Il Re degli Scherzi, Contest a Tema: Aprile

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view post Posted on 30/4/2016, 12:22
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Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo.

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Grifondoro
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Quel Mercoledì pomeriggio non poteva essere migliore. L'aria primaverile era totalmente palpabile nell'etere e il venticello fresco, forse per qualche strana altra magia, riusciva a penetrare persino all'interno del castello. Hogwarts era e sarebbe stata sempre stupenda e, durante quel periodo primaverile, non faceva affatto eccezione. Il prato immenso che circondava il castello sembrava una vera e propria scala cromatica del verde; fili d'erba scuri sfumavano passando per i colori pastello tipici della stagione, fino ad arrivare a qualche ciuffo già bruciato dal prematuro Sole. Monet non avrebbe perso tempo e sarebbe subito corso fuori, vittima della sua innata ispirazione alla vista del paesaggio, se fosse stato lì ad Hogwarts. Avrebbe afferrato la sua attrezzatura e si sarebbe sistemato in Giardino, con il leggero venticello che accompagnava il suo "momento in plein air". I colori della primavera erano capaci di stregare chiunque con la loro dolcezza e delicatezza. Ed era proprio questa una particolarità che Flaminia aveva sempre apprezzato della stagione tanto odiata. A differenza delle altre tre, infatti, la Primavera si permetteva di bussare timida ogni anno a metà marzo, con un venticello caldo ad annunciare il suo arrivo. Non portava ondate di gelo o di afa come l'Inverno e l'Estate. Solo l'odore dolciastro dei fiori appena sbocciati e il cinguettio appena udibile degli uccelli in volo, liberi nell'aria. La Strega fece dei piccoli cerchi con il dito sulla superficie dell'acqua, nella vasca del Bagno dei Prefetti. Le era stato inevitabile non adulare la Primavera in quel bel momento di relax, vista la giornata appena trascorsa e lo sguardo perso fuori dalla finestra che si ritrovava ad avere ad ogni lezione. Aveva spesso sentito dire da Alexander nella sua scuola Babbana, che la miglior scusa da usare in quello che lui chiamava "carcere ad uscite stabilite" era proprio l'arrivo della Primavera. "Il cervello smette di lavorare perchè la musica lo rilassa" ripeteva sempre, accumunando la stagione della rinascita alla composizione omonima di Vivaldi che entrambi erano costretti ad ascoltare nelle ore di ascolto musicale. "Gli ormoni vanno in tilt e tu hai voglia di uscire, ecco perchè non possiamo studiare!" Flaminia scuoteva sempre la testa ridendo alla fine del solito discorso di inizio Aprile. Non si era mai preoccupata di chiedere spiegazioni riguardo gli ormoni e quell'altra roba di cui blaterava il suo caro amico: sapeva perfettamente che avrebbe inventato una nuova religione pur di giustificare un'impreparazione in qualsiasi materia. Ma mai, come in quel momento, avrebbe voluto poter rivedere il suo compagno scansafatiche, pur di dargli pienamente ragione. Non sapeva se fossero quei cosiddetti "ormoni" ma, lei di sicuro, era andata in tilt. Il suo livello di concentrazione era pari a quello di un qualsiasi essere umano sotto effetto di allucinogeni o in dormiveglia. La mente saltellava felice fuori, nei pressi del Lago Nero, mentre il leggero borbottio dei pentoloni durante l'ora di Pozioni la riportava bruscamente alla realtà. Questo ogni Lunedì e Venerdì. La ragazza si rialzò borbottando in qualche strana lingua, per l'improvviso freddo che le aveva fatto rizzare i peli delle braccia appena uscita dall'acqua. *Ecco un'altra bella particolarità della Primavera!