When the Sun Goes Down

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Torre di Divinazione - ore 6:30 pm

Un'altra lunga giornata di lezioni era giunta al termine e mentre saliva i gradini della Torre di Divinazione, finalmente libera dalla borsa che si era trascinata dietro per tutto il tempo, pensava a quante cose avesse da raccontare a Danielle. Non si erano viste molto, eccezion fatta per la lezione di Pozioni dopo pranzo.
Si erano ripromesse di incontrarsi quella stessa sera, magari prima di cena, così nel tragitto che le avrebbe condotte in Sala Grande avrebbero potuto aggiornarsi sulle novità, benché non ce ne fossero poi molte.
Naturalmente, la Tassorosso non conosceva l'esatta ubicazione della Sala Comune dei Corvonero e da sempre le due amiche erano concordi di ritrovarsi nei pressi dell'aula di Divinazione, quella strana materia che Thalia difficilmente concepiva come "utile".
Si poteva dire che fosse, nonostante l'età, una persona molto pratica: il detto "se non vedo, non credo" le calzava a pennello. Sin da bambina aveva imparato ad apprezzare la concretezza delle cose, preferendo i fatti alle parole e come le era stato insegnato, le parole andavano sempre supportate dai fatti.
Non c'era via di scampo da questo.
Divinazione le sembrava una materia vuota, senza capo né coda, basata sulle supposizioni, le sensazioni e la suggestione. Chiunque, osservando e leggendo i fondi del té avrebbe potuto determinare la morte di qualcuno o vederne il successo a lungo termine. Non credeva nemmeno che la lettura della mano fosse un metodo concreto per definire il futuro delle persone: il futuro si creava solamente vivendo il presente, non certo facendosi leggere la mano da qualcuno che, in teoria, è esperto in materia.
Attese per qualche minuto l'arrivo della Corvonero, di ritorno dalle Serre di Erbologia, voltando le spalle alle finestre. Appoggiata al muro di pietra percepiva il contatto con il freddo minerale. Era piacevole e allo stesso tempo fastidioso: dopo quella rampa di scale infinita si sentiva accaldata e la pietra fredda aveva alleviato per un istante quel senso di fatica. D'altro canto, però, la parete non era liscia ed uniforme e qualche imperfezione urtava la sua spina dorsale, dandole qualche lieve fastidio.
Decise di spostarsi, dunque, vicino ad una finestra, lunga e stretta, ammirando il panorama che si poteva godere da quella vista.
Il tramonto ad Hogwarts era uno degli spettacoli naturali più belli che avesse mai visto e, di sicuro, valeva la pena di arrivare fin lì solamente per quello.




parlato - narrazione - *pensato*




Edited by Thalia Moran - 23/3/2016, 11:19
 
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Non mancava molto alla cena e lo stomaco di Mitchell brontolava, fu così che il giovane corvo corse in dormitorio per cambiarsi i pantaloni sostituendo i suoi soliti pantaloni della tuta con dei jeans per poi dirigersi verso la Sala Grande in attesa della cena. Scese velocemente le scale del dormitorio e sempre a tutta velocità chiuse i libri che aveva lasciato sul tavolo della lasala comune radunandoli in un angolino di esso in modo da non disturbare gli altri studenti, una volta terminate quelle rapide pulizie si diresse a passo svelto fuori dalla sala comune per raggiungere la scalinata principale e dirigersi al piano terra.
Il ragazzo stava camminando a passo sostenuto per le scale della torre quando passò vicino all'aula e la sua attenzione fu attirato da qualcosa, o meglio da qualcuno che era fuori posto. Quella zona di solito era frequentata solo da Corvonero a quell'ora ma quella sera c'era uno studente Tassorosso, anzi una studentessa. La curiosità morbosa di Mitchell lo portò ad avvicinarsi alla studentessa e quando le fu vicino capì esattamente chi fosse.
"Ci si rivede Thalia - disse MItchell con il suo solito sorriso stampato sul volto facendo un cenno con il capo in segno di saluto.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Torre di Divinazione

