Una domenica particolare, privata

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view post Posted on 18/4/2016, 13:17
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L’ennesima occhiata fuori dalla finestra di casa mi da conferma che la giornata sarebbe stata caratterizzata dal solito tempo londinese. La variabilità era una costante nella city, soprattutto in questo periodo. La primavera era iniziata ma a Londra il grigio regnava sovrano.
Ero in debito con Galatea, la mia piccola e candida jarvey, di una passeggiata. Glielo avevo promesso e quindi era giunto il momento di mantenere l’impegno. Nonostante sia una creatura di complicata gestione tratto la cucciola come un’essere umano e nello stesso modo mi comporto con Gideon, la tarantola azzurra alla quale sono affezionatissima.
E’ domenica pomeriggio e non vedo momento migliore per saldare il mio debito ma non voglio passare ore in mezzo a traffico, gente che corre da ogni parte e rumori molesti che innervosiscono sia me che i miei due amici.
Approfitto della giornata festiva e decido di portare sia Gideon che Galatea allo Zoo Magico. Non è il mio posto preferito, lo ammetto. Detesto vedere le creature rinchiuse o, peggio, costrette a dare spettacolo di se stesse per il divertimento degli umani. Vedere creature che in natura sono fiere, diffidenti, orgogliose e coraggiose costrette a fare quello che in natura non farebbero mai mi intristisce per non dire che mi irrita.
Convengo però che lo Zoo sia un’ottimo posto in cui fare una passeggiata all’aria aperta lontano dallo smog e dal caos cittadino. Un’abbigliamento casual è quel che serve per una una gita fuori città e con un paio di jeans, maglietta e scarpe da ginnastica bianca e giubbotto scuro penso di essere abbastanza comoda per affrontare il pomeriggio.
Galatea, sempre all’erta, ha già compreso, dalle mie mosse, che stà per essere portata fuori e, ruffiana come non mai, si siede a fianco alla porta d’ingresso adottando un’espressione angelica che non le appartiene assolutamente.
Mentre raccolgo con delicatezza Gideon dal vaso in cui è solito stare e lo depongo nella borsa che porterò con me mi rivolgo alla piccola.

Galatea smetti di far la recita. Non mi freghi. Metteremo il guinzaglio e, se osi parlare a sproposito ti chiuderò la bocca con la museruola e chiederò a Gideon di farti assaggiare le sue chele. Jarvey avvisata….
E’ assolutamente inutile chiedere a Galatea di usare le poche frasi che conosce in maniera appropriata. Non è nella sua natura essere carina e gentile col prossimo. Non a parole. E’ dolcissima di carattere ma ha una linguaccia terribile e ho ancora molto lavoro da fare sul suo vocabolario.
Dopo una buona mezz’ora persa nei preparativi siamo finalmente pronti per uscire ma prima di chiudere la porta mi assicuro di avere con me la bacchetta e controllo che nella borsa che porto a tracolla ci sia tutto l’utile e l’inutile che può servire.
Arriviamo verso metà pomeriggio. C’è parecchia gente in giro ma lo spazio dedicato alle creature è talmente vasto che non dà l’impressione di essere pressati dalla folla. Lungo il vialetto d’ingresso ci sono famiglie con i bambini che scorrazzano e schiamazzano, coppiette che cercano luoghi appartati ove scambiarsi tenerezze, anziani che, seduti sulle panchine del vialetto che precede l’ingresso, parlottano fra loro. Mentre sfilo davanti a questi ultimi, con Galatea che tira neanche fosse un trattore cingolato, ho modo di udire stralci dei discorsi dei visitatori. Una coppia di anziani, palesemente invidiosa, critica modo di vestire e atteggiamenti dei ragazzi che cercano di appartarsi nei luoghi meno visibili. Scuoto il capo sorridendo. E’ comprensibile e mi fanno quasi tenerezza i vecchietti che, non potendo agire, criticano senza ritegno. Mi piacerebbe davvero fermarmi e chiedere loro come caspita passavano il tempo quando i loro capelli erano più scuri e le loro speranze più allegre e la loro visione della vita più ampie.
Mentre per gli anziani provo un sorta di contenuto rispetto mi irrito non poco quando, passando accanto ad un capannello di maghi e streghe adulte li sento rivolgersi in maniera a dir poco sgradevole verso una coppia di elfi che, presumo, sia al loro servizio.
Le due piccole creature si affanno a correre dietro ad un trio di monelli di età non ancora scolare che sfrecciano senza controllo, infastidiscono le persone che passano e urlano come indemoniati. I due Elfi, maschio e femmina, appaiono spaventati, disorientati e abbattuti in quel frangente.
Di carattere impulsivo non posso fare a meno di intervenire. Non è affar mio come allevare ed educare i figli altrui ma gli efli….eh no! Quelli non si toccano. Faccio parte del Crepa e, in servizio o no, non tollero vedere che persone adulte comportarsi in modo così disgustoso.
Strattono la povera Galatea che, non avezza a gesti bruschi, si gira a guardarmi sorpresa e cambio direzione lasciando il vialetto d’ingresso per portarmi sul prato adiacente dove sosta il gruppetto in questione.
Non mi rivolgo a nessuno in particolare ma il mio sguardo li investe tutti. Cerco di mantenere un tono rispettoso e pacato per quel la situazione consente ma la mia espressione è palesemente contrariata.

Non è colpa degli Elfi se i vostri figli sono dei piccoli selvaggi. Hanno evidentemente preso esempio da voi se si comportano in questo modo. Se imparaste ad avere rispetto per i vostri collaboratori sarebbe un beneficio anche per i bambini non credete? Trattare in questo modo chi vi serve con rispetto e riverenza è ignobile. Sono esseri umani con diritti oltre che doveri. Sarebbe opportuno ne teneste conto.
Forse avevo detto troppo o forse troppo poco ma le facce che mi stavano guardando erano a dir poco allibite e, per giunta, Galatea pensò bene di mettere il carico da undici alla mia sparata.
Gnoranti![/color]
<i>Ecco. Perfetto. Galatea probabilmente non aveva compreso appieno il senso del mio intervento ma il tono della mia voce e la mia espressione dovevano averla messa all’erta e la piccola, per sfacciata potesse essere, era indiscutibilmente dalla mia parte. Guardo la jarvey e, quasi senza accorgermi, le sorrido correggendola.

Si dice ‘ignoranti’
Pronta ad affrontare le critiche, in caso ci fossero state, rimango un’attimo in attesa mente sento dei passi alle mie spalle. Non mi giro. Sarebbe lanciare il sasso e nascondere la mano e non è da me. Sono più che convinta delle mie idee e per inopportuno possa sembrare mi pare giusto sostenerle e divulgare il mio pensiero quando serve. Non so chi stia arrivando e neppure che intenzioni abbia ma non farò un passo indietro.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 18/4/2016, 20:30




Quel suo minuscolo appartamento in affitto lo disgustava.
Rob non era pretenzioso, una volta che aveva una branda improvvisata e un tetto era contento.
L'unica cosa che non sopportava erano posti come quel maledetto buco rinchiuso tra due edifici babbani pieni di… babbani.
Maledette scimmie mal evolute che avevano invaso Londra, erano come formiche su un gelato caduto dalle mani di un cucciolo di quei sottosviluppati umanoidi.
Ciò che lo rendeva così poco cordiale, a parte la loro appartenenza a una razza inferiore, era il loro urlare tutto il giorno cose senza senso come: “La televisione sta per esplodere!”, oppure: “Mi hanno rubato l’mp3!”
Così era uscito a farsi una passeggiata.

I negozi magici era meglio evitarli, non aveva abbastanza Galeoni, il che gli metteva addosso una sensazione strana.
Era abituato ad averne sempre a disposizione ma si rifiutava di chiedere qualcosa ai genitori, se non il minimo indispensabile mentre cercava lavoro.
Macchine, folla, autobus e taxi, tutti si muovevano freneticamente tra edifici sporcati dallo smog e strade coperte da quello schifo chiamato asfalto.
La mascella si era serrata in un'espressione irritata e il passo si era fatto frettoloso ma pesante, come a sfogare a terra il malumore.
C'era un posto dove avrebbe evitato tutto ciò: lo Zoo Nazionale.
Dopo aver viaggiato tra riserve e zone dove le creature magiche potevano ancora vivere allo stato brado, il pensiero di doverle vedere in recinti, a dar spettacolo, non lo entusiasmava.
Eppure era cresciuto tra allevatori e di cose simili ne aveva viste fin troppe, sebbene gli allevamenti avessero scopi diversi dal divertimento dei passanti.
Se ricordava bene, in quel posto, le recinzioni erano trasparenti e gli spiazzi molto ampi, quindi gli animali era come se stessero nelle rispettive zone naturali.
Non era molto convinto, e spesso si era domandato se qualche creatura non andasse a sfracellarsi il cranio contro una delle pareti invisibili.
Qualcuno aveva affermato di sì e più di una volta, difficile dire se la voce fosse di uno zoo rivale, di qualche animalista ciarlatano o semplicemente vera.