* pensò la Strega, alzando gli occhi al cielo mentre pensava alle ultime giornate trascorse. Era rimasta dieci minuti buoni ogni giorno davanti al suo armadio, con le mani a torturarle il labbro inferiore, rosso dal freddo. Il dilemma sull'abbigliamento nella "stagione dei nuovi amori", avrebbe attanagliato ancora molte generazioni dopo la sua. "Potrei mettere questa maglia a maniche corte, tanto fa caldo!" "Oh no aspetta...si gela, il maglioncino rosso dove è?" "Che ora è? Mezzogiorno? E si sente, mi scioglierò...dove sono le mie infradito?" Esclamazioni molto conosciute alla piccola Mezzosangue che, lunatica da capo a piedi, soffriva i cambiamenti del clima molto più di qualsiasi altra persona avesse mai conosciuto. E, questa particolarità, non le era da aiuto negli ultimi tempi, vista la variabilità di temperatura della Primavera di cui, la studentessa, era stata persino capace di stilare una lista. Mattina, freddo leggermente artico; Pomeriggio, calura insopportabilmente pre-estiva; Sera, monsoni o bora, a seconda della giornata appena passata. *Un bel casino* si disse la Strega, ripensando agli innumerevoli cambi di magliette che aveva dovuto compiere in quelle settimane. Ora era vestita di tutto punto, con i capelli "quasi in ordine" e la divisa abbandonata sul suo braccio a mo' di "straccio troppo pulito" da cameriere. Aveva deciso di indossare qualcosa di leggero, consapevole di non staccarsi dal suo amato divano nella Sala Comune nemmeno in caso di incendio. "L'ozio è il padre dei vizi e in quanto padre, va rispettato!" ripeteva sempre il papà della Rossa, beccandosi occhiatacce su occhiatacce dalla moglie, sempre intenta a cucinare o a pulire casa. Era lei la forza di casa, l'energia fatta donna. A Flaminia mancava terribilmente, come tutta la sua famiglia d'altronde. Non vedeva l'ora di riabbracciarli tutti, pur essendo riluttante a qualsiasi tipo di contatto fisico elevato. Era da tanto tempo che non li vedeva, assolutamente troppo tempo. La Grifondoro si avviò svelta verso l'uscita come se, aumentando il passo, avrebbe potuto accorciare la distanza e il tempo che la divideva dal poter ridere e scherzare con la sua famiglia. Ecco a cosa la portava pensare. A passare dall'immaginare un pittore babbano in mezzo ai giardini di Hogwarts con la sua tela, al correre disperata per rivedere la sua famiglia. Avrebbe dovuto spegnere il cervello una buona volta per tutte, ne era consapevole. Ancora con gli ingranaggi in movimento nella sua zucca, la ragazza aprì la porta meccanicamente, senza curarsi di qualsiasi cosa le stesse intorno. Non potè fare errore più grande. Un liquido molto somigliante a melma la ricoprì da capo a piedi, tingendo i suoi capelli e i suoi vestiti di una strana tonalità che andava dal verde al viola. L'odore era nauseante e Flaminia avrebbe vomitato se non avesse avuto la bocca spalancata dallo stupore e le braccia leggermente aperte, come a ripararsi da un impatto. *Che diavolo è successo?!?!* pensò rabbiosa, un'espressione di puro schifo dipinta sul volto mentre cercava invano di ripulirsi da quel macello che le era piombato addosso. In risposta, una risatina stridula si fece largo nel corridoio, tremendamente vicina al luogo dell'accaduto. Un piccolo "puff" e Flaminia non seppe più distinguere l'accennato fastidio dalla pura rabbia primitiva. Pix era poco sopra la sua testa, un secchio lo seguiva girandogli intorno, come fosse stato la Luna per il Sole. Il maledetto fantasma teneva un ghigno stampato sulla sua bella faccia da schiaffi mentre, volteggiando guardava quello che alla ragazza, con gli occhi furiosi puntati sulla creatura, sembrò un bloc notes. "Ed ecco un'altra tonta!" esclamò raggiante Pix, ridendo e spuntando, presumibilmente pensò la Strega, il suo nome da una lista. "BUON PESCE D'APRILE SIGNORINA EVANS!" quasi urlò poi, facendo spuntare dei coriandoli dalla sua giacca che si andarono ad attaccare a quella che era ormai diventata la disgustosa glassa in cui era avvolta la Rosso-Oro. "E'passato da un pezzo, Pix." si limitò a sibillare la Grifa, le palpebre così socchiuse che sembrava avere gli occhi sigillati. Il fantasma in risposta si limitò a ridere di più. "Questo rende tutto più divertente, nessuno se lo aspetta!" Pix fece tre ruote a mezz'aria, fino a farle arrivare il bloc notes difronte al naso. "Non se lo aspettava il Caposcuola Tassorosso o quello Grifondoro, non se lo aspettavano tutti gli altri Prefetti come te Evans." concluse