Le chiome della Foresta Proibita ondeggiavano lentamente, mosse dal vento che si stava alzando in quegli istanti. Il Sole, la cui luce si rifletteva placidamente sullo specchio d'acqua del Lago Nero visibile solamente in parte da quel punto, stava per sparire dietro alle montagne che circondavano il Castello.
Era un paesaggio magnifico, uno tra i più belli che avesse mai visto, anche se la piccola Irlandese poneva al primo posto nella sua classifica personale i paesaggi della sua terra natia. L'Irlanda riservava angoli di paradiso in ogni dove, dalle alte scogliere bianche, alle acque chiare dei corsi d'acqua... per non parlare poi del blu intenso del mare e il verde brillante delle distese erbose.
Si appoggiò con i gomiti sul davanzale interno, sorreggendo il mento con i palmi delle mani. Dimenticava sempre che lassù le temperature variavano appena, quel tanto che bastava a gelarle le mani.
Osservò un gruppo di studenti che camminavano sul limitare della Foresta e si chiese che cosa ci facessero lì a quell'ora.


*Staranno tornando da una lezione di Cura delle Creature Magiche...*

Quella sì che era una materia interessante.
Desmond le aveva riempito la testa di mille storie e descrizioni: Ippogrifi e Grifoni, Thestrals e Snasi. Per non parlare dei Draghi, Desmond sarebbe stato in grado di parlarne per ore. Di sicuro avrebbe seguito quel corso, giunta al Terzo Anno. Poco, ma sicuro. In fin dei conti, avrebbe dovuto aggiungere qualche corso alla sua preparazione e saperne qualcosa in più su certe creature le avrebbe fatto solamente bene.
Ad interrompere il suo flusso di pensieri, una voce udita solamente due volte dal suo arrivo ad Hogwarts.


Ci si rivede Thalia
Mitchell! esclamò, voltandosi a guardare il ragazzo.
Sembrava diretto in Sala Grande per la cena, cosa che anche lei avrebbe dovuto fare. Danielle ci stava impiegando un po' a tornare. Probabilmente avrebbe fatto meglio ad avviarsi se non si fosse fatta vedere tanto presto.

Già. Sembra che le nostre strade continuino ad incrociarsi. La vita è strana.
Non provava particolare simpatia o antipatia per quel Corvonero dall'aria maliziosa. Ogni sorriso che le rivolgeva sembrava sottintendere qualcos'altro, qualcosa che la Tassorosso preferiva ignorare o forse non capiva veramente.
Ad ogni modo, gli sorrise di rimando e tornò ad osservare il panorama. Era così ipnotico... specialmente la Foresta Proibita.





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Edited by Thalia Moran - 23/3/2016, 11:19
 
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Fondamentalmente Mitchell era felice felice di avere ri incontrato quella Tassorosso, dopotutto Thalia gli aveva suscitato simpatia fin dal primo momento poi l'altra discussione che aveva avuto con lei era stata assolutamente divertente.
Il Corvonero non perse tempo e si posizionò direttamente di fianco alla Tassorosso per osservare anche lui lo splendido panorama che poteva godersi dalla torre, i verdi prati di Hogwarts e la foresta proibita. Poche volte aveva visto un panorama del genere, o quantomeno lo aveva visto poche volte prima di arrivare nella scuola di magia, infatti a Manchester il giovane Mtichell se si fosse affacciato alla finestra avrebbe visto solo le enormi distese di cemento separate qua e la da una qualche macchia verde che poteva essere un'aiuola oppure un parchetto in cui spesso si vedevano dei bambini giocare allegri, ma ora non più, ora era a Hogwarts e poteva godere di quel magico panorama ogni volta che voleva, cosa che gli piaceva particolarmente.
"Si infatti, e devo ammettere che è sempre un piacere vederti" - disse il giovane corvo facendo un enorme sorriso alla ragazza per rispondere alla sua affermazione prima di voltarsi di nuovo ad osservare il panorama magnifico vedendo le cime degli alberi mosse leggermente dal vento.
"Thalia, cosa ti porta così lontano dal resto dei Tassorosso? Non starai combinando dei guai spero" - disse Mitchell con tono ironico guardando negli occhi la ragazza.