Si era fermato per qualche istante a studiare la mappa all'ingresso. Era già stato in quel posto, anni prima, ma ormai aveva dimenticato quasi tutto.
Doveva esserci, da qualche parte, una sezione con quelle creature incomprese come le Acromantule e le Chimere. Gli occhi si illuminarono leggermente quando la trovò nel disegno stilizzato.
Considerando che, secondo lui, anche il Lord Oscuro era un eroe incompreso, non c'era da stupirsi nel vederlo puntare verso la zona numero tre con un umore via via migliore.
Passo prima leggermente innervosito, man mano procedeva si era andato a calmare. Era tra maghi e creature magiche, il suo habitat per farla breve.
Si stava guardando attorno, puntando le iridi nere ora su una creatura, ora su qualche ragazzino che gli tagliava la strada mentre correva da un posto all'altro.
Indossava un mantello rosso scuro con alamari argento, contro ogni evenienza da instabile tempo londinese, le mani erano in tasca e la destra sfiorava la bacchetta senza farci caso. Essendo la stoffa rossa chiusa a metà petto, non si vedeva molto se non degli anfibi neri, allacciati stretti sopra la caviglia e parte di un paio di jeans strappati, tenuti non aderenti ma nemmeno troppo larghi. Sopra all’allacciatura degli alamari, si intravedeva una camicia non stiratissima, abbottonata fino al collo. Era verde smeraldo scuro e blu notte, a piccoli quadri scuri.
Il caos e il chiacchericcio dei suoi simili non gli dava fastidio, non si innervosì nemmeno quando un bambino andò a schiantarsi contro la parte esterna della gamba sinistra, cadendo a terra sul sedere. Dopo qualche istante per ristabilizzare la postura, cercò di passare una mano al monello, con l'intenzione di chiedergli come stesse. Questo si voltò dalla parte opposta, verso un trafelato elfo domestico, rialzandosi velocemente per poi scappare.
Il sorriso bonario che aveva riservato a quel piccoletto pestifero sparì, lasciando il posto a un'espressione perplessa nel vedere i due esseri in arrivo.
Elfi.
Cercavano i castelli o gli edifici di nobili e ben abbienti, non erano proprio innocenti da salvare, avevano i loro tornaconti, altrimenti potevano andare da famiglie più gentili ma meno ricche, eppure le loro condizioni gli davano un po’ da pensare.
Le creature magiche e il loro benessere erano pur sempre parte dei suoi principi, inoltre era dell'idea che una persona poteva essere compresa anche da come trattava sottoposti e animali domestici.
Anche se sembrava inutile tentare di farli vivere meglio, questo, secondo lui, non giustificava comportamenti troppo violenti e sadici.
Non erano babbani alla fine.
Dove c'era un elfo indaffarato, anzi due da quel che poteva notare, c'era il suo padrone e, in effetti, qualcuno sembrava imprecargli dietro, seguito da insulti di una voce umana e una animalesca.
Non era suo interesse o diritto fare la ramanzina a maghi adulti; nemmeno poteva dar suggerimenti alla coppia elfica, avrebbero ascoltato solo i padroni. Così fece spallucce, proseguendo quel tanto che gli bastò per vedere una Jarvey. Rallentò sorridendo, mentre tendeva l'orecchio, quasi a studiare quanto era stata addomesticata.
Era facile scoprirlo, bastava aspettare che aprissero bocca. Più erano osceni, meno il padrone era riuscito a domarli.
In quel caso la padrona era una donna e la grossa furetta magica sembrava abbastanza contenuta.
 
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view post Posted on 19/4/2016, 12:05
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La reazione del gruppetto non si fa attendere troppo. Le due signore mi guardano come avrebbero guardato un Erumpent che carica mentre i due uomini paiono più interesati dal mio dècolletè che, evidentemente deve parere loro più interessante delle mie parole.
Non mi stupisco. Fra i maghi, soprattutto quelli di buona famiglia, considerare gli Elfi alla stessa stregua dei vermicoli è cosa normale come cosa normale è diffidare o sottovalutare chi la pensava in maniera diversa.
Dal loro canto gli Elfi, molti di loro perlomeno, non aiutavano la loro stessa causa. Avvezzi da generazioni a subire in silenzio ogni tipo di angherie non sono in grado di comprendere un modo diverso di vivere da quello che loro e i loro antenati prima di loro hanno avuto.
Il Crepa avràe il suo bel daffare per dare alle piccole creature consapevolezza di se e ancor più arduo sarà stato il compito di educare la popolazione magica ad aprire le vedute.
Seguo i loro sguardi sostenendoli mente rimango ferma e raddrizzo le spalle.
La prima a parlare è una delle due signore. Tracagnotta e infagottata in un’abito troppo corto, troppo stretto ma evidentemente costoso, mi guarda incredula mente mi chiede se “veramente” penso ciò che ho appena detto. Sento quasi tangibile l’attenzione fissa su di me e, con un vigoroso cenno del capo ribadisco il concetto.

Certo che lo penso. Nessuno ha il diritto di maltrattare nessuno. Elfi compresi. Per il solo fatto che non sono in grado di ribellarsi non significa siano esseri inferiori, hanno poteri magici potenti anche se non possono usarli contro i loro padroni. Vi servono ma non vi amano. Non vede che sono terrorizzati? Che gusto si prova a fare i prepotenti contro chi non può reagire?
Continuano a guardarmi ad occhi sbarrati. Probabilmente neppure hanno mai pensato che i loro Elfi, fedeli e obbedienti, possano permettersi il lusso di detestare i loro padroni. Deve essere un pensiero inconcepibile per quelle persone.
Posso ritenermi abbastanza soddisfatta. Se solo ho fatto sorgere un dubbio in quelle menti ottuse un piccolo passo l’ho fatto. Probabilmente non si sono mai posti il problema che gli Elfi possano avere sentimenti e aver loro fatto balenare l’idea può costringerli a rivedere il loro pensare.
I passi che ho sentito giungere alle mie spalle intanto si sono quasi fermati. Avverto la presenza di qualcuno che osservava la scena per cui giro leggermente il busto per vedere di chi si tratta e che intenzioni ha. Galatea, sensibile ad ogni mio movimento e più veloce ad inquadrare la situazione tende in guinzaglio fino a quando non arriva ad annusare un paio di anfibi neri che rallentano il passo.
Prima che io possa osservare il proprietario delle calzature due dei bambini che fino a poco prima si stavano rincorrendo arrivano inseguiti dagli Elfi che appaiono stremati per la corsa. Nessuno può arrestare i due piccoli tornado, nessuno può prevedere le loro mosse e i genitori ben si guardano dall’invenire anche quando, con malagrazia e modi bruschi, si chinano verso Galatea allungano le mani per arruffarle il pelo candido. Il più grandicello addirittura prova a tirargli la coda e a quel punto la poco paziente jarvey manifesta la sua scarsa simpatia per i cuccioli d’uomo.
La sento quasi ringhiare mente pronuncia il suo avvertimento mettendosi sulla difensiva con le orecchie e la coda ben dritti.

Lurido figlio di tr……
Non toccarla! Troll! Voleva dire troll!
Cercando di non alterare troppo il tono della voce mi frappongo da creatura e monello redarguendo il bambino. Non che abbia migliorato di molto la situazione ma non trovo, sul momento, termine migliore per rimediare a quel che sicuramente sarebbe stato ben peggio. Non voglio spaventare il piccolo imprudente e ancor meno vorrei vedere quella manina candida segnata dai dentini aguzzi di Galatea ed è quello che potrebbe succedere se il ragazzino procedesse con le sue manifeste intenzioni.
Le mamme, alle mie spalle, lanciano gridolini allarmati mentre uno dei due uomini, alto, dinoccolato e con la faccia poco sveglia si precipita a strattonare via il pargolo che comincia ad urlare come un’ ossesso.
Il bambino più piccolo, spaventato dalla scena, corre via. Mi aspetto che raggiunga la madre e invece questo si rifugia fra le braccia della vecchia Elfa che lo accoglie e comincia ad accarezzarlo mentre gli sussurra parole per tranquillizzarlo.
I bambini, come le creature e gli animali in genere, sanno per istinto a chi rivolgersi per ottenere protezione ed affetto e spero che i genitori, invece di continuare a berciare verso la povera Galatea, se ne rendano conto.
Una volta che la situazione si è stabilizzata posso finalmente inquadrare l’uomo che ha attirato l’attenzione di Galatea.

Non si preoccupi. Non è aggressiva se non viene provocata. E’ insofferente verso le maniere dei bambini ma con gli adulti è dolcissima.
Scarpe grosse….grosso piede!
Sorrido a Galatea che deve aver memorizzato la frase di un film babbano che abbiano visto da poco alla televisione e scuoto il capo sconsolata riportando l’attenzione sull’uomo dai capelli ramati che la stà osservando.
Ecco…volevo dire…non è aggressiva ma nemmeno tanto delicata. La scusi. Anzi scusi me. Non ho ancora finito di lavorare sul suo vocabolario.
La passione di Galatea per il cinema cresce a dismisura. Consapevole o meno ha iniziato da poco ad assumere pose da diva e a ripetere brandelli di frasi che sente alla televisione. Ringrazio Merlino per avermi dato Gideon. Lui, almeno, non ha il dono della parola e non devo continuamente criptare o decriptare discorsi imbarazzanti.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 19/4/2016, 19:40




Una scena non proprio insolita ma sicuramente molto caotica. Bambini che creano caos, sfogando le troppe energie donate da una diede troppo carica di grassi e zuccheri, cosa intuibile dalla stazza della madre ma non certa.
Potevano essere semplicemente maleducati od iperattivi. Non che gli importasse.
Stava per andarsene, d'altronde non erano affari suoi e non c'era bisogno di un altro mago adulto in quella cagnara.
Si bloccò quando il bambino si mise ad aizzare la Jarvey. Erano piccoli e non velenosi ma un loro morso faceva sicuramente danni. Il suo primo istinto fu di mettere al sicuro il giovane, cosa cui pensò il padre.
Alla creatura aveva provveduto la padrona, quindi mise le mani in tasca, pronto a dileguarsi in una zona meno assordante.
Si fermò per ascoltare entrambe nel loro dire, abbassando lo sguardo agli anfibi quando citati dal cucciolo.
Alzò la mano destra, facendola fuoriuscire dalla tasca del jeans per spazzare l'aria come a suggerire che non importava.