la creatura ridendo come non mai, mentre indicava tutti i nomi dei Prefetti sbarrati, dopo aver subìto chissà quali angherie. La Rosso-Oro spalancò gli occhi che mandavano scintille azzurre e viola in ogni dove. Avrebbe voluto prendere la bacchetta e non rispondere più delle sue azioni, ma quella sottospecie di liquido sembrava le si stesse solidificando addosso, riempiendole la maglia di quel fetore a dir poco insopportabile. Il malandrino intanto continuava a ridersela di gusto, saltando e ballando il tip-tap su quel secchio dove prima doveva essere contenuta quella melma puzzolente. La Strega strinse i pugni, cercando di calmarsi. "POSSO SAPERE COSA DIAVOLO E' QUESTO?" chiese con la voce troppo alta per i suoi gusti ma che sembrò risvegliare Pix dal suo momento artistico. La squadrò da capo a piedi ridendo prima di farsi comparire dei baffi e di sedersi sul secchio come fosse stato un vecchio signore che ne sapeva molto più di qualunque altro sulla faccia del pianeta. "Beh diciamo che..." cominciò la creatura, con la bocca chiusa e tesa in avanti a mimare un nobile dai modi eleganti che si lisciava i baffi. "Prima era nello stomaco di un qualche animale e ora è sui tuoi vestiti!" concluse ridendo, abbandonandosi ad una risata liberatoria così grande, che dovette tenersi la pancia e dovette aggrapparsi al secchio per non cadere dallo stesso. La Strega spalancò nuovamente la bocca, ricorrendo a tutto il suo autocontrollo per non far fare alla colazione la stessa fine del composto che Pix le aveva versato addosso. Lui, di risposta, battè le mani allegro, come a complimentarsi dell'espressione appena assunta dalla ragazza. "Io ti ammazzo sottospecie di spirito, io ti ammazzo, io ti ammazzo..." iniziò a dire tra i denti la Grifondoro, cominciando un mantra che, di pacifico, aveva ben poco. La sua mente lavorava freneticamente per tenere a bada le braccia e le gambe, già pronte a scalciare in ogni dove e ad attraversare con rabbia il sottile velo di polvere che costituiva il corpo del fantasma. Flaminia vedeva sè stessa come fosse stata uno spettatore esterno, e non potè fare a meno di calmarsi all'immagine del suo corpo interamente coperto di fiamme e dei suoi capelli sospesi in aria per via del fumo che le usciva dalle orecchie. Guardò Pix, che ora stava controllando il suo bloc-notes con molto interesse, con tutta la calma che riuscì a trovare. "Pix." lo richiamò. Il fantasma non accennò a rispondere o forse fece finta di non sentire visto che continuò tranquillamente a scorrere i foglietti del suo taccuino con nonchalance. "Maledetto idiota sto parlando con te!" riprovò la Grifa, un'espressione di controllo sul volto, troppo studiata per essere naturale. Pix la degnò della sua attenzione, il solito ghigno stampato in volto. "Ammasso di vomito, fa' in fretta ho delle faccende da sbrigare" rispose il fantasma in modo poco educato, indicando dei nomi sulla lista, ancora da spuntare. La Grifondoro si limitò a sorridere in risposta, le mani leggermente aperte e in avanti come se stesse cercando di calmare qualcuno. "Sappi solo che me la pagherai" si limitò a dire, un sopracciglio alzato a studiare la reazione della creatura. Quest'ultima le scoppiò letteralmente a ridere in faccia e non smise nemmeno difronte all'espressione seria di Flaminia sinonimo abbastanza esplicito di un: "Guarda che non sto scherzando", verbale. "Non ho tempo per ascoltare le tue baggianate, fuocherello" esclamò, dandole le spalle e cominciando a svolazzare nel corridoio verso chissà quali luoghi sperduti. Alla ragazza non sfuggì il suo fastidioso canticchiare che divenne sempre più chiaro dopo la terza ripetizione. "E anche la Grifa ci è cascata, ora sembra marmellata, se non sopporti il brutto odore, morirai dal fetore!" La studentessa buttò l'aria fuori dalle narici come un toro prima di richiudersi, non senza grandi difficoltà, la porta del Bagno dei Prefetti alle spalle. Si sarebbe dovuta lavare una seconda volta, e al più presto per via del tanfo. Ma cosa più importante doveva darsi da fare: si sarebbe davvero vendicata con Pix.