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Mitchell era stata una delle prime persone incontrate ad Hogwarts, ma non avevano mai avuto modo di incontrarsi di frequente, complici le amicizie differenti e le pochissime lezioni in comune che la Tassorosso svolgeva con i Corvonero.
Il loro primo incontro era stato a dir poco "singolare", segnato dalla brevità dello stesso e dalle frasi enigmatiche che il ragazzino le aveva rivolto. Mitchell aveva dimostrato di possedere quel sarcasmo che a Thalia tanto piaceva, ma allo stesso tempo aveva sviluppato verso di lui un senso di inadeguatezza, come se volesse studiarla e conoscerla a fondo.
Per quanto fosse socievole, Thalia non era certo una ragazzina chiacchierona che racconti i fatti propri a chiunque. Dunque quell'atteggiamento l'aveva inizialmente indispettita e messa a disagio.
Alla Festa di Carnevale, poi, aveva avuto modo di scoprire un nuovo lato di Mitchell: in modo piuttosto esagerato, si era permesso di imitare l'autorevole professore di Storia della Magia, suscitando l'ilarità generale (compresa quella di Thalia). In quell'occasione lei stessa si era messa in gioco imitando la migliore amica, Danielle, dando spettacolo in diversi modi ed esagerando alcuni atteggiamenti solitamente poco palesi della ragazzina. Mitchell, però, aveva assistito solamente alla parte meno "moderata" e credeva che avesse apprezzato la sua esibizione, almeno in parte.


Si infatti, e devo ammettere che è sempre un piacere vederti
I modi gentili del ragazzino, ora, non la turbavano più e si chiese quante cose ancora il ragazzino potesse nascondere, quali lati del suo carattere non avesse ancora mostrato. L'incognita che più la assillava era un'altra: sarebbero diventati amici? Avrebbero avuto modo, in futuro, di parlare seriamente e confrontarsi?
Solo il tempo avrebbe potuto dirlo.
Sorrise alla frase appena pronunciata dal Corvonero e ammirò ancora un po' le chiome della Foresta Proibita che avevano smesso di ondeggiare sospinte dal vento.

Thalia, cosa ti porta così lontano dal resto dei Tassorosso? Non starai combinando dei guai spero
Mitchell le aveva rivolto un nuovo sorriso, ma lei parve captarlo senza aver bisogno di guardarlo. Aveva capito come funzionava il meccanismo e averlo vicino, in quel momento, la turbò appena. Non sapeva ancora il perché, ma sentiva di dover mantenere le distanze da lui. Non era diffidenza, era qualcos'altro.

*Ma non so cosa sia.*

Io? Guai? chiese, con falsa aria innocente. Guai? Non andavano spesso a braccetto con riferimenti alla sua persona.
Da bambina aveva sperimentato il piacere di giocare qualche scherzo di troppo al vecchio nonno, sostenuta da Desmond, più grande ed esperto di lei in materia.
Ora, nei suoi dodici anni, Thalia aveva imparato la differenza tra quel tipo di "guai" ed i guai veri e propri. Quelli a cui si riferiva Mitchell non erano ancora stati sperimentati dalla Tassorosso. Non aveva mai superato il coprifuoco e tanto meno aveva mancato di rispetto ad insegnanti, Capiscuola o Prefetti. Non ci teneva a sfidare l'autorità... anche se doveva ammettere che il rischio l'affascinava.
Era lo stesso effetto che la Foresta Proibita esercitava su di lei in quel momento, osservandola da quell'altezza.

Aspetto Danielle, comunque. Tu non eri a lezione con lei? chiese, puntando gli occhi azzurri sul Corvonero. Forse era Mitchell quello poco avvezzo a seguire le regole.
Di' un po'. Non sei tu che stai combinando qualche guaio, non è vero?
Assunse una posa di sfida, appoggiando il fianco alla parete, poggiando un gomito sul davanzale e sorreggendo la testa inclinata con la mano. Lo osservava con sguardo divertito e un sorriso malizioso stampato sul volto.
Era il suo turno di sondare la mente del giovane mago. Di sicuro ci sarebbe stato qualcosa di nuovo da scoprire.