“State tranquilla, non mi spaventano queste creaturine dalla lingua lunga.”
Il tono divertito ma non strafottente, uno sguardo comprensivo e un mezzo sorriso resero meno serio il volto dello scozzese.
Le iridi scure passarano dal principale soggetto del suo interessa alla padrona.

“Ho notato il vostro mettervi davanti, mantenendo un tono di voce normale, ve la cavate. Non sono creature cattive, sono semplicemente un po’ difficili da addomesticare. Se mi è concesso darvi un suggerimento, cercate di abituarla alla presenza dei bambini ora che è ancora giovanissima. Non dovrebbe mordere, anche se chi tira troppo la coda si merita un bel segnaccio. Questo, loro, non dovrebbero saperlo. Più che altro i figli altrui sono intoccabili e sempre nel giusto per i genitori, e con i più adirati rischiate una denuncia.”
Un cenno a Galatea col capo e un sorriso divertito mentre pronunciava “loro”.
Si abbassò con movimenti tranquilli sulle ginocchia, portando con lentezza la mano in linea d'aria con la furetto, ad una distanza di sicurezza ma che permetteva alla creatura di studiare l'odore e la presenza pacifica dell'uomo. Il respiro era calmo come la muscolatuta, l'atteggiamento generale era amichevole ma sicuro.


Edited by Rob Roy MacGregor - 20/4/2016, 11:18
 
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view post Posted on 20/4/2016, 13:26
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Il gruppetto alle mie spalle stava parlottando. Forse la mia intrusione comincia a dare qualche frutto. Sento la voce disgustata della strega robusta affermare che gli Elfi sono sempre stati trattati così e non vede motivo per cambiare atteggiamento mentre uno degli uomini la contraddice apertamente ribattendo che le cose possono e devono cambiare e che sarebbe ora di rivedere usi e costumi ormai sorpassati e vetusti. ‘Non c’è evoluzione senza cambiamento’. Questa frase, pronunciata dall’uomo forse d’istinto, mi fa sorridere compiaciuta.
Più rilassata dopo aver separato jarvey e cucciolo d’uomo mi permette di poter focalizzare l’attenzione sul mago preso in considerazione da Galatea. Lo vedo perfettamente tranquillo e sicuro di se e le sue parole altro non fanno che dar conferma alla mia impressione.
Si rivolge a me usando un’inusuale ‘voi’ e questo un po’ mi sorprende. Non sono abituata a tanta formalità ma mi adeguo.
Con gli occhi cerco i suoi per studiarne le espressioni. A dispetto della forma l’uomo sembra ben disposto verso Galatea e non appare offeso o risentito per il suo linguaggio.

In effetti non dovrebbero spaventare. A parte il linguaggio non sono aggressive se non vengono molestate. Anzi. Galatea è dolcissima di solito.
Sarà una sensazione ma ho l’impressione che il Mago conosca bene la creatura che continua ad annusare gli anfibi e che gli lancia occhiate perplesse. Galatea stà elaborando e spero che, per una volta, non esploda in esclamazioni imbarazzanti.
Mi piego verso di lei accarezzando il pelo candido e morbido per tranquillizzarla in caso ne abbia bisogno. In genere dal tono della mia voce riesce a capire che aria tira ma un gesto vale più delle parole e lei ama le coccole.
Quando mi rialzo ascolto con attenzione le parole dello sconosciuto. Parla con conoscenza di causa e questo non può che attirare maggiormente la mia attenzione e suscitare un nuovo interesse. Annuisco col capo in perfetto accordo con quanto stà dicendo
.
In effetti Galatea non ha avuto molte occasioni per frequentare bambini e deve vederli come piccoli alieni imprevedibili e pericolosi. Dovrei addestrarla a mordere i genitori distratti.
Sorrido cercando di alleggerire il discorso ma ormai la curiosità si è accesa e non solo quella di Galatea per cui faccio un passo in avanti verso lo sconosciuto e do voce alle mie sensazioni.
Sono una Curatrice di Creature magiche ma un conto è curarle ed un altro educarle. Ci vuole pazienza e polso fermo. Facile a dirsi ma più complicato quando ci si affeziona alle proprie creature. L’affetto a volte è cattivo maestro.
Mi fermo un’attimo per controllare la jarvey che pare essersi messa tranquilla. Si siede composta e impettita e osserva il passeggio come dovrebbe fare una brava creatura ben educata. Non voglio pensare lo faccia per darmi man forte. Non è nel suo carattere rendermi le cose facili. Evidentemente ha compreso che non corre pericoli e si è semplicemente rilassata.
Sbaglio o parlate con conoscenza di causa? Le vostre parole mi fanno pensare conosciate la natura delle creature? Siete un collega giusto?
Forse è solo una persona appassionata dell’argomento. In fondo siamo allo zoo ed è probabile che chi visita quel luogo sia incuriosito e attratto dagli animali. Non ci sarebbe nulla di strano eppure sono convita che per il Mago ci sia di più di un semplice e superficiale interesse.
Mente attendo la risposta sento un formicolio sulla mano destra che tengo appoggiata sulla tracolla della borsa. Gideon evidentemente si è stufato di rimanere in incognita e si stà arrampicando sul mio polso. La tarantola azzurra difficilmente palesa la sua presenza se non sono io a sollecitarla. E’ molto più discreto di Galatea e, per fortuna, non ha l’uso della parola.
Abbasso lo sguardo per controllare e vedo le zampine che arrancano per cercare di uscire allo scoperto. Ho un’attimo di esitazione ma poi, sempre più convinta delle mie sensazioni, lascio campo libero alla star della famiglia.

Gideon! Hai voglia di prendere una boccata d’aria?
Guardo un po’ perplessa ma anche orgogliosa in direzione dell’uomo e attendo di vederne la reazione. Sono quasi certa che non scapperà a gambe levate e che non mostrerà ribrezzo per quella che considero una delle creature più belle io abbia mai visto.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 20/4/2016, 14:50




Non si interessò più al gruppo di maghi ed elfi.
La Jarvey era illesa, la coppia elfica non le aveva prese brutalmente (e ciò era insolito) e i bambini non erano stati feriti.
Il resto era totalmente irrilevante.
Si era abbassato ad osservare la creatura simile a un cucciolo di furetto più grande del solito, studiandone aspetto e reazioni. Era fin troppo placida rispetto ai soliti roditori magici, anche il solito fiume di parole era meno impetuoso e scurrile.
Difficile era dire se era distratta, stanca, ben addestrata o semplicemente non aveva voglia di dar spettacolo in quel momento.
Si rialzò con calma, ascoltando il dire della donna.
Il nome Galatea cozzava con l’indole di quelle creature, creando un contrasto che aveva quel pizzico di ironia che lo divertiva.
Un mezzo sorriso sfuggì da sotto i baffi nel sentirlo pronunciare.
Lo sguardo si fece sorpreso e curioso quando scoprì che quella maga era una curatrice di creature magiche, qualcuna che, probabilmente, aveva interessi simili ai suoi.
Era facile capire il perché di tanta apprensione verso i due elfi. I più appassionati spesso non riuscivano a dividere lavoro da idee proprie e finivano per diventare un po’ invadenti.
Annuì lievemente con fare concorde, le mani andarono nelle tasche esterne del mantello, come in cerca di qualcosa.
Era abituato ad aver con sé mangimi vari, oltre a corde e pozioni. Purtroppo aveva finito tutto nell’ultima sosta in Ungheria e, da quando aveva smesso di viaggiare, aveva perso quell’abitudine fin troppo velocemente.
Un’espressiome contraddetta verso se stesso e rispose con vare assorto.

“Dite bene, anche la coerenza è importante. Se date un comando, sempre quello deve essere e, se c'è un divieto, deve esserci sempre. Altrimenti confondete la creatura. Vi consiglio pochi ordini ma semplici. Un “no” e un “ferma” per iniziare.”
Il sopracciglio destro si alzò in un'espressione perplessa, ci mise un paio di secondi per capire a cosa l'altra stesse facendo riferimento. La mano destra si alzò, rispazzando l'aria, questa volta per fermare un’idea sbagliata.
L'atteggiamento rimase rilassato e cordiale, con un sorriso a rilevare che non era offeso ma, anzi, quasi lusingato.

“Sono solo un esperto che vuole diventare Domatore. In che senso collega? Avete un impiego specifico o lo fate per semplice passione?”
La sua curiosità era palese ma non come quella rivolta a quella macchia azzurra che, uscita dalla borsa, si stava avviando lungo la mano della proprietaria.
Era una vista insolita, inaspettata, il cipiglio dello scozzese si fece teso ma non troppo.
Per qualche secondo la sua mente era corsa ai modi per prendere una tarantola senza mettere in agitazione la donna.
Si era avvicinato, con fare rilassato di nemmeno mezzo passo, fermandosi quando scoprì che anche quello era suo. O sua.
L'espressione era più contrariata che spaventata.

“Tenete una tarantola nella… borsa?!”
Cercò di risultare semplicemente interessato anche se una vagamente percepibile vena di rimprovero gli scappò verso la fine dell'esclamazione.
 