***


Flaminia accartocciò l'ennesimo foglio di pergamena e lo gettò con rabbia sul vetro della finestra, dove rimbalzò silenziosamente. Il pavimento del Bagno era ormai disseminato di tante altre palline di carta accartocciata come quella appena lanciata e questo, non fece che aumentare l'irritazione e il malumore della Rosso-Oro. Aveva passato una mezz'ora buona del suo tempo a raccogliere tutto il suo autocontrollo per non vomitare: la vista di quel rivoltante composto unito all'acqua non giovava al suo piccolo e già debole stomaco. Aveva dovuto ricorrere a numerosi "Acclario" per godere di un'acqua sempre cristallina e alla fine, dopo un lungo ed estenuante ragionamento, si era arresa ad usare un "Evanesco" per far sparire la melma che ancora l'avvolgeva pur essendo a mollo in acqua. L'incanto aveva avuto successo e lei ne era quasi totalmente felice. Quasi, appunto perchè l'Evanesco non era stato un vero e proprio successo completo.... *Esisterà un incantesimo che porta i via i brutti odori, no?!* si era chiesta quasi esasperata la Grifondoro, tappandosi il naso a quella piccola falla nella sparizione totale dell'intruglio e dei suoi effetti. Ed ecco che un'altra mezz'ora era passata, aspettando che i sali e i saponi disciolti all'interno della vasca potessero in qualche modo fare qualcosa. L'odore era sparito gradualmente da quando la Strega aveva deciso di prendere pergamene e piume per iniziare ad ideare un piano decente per la sua vendetta. Sfidare Pix sul suo campo era stato un affronto e, in primis, una grande cretinata. Come avrebbe potuto mettere nel sacco uno con un'esperienza del genere? E non si parlava di anni, ah no! Bensì di secoli,secoli e secoli, che Pix aveva passato in allegria, saltellando dalla testa di uno studente di Hogwarts ad un altro. Anche solo pensare lontanamente di fare uno scherzo ad un fantasma del genere era pura eresia. *E averlo sfidato seriamente?* pensò Flaminia, mandando giù un groppo di pensieri che le si era fermato metaforicamente in gola. Le rimbombava nel cervello la grande idea di aver fatto un enorme cavolata da quando aveva ormai chiuso la porta alle sue spalle. Ma aveva lanciato una sfida e, per leggi d'onore e per il colore delle rifiniture della sua divisa, non si sarebbe potuta tirare indietro. *E' un dannato fantasma, gli oggetti lo attraversano maledizione e non credo che il vecchio trucco della stretta di mano elettrica funzioni con i morti!* esclamò mentalmente la Strega, una smorfia appena accennata sul viso, stufa di non riuscire a trovare una soluzione. Avrebbe voluto tanto che l'entità superiore di Hogwarts l'aiutasse in qualche modo, uno qualsiasi. Le sarebbe persino piaciuto sprofondare in un luogo sotterraneo da quella stessa vasca, pur di avere un'idea quantomeno decente. Si sarebbe messa a ballare il Flamenco sui carboni ardenti...tutto pur di avere uno straccio di idea. E forse qualcuno nel suo cervello, aveva avuto la benevolenza di darle una leggera mano. L'immagine di lei ballerina sfumò piano piano fino a che, al posto della minuta ragazzina che aveva sempre pensato di essere, si sostituì una figura più losca e leggera, con un ghigno stampato in viso. La piuma si mosse quasi di sua volontà. Finalmente l'idea aveva preso forma.

***


Due vispi occhi azzurro-viola setacciavano pensierosi il lungo corridoio del Quarto Piano. Il programma per lo scherzo era completo. Flaminia lo teneva bello stretto in un pugno come fosse una mappa da Esploratore troppo preso per occuparsi delle condizioni di uno stupido pezzo di carta. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli ma come sempre, l'insicurezza era d'obbligo. Stava comunque tentando di fare uno scherzo al "Giullare Secolare del Castello" e tutto, ma proprio tutto, poteva andare male. Piazzarsi difronte alla Biblioteca era stata la scelta più combattuta. Lo scherzo prevedeva infatti, l'impiego di non poco casino. Ma vari ragionamenti avevano indotto la Rosso-Oro a considerare la Biblioteca il luogo ideale. *Biblioteca=silenzio. Scherzo=casino. Casino difronte alla Biblioteca=attenzione. Attenzione=pubblico.* si era detta la Grifa, ferma nell'idea che la presenza di un pubblico avrebbe suscitato maggior irritazione nei riguardi di Pix e così, più possibilità di vittoria. Aveva pensato, aveva ragionato, si era detta...erano tutti quei verbi a spaventare davvero Flaminia. Tutto ciò su cui aveva ragionato e lavorato erano ipotesi, futili imitazioni di una probabile realtà. Ma cosa sarebbe successo di sicuro? Non vi era risposta a quel quesito che stava quasi rodendo la streghetta dall'interno. L'ennesimo sospiro fu l'ennesima sconfitta da parte dell'ottimismo della Grifondoro di salire a galla. Di lì a poco, solo la Speranza e la Fortuna sarebbero state a suo favore. La Strega ricontrollò nuovamente che fosse tutto apposto. Nessun particolare doveva essere fuori posto, nessuno! Il vestito che aveva tra le mani era uno di quei particolari. Aveva tentato di mascherare Minerva da ballerina da Carillon, così per farla sembrare più carina. Il tutù che le aveva disegnato era stato realizzato poco dopo dalla Nonna, che lo aveva spedito un mese dopo insieme ad una lettera in cui incitava la nipote a lasciar perdere un'idea così balorda come travestire la propria civetta. Ma la Prefetta non aveva voluto sentire ragioni. Dopo aver svegliato il pigro