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Edited by Thalia Moran - 23/3/2016, 11:19
 
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Effettivamente Mitchell era felice di avere incontrato nuovamente Thalia e di avere ancora l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con lei dato che l'ultima volta si era tanto divertito grazie alla lingua tagliente della ragazzina, chissà se sta volta il fato non riservasse qualcosa id ancora più divertente ai due studenti di Hogwarts.
Andando oltre allo stupore iniziale per avere incontrato la ragazzina proprio in quella torre, dove non l'aveva mia vista Mitchell si lasciò andare e come solito si limitò a sorridere in attesa dell parole di Thalia che non tardarono ad arrivare.
Beh sai vederti qui è strano, pensavo stessi architettando qualcosa di strano" - disse il Corvonero ridendo - "Non che mi dispiaccia se vuoi combinare qualcosa eh" - concluse subito dopo riprendendo a ridere.
Pochi istanti dopo il ragazzino si era già ricomposto tornando ad essere quel ragazzo sorridente e cordiale che era pochi istanti prima scoprendo i piani di Thalia, ovvero era in attesa di Danielle, la Corvonero con cui aveva avuto un incontro ravvicinato tempo prima sulla torre di Astronomia mentre si stava rilassando in attesa della fine della cena, sentendo quel nome Mitchell si lasciò andare ad una lieve risata quasi impossibile da sentire se non per un orecchio molto attento, cosa che sperava non avesse Thalia. "Oh beh sì eravamo a lezione insieme però lo sai ci mette sempre una vita a spostarsi quella ragazza" - disse Mitchell guardando il giardino vuori dalle vetrate della torre di Divinazione prima di riprendere a parlare con Thalia: "Oh no, a parte prendere per il culo Peverell alla festa sono tranquillo... Forse".
Rise ancora una volta e poi si voltò verso Thalia e disse: "Allora come vanno gli studi?".

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Il sole era ormai sparito dietro alla catena montuosa che circondava il castello, lasciando spazio all'oscurità. In breve tempo le tenebre inghiottirono la Foresta ed i giardini, non permettendo più alla ragazzina di osservare i dettagli del paesaggio.
Osservò bene il volto di Mitchell, che non tardò ad esibire un nuovo sorriso dopo la sua insinuazione.

Oh beh sì eravamo a lezione insieme però lo sai ci mette sempre una vita a spostarsi quella ragazza
Aveva la netta sensazione che il ragazzino stesse minimizzando o che fingesse di essere stato a lezione per evitare qualche spinosa domanda. Restò al gioco e non accennò ad una risposta, nemmeno quando il ragazzino si riferì a Danielle in quei termini.
Forse una buona amica avrebbe dovuto difenderla, ma riteneva che non fosse necessario. Era solamente una frase scherzosa, dopotutto.

Oh no, a parte prendere per il culo Peverell alla festa sono tranquillo... Forse.

*...che finezza.* pensò, un po' divertita e un po' in disappunto per quel linguaggio.

Non era abituata a certi registri linguistici, soprattutto per l'educazione ricevuta.
Sapeva bene che le persone normali, se così potevano definirsi, si esprimevano in modi coloriti e poco eleganti: non li giudicava (o per lo meno ci provava), eppure trovava che vi fossero modi meno volgari per esprimersi. Dunque, perché non usarli? Non si interrogò oltre sull'argomento, in fondo ognuno era libero di esprimersi nel modo più consono al proprio carattere.


Per la prima volta, Thalia stava iniziando a provare curiosità verso quel ragazzino più grande di lei. La sua performance nei panni del professor Peverell l'aveva divertita e si chiese che cosa avesse spinto il Corvonero a sfidare l'autorità in quel modo. Era chiaro che il professore non cogliesse la sua benevolenza, eppure non poteva fare a meno di domandarsi se Mitchell non desiderasse provare l'emozione di ritrovarsi sulla bocca di tutti. Per giorni, infatti, dopo la Festa di Carnevale, si era parlato del suo travestimento e di quanto fosse stata un'interpretazione ben riuscita.

La tua imitazione è stata... come dire... particolare.
Non voleva sbilanciarsi troppo, ma non poteva negare la bravura del ragazzino in quell'occasione. A suo avviso tra i migliori travestimenti c'era sicuramente quello del Corvonero.

*Beh sai vederti qui è strano, pensavo stessi architettando qualcosa di strano... Non che mi dispiaccia se vuoi combinare qualcosa eh*

Quella frase rimbalzava nella sua mente da quando Mitchell l'aveva pronunciata.
Riguardo alla frase di prima... mormorò ...colgo della sottile ironia. Credi che non sarei in grado di cacciarmi nei guai?
Sapeva di aver dato una certa immagine di sé: chiunque la conoscesse la riteneva una ragazzina diligente e studiosa, dalle buone maniere e sempre allegra. Era vero, in parte, ma ciò non le impediva di uscire dagli schemi... di tanto in tanto.