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view post Posted on 20/4/2016, 22:49
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Annuisco riprendo l’espressione seria. L’uomo pare intendersi davvero di creature e i suoi consigli sono semplici ma appropriati
Ha perfettamente ragione. Confondere gli animali con troppe istruzioni è un dannoso e controproducente. . Bisognerebbe cercare di stare al loro livello per capirne la natura e farsi intendere. In fondo non sono molto dissimili da noi. Come noi hanno bisogni primari da esaudire, quando hanno paura reagiscono e lo fanno attaccando o fuggendo, a volte cercano il branco e a volte si isolano, soprattutto se non stanno bene.
Le somiglianze fra umani e creature sono parecchie, cambia solo il modo di comunicarle e di trasmetterle.
Sono sempre più curiosa di avere conferma o smentita circa le mie supposizioni e ascolto l’uomo che parla con evidente interesse. Ora che il peggio pare passato comincio a rilassare le spalle osservano il suo viso nei dettagli. Ne osservo i movimenti. Il singolare gesto che fa con la mano come a scacciare un pensiero o fermare un’idea. Osservo il suo modo di sollevare il sopracciglio per esprimere perplessità. Apprezzo le persone che si esprimono anche col corpo e non solo con le parole. A volte è più chiara un’espressione che un discorso.
Approfitto del fatto che Galatea pare interessata a qualcosa che si muove fra l’erba e sembra intenzionata a non intromettersi per distendere i tratti del viso che lasciano passare una punta di soddisfazione quando sento la risposta che attendevo e ne approfitto per specificare la mia posizione della quale vado orgogliosa.

Si! Sono una dipendente del Ministero ed è lì che svolgo la mia professione. Sono stata assunta da poco tempo in verità ma prendo il mio lavoro molto seriamente. Non si può fare un mestiere del genere senza passione.
Poi mi accorgo che vorrei saperne di più. Quello che ha appena detto è una cosa alquanto particolare ed ovvio che per una curiosa e appassionata del settore io provi un certo stupore per le aspettative dell’uomo. Che io sappia al Ministero non abbiano domatori in carica, io non ne conosco per lo meno e, a pensarci bene, sarebbe opportuno e molto utile un tipo di figura del genere.
Piego leggermente il capo aprendo bene gli occhi mente un raggio di sole, spuntato da non so dove, vengono ad illuminare la zona dove ci troviamo.

Siete un domatore? Caspita! Ora comprendo! Siete un esperto e su questo non avevo dubbi. Lo so capisce dal vostro atteggiamento e dalla vostra sicurezza ma non pensavo che fosse questa la vostra aspirazione. Avete fatto domanda presso il Ministero? Penso che sarebbe più che utile una figura come la vostra.
Gideon arriva giusto in tempo per distogliere l’attenzione di entrambi dal discorso. Prima la testolina pelosa e poi tutto col corpo della tarantola azzurra emerge dalla borsa.
Apro la mano e l’aracnide vi si appoggia muovendo le zampette e facendomi il solletico.
Ridacchio divertita dall’espressione contrariata dell’uomo mentre sollevo il palmo per far ammirare in tutta la sua celeste bellezza il ragno che mi è stato regalato da mio padre.

Ebbene si Signore! Le presento Gideon!
Esclamo come la più orgogliosa delle madri che presenta il suo prediletto in società.
E’ una tarantola azzurra ma non si faccia spaventare dal nome o dall’aspetto. Non è velenoso. Non troppo almeno. Se pizzica fa male ma non è letale vero Galatea?
La jarvey, sentendosi chiamare, abbandona la sua infruttuosa ricerca fra i fili d’erba e solleva il musetto attenta. Quando si rende conto che è per Gideon che è stata chiamata in causa gira le spalle indispettita e rituffa il naso nel terreno ma prima di farlo esprime il suo disappunto.
Stupido ragno
Nonostante sia lei quella che gode della razione più grande di coccole e attenzioni è sempre contrariata quando è Gideon a stare sotto i riflettori. Inoltre conosce, per averlo assaggiato sulla sua pelle, il pizzico doloroso di Giedeon che, per paziente che sia, una volta glielo ha fatto assaggiare. Mi viene da ridere pensando alla tragedia messa in scena dalla piccola in quella occasione ma era acqua passata ormai e Galatea aveva capito che doveva rispettare il suo coinquilino e lasciarlo in pace.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 21/4/2016, 09:46




Le iridi nere seguirono la linea che andava dal muso della Jarvey al cespuglio. Come i furetti, la vena da predatori di quelle creature era notevole. Probabilmente sarebbe impazzita davanti alla gabbia riservata agli gnomi.
Un'espressione vagamente sorpresa nel sentire l'impiego della maga, ma non troppo. Ritornò con l'attenzione alla donna.

“È bello sapere che al Ministero ci siano dipendenti seri ed appassionati.”
Un mezzo sorriso compiaciuto e fu distratto da una luce improvvisamente più intensa, sfuggita dal nuvoloso cielo londinese. Strizzò leggermente l'occhio colpito dal raggio di luce, mentre riabituava la vista.
Rispose con un leggero cenno di “no” col capo quando si sentì dare del Domatore.

“Vorrei diventare un Domatore. Comunque sì, ho fatto domanda e ora tutto spetta ai piani alti.”
Parlò con più calma, così da eliminare ulteriori fraintendimenti.
Un mezzo sorriso e allargò i palmi di entrambe le mani, rivolgendole verso l'alto, ai lati del corpo, un gesto da “non posso far altro per ora”.
L’apparizione della tarantola non lo scompose, dopo la curiosità iniziale sembrava esserci qualcosa a turbarlo, non appariva impaurito, quanto più contrariato.
Inspirò ed espirò lievemente, l'espressione tornò pacata come il tono.
Indicò con un gesto lento il zampettante aracnide azzurro.
Osservò poi Galatea, alzando un sopracciglio con fare quasi preoccupato quando capì che doveva aver bisticciato con l'altro.
Se anche lo sguardo si oscurò per qualche istante, l'atteggiamento generale rimase educato e cordiale, come il tono della risposta che rivolse alla Curatrice.

“Non ho timore per me ma per il vostro Gideon. Le tarantole hanno un aspetto forte ma sono, a loro modo, delicate. Una caduta accidentale rischia di ferirgli l’addome. Inoltre, nella borsa viene sballottata in ogni dove... spero sia vuota. Tenerla in mano ad un’altezza anche solo di qualche decina di centimetri è pericoloso. Un rumore improvviso o uno spavento troppo forte e potrebbe mordervi anche se siete in confidenza e tranquilla o, nella peggiore delle ipotesi, morire sul colpo. In città tutto può succedere. Qualcuno che non guarda dove mette i piedi, che reagisce in modo scomposto per paura od odio.”
Si indicò attorno, dove masse di persone schiamazzanti si urtavano a vicenda o urlavano senza preavviso.
“Non sono abbastanza velenose per noi, ma per un cane di piccola taglia un morso potrebbe essere letale, come altri cuccioli. Galatea appartiene a una razza abbastanza resistente, ma con più morsi anche lei poteva finire male. O lui se veniva azzannato. Dopottutto i Jarvey sono predatori molto abili.”
Sebbene fosse una specie di rimprovero sfuggito dalle labbra a causa del suo voler proteggere le creature, pronunciò ogni parola con pazienza, suggerendo certe idee invece di farle apparire come critiche.
Questo perché aveva detto di essere agli inizi, quella poteva essere la prima tarantola e ogni specie aveva le sue caratteristiche, sebbene le basi rimanessero quelle.

“È preferibile tenerle in un terraio, vengono stressate dagli spostamenti. Sono animali che fanno le ragnatele in una zona per loro utile e aspettano le prede.”
Avvicinò di poco il viso, quel tanto che bastava per un rapido controllo, evitando movimenti bruschi. Sorrise lievemente.
“Per ora sembra in salute, è davvero un bel esemplare, a che specie appartiene? Ha proprietà magiche particolari? Non ho mai visto una colorazione simile.”
Si era rifatto curioso, il vedere che al piccoletto non era successo ancora nulla lo aveva tranquillizzato.
 
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view post Posted on 21/4/2016, 21:39
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Sorrido compiaciuta sentendo le parole del Mago. Non pare persona presuntuosa nonostante la professione che dice di voler intraprendere potrebbe dargliene motivo. Non penso ci siano molti Maghi propensi a quel tipo di carriera. Per i domatori non basta la passione verso le creature ma presumo ci voglia un’abbondante dose di coraggio e un’indole avventurosa ed è raro che queste caratteristiche appartengano ad una sola persona. Mi sento di rassicurarlo circa il personale del Ministero e lo faccio schermando gli occhi con la mano libera. Il sole pare divertirsi a fare dispetti lanciano l’unico raggio che riesce a perforare le nubi diretto negli occhi.
Avete fatto molto bene a mio parere e bene avete detto. Al Ministero ci sono ottime persone. Io stessa posso vantare l’amicizia di un Collega prezioso che mi è di grande aiuto e mi ha introdotto nell’ambiente facilitandomi di molto il compito. Pensate che questo stesso collega ha un figlio di età scolare che ha addirittura fondato un movimento che mira alla rivalutazione degli Elfi. Si chiama Crepa e ho l’onore di essere stata chiamata a fare da portavoce. Ve ne parlerò se vorrete. E’ cosa molto seria e, a noi membri, stà molto a cuore. Ho sentito, da voci di corridoio, che presto verrà organizzato un ballo per la raccolta di fondi per sostenere il movimento.
Il pensiero del giovane Brior che tanto si impegna per la causa elfica non può che rimandarmi alla sua immagine e i miei occhi vengono attraversati da un lampo di tenerezza mista ad orgoglio per essere stata scelta per una cosa alla quale tengo moltissimo.
Il Mago poi conferma la sua mancanza di supponenza quando, dopo aver lanciato uno sguardo che mi pareva preoccupato, mi rivela le sue perplessità. Sono contenta di aver la possibilità di parlare di Gideon. E’ veramente una creatura speciale. Meno invadente di Galatea e più discreto ma non meno interessante viene spesso relegato in secondo piano a causa della sua natura ma io nutro grande affetto per la tarantola che ora zampetta soddisfatta sul palmo della mia mano cominciando ad arrampicarsi sul braccio.