animale da compagnia si era messa d'impegno e si era preparata a ficcare quel bel tutù rosa alla sua "adorata" Minerva. Peccato che il volatile non la pensasse allo stesso modo...A fine giornata c'erano così tante beccate e morsi sulla mano di Flaminia che era difficile distinguere quale fosse la pelle sana e quale quella martoriata. Un canto allegro e fastidioso risvegliò la Strega dai suoi "lieti" ricordi. Si nascose in fretta dietro l'incrocio e guardò Pix saltellare felice a mezz'aria. Ma la sua felicità divenne presto quella della studentessa che si accorse del suo repentino cambio d'espressione alla vista di una parte del materiale confiscato dai Prefetti agli alunni un po' più...spiriti liberi. La ragazza aveva penato anche su quella scelta....ma cosa avrebbe attratto il fantasma più di un mucchio di merce illegale o quantomeno frutto di casino e disordine generale? Pix si avvicinò, gli occhi puntati su quello che doveva essere un gruppo di Frisbee Zannuti. "Chi è l'idiota che lascerebbe tutta questa bella roba in giro?" esclamò ad un tratto, la voce distante come se fosse stato in un mondo a parte. La Grifondoro vide i suoi occhi prendere la forma di due cuori mentre afferrava alcuni particolari fuochi d'artificio. *Adesso!* pensò e tirò fuori la bacchetta dalla sua tasca, puntandola contro una scatolina a primo impatto anonima. *Speriamo che quelle storie sui tipi di fantasmi dormiglioni siano vere*. La strega sospirò e liberò la mente iniziando a risentire le dolci note del maestro di flauto traverso nella sua testa e battendo contemporaneamente, e a tempo, la bacchetta sulla scatolina. Quando fu sicura di aver cantato abbastanza, pronunciò la formula finale: "Cariòn Versatio!", con tono sicuro senza preoccuparsi dell'ormai assente Pix. Con suo grande sollievo, la melodia incominciò a farsi strada nel corridoio subito dopo. Il canto era alto e forte, quanto dolce e rilassante. Il fantasma alzò appena la testa prima di riprendere a guardare i vari oggetti con occhio critico. Flaminia stava per sbuffare dalla disperazione quando si accorse delle palpebre dello spirito che sbattevano veloci, come se quell'ultimo volesse tenersi sveglio. Un sorriso abbagliante apparve sul viso della ragazza che stava spiando la scena. Pix piano piano aveva iniziato a cedere,fino a che non aveva iniziato a sbadigliare e a stiracchiarsi ed infine, ad appisolarsi. La Prefetta non riusciva a credere ai suoi occhi. Un fantasma. Dormiente. Davanti ai suoi occhi. Avrebbe voluto avere un album da disegno o almeno una macchina fotografica, per immortalare il momento. Ma bando alle ciance, doveva muoversi. Posò il ridicolo tutù rosa a terra e lo indicò con la bacchetta. Un movimento fluido del polso e una formula ben pronunciata, "Wingàrdium Leviòsa!", e il vestitino stava fluttuando davanti ai suoi occhi, volando per il corridoio controllato dalla sua bacchetta. Un oggetto avrebbe attraversato Pix. Ma se Flaminia ne avesse potuto controllare i movimenti, tutto sarebbe andato secondo i piani. Un altro colpo di bacchetta e la leggera musica cessò di colpo, rivelando così il leggero brusìo proveniente dalla Biblioteca, molto probabilmente dovuto alla strana sinfonia appena udita. Un forte salto con i pesanti anfibi che la studentessa portava ai piedi e il fantasma balzò in piedi, quasi arzillo come prima. "Cosa diavolo è suc...", non ebbe il tempo di finire che una nuova musica gli fece rizzare le orecchie. Una roba noiosa, ma conosciuta, sentita chissà dove; gli sembrò una di quelle canzoni da quadri ottocenteschi che popolavano l'area Nord del castello. Così come era rimasto sorpreso lui di quella strana litania lasciata a vagare tra le aule, così alcuni studenti si erano avvicinati o erano usciti dalla Biblioteca per accertarsi che non fosse successo nulla che si stessero perdendo. Lo spiritello era già pronto ad usare tutta quella bella artiglieria per divertirsi con tutti loro, quando una vocina richiamò la sua attenzione. La Rossa lo richiamava sorridente, la bacchetta puntata su un punto poco più a destra di lui. "Ce lo balli questo Danubio, Pix? chiese sorridendo, spostando poi velocemente la bacchetta nella sua direzione. Nel leggero momento di smarrimento del birbante aveva avuto modo di cambiare brano nel carillon e di intonare nella sua mente, un famoso valzer conosciuto in quelle famose lezioni di ascolto musicale. La Grifondoro potè notare la leggera paura nello sguardo del fantasma ma tutto durò un nanosecondo, prima che lo sfortunato si accorgesse di essere vestito come una ballerina da carillon. Flaminia rise alla sua espressione e notò con piacere che anche altri studenti ridacchiavano o almeno sorridevano. Pix era diventato un mix ingestibili di espressioni. "Tu, lurida..come, io, ma guarda! Hai osato..ora ti.." Le frasi spezzettate del piccoletto non fecero che aumentare l'ilarità della primina che fischiettava allegra la melodia, mimando i gesti che il fantasmino avrebbe dovuto compiere per esibirsi in un ballo quantomeno decente. I cori di risate furono udibilissimi a quella scena così bizzarra e particolare. Pix vestito da ballerina e una Prefetta Grifondoro sua insegnante. Sarebbe potuta diventare una sitcom. *Ed ora? Come la metti che siamo pari?* pensò la Rossa, sorridendo. Uno scherzo carino, svolto al meglio. Il fantasma ci avrebbe messo molto a dimenticarlo.