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Edited by Thalia Moran - 23/3/2016, 11:20
 
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La ragazza non si fece attendere nella risposta, e oltre tutto parve aver notato il velo di sarcasmo nelle parole di Mitchell. "Riguardo alla frase di prima ...colgo della sottile ironia. Credi che non sarei in grado di cacciarmi nei guai?" - disse la Tassorosso. Beh in effetti per Mitchell era difficile immaginare quella ragazza dai modi gentili ed educata combinare qualche danno, ad esempio riempire di Caccabombe l'ufficio di Peverell o fare anche qualcosa di più semplice, come fare confusione durante le lezioni. Anzi, molto probabilmente non sarebbe nemmeno stata in grado di violare il coprifuoco quando il pensiero arrivò nella mente del giovane Corvonero la sua espressione mutò in un sorriso, non il solito sorriso che aveva stampato in faccia era più il sorriso di chi voleva prendere in giro qualcuno.
"Beh Thalia se devo essere sincero.... Non penso che tu sia capace di combinare guai" - disse Mitchell lasciandosi andare ad una sonora risata immaginando Thalia che usciva dalla sala comune dopo il coprifuoco per poi ritornare dentro esattamente un istante dopo terrorizzata.
La risata del Corvonero durò alcuni secondi, poi il ragazzino si ricompose e si rimise a osservare la ragazza.
"Però... Potresti sempre stupirmi...." - concluse Mitchell appoggiandole una mano sulla spalle mentre la guardava negli occhi con sul volto stampato un sorriso piuttosto malizioso.

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Beh Thalia se devo essere sincero.... Non penso che tu sia capace di combinare guai.

La risposta di Mitchell tardò qualche secondo ad arrivare e Thalia sorrise tra sé, prima di puntargli occhi azzurri addosso, con il visibile intendo di metterlo a disagio.
Purtroppo il Corvonero non sapeva quante volte fosse finita in punizione da bambina: l'ultima volta era accaduto esattamente una settimana prima della partenza per Hogwarts, l'anno precedente. Non ricordava quasi più il motivo, ma credeva avesse a che fare con il laboratorio di pozioni della nonna Shyneid.
Probabilmente Mitchell la sottovalutava, come tutti in quella scuola, dati i suoi modi gentili ed educati, rispettosa dell'autorità e delle regole. Chissà perché, poi, erano proprio gli elementi come lei a cogliere di sorpresa chiunque nel momento del "misfatto".


Però... Potresti sempre stupirmi... aggiunse, mettendole una mano sulla spalla e assumendo un'espressione maliziosa.

*Adesso ti faccio vedere io...*

Thalia fece scivolare la spalla verso il basso, facendo sì che la mano del ragazzino si trovasse senza appoggio.
Assunse nuovamente la posa precedente, mantenendo il contatto visivo con il Corvonero e, con un sorrisetto appena accennato, finalmente rispose.


Ma come? Non lo sai che sono quelle come me che poi combinano guai? Mi sottovaluti, Mitch. Così mi offendi...

L'espressione sul suo volto mutò, fingendo una tristezza non sua. Di lei si potevano dire molte cose, ma che fosse una persona triste... quello mai.




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view post Posted on 24/3/2016, 17:59
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La ragazza spostò la spalla lasciando cadere nel vuoto la mano di Mitchell che perse leggermente l'equilibrio rischiando di cadere in terra come un sacco di patate.
Vista la scena non riuscì a non ridere appoggiandosi al muro per riprendere l'equilibrio perso poco prima. Una volta sentita la stabilità delle gambe si rimise in una posizione più consona ad un essere umano riprendendo a ridere per la scena appena vissuta. Sicuramente Thalia aveva notato la sfida nelle parole di MItchell, sperava di poter vedere la Tassorosso compiere una qualche malefatta, se fosse stata anche nei confronti di uno studente indifeso sarebbe stato anche più divertente, immaginandosi la scena però vide piuttosto Thalia che aiutava uno studente che veniva burlato in malo modo da qualcuno e non il contrario.
"Ma come? Non lo sai che sono quelle come me che poi combinano guai? Mi sottovaluti, Mitch. Così mi offendi..." - disse la Corvonero aumentando la voglia di Mitchell di lanciarle una sfida, cosa che sarebbe avvenuta molto presto, infatti Mitchell guardò negli occhi la ragazza e disse: "Non voglio assolutamente offenderti, però... Beh dimostramelo che sei in grado di fare qualche danno, ti sfido"
Chissà se la ragazza avesse accettato la sfida di MItchell cosa sarebbe successo? Solo a pensarci il ragazzino si mise a ridere.