La mia borsa è incanta ovviamente. Non potrebbe contenere tutto ciò che ci infilo se così non fosse. Gideon ha spazio sufficiente e sufficiente protezione per non correre pericoli. Galatea aveva bisogno di una lezione. Voi non ci crederete ma ha imparato molto più da un pizzico di Gideon che dalle mie ramanzine. Ha capito che deve avere rispetto delle altre creature di qualsiasi dimensione esse siano e questo, io credo, sarebbe stato arduo insegnarglielo a parole.
Seguo lo sguardo dell’uomo che osserva le persone che passeggiano per il parco ma mi sento tranquilla sia per l’incolumità della tarantola che per quella dei presenti, io compresa. Gideon è con me da diverso tempo e ormai siamo vecchi amici non per questo sottovaluto la sua natura e le sue potenzialità per cui mi sento di rassicurare l’uomo anche per quel motivo.
Giedeon è precisamente un Pterinopelma Sazimai, nota anche come tarantola azzurra. E’ vero quel voi dite. Sono bestiole molto delicate ma questa è speciale. E’ un regalo di mio padre e ha caratteristiche che in natura non esistono come appunto una grande resistenza e la capacità di cambiare le sue dimensioni . Può arrivare a rimpicciolire fino a rendersi quasi invisibile ma può anche aumentare le sue dimensioni. Da quando è con me l’ho visto raggiungere la grandezza di un melone ma non escludo possa far di meglio. E’ sempre con me quando usciamo e la sorveglio a vista per proteggere lui ed il prossimo. E’ molto paziente e non è facile irritarlo. C’è riuscita solo lei ma lei farebbe perdere la pazienza anche ad una lumaca bavosa.
Ovviamente mi riferisco a Galatea e avverto il disappunto della jarvey che mugugna una frase che per fortuna non appare comprensibile ma che sicuramente non è carina.
La ignoro per non darle troppa importanza mentre procedo la conversazione.

Di norma vive nel suo terraio. Ne abbiamo uno a casa e un altro nel mio ufficio. Lo porto spesso con me ed è abituato agli spostamenti. Mi da molto meno pensiero lui che Galatea. Con lei bisogna avere 100 occhi e a volte non bastano. Non oso ancora farla uscire senza guinzaglio. L’ultima volta che l’ho persa di vista, e vi assicuro che si è trattato di attimi, ha fatto fuori una quantità enorme di ciambelle e visto che queste erano la scorta del Capo Auror del Ministero non vi stò a descriverle l’imbarazzo.
Era stata davvero pestifera in quell’occasione e ancora ho davanti la faccia seccata di Mister, il gatto del più che comprensivo Auror, quando ha visto il suo territorio invaso dalla jarvey. Per fortuna si è risolto tutto al meglio. Mister si è rassegnato di malagrazia all’intromissione e Galatea lo ha quasi ignorato. Per quanto sia una predatrice stà imparando a controllare gli impulsi.
Mi rendo conto che abbiamo parlato praticamente solo dei mie amici e di me mentre io vorrei sapere qualcosa in più di quello che probabilmente diverrà con collega. Porgo la destra. E’ già un po’ che parliamo e nemmeno mi sono presentata.

Scusate la maleducazione. Virginia Brown. Con chi ho il piacere?
Mentre attendo di conoscere il nome del Mago ne approfitto per porre un’ulteriore quesito e anche questo avrà sicuramente una risposta interessante.
Anche voi avete creature che seguite personalmente oppure avete qualche preferenza particolare verso razze che non possono essere considerate domestiche?
Ha detto di voler fare il domatore e le creature che mi vengono in mente poter far parte di questo campo non sono esattamente docili e tranquille.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 21/4/2016, 22:57




Ascoltò il dire della donna, parlava molto ma sembrava avventurarsi in discorsi interessanti. Mantenne gli occhi in quelli di lei, lo sguardo dello scozzese era gentile e rilassato, con una vena sveglia, di chi stava imparando qualcosa di nuovo semplicemente lasciando parlare a ruota libera l'interlocutrice.
Non lo infastidivano i chiacchieroni, almeno passava il tempo tra maghi invece che in quel tugurio circondato da babbani.
Rivalutazione degli elfi. Crepa. Per fortuna era una Curatrice o si sarebbe allarmato.

"Certamente, tutto quello che ha a che fare con le creature magiche è di mio interesse. Come si chiama il ragazzo? Apprezzo chi si impegna per raggiungere i suoi scopi, se poi ha a cuore le creature magiche, tanto meglio."
Era leggermente curioso, i movimenti giovanili erano cose ormai superate per lui, ma non erano molti i giovani che si impegnavano seriamente per il benessere della fauna magica.
Seguì poi il dire sulla borsa, osservandola con fare lievemente scettico, spostò l'attenzione sulla Jarvey, rivolgendole un'occhiata comprensiva.

"Se conoscete incanti che evitano colpi e sballottamenti, direi che il problema urti non si pone. Come reagisce ai cambi di posizione? Gli Aracnidi non sono creature da passeggio, non quelli che conosco. Per quanto riguarda Galatea, più che rispetto mi sembra aver timore e risentimento. Potrebbe aver associato Gideon a qualcosa di pericoloso. Il morso sarà stato sicuramente irritante considerando il veleno. Non sono per le punizioni fisiche, anche se impartite da altri animali. Per insegnargli il rispetto occorre abituarli alla presenza di altre creature, poco alla volta. I Jarvey son pur sempre cacciatori e il nuovo arrivato potrebbe esser visto come rivale per il vostro affetto, oltre che come cena."
Mentre parlava la mano destra passò sulla guancia, sopra la barba, con fare assorto. Si esprimeva con calma, esponendo le conoscenze per condividerle e confrontarle, senza imporsi.
Alzò un sopracciglio alla fine della spiegazione sulla specie del piccoletto, come se qualcosa non lo convincesse.

"Perdonatemi ma, come fate a tenerlo controllato a vista se può diventare invisibile? I miei timori stanno non tanto nel rapporto tra voi due, sembrate in confidenza, quanto nel fatto che era uscito dalla borsa mentre parlevamo, quindi ho presupposto potesse uscirne a piacimento. Come posso spiegarvi i miei dubbi... vediamo."
Le iridi nere si spostarono tra i giovani presenti, alcuni più agitati altri meglio educati. Mosse di poco la testa verso un gruppo di ragazzini non ancora abbastanza grandi per visitare Hogwarts, probabilmente in una gitarella famigliare.
Alzò la mano aprendo il palmo verso l'alto, portandolo al petto, alla stessa altezza con cui l'altra reggeva la tarantola.

"Un paio di bambini come quelli di poco prima arriva di corsa in questo momento. Voi state parlado con me, dubito abbiate gli occhi dietro la testa. Questi vi urtano."
La mano rovesciò qualcosa di invisibile, imitando i movimenti di qualcuno colpito all'improvviso da dietro.
"Oppure arrivano dietro di me, che cado addosso a voi."
La mano si schiacciò sul petto. Si fermò e poi si mosse in avanti imitando prima una compressione poi un volo accidentale.
"Quel ragazzino è riuscito a raggiungere e irritare una Jarvey, per fortuna Galatea non l'ha morso, a modo suo ha mandato un avviso prima di attaccare. E' stato molto brava per non essere abituata ai più piccoli. Se lo avesse fatto con lui? Un bambino che vede una macchia azzurra muoversi potrebbe incuriosirsi, spaventarsi o approcciarsi in modo tanto rapido quanto errato."
Fermò la spiegazione, inclinando leggermente la testa verso sinistra, come a capir meglio una parte della frase.
"Ha rubato le ciambelle al Capo Auror? Chi è? Sono stato via per molto e mi son perso certi incarichi."
Guardò la pestifera con una vena quasi di ammirazione, mascherata da una divertita per la storia del furto.
Non fece attendere la stretta di mano, portando la destra a stringere quella della maga con una presa sicura e salda ma non aggressiva. La mano del Purosangue aveva la pelle vissuta e con calli tipica di chi aveva a che fare con lavori spesso poco facilitati dalla magia.

"Per ora vorrei acquistare un portalettere, non i soliti gufi, sto pensando a qualche altro rapace, non so decidermi. La mia preferenza va sicuramente alle Sfingi, ne ho viste molte di creature ma loro son tra quelle che più mi hanno colpito, hanno un alone di leggenda attorno che mi cattura ogni volta. Voi che preferenze avete?"
Si fece leggermente sognante l'ex Tassorosso, come se stesse rivivendo una bella esperienza.
 