***
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I Giorni seguenti trascorsero frenetici e rumorosi. Pix non aveva preso proprio bene la storia del tutù e, come Flaminia gli aveva giurato di vendicarsi a parole, così lui le aveva garantito una rivincita piuttosto dolorosa con lo sguardo. Giorni d'Inferno per la piccola Grifondoro, che aveva preso l'abitudine di guardarsi continuamente alle spalle e sulla testa, per paura che qualcuno o qualcosa fosse pronto a rovinarle l'aspetto o le ossa. Ma, come lei temeva libri in testa, melma e carmelle nei capelli e vari bagni nel colore o nel gesso, Pix aveva il tremendo terrore di altre "lezioni di ballo", di essere scoperto dal custode nel bel mezzo di una marachella o di essere mandato ad appuntamenti per merci di contrabbando, dove alla fine non si sarebbe presentato nessuno. Eppure in tutti quei casini, entrambi sembravano in qualche modo divertirsi. La Rossa aveva notato che il fantasma arcinemico segnava su quello stesso famoso taccuino da cui era partito tutto quel bel casino, gli scherzi andati a segno per entrambi, come fosse un innocente gara a carte. Peccato che lo spirito stesse mantenendo alla grande il suo titolo di campione visto e considerato che persino in quel momento e a quell'ora, le undici di sera passate, la Strega stesse camminando avanti e indietro per la Sala Comune, con tre diavoli per capello. Era rimasta l'intero pomeriggio all'interno della vasca per rimuovere tutti i coriandoli e la colla che qualcuno ormai molto conosciuto, le aveva rovesciato addosso "per sbaglio". Così come qualcuno le aveva nascosto la bacchetta "per puro errore", impedendole di usare la magia per riacquistare un aspetto decente. *Lo uccido, quanto è vero che mi chiamo Flaminia lo uccido!* pensò a ripetizione la ragazza per non urlare, visto anche l'orario. Aveva sgranocchiato tutte le sue unghie dal nervoso e di lì a poco, sarebbe passata alle dita. Dopo quella settimana avrebbero dovuto farla Santa solo perchè non aveva compiuto danni dalla rabbia, cosa molto difficile per una come lei in situazioni di quel genere. Le angherie subite in quel breve, quanto paradossalmente lungo, arco di tempo, le scorrevano veloci nella mente rivelando particolari nuovi che non facevano altro che aumentare la sua irritazione. Stava davvero cercando di trattenersi? Come avrebbe potuto starsene ferma difronte a tanta ingiustizia e maligna genialità nei suoi confronti? Un fuoco simile a quello che aveva sentito quando aveva dichiarato guerra al fantasma, le divampò nel piccolo petto. Pix avrebbe avuto per la seconda volta ciò che meritava. Il re degli scherzi sarebbe caduto e, a fargli lo sgambetto, sarebbe stata lei.