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view post Posted on 24/3/2016, 18:16
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Dopo che ebbe fatto scivolare la spalla verso il basso, togliendo a Mitchell il sostegno, la scena si fece alquanto ironica. Il ragazzino quasi cadde in quel momento e Thalia, troppo educatamente, si voltò a guardare la finestra, portando una mano al viso, nascondendo il sorriso divertito. Non era carino ridere degli altri, ma in quel caso proprio non riusciva a trattenersi.

Qualche istante dopo, Mitchell tornò a prendere una posa più comoda e sicuramente meno imbarazzante. Thalia sperava che il discorso terminasse e potessero procedere in altro modo, magari parlando dell'affascinante Foresta Proibita, a loro preclusa e che in quel periodo sembrava chiamarla. Era strano, ma non aveva mai fatto caso a quanto fascino assumessero le cose se venivano proibite.


Non voglio assolutamente offenderti, però... Beh dimostramelo che sei in grado di fare qualche danno, ti sfido"

*C-cosa?*

Uscire da quel vicolo cieco sarebbe stato piuttosto complicato. Non voleva far perdere punti alla sua Casa, non tanto per la paura della punizione, ma per una questione puramente d'orgoglio. Teneva troppo ai suoi successi per sacrificare qualche punto.
Dunque, che fare? Osservava Mitchell, sorridente, e capì che fosse certo di aver concluso lo scambio di battute in modo vincente.


*Ti sbagli di grosso, caro.*

Dimostrartelo? Tu piuttosto, dimostrami che posso fidarmi. Insomma, se devo fare qualcosa, devo sapere almeno se posso essere sicura che non farai la spia.
Non credeva a mezza parola di quanto detto, ma l'espressione di sfida assunta non l'avrebbe tradita.
Era capace di mentire: se avesse abbassato lo sguardo prima di lui, sarebbe stato chiaro che non vi fosse sicurezza nelle sue parole. La voce non tremò, il contatto visivo fu mantenuto. Il sorriso appena accennato era sempre lì.




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view post Posted on 25/3/2016, 16:37
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Sperava di avere messo a segno la sferzata vincente in quella specie di duello a battute che era iniziato poco prima con Thalia, ma ovviamente la ragazzina si fece trovare pronta. Beh come non aspettarselo visto l'andazzo dell'ultima discussione avuta dai due studenti, Mitchell non aveva minimamente pensato di avere messo in scacco la Tassorosso con così poco.
La studentessa parlò, rispondendo alla sfida di Mitchell con un'altra frase intrinseca di aria di sfida. La spia, parlava di fare la spia. Mitchell non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, odiava finire nei guai e odiava mettere nei guai la gente perciò sarebbe stato comunque tranquillo.
"Io fare la spia? Cara mia non lo farei mai nella vita" - disse il ragazzo con il solito tono gentile e scherzoso mantenendo però sta volta un'espressione seria come per voler comunicare alla ragazza che si sarebbe potuta fidare del Corvonero.
Ora la domanda vera e propria sarebbe stata cosa far fare alla ragazzina, farle combinare qualche casino, si ok ma cosa? A Mithcell non venne in mente nulla, stando anche in silenzio a ragionare per alcuni istanti, perciò che altro poteva fare se non dare carta bianca alla Tassorosso.
"Dunque Thalia, cosa faresti per dimostrarmelo? Sempre se ne hai il coraggio - disse Mitchell mettendo il solito sorriso malizioso sul volto aspettando la risposta della Tassorosso sperando che sta volta si fosse arresa, dopotutto una battaglia del genere non l'avrebbe mai vinta.