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view post Posted on 22/4/2016, 15:39
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Sento gli occhi brillare per la contentezza. Ogni occasione è buona per promuovere il Crepa e farlo conoscere. Con gli amanti delle creature dovrebbe essere argomento sensibile ma non tutti i Maghi la pensano alla stessa maniera. Ci sono secoli di usanze e tradizioni che temano contro e, soprattutto, è molto più semplice e comodo lasciare le cose come stanno invece di impegnarsi per migliorarle. E’ con rispetto ed entusiasmo che parlo all’uomo del ragazzo che, con i compagni, tanto st facendo per la causa.
Si chiama Oliver. Oliver Brior. E’ un bravissimo ragazzo e si stà impegnando davvero molto, insieme al suo gruppo, per far si che Elfi hanno la loro giusta collocazione nel nostro mondo. Conosco suo padre. Emmett. Ed è persona assolutamente affidabile e squisita.
Non voglio insistere oltre. L’uomo ha già espresso il suo interesse e non pare persona che parli tanto per parlare o per compiacere una perfetta sconosciuta.
Galatea deve trovare quella conversazione molto noiosa. Si acciambella nell’erba e sembra decisa a schiacciare un pisolino. Il tiepido sole illumina il suo manto e fa tenerezza vedere quanto è piccola in quella posizione. La osservo per qualche secondo. Quando tace è davvero angelica.
Gideon, a differenza dell’amica, appare stranamente curioso. La voce dell’uomo deve averlo in qualche modo attratto. Continua a zampettare tranquillo, completamente ignaro delle preoccupazioni del nostro interlocutore. Osservo anche lui prima di spiegare il mio punto di vista che può anche non essere condiviso ma è sempre interessante ed utile vedere le cose da una prospettiva diversa dalla mia.

Non faccia troppo caso a Galatea. Ha una linguaccia lunga ma è molto dolce. Loro hanno trovato il modo di convivere in maniera pacifica, sono più bravi degli umani a rispettare i loro spazi. E’ arrivata dopo Gideon e, dopo la prima gaffes ha capito qual è il suo posto e lui, dal canto suo, non ha infierito più di tanto altrimenti sarei intervenuta. Avete ragione…
Ridacchio allegramente prima di proseguire. Quello che dice è estremamente serio e sensato ma da di me un’immagine inedita alla quale non avevo mai pensato
Sono un po’ come una mamma che ha due figli. Cerco di dare loro attenzioni ed affetto in egual misura e spero di riuscirci visto che, alla fine, credo si siano abituati alla situazione.
Il Mago sembrava davvero interessato a Gideon. Era una creatura splendida ma, cuore di mamma, per me era ovvio fosse così mentre non era altrettanto ovvio per la maggior parte della gente.
Guardo il soggetto del discorso. Lo osservo attentamente andando indietro col pensiero. Era già un bel po di tempo che lo avevo con me e, in tutta onestà, non mi sono mai posta i problemi prospettati dal Mago. Ovviamente sono cauta. Lo tengo sotto controllo e lo proteggo facendo in modo da proteggere anche gli altri ma capisco il punto di vista dell’uomo e mi pare giusto spiegargli il mio sentire. Lo faccio con modestia, non nascondendo un pizzico di ingenuità ma con la consapevolezza di aver cercato di agire al meglio.
Mentre rispondo Gideon si arrampica sulla mia spalla e si nasconde fra i capelli rendendosi quasi invisibile. Lo lascio fare. Non temo possa farmi del male e in quel posto non corre pericolo. Rivolgo di nuovo lo sguardo al mago guardando gli occhi scuri che esprimono più preoccupazione che rimprovero e gli sono grata di questo.

Vedete…Gideon sta attaccato a me. Non scende a terra se non sono io a lasciarlo andare e anche dovesse succedere …voi pensate che siano tutti come noi? Babbani a parte, quelli fuggono anche da un semplice ragnetto domestico, anche la nostra razza non ama gli aracnidi. Qualcuno la teme, altri provano ripugnanza e disgusto. A nessuno, almeno fino ad ora, è mai venuto in mente di accarezzare una tarantola. Non ispira tenerezza e nemmeno fiducia. Non è ‘carino’ nel senso convenzionale del termine. Dal suo canto, se nessuno lo disturba, lui non cerca nessuno per cui mi sento abbastanza tranquilla anche non sottovaluto gli imprevisti e penso di essere pronta ad affrontarli in caso si verifichino.
Lo sguardo si posa sulla mia borsa. Ho con me i rimedi necessari in caso di incidente anche se mi auspico di non doverli mai usare.
Quando il discorso torna sulle ciambelle ingollare da Galatea mi viene istintivo alzare gli occhi al cielo. Mi ha fatto fare una pessima figura ma si è concluso tutto nel migliore dei modi ed è stata, col senno del poi, un’ottima occasione per conoscere Mr. Wilde.

Ebbene si. Lo ha fatto! Uno dei commessi del Ministero, sbadatamente, ha lasciato la porta del mio ufficio socchiusa. Galatea si è infilata e con me alle calcagna siamo arrivare fino all’ufficio di Mr. Wild. Il Capo Auror appunto. E’ stato lì che ha consumato il delitto. Lui è stato molto comprensivo, ha un gatto anche lui e al Ministero non è difficile incontrare Maghi e Streghe che si portano appresso le loro creature. Ci sono gufi, civette altri animali che seguono i loro amici a due zampe. Nessuno di formalizza più di tanto.
Quando l’uomo risponde alla mia domanda rimango palesemente sorpresa. Le sfingi sono si pericolose e richiedono una competenza specifica per essere trattare ma generano soprattutto enigmi. Mi faccio, forse sbagliando, sia quello il motivo dell’attrazione dell’uomo verso la creatura. Da quando mondo è mondo gli uomini sono sempre stati attratti dal mistero e le sfingi sono abili a generarne ma preferisco sentire dalla sua voce il perché di tale predilezione.
Amate il mistero? E’ questo che vi attrae delle sfingi? Generano indovinelli che hanno fatto scervellare più di un Mago e, ne convengo, sono creature affascinanti anche non facili da gestire.
Sollevo il sopracciglio. L’ultima frase potevo anche risparmiarmela. Ha appena detto di voler fare il domatore per cui presumo sia all’altezza della situazione. Per togliermi dall’impasse rispondo alla domanda che mi ha formulato e lo faccio con serenità. Non ho predilezioni particolari. Amo tutte le creature ma sono appassionata di volo e la mia risposta lo mette in evidenza.
Io…vorrei avere un’ippogrifo. Viaggiare sul suo dorso e volare aggrappata alle sue piume è una sensazione che credo possa essere bellissima. Mi piacciono i grifoni per il loro aspetto e per la potenza che evocano ma è la fenice la mia creatura preferita. E’ un’essere magnifico e assolutamente unico oltre che molto raro. Non so che darei per averne una. Vi è capitato di aver a che fare questi animali? Che ne pensate Mr….temo di non aver compreso il vostro nome.
Non è esatto. Sono quasi certa che non lo abbia pronunciato affatto ma l’educazione impone una certa forma. E’ molto piacevole poter parlare di creature con chi le conosce e le apprezza e vorrei poter dare un nome al soggetto di quell’imprevisto ma non per questo meno coinvolgente discorsi.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 22/4/2016, 17:16




Doveva reinserirsi nella comunità magica anglosassone, senza l'aiuto che i suoi genitori potevano dargli.
Dopo aver viaggiato per accrescere le conoscenze nel suo campo, se voleva diventare un ministeriale rispettabile, anche le relazioni umane sarebbero state importanti, soprattutto quelle nella sua area di competenza.
Non era solo quello il motivo della sua curiosità, ma anche il modo con cui la donna parlava di quel ragazzino e suo padre.
Sembravano due tipi carismatici, non era da tutti guidare le persone. Inoltre erano interessati alla fauna magica, spesso messa sullo stesso piano degli utensili.

“Come sta procedendo il giovane Brior? Non è una causa semplice quella che ha preso a cuore.”
Lasciò alla Curatrice il modo di spiegarsi, sembrava seriamente convinta di poter portare una creatura simile, come se fosse uno di quei cani minuscoli che i babbani portavano nella borsa.
“Oh, beh, siete fortunata allora. La vostra Jarvey è meno problematica di come la descrivevate. Per essere così piccola mi par già ben addomesticata.”
Le iridi scure seguirono il zampettare nel piccoletto azzurro fino alla sua sparizione nella folta chioma. Rimase leggermente inebetito ma l'altra sembrava trovarlo totalmente sicuro, quindi non si scompose.
Sorrise leggermente, rispondendo con tranquillità, come se stesse riportando la semplice realtà dei fatti.

“C'è chi scappa e chi calpesta o lancia incantesimi. Se siete pronta a tutto, tanto meglio.”
Il discorso si spostò su qualcosa che lo attirava come una calamita.
“Mr. Wild? Se è il Capo Auror dev’essere un mago tanto forte quanto competente. Che persona è? Non ho mai incontrato un Auror, spero di non far figuracce al Ministero, non riconoscendolo. Conoscete altri suoi colleghi?”
La parlata era curiosa e il discorso lo stava coinvolgendo. Quel cognome gli evocava una figura quasi selvaggia, un avversario temibile.
Il suo livello di interesse aumentò drasticamente quando iniziò a parlare delle sue creature predilette.
“In realtà, quello che mi affascina è la loro mente. Non sono comuni creature parlanti. Parlano solo per recitare gli indovinelli, enigmi talmente ingeniosi da mettere in difficoltà anche i maghi più svegli. Non sono tra le creature più pericolose, aggrediscono solo se sbagliate a rispondere. Vengono usate per proteggere qualcosa, se non gli è stato affidato nulla sono molto affabili. Meglio avvicinarle quando sono a pancia piena comunque.”
L'atteggiamento era quello tipico di un appassionato, gli occhi si erano fatti quasi luminosi, come se potesse vedere quelle fiere difronte a sé. L'ultima frase fu pronunciata con una vena ironica e un'espressione quasi divertita.
Sorrise e annuì concorde nel sentire nominare quei volatili magici.