***


*Torna indietro, stai facendo una cavolata! Ma ti sembra intelligente rischiare tutto solo per una stupida gara di scherzi?* Il cervello di Flaminia lavorava frenetico cercando di farle cambiare idea. Erano le una passate e, silenziosa come non mai, lei si aggirava tra i corridoi del castello, speranzosa di non essere l'unica creatura a farlo in quel momento. Aveva nuovamente fatto lo scherzo dell'incontro al poltergeist e, il solito incontro a cui non si sarebbe dovuto presentare nessuno, era previsto per le una e mezza all'imbocco del terzo piano. La Rossa non riusciva ad immaginare che cosa si stava aspettando Pix in quel momento. Cioè, lo sapeva bene ma se il fantasma avesse cominciato ad avere dei sospetti? Se invece di aspettare i soliti carichi di Caccabombe e Frisbee Zannuti si fosse accorto che qualcosa era in agguato? Al pensiero dello scherzo che avrebbe compiuto, una scarica elettrica la percorse da capo a piedi gelandole momentaneamente le articolazioni; era uno scherzo tremendo, ma vedere il volto di Pix sarebbe stato impagabile, ne era certa. Il piano era questo: si sarebbe presentata lei, per così dire, al solito incontro e quella sua quasi presenza, sarebbe stata lo scherzo in sè. Si guardò attorno con i nervi a fior di pelle. Era arrivata. Ormai le vocine nella sua testa erano sparite, lasciando a tutti i pensieri negativi sulle situazioni che sarebbero potute accadere. E se l'avessero scoperta? E se Pix avesse spifferato tutto? Ora non c'era in ballo una risata da parte di tutti gli studenti per godersi un fantasma vestito da ballerina, no. Se qualcosa fosse andato storto, si sarebbe giocata la spilla e la reputazione. Il lieve frusciare di corpi senza vita, la risvegliò dal suo solito stato pessimistico. Pix svolazzava avanti ed indietro, il viso paffuto contorto in un'espressione di totale confusione ed impazienza. Capire cosa stesse pensando risultava a dir poco impossibile. Due candele erano accese poco più lontane da lui, giusto per rischiarare l'ambiente. Flaminia si morse il labbro. Avrebbe preferito di gran lunga il buio. Pensò velocemente e le soluzioni spuntarono facilmente, senza richiedere uno sforzo troppo faticoso. *Okay ragazzina. Si va in scena* si disse, recuperando la bacchetta che le era stata restituita per sua fortuna da un Caposcuola. La portò all'altezza del capo per poi riportarla verso una delle due candele. "Florikus!" bisbigliò per non farsi sentire e per sua grande fortuna, l'incanto ebbe effetto anche senza che lei urlasse la formula. Una bolla d'aria fredda si sprigionò dalla bacchetta andando a colpire la leggera fiammella della candela che in un battibaleno, si spense. Pix sobbalzò e si avvicinò di più alla candela accesa. "Chi è la?!" esclamò con voce stranamente più acuta del solito. Che avesse paura dei fantasmi? *E' un fantasma Flaminia, come fa ad avere paura di sè stesso?* La sua fastidiosa vocina riuscì a smentirla persino in un momento delicato come quello. *Di sè stesso no, ma di qualcun'altro si* pronunciò mentalmente di risposta la Rosso-Oro, accennando quasi un sorriso. Aveva fatto delle ricerche interessanti e, l'unica paura conosciuta di Pix, sembrava essere proprio un suo simile. "Chi è la?!" ripetè con più insistenza il poltergeist, senza però accennare a muoversi dal suo nascondiglio. *Speriamo che sia davvero così idiota come sembra* pensò la Rossa, pronta a mettere in pratica quel subdolo e meschino scherzo. Puntò la bacchetta contro un vecchio lenzuolo che aveva sporcato di vernice rossa e prese un bel respiro. Se si chiamava Barone Sanguinario doveva esserci un motivo e quindi le macchie scarlatte dovevano essere per forza azzeccate. Fece dei movimenti fluidi con il polso e bisbigliò un'altra formula ("Wingàrdium Leviòsa), l'adrenalina mista a divertimento. L'incantesimo di Librazione si mostrò sul vecchio lenzuolo che subito prese a fluttuare. Persino Flaminia si impressionò a quella scena ma, decisa e con la bacchetta ben stretta in pugno, indirizzò quella che ora sembrava una veste sporca a metà del percorso tra la candela accesa e la candela spenta. "Pix.." disse, la voce infinitamente più bassa, ad imitare il tono di un burbero fantasma che nessuno vedeva molto spesso e per tanto tempo. Il piccolo poltergeist lanciò un urletto, avvicinandosi di più al muro. La Strega poteva osservarlo senza farsi notare, nel buio più totale. "S-s...Sii...signor B-Baa- Barone?" balbettò, l'espressione impagabile a cui la Rosso-Oro aveva pensato, dipinta sul viso. La ragazzina tentò di nascondere una risata. Prese il sacchetto con tutti i suoi anelli chiusi all'interno e prese a massaggiarlo con le mani, creando uno strano rumore metallico. Qualcuno le aveva borbottato nell'orecchio che il fantasma simbolo di Serpeverde, usava spesso portarsi dietrio delle catene, per incolparsi di qualcosa che aveva fatto in vita. A quello stridio, il piccolo Pix quasi si raggomitolò su sè stesso, i denti che battevano tra