetti e afa asfissiante come il fetore di un cadavere, appeso a testa in giù da un grosso ramo, compresso da un bozzolo, prosciugato, ma con ancora il terrore sul volto. Attorno altri bozzoli più piccoli, semicelati dalle ombre. Una voce profonda gli stava parlando, interrompendo le parole con numerosi scatti nervosi delle chele. Un’altra isterica, al suo fianco, gli traduceva tutto in inglese: “Grazie per avermi suggerito dove giocavano i bambini babbani, Roy. Ho catturato anche un adulto, lascerò in pace il piccolo villaggio di maghi, ora. Non c'è bisogno di minacciare di morte mia madre. I b-bambini? S-sì, meglio i loro che i nostri ma... la creatura ha detto solo questo, il nostro lavoro qui è finito. Grazie per avermi aiutato.”
Il sipario della foresta del Borneo, con i suoi attori principali, si chiuse davanti ai suoi occhi, davanti a sé rimase solo quella piccola riproduzione e Fortesque che si toccava il naso. Con ancora un mezzo sorriso soddisfatto sul volto, cercò di poggiare l’eventuale secchio a terra con delicatezza, per poi muovere la mancina con il palmo a coppa verso l'alto. Il pollice destro imitò qualcosa versato al suo interno. Voleva chiedere un contenitore in cui inserire il veleno estratto. Gli era mancato terribilmente l'avere a che fare col pericolo e gli esemplari meno apprezzati dalla comunità magica.



Punti Salute: 169 (160 Adulti + 4 Votazioni + 5 Dipendente Ministeriale).

Punti Corpo: 115 (110 Adulti + 5 Dipendente Ministeriale).

Punti Mana: 118 (110 Adulti + 5 Dipendente Ministeriale + 3 Libri).

Punti Esperienza: 25,5 (23 Adulti + 0,5 Votazione + 2 Dipendente Ministeriale).

Attivo: 1 Bacchetta (Legno di Salice, Corde di cuore di drago, 9 pollici, rigida).
 
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