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Mitchell sembrava non aver apprezzato la sua risposta, tanto intrisa dal tono di sfida quanto la domanda che le era stata posta poco prima.
Per tutta la durata della sua infanzia, Thalia aveva potuto ascoltare i racconti del nonno, basati sulle storie degli Auror che aveva addestrato e quelle vissute in prima persona, nel breve periodo trascorso al Quartier Generale. La versione che andava per la maggiore era quella dell'addestramento: difficile, metteva a dura prova le menti brillanti e riusciva persino a far vacillare gli intenti migliori. Connor Finn le aveva sempre raccontato di come fosse fondamentale essere preparati prima di affrontare uno scontro: che fosse di natura fisica o verbale non aveva importanza, ciò che contava era sapere su che cosa puntare per far breccia nelle difese dell'altro. In un certo senso si trattava di studiare l'avversario, non solo conoscendone il passato, ma anche il presente, attraverso le espressioni e il modo di parlare.
Nei suoi dodici anni, Thalia non era in grado di stabilire, ancora, quali fossero i punti deboli di Mitchell. Ciò che sapeva era la sicurezza che il ragazzino desiderava dimostrarle in quel momento, attraverso la sfida e lo sguardo piantato sui suoi occhi azzurri. Era chiaro che si aspettasse di vederla cedere e rispondere, magari, "Ok, hai vinto, non ne sono in grado.".
Evidentemente non conosceva ancora così bene la Tassorosso.


Io fare la spia? Cara mia non lo farei mai nella vita.
Era vero? Aveva quasi l'impressione che il ragazzino possedesse un'innata abilità per i segreti, celandoli dietro i sorrisi maliziosi e gli sguardi attenti. Era pronto a captare qualsiasi segno di cedimento da parte sua, ma Thalia non gli avrebbe dato quella soddisfazione. Non quando la sua caparbietà era così forte da non aver ancora trovato eguali.
Dunque Thalia, cosa faresti per dimostrarmelo? Sempre se ne hai il coraggio.
Coraggio. Poteva dire di averne? L'unica prova di coraggio affrontata fino a quel momento poteva essere stata la prova contro il Molliccio durante l'anno appena trascorso, oppure la missione affrontata per il C.R.E.P.A. Poteva dire con certezza di essere "coraggiosa" o "temeraria"? No. Sapeva, però, di poter calcolare il margine di rischio, sapendo che le sue capacità le avrebbero consentito di arrivare solamente fino ad un dato punto, non oltre. Sarebbe stato da stupidi non considerare la poca esperienza e, perché no, l'ingenuità tipica dei suoi dodici anni.

Mitchell, caro. Solo perché la mia divisa non porta i colori di Grifondoro, questo non significa che io non sia coraggiosa. Il coraggio ha molte forme, dopotutto.
Quella non era una sua frase, lo sapeva bene. Ma era così radicata nella sua mente da non aver altra scelta se non esprimere quel concetto attraverso quelle determinate parole.
E comunque, prima di dire che cosa sia o non sia in grado di fare... dovresti prima dimostrarmi che posso fidarmi di te.
Una piccola pausa, durante la quale un sorrisetto beffardo spuntò sul suo viso. Colmò la breve distanza tra loro, puntando l'indice al petto del Corvonero.
In fondo, non ti conosco affatto. Potresti essere un bugiardo cronico.
Detto ciò, prese le distanze tornando al punto precedente, senza abbandonare quel sorriso. Incrociò le braccia al petto e aspettò la risposta del Corvonero.
Era certa che sarebbe arrivata molto presto. Quei giochi di parole erano pane per i suoi denti e se voleva giocare... avrebbero giocato.




