| Quanto aveva ragione la sua Prefetta del cuore! Troppo serio, troppo diverso dal normale, troppo di troppo. Tentò di smorzare la sua stessa tensione con un sorriso, alzando le mani per una delle frasi più strane sentite in tutta la sua vita. Chiaramente si riferiva a quella dei dolci. «Non capirò mai come facciate a preferite... il salato o quello che è, ma pazienza.» Scrollò le spalle in un gesto inusuale, come per allontanare una brutta sensazione dal corpo, ancor più dallo spirito. La bacchetta era ancora stretta tra le mani e con un altro rapido movimento la indirizzò verso la finestra circolare alle sue spalle, dietro la cattedra. Un piccolo rintocco e le ante si spalancarono, lasciando che la brezza già quasi estiva riempisse l'Ufficio altrimenti chiuso. Al di là dei suoi studi comportamentali, della sua istruzione al galateo e alle norme associate, Oliver era stato temprato a tal punto da sviluppare un grado d'attenzione superiore alla media, lo stesso livello che gli permetteva di non addormentarsi durante le lunghe e tediose spiegazioni del professor Peverell, nel corso di Storia della Magia, nonché lo stesso livello che gli rendeva possibile comprendere il gelo nutrito da Flaminia. Notò i suoi movimenti, il suo intrecciare delle gambe, il suo stile mentre prendeva posizione sulla sedia e mentre faceva vagare lo sguardo intorno, per poi individuare il volto del Caposcuola. Che fosse claustrofobica come Oliver? Anche lui odiava gli spazi chiusi, non era in grado di restarvi per più di una manciata di minuti, ma doveva ammettere che la sua difficoltà fosse diminuita da quando Helen lo aveva aiutato a superarla con un semplice abbraccio. Seguire numerose ore di Pozioni in un'aula senza spifferi d'aria ad eccezione dei vapori dei calderoni, inoltre, favoriva il tutto. Cercò di non pensarci, lieto che il vento avesse cominciato a soffiare nell'Ufficio. Poggiò un portaspilli su un plico di pergamene sulla cattedra, così da evitare che volassero via, mentre lo sguardo si allontanava, accompagnato dall'acquolina in bocca, dal piatto di bignè al caramello che aveva portato via dalla Sala Grande, di prima mattina, per l'occasione. «Miss Fiammante, ti ho convocata per darti questa» iniziò, pensando che cominciare subito il dialogo non potesse essere affatto una cattiva idea. Prima finiva, meglio sarebbe stato: non che non avesse piacere nel stare con Flaminia, al contrario la stimava con tutto se stesso, ma la situazione verteva su sfumature spiacevoli perfino per un amante dell'allegria come il Caposcuola Grifondoro. Una pergamena, dunque, fu affidata alla ragazza, mentre Oliver poggiava la bacchetta sulla scrivania. «Come sono certo saprai, è stato ritrovato un cadavere ai confini del giardino di Hogwarts. Non sappiamo di chi sia, o forse non siamo tenuti a saperlo... il che farebbe la differenza» concluse, il tono di voce più basso, come se stesse confidando una riflessione a se stesso. Si schiarì la gola, tornando al discorso senza più fermarsi. «Comunque, siamo dell'idea che maggiori controlli rappresentino una buona alternativa, quindi le ronde notturne, ahimè, sono aumentate per tutti. Ho parlato con gli altri Caposcuola, mi auguro di incontrare presto la Preside, ma c'è poco da dire: per favorire la sicurezza di Hogwarts, dobbiamo impegnarci anche noi. Più controlli, più attenzione, meno scioltezza» annuì, come a confermare sempre al suo Io segreto di stare facendo la cosa giusta, di aver appena detto parole corrette. «I tuoi turni sono quelli in rosso, chiaramente ho cercato di non inserirli durante le lezioni, ma come vedi, molti sono di notte. Tre turni notturni a settimana: lunedì, martedì e sabato, i piani e le varie zone da controllare sono segnati lì.» Si portò all'indietro, le spalle nuovamente sulla sedia imbottita di quell'Ufficio che sentiva come un luogo serio, sinceramente diverso dalle sue aspettative. Aveva tentato di lasciarvi un'impronta personale, rendendolo meno asfissiante: poster, spille del C.R.E.P.A. con relativi progetti dell'associazione benefica, perfino la talea di Cespuglio Farfallino regalatagli da Aquileia era in quella stanza, poggiata sul balcone della finestra, così da bearsi dei raggi del sole e delle brezza di fine primavera. «Ma non ti ho chiamato qui solo per questo, cara» continuò. Ed ecco il vero Oliver, il suo vero Io, sorridente e con un pizzico di curiosità a dipingere positivamente il suo viso. Sorrise, aprendo un cassetto della scrivania e prelevando una scatola marrone, con un fiocco rosso sulla cima. «Aprilo, è per te» Non avrebbe detto altro. Non ancora: quel regalo, simbolo di tetre visioni ma anche di forte spirito di amicizia, avrebbe aperto la strada al calore, scacciando una volta e per tutte l'orrido gelo calato tra quelle mura. D'altronde, il mantello che avrebbe pescato dal pacchetto non serviva proprio a riscaldare?
Nel pacco troverai un Mantello Protettivo di Terza Classe, in grado di far rimbalzare (proteggendoti) tutti gli Incanti di I, II e III Classe. Inoltre, un bigliettino reca questa frase scritta in calligrafia elegante:
Amicizia è ricevere un mantello caldo nel quale sentirsi al sicuro. Ti voglio bene, Oliver
Ti spiego tutto non appena aprirai il pacco, esprimendo il vero potere del mantello.
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