“Mi è capitato di ammirarli, i primi due sono abbastanza comuni. Gli Ippogrifi sono un po’ scomodi da cavalcare, sapete, se gli si tira una penna, anche solo per sbaglio… è la fine. I Grifoni vengono usati spesso come guardie, hanno un bel caratterino anche loro. Per quanto riguarda le Fenici, mi è capitato un paio di volte. Ora che ci penso. La prima volta è stata proprio qui, dovrebbero avere una splendida Fenice nera da qualche parte.”
Si guardò in giro con aria assorta, come se si stesse sforzando di ricordare la direzione giusta.
Si riportò con un mezzo sorriso e un'espressione di scuse verso la maga.

“Non ve l'ho detto, perdonatemi, parlare delle creature mi distrae. Rob MacGregor, piacere mio.”
Abbassò leggermente la testa in un cenno di inchino non troppo enfatizzato ma comunque educato.
 
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view post Posted on 23/4/2016, 16:36
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A volte le espressioni dicono più delle parole e la mia, parlando di Oliver, deve essere stata eloquente. Il Mago mi chiede di approfondire il discorso e nulla potrebbe farmi più piacere. Anche questo fa parte dei miei compiti. Mi sono assunta l’onore e l’onere di promuovere la causa che il giovane Brior ha messo in campo e l’ho fatta mia accettando di aderire al Crepa e farne la portavoce ed è con rinnovato entusiasmo che riprendo l’argomento.
Non sarà semplice per nulla rivedere e rivalutare la posizione degli Elfi. Sapete bene anche voi che ci sono Maghi che non intendono prendere in considerazione neppure l’idea che queste creature possano essere altro che servi senza diritti e senza personalità. Molti degli stessi Elfi sono convinti di questo e servirà educarli facendo loro vedere prospettive diverse da quelle che conoscono. Oliver, come tutti noi del Crepa, è armato delle migliori intenzioni. La sua giovane età gli permette di avere speranza ed entusiasmo che le cose possano cambiare e io sono d’accordo con lui. Per ora ci stiamo dedicando a pensare come raccogliere fondi per promuovere la causa. Purtroppo, senza denaro non possiamo fare molto. Da voci che mi sono giunte penso sia possibile organizzare un ballo al quale potranno partecipare gli adulti. Sono loro che hanno più possibilità di spendere ed è a loro sarà chiesto un contributo. Se vi interessa, nei prossimi giorni, potreste passare nel mio ufficio per avere ulteriori ragguagli. Sarebbe anche una buona occasione per visitare il Ministero che ne dite?
Visto che è interessato ad un incarico ministeriale penso sia una buona idea iniziare a prendere contatto con quelli che potrebbero diventare i futuri colleghi e, per quel che posso, sarei felice di poter essere d’aiuto. Ricordo bene quanto fossi spaesata i primi giorni di lavoro. Vengo da un’ambiente diverso, da una Nazione diversa. Trovarmi in un luogo nuovo, a contatto con persone che non conoscevo è stato quantomeno strano ma ho avuto la fortuna di trovare Emmett che mi ha dato una mano a inserirmi e poi ho anche avuto l’onore di conoscere Mr. Wilde. Persona squisita, di una gentilezza e comprensione davvero uniche. Mi permetto di esprimere il mio parere a proposito del Capo Auror visto che mi viene chiesto e lo faccio con un sorriso che spero sia rassicurante.
Mr. Wilde, nonostante la carica che riveste, è una persona assolutamente alla mano, comprensiva e decisamente simpatica. Non lo conosco ancora molto bene ma ho molto apprezzato il modo con cui si è comportato nei confronti miei e di Galatea. E’ sicuramente un Mago esperto e preparato e non ho dubbi sulla sua competenza ma, personalmente, ne apprezzo la modestia e la disponibilità. Lo riconoscerete sicuramente. Ha un’occhio bendato e non è particolare possa passare inosservato.
Non ero in confidenza con Mr. Wilde, non ancora almeno anche se mi sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza con l’affascinante Capo Auror per cui non posso dare al Mago ulteriori dettagli ma penso di averlo rassicurato sul fatto che al Ministero troverà persone ben disposte e gentili. Ovviamente ho sentito parlare anche invidie, malumori e incomprensioni come succede in tutti gli ambienti lavorativi ma a me non è ancora capitato di avere a che fare con queste situazioni e mi limito a riferire le mie esperienze personali evitando di dar eco alle malelingue.
Gideon deve essersi addormentato fra i miei capelli. Il fatto non lo senta muover me o fa supporre. Con la destra lo raccolgo delicatamente e lo rimetto nel suo contenitore, all’interno della borsa. Deve essere l’aria della primavera che fa venire sonno e anche Galatea deve risentirne perché rimane stranamente tranquilla e accoccolata ai miei piedi.
Ascoltando il Mago parlare di sfingi mi viene da fare un ‘irriverente paragone fra Galatea e le affascinanti creature. Forse in comune avevano solo l’uso della parola ma mentre la jarvey usava questa dote per i suoi sproloqui assurdi le sfingi parlavano per enigmi e sapevano bene cosa stavano dicendo.
Appoggio l’indice al mento facendo mente locale e cercando di ricordare nozioni scolastiche che avrei dovuto rispolverare.

Correggetemi se sbaglio ma se non ricordo male le sfingi venivano usate da alcune famiglie molto abbienti come guardia a tesori preziosi per evitare venissero trafugati. Per aver diritto d’accesso al luogo che proteggono bisogna risolvere l’indovinello che queste recitano e si sbaglia son dolori giusto?
A parte il fascino indiscusso per le creature mitologiche non riesco davvero a pensare ad un modo più complicato per proteggere qualcosa di prezioso e, infatti, erano molto rare.
Non posso che essere concorde col Mago circa Ippogrifi e Grifoni ma, per ciò che riguarda le Fenici, mi sono sicuramente espressa male e mi preoccupo di precisare quanto intendevo dire.

Scusatemi, non sono stata chiara…intendevo se avete avuto modo di vedere Fenici al di fuori da ambienti protetti come lo zoo. Magari conoscete qualcuno che ha una oppure ne avete viste in libertà. Non è facile trovarne ma voi avete l’aspetto di persona che ha viaggiato molto e forse vi è capitato.
[/color]Erano davvero uccelli singolari. Le loro doti erano molteplici e i loro poteri curativi enormi. Per un’appassionata era davvero argomento appassionante e capisco bene Mr. MacGregor quando afferma di essersi distratto nel parlarne.
[color=purple]MacGregor? Siete scozzese presumo.

Più che un’affermazione è una domanda alla quale attendo risposta cominciando ad apprezzare davvero la conversazione con un Mago col quale condivido la passione per le creature.
 
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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 23/4/2016, 22:15




La questione Elfi era sempre stata molto complessa. Erano esseri con le loro tradizioni ed una propria cultura, che decidevano di cercare e servire un padrone. Non erano obbligati da qualcuno se non dal continuare a fare quello che sapevano fare, seguendo i predecessori. C'era chi li trattava come semplici domestici e chi peggio degli schiavi. Su quel fronte bisognava affrontare il doppio dei problemi e il supporto di chi non era davvero interessato o attratto da un proprio tornaconto era un’utopia.
Si grattò la barba con la mano destra, sopra il mento, con un fare assorto che palesava il suo rimuginare sulle questioni esposte della nuova conoscenza.

“Convincere gli Elfi che degli umani sappiano meglio di loro cosa è bene per la loro specie, penso sia un po’ come convincere i Centauri che sono esseri e non bestie. Bisogna proporre cose tangibili e sicure, certezze, altrimenti si rischia solo di offenderli. State procedendo bene con il partire dalla raccolta fondi. Certe cose vanno fatte un passo alla volta.”
Parlò con una nota di ammirazione.
Le cose potevano cambiare, in meglio.
Una comunità magica più ordinata e colta sul proprio mondo, con comportamenti superiori a quelli babbani, era quello che voleva. Forse, gli stessi collaboratori domestici potevano svegliare e aiutare i padroni, liberarli da quel obbligo a nascondersi che si erano imposti, così come il loro umiliarsi.
Combattere, dannazione. Per la rivalsa su esseri inferiori ed ignoranti.
Erano tutti divisi e interessati solo ad ingrassare nei rifugi dei propri villaggi, addirittura lottavano e facevano leggi per mantenere quello stato patetico di vermi impauriti.
Serviva una guida che volesse cambiare le cose, a favore di un mondo totalmente vivibile e lui bramava di conoscere l'unica figura che credeva potesse arrivare a tanto.

“Dovreste partire dal diffondere informazioni dettagliate, studi di maghi esperti e riconosciuti dalla comunità, sul potenziale di tali creature. Molti non sanno nemmeno cosa la magia elfica nasconda dietro un abito lacero. L'ignoranza porta la massa a sottovalutare e, di conseguenza, disprezzare molte creature, trattandole peggio dei calderoni in peltro. Se ci pensate, nessuno va ad importunare un Drago, perché tutti sanno di cosa è capace.”
Scosse la testa con fare contrariato. La totale mancanza di conoscenze in chi lo circondava era per lui sempre più tangibile ed insopportabile man mano migliorava le proprie.
Rivolse un’espressione serena e riconoscente all’interlocutrice.

“Accetto volentieri il vostro invito, molto gentile. Magari potreste presentarmi questo ragazzino, vorrei conoscerlo e discuterci, mi ha incuriosito. Mi ricorda un po’ me ai tempi di Hogwarts.”
Il fervore e l'impegno di quel Brior per una causa che appariva buona doveva essere degno di un Tassorosso se aveva addirittura convinto una ministeriale a fargli da portavoce. Ammirevole.
Assottigliò leggermente gli occhi, come per capire qual’era il cognome giusto e per immaginare meglio la figura di quello che sembrava un degno Capo Auror, gentile e blablabla, con una benda su un occhio.
Wilde e non Wild.
Anche dopo quella correzione non riuscì a scacciare l'immagine di una specie di tarzan circondato da un’aura di luce.
Portò la mano destra a strizzare gli occhi come per cancellare quella vista.

