| intervista di metallus a Poulsen. C'è anche una recensione (che non posto), probabilmente l'album sarà a breve rintracciabile
Volbeat: ed è subito rock ‘n’ roll! Il gruppo danese, alla sesta prova in studio col nuovo “Seal The Deal & Let’s Boogie” ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nel cuore degli appassionati del rock ‘n’ roll inteso in maniera classica e che non disdegna iniezioni di energia presa dai generi più affini al vecchio caro papà musicale. La pubblicazione del nuovo album ha fatto scattare sull’attenti Metallus.it che ha raggiunto telefonicamente il leader Michael Poulsen per scambiare qualche parere e parlare di voodoo, serial killer e cori gospel…
Ciao Michael! Benvenuto su Metallus.it! Come stai?
Ciao! Grazie mille, è un piacere parlare con voi! Tutto bene, sono nel mio garage a fare un po’ di pulizia… Cose normali, relax…
“Seal The Deal & Let’s Boogie” è il vostro nuovo album, prodotto da te e Rob Caggiano (l’altro chitarrista): prima di tutto vorremmo sapere qualcosa di più sul titolo e in generale su questa nuova prova.
Innanzitutto il titolo parla di come va la vita, nel senso che prima vengono le responsabilità poi il divertimento: dobbiamo “firmare l’affare” (“seal the deal”) e dopo c’è il tempo per rilassarsi e divertirsi (“let’s boogie”); forse anche per questo, parlando della maturità, anche il sound di pari passo forse è più maturo rispetto alle prove precedenti. Un’altra metafora che si può tirare fuori dal titolo è il fatto che nonostante la vita ti metta di fronte a prove dure poi avrai il tempo per raccogliere ciò che hai seminato e divertirti riuscendo a goderti ciò che hai.
La prima traccia, “The Devil’s Bleeding Crown”, è probabilmente uno dei vostri pezzi più riusciti, un misto sempre più perfetto di stoner, metal, rock: perché in apertura e cosa puoi dirci del testo di questa canzone?
In effetti penso che sia riconoscibile da subito come una canzone dei Volbeat, col suo marchio di fabbrica, che potrebbe benissimo non sfigurare sugli album precedenti ma che, in questo caso, aggiunge nuovi elementi come la parte che sembra molto un discorso da predicatore, dal punto di vista dell’atmosfera. Comunque penso sia un ottimo pezzo. Per quanto riguarda i testi, non prendete mai troppo sul serio quello che scriviamo perché ci stiamo solo divertendo, il più delle volte: non sono un credente, non sono religioso, non credo in Dio e nemmeno al demonio ma credo fortemente che la gente crei i propri dei e i propri demoni, così che siamo noi gli unici da rimproverare se il mondo va male, senza tirare in ballo forze esterne, siamo solo noi quelli così fottutamente stupidi da rovinare ciò che abbiamo con la cupidigia che porta alla guerra, con la religione che uccide la vita sulla Terra. La canzone in fin dei conti è un divertimento, abbiamo solo tirato in ballo il diavolo perché parte della classica iconografia rock e metal: è ironica perché parla del diavolo che è vecchio, è stanco di correre e vorrebbe avere di nuovo la sua corona.
Non sei religioso ma ci sono due tracce che coinvolgono il mondo del voodoo come “Marie Laveau” (una sacerdotessa voodoo) e “The Loa’s Crossroad”: perché questi temi e specialmente perché il personaccio di Marie Laveau? Queste due canzoni sono molto accattivanti, melodiche, seppure il tema trattato è oscuro…
Grazie per aver notato questa cosa alla quale tengo molto: anche se a volte parliamo di cose magari un po’ macabre e morbose la nostra musica va a parare dalle parti della melodia, alleggerendo il tutto per non prendersi troppo sul serio e per lasciare un messaggio positivo sempre e comunque. Le due canzoni che hai citato parlano in effetti del voodoo e nel caso di “Marie Laveau” di evocarla per utilizzare il suo spirito in maniera positiva, per mettersi in contatto con i propri cari che non ci sono più: sono stato ispirato da questa visione del mondo –che è la mia-, quella che dice che non siamo soli a questo mondo ma chi non c’è più è comunque al nostro fianco. Potrà sembrarti bizzarro ma credo fermamente in questo e ho visto pure due fantasmi nella mia vita: alla fine si tratta di entrare in contatto anche con il proprio Io, con la propria anima e di trattare gli altri come vorremmo che loro trattassero noi perché c’è sempre un ritorno…
“Goodbye Forever”, che fin dal titolo sembra trattare comunque il tema del trapasso, vede la partecipazione di un coro gospel che crea un’atmosfera unica: come mai questa scelta?
Da anni è il mio sogno avere un coro gospel in una canzone… Stavamo lavorando su “Light A Way” (una canzone di “Guitar Gangsters & Cadillac Blood”) e già lì avevo avuto l’idea di usare questa opportunità ma alla fin non ero convinto al 100% per il feeling e la melodia, cosa che con “Goodbye Forever” invece è venuto subito naturale pensare… I tempi erano giusti e abbiamo così deciso di sentire se c’era la possibilità di intraprendere questa strada: ci hanno proposto un paio di cori fra i quali l’Harlem Gospel Choir, cosa che mi ha fatto esclamare “Wow! Sarebbe fighissimo ma figurati se vengono a fare questa cosa con noi… Loro sono abituati a collaborare col meglio…”. Invece gli hanno fatto ascoltare la canzone, a loro è piaciuta ma prima di finalizzare il tutto hanno voluto vedere i testi per assicurarsi che non avessero a che fare col diavolo o cose simili… Quando hanno visto che invece parlavano di vita, si sono esaltati e hanno fatto un ottimo lavoro, devo dire!
Un’altra canzone che mi piacerebbe approfondire con te è “Mary Jane Kelly”, che parla di una dell vittime di Jack lo squartatore…
Ecco, vedi, per questa canzone volevo trattare un argomento normalmente morboso come un serial killer quale jack lo squartatore guardando però la questione dal punto di vista della vittima e mi sono detto “Perché no?”. Sai, la gente normalmente ci sguazza in queste cose ma non pensa mai alla versione della persona “debole” coinvolta… Mi sembrava interessante parlarne così…
Bene, Michael, siamo quasi giunti al termine della nostra chiacchierata: programmi per i prossimi live?
Faremo qualche festival in estate poi dovremmo fare un tour da headliner e speriamo logicamente di tornare nel vostro Paese, dove tutto è stupendo. Il calore del pubblico, il cibo,il vino… Ci stiamo lavorando ma direi che ci siano buone possibilità di vederci entro fine anno…
|