di loro. "E chi altri sennò?!" sbottò di nuovo la Grifondoro con quella patetica voce baritonale che però sembrò convincere il poltergeist. "C..Co..cosa vi porta qui Signor Barone?" chiese tutto d'un fiato il fantasmino, gli occhi spalancati in un'espressione di puro terrore. Flaminia si morse il labbro per non sorridere malignamente. "Ti ho forse dato il permesso di parlare, eh canaglia?!" rispose con voce leggermente più alta e cupa, la severità come nota distintiva del tono. Un altro urletto infantile e Pix quasi si inchinò ai piedi del lenzuolo. Visto che non osava proferire parola, il "Barone Sanguinario" riprese a parlare. "Ora apri quelle sudicie orecchie, maiale che non sei altro ed ascoltami bene." disse tranquillo, una studentessa poco più in là che sorrideva vittoriosa alla totale sottomissione del fantasma. "Lascerai in pace la Signorina Evans, è chiaro? " esclamò infine, la voce leggermente più morbida di prima, per via del nome che aveva pronunciato. "La lascerai in pace e dichiarerai in Sala Grande che sei un perdente, dichiarando lei vincitrice della vostra alquanto stupida gara di scherzi." concluse infine il lenzuolo. La Prefetta era al settimo cielo. Pix non avrebbe mai disubbidito al Barone Sangunario e poi lei, dopo quell'immensa marachella manipola-paura, avrebbe di sicuro vinto la loro strana competizione. "Come vostra Signorìa desidera." borbottò di risposta lo spirito. Era visibilissimo il suo essere contrario alla scelta appena presa, quanto era ovvio che non osava per qualsiasi motivo ribellarsi al Barone. Flaminia rise di gusto ed uscì dal suo nascondiglio. "Quindi mi lascerai in pace e mi dichiarerai vincitrice? Grazie mille Pix!" rise nuovamente e di gusto mentre le espressioni sul viso del poltergeist scorrevano veloci. Flaminia si sarebbe aspettata di tutto ma non che la faccia trasparente di Pix si trasformasse nuovamente in una maschera di puro terrore. La Rosso-Oro gli schioccò due dita in faccia come a risvegliarlo da un leggero oblio. "Hey testa di rapa, guarda che sono Evans!" disse quasi con tono preoccupato dall'immobilità del fantasma. *Non è che gli ho procurato qualche danno al cervello? Ma i fantasmi ce l'hanno un cervello sennò come ragionerebbero?!* Prima che le solirte vocine all'interno della sua testa cominciassero a discutere, Pix si limitò ad indicare un punto indefinito dietro alle sue spalle. La Strega si girò e spalancò gli occhi. Era totalmente sicura che la sua espressione in quel momento fosse la copia esatta di quella di Pix. Uno spirito come il poltergeist ma più grande, li guardava con occhi truci. Era molto nascosto nell'ombra ma le macchie visibili sui suoi vestiti e il rumore metallico delle catene, non fecero che alimentare e accertare i suoi dubbi. Il Barone Sanguinario li stava squadrando entrambi, non proprio con l'aria di chi avrebbe voluto intrattenere una pacifica conversazione. "E così vi divertite alle mie spalle con i vostri insulsi giochetti.." La sua voce era molto più tenebrosa rispetto a come l'aveva imitata Flaminia e quel piccolo particolare fu già sufficiente per farle rizzare i peli sulle braccia. Nè lei nè Pix osavano fiatare, troppo scossi, troppo impauriti per mettere in moto il cervello. Si limitarono a starsi vicini, nemici come erano fianco a fianco. "Lasciate che vi insegni una cosa mocciosi" esclamò il Barone, il rumore delle catene sempre più vicino a dove si trovavano i due poveri birbanti. "Lo scherzo è bello quando dura poco!" esclamò infine, prima di gettarsi a capofitto su i due corpicini stretti, per quanto possibile, tra di loro. La Rosso-Oro aprì la bocca per urlare, ma il grido le morì in gola dopodichè, fu tutto buio.

***


"Eddai Pix non è così male!" Flaminia rincorreva il piccolo poltergeist tra i corridoi, sventolando davanti a sè un insieme di fogli. Il fantasma dal canto suo continuava beatamente ad ignorarla, con un'eleganza che non gli competeva. "Ti ho già detto che la trovo un'offesa nei mie riguardi e che tutta la storia mi fa veramente schifo!" disse, riacquistando un po'della maleducazione per cui era famoso. La Strega si fermò di botto, con un'espressione da cucciolo ferito dipinta in volto. I Fogli di pergamena erano tenuti insieme da dei fili cuciti ed il primo, quello che doveva essere la copertina, recitava a caratteri ben definiti il titolo "Il Re degli Scherzi". La Rosso-oro lo aveva scribacchiato con l'intento preciso di far capire a cosa portasse il troppo scherzare e Pix si era ritenuto onorato solo del nome che gli aveva affibiato. "Convincere il Barone non sarà facile, ma possiamo andare in scena! Posso imitarlo io, ti prego!!!!" E così dicendo la Strega iniziò a rincorrerlo, con i commenti di Pix sul finale che le rimbombavano nel cervello. Chi mai avrebbe creduto ad un finale del genere? Sarebbe stato solo un ennesimo e pessimo, scherzo al lettore.


Edited by Fiammumski - 30/4/2016, 22:46
 
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