“Mi da l'idea di un valoroso combattente per il bene. Ditemi, com'è la situazione al Ministero? Avete avuto a che fare con molti Auror?”
Annuì soddisfatto quando la maga chiese conferma delle sue nozioni in merito alle Sfingi.
“Esatto, come vi ho detto gli viene assegnato qualcosa, ovviamente da proteggere. Tesori, documenti, edifici privati, non è tanto importante cosa per loro. Solo chi è autorizzato a raggiungerlo conosce la risposta. Quindi, se qualcuno sbaglia a rispondere, è come se rivelasse automaticamente di essere un malintenzionato. Attaccano solo se si sbaglia, inoltre, lasciano la possibilità di non rispondere ed andarsene. Per questo le considero meno pericolose di altre creature. Anche se... la curiosità di scoprire la risposta esatta potrebbe attirare i maghi più incauti.”
Un sorriso tra il furbo e il divertito prese forma tra baffi e pizzetto. Lui era stato tra quelli e a salvarlo fu… un sospiro impercettibile gli sfuggì dalle narici e il sorriso si smorzò. Si concentrò sull’argomento Fenici, deciso a distrarsi.
“Ne ho vista una, accompagnava un mago che incontrai in Cina durante la mia sosta in una riserva di Leodraghi. Mi condusse ad un nido, su un alto sperone di roccia. Giorni di cammino e abbiamo trovato solo ceneri. Non fu un viaggio a vuoto, due piccoletti sbucarono poco dopo il nostro arrivo. Ne fui seriamente colpito. Non capita tutti i giorni di veder la vita sbucare dalle ceneri. La cosa curiosa era che quei due erano i genitori dell’esemplare del mio compagno di viaggio. Non parlava molto bene l'inglese ma credo mi abbia detto che vivevano insieme da tantissimo, dando vita a una leggenda locale che non penso di aver capito bene.”
Raccontava con trasporto come ogni volta che il discorso verteva sulle sue esperienze.
Alzò le mani come per arrendersi, con un fare leggermente divertito.

“Mi avete scoperto! Sono scozzese, voi da dove venite?”
 
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view post Posted on 26/4/2016, 14:37
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Mr. MacGregor parlava con cognizione di causa. Le sue affermazioni erano sensate e suoi pensieri profondi. Non avrei immaginato, uscendo quel giorno, di trovare una persona così ben disposta a condividere la causa elfica e non posso che esserne felice. L’uomo è consapevole, come lo sono io e come lo sono tutti gli aderenti al Crepa, che non sarà una missione facile e che dovremo combattere contro usanze, pregiudizi e modi di pensare che sono consolidati da secoli. Con l’indice della destra mi strofino il capo assorta ma nei occhi c’è un luccichio che non nasconde la speranza che, insieme, potremo farcela.
Ci vorrà del tempo, ci vorrà dell’impegno e non sarà per nulla semplice. I ragazzi, Oliver in testa, hanno tanto entusiasmo, tante idee e tanta determinazione. Senza queste doti non si va da nessuna parte e rimaniamo uniti e ci impegniamo, mettendo in campo le nostre diverse potenzialità, credo davvero che qualcosa possa cambiare. Sarebbe un bene per gli Elfi e anche per i Maghi avere collaboratori invece che servi.
Riconosco che sarà necessario rivolgersi a personale specializzato. Cercare studiosi dell’argomento. Fare ricerche ad andare alle origini del problema. Gli Elfi, come giustamente rilevato dal Mago, hanno un potenziale magico notevole che, se usato in modo improprio, potrebbe essere difficile da contrastare ed è questo uno dei punti sui quali intendo battere.
Penso sia opportuno anche consultare specialisti che possano tenere corsi sia agli Elfi che ai Maghi. Persone che possano far emergere, senza traumi, le grandi potenzialità degli Elfi e rassicurare i Maghi. Come voi stesso avete appena affermato occorre dare conoscenza e consapevolezza se non si vogliono far danni ad entrambi.
Sorrido compiaciuta cominciando già a pensare al modo di far conoscere Oliver a Mr. MacGregor confidando che potrebbe essere davvero un valido elemento ed una persona saggia e preziosa per il nostro Crepa.
Credo che Oliver sarebbe felice di incontrarla. Oggi stesso gli invierò un gufo, se le fa piacere, per informarlo del nostro incontro e per fissare un’appuntamento per un incontro. Il mio ufficio è a disposizione e, magari, l’ occasione della vostra visita al Ministero potrebbe essere la soluzione ideale.
Convinta di aver fatto un’ottimo incontro che potrà portare nuova linfa alla causa ridacchio divertita dalla descrizione che il Mago fa del Capo Auror. Devo averci messo parecchia enfasi per aver dato un’idea così chiara di Mr. Wilde.
Mr. Wilde, per quel che ho potuto vedere, è persona dotata di grande fascino e maggior competenza e coraggio. Non avrebbe raggiunto la posizione in cui si trova se così non fosse ma nello stesso tempo è un Mago simpatico e modesto. Sa mettere a suo agio le persone e non fa pesare il suo titolo. Conosco un altro Auror ma non so il suo nome. Io lo chiamo Mr. Mistero per l’aura della quale ama circondarsi e anche lui è un’uomo socievole e alla mano. E’ da poco che sono stata assunta e, per ora, non ne conosco altri. Lavoro al sesto piano e gli Auror sono al primo. Non abbiamo molte occasioni di incontrarci.
Deve apparire strano a Mr. MacGregor che conosca poca gente ma il cambiamento al quale ho dovuto assoggettarmi è ancora troppo recente perché abbia avuto modo di intrattenere relazioni sociali con i numerosi dipendenti del Ministero. Il mio lavoro e le mie creature occupano la maggior parte del mio tempo e il mio carattere non è così espansivo come la mia immagine potrebbe far pensare.
Ascolto attenta il racconto dell’uomo sulle sfingi e, anche se sciocco, mi vien da fare un paragone che mi appare lampante.

Potremmo dire che i babbani usano lo stesso metodo per proteggere i loro amati beni. Loro lo chiamano sistema d’allarme. Anche quello ha un codice al quale far riferimento, se si sbaglia ad inserirlo non uccide ma strilla!
Strane creature i babbani. Pensano di aver inventato chissà cosa mentre non fanno altro che prendere le loro idee dal nostro mondo e modificarle a secondo dei loro modesti mezzi.
Rimango assolutamente presa dal racconto del Mago sulla fenice incontrata in Cina. Mi immagino la bellezza dell’esemplare adulto e la scarsa avvenenza dei due pulcini emergere dalla cenere. Era straordinario pensare alla stranezza. I genitori neonati e il figlio adulto. Poteva succedere solo alle Fenici e mi beo di quella visione che spazia fra mito, leggenda, magia e fantasia. Sono sempre più convinta che siano esseri fantastici e non so cosa darei per possederne una anche se so che rimarrà un sogno.

Dovete aver viaggiato moltissimo se siete finito fino in Cina.Posso immaginare le favole che i babbani abbiano costruito attorno alle fenici. Per loro non è concepibile e si rifiutano di prendere in considerazione qualcosa che la loro razionalità non contempla. Noi invece sappiamo e sappiamo anche mantenere il segreto. Vi immaginate se scoprissero i poteri di queste creature? Si estinguerebbero in men che non si dica. I babbani non hanno alcun rispetto per la natura e ancor meno per le creature che la popolano.
Non avevo paura di essere smentita. Dove toccavano distruggevano senza ritegno e già milioni di specie si erano estinte e tante altre avrebbero fatto la stessa fine a breve. Sono una Strega ma non voglio essere di parte. Anche fra noi ci sono persone pessime che si comportano in modo disdicevole senza nessuna giustificazione che regga per cui mi affretto a chiarire il mio pensiero.
Comprendetemi. Anche fra noi c’è chi non rispetta nulla e nessuno facendo razzie di esseri viventi che, se lasciati vivere in pace, non fanno nessun danno. Parlo di trafficanti e contrabbandieri ovviamente. Galatea è una vittima di questi. E stata venduta, probabilmente in maniera illegale, ad una persona che si è resa conto di non volerla e saperla gestire ed è stata abbandonata, praticamente appena nata, davanti all’ambulatorio nel quale lavoravo prima di essere assunta la Ministero.
Ripenso allo stupore di quella sera quando, uscendo dal lavoro, ho trovato la jarvey davanti alla porta e rivivo la rabbia e il disgusto verso chi ha potuto compiere un gesto così crudele. Galatea era stata fortunata ma a tante creature non era capitata la stessa buona sorte.
Scaccio il pensiero ma lo sguardo si adagia sul bianco manto della cucciola che dorme tranquilla e non posso fare a meno di avere un moto di stizza che concretizzo stringendo il pugni ma poi mi riprendo e, piegando il capo in obliquo, lancio occhiata divertita al Mago.

Non era certo un’indovinello da Sfinge. Pensate di rimanere in pianta stabile a Londra? Sono nata a qui ma ho vissuto in Francia per molti anni. Sono tornata in Inghilterra solo da pochi mesi e non sono ancora capace di considerarla la mia Patria. Ho studiato a Parigi e vissuto a Cannes. E’ quello il posto a cui faccio riferimento quando penso a ‘casa’.
Ci penso molto più spesso di quel che non dovrei e, anche se fatico a relegare il passato in un angolo delle mente, questo spunta all’improvviso destabilizzando le mie poche certezze.
 
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16 replies since 18/4/2016, 13:17   189 views
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