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Ebbene la sfida era stata accettata da quella ragazza di Tassorosso che ogni parola diventava per Mitchell più affascinante. Ovvio, non si fidava di Mitchell e il Corvonero non voleva veramente metterla nei guai, più che altro voleva prenderla in giro o capire fin dove si potesse spingere la sua anima di combina guai che erò ancora non era uscita del tutto. Questo era l'obiettivo tirare fuori quella specie di lato oscuro di Thalia e Mitchell lo avrebbe fatto, in un modo o in un altro.
"Oh tesoro, non ho assolutamente insinuato nulla sul tuo coraggio. Sto solo dicendo che non saresti in grado di combinare dei guai" - disse Mitchell accennando ad un risata che aveva un qualcosa di malizioso, ma voleva più essere un gesto di sfida. l'ennesima aperta fra i due studenti.
Dimostrarle di non essere un bugiardo, beh Mitchell su due piedi non sapeva esattamente che fare se non fosse che in quel momento gli venne forse l'unica idea che avrebbe potuto smuovere la conversazione. Il giovane Corvonero aveva un piano che gli girava per la testa ormai da mesi, e l'unico modo in cui si sarebbe potuto guadagnare la fiducia di Thalia sarebbe stato renderla partecipe della sua idea, spiegarle per filo e per segno il suo piano malvagio.
"Beh... ti posso dimostrare che non sno un bugiardo senti qua..." - disse il ragazzino avvicinandosi all'orecchio della ragazza per parlare lontano da orecchi indiscreti.
"C'è un certo insegnante di Storia della magia che mi non mi sta troppo simpatico. Beh il mio piano è raccogliere un piccolo gruppo massimo 2-3 studenti oltre a me e riempire il suo ufficio di Caccabombe" - concluse il ragazzino spostandosi dal volto della ragazza continuando però a guardarla negli occhi.

narrato - parlato - pensato

 
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view post Posted on 27/3/2016, 15:04
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Mentre osservava l'espressione del Corvonero mutare lentamente, da uno sguardo interessato ad uno divertito, Thalia si chiese se non avesse commesso l'errore più stupido tra tutti quelli possibili: fare il passo più lungo della gamba. Quello sguardo non le piaceva, non presagiva nulla di buono e se, da un lato, doveva aspettarselo data la conversazione in corso, dall'altro credeva che avrebbe potuto facilmente liberarsi di lui in altro modo.
La sua mente vagliava le ipotesi possibili, scartandone una e considerandone un'altra. Forse il passo successivo sarebbe stato quello di moderarsi appena, tanto da permetterle di non esporsi troppo sull'argomento.


Oh tesoro, non ho assolutamente insinuato nulla sul tuo coraggio. Sto solo dicendo che non saresti in grado di combinare dei guai.

*Tesoro? Nemmeno mia nonna mi chiama così.*

Tra le cose che odiava c'erano quegli stupidi nomignoli e forme di cortesia usate per chiamare le persone, come a voler sottolineare la loro inferiorità. Mitchell stava giocando col fuoco: odiava sentirsi chiamare "tesoro", specie se veniva seguito da un commento come quello espresso dal Corvonero.
Naturalmente cercava di provocare in lei una reazione istintiva e decise di non dare adito a quelle assurde teorie. Eleggersi a combina-guai dell'anno non era la sua ambizione più grande, ma una parte di lei desiderava togliere dal volto di Mitchell quell'espressione soddisfatta.
Decise che avrebbe tenuto quel commento per un secondo momento, in attesa di sentire quali fossero le reali intenzioni del ragazzino. Non disse nulla, ma gli fece capire che lo ascoltava. Gettò uno sguardo alla Foresta Proibita, mentre Mitchell esponeva quel piano assurdo di riempire l'ufficio di Peverell di caccabombe.
Alla sola parola "caccabombe", un sorriso si delineò sul volto della Tassorosso, che scoppiò a ridere e non si nascose affatto, questa volta.
Peverell poteva essere severo ed indulgente, ma dopo tutto svolgeva perfettamente il proprio lavoro di insegnante. Non le dava particolare piacere seguire le sue lezioni, ma non le trovava nemmeno così noiose o insopportabili.


Fermo, un momento.

Portò le mani avanti, suggellando la pausa con un gesto plateale. Il sorriso scomparve dal volto della ragazzina, che si avvicinò di un solo passo al Corvonero. A dividerli, forse, mezzo metro.

Quel certo professore di Storia della Magia è una tua crociata. E' personale. Cosa ti fa credere che parteciperei? O che altri lo farebbero? Insomma. Ammettiamolo: con la mia media non posso lamentarmi di lui. E poi... che cosa ci guadagno, io, ad aiutare...te?
Una breve pausa, durante la quale si prese il tempo per scrutare a fondo la reazione del ragazzino.
Ogni cosa ha un suo prezzo.

Non voleva guadagnarci nulla, non le sarebbe tornato nulla di buono. Stimava quell'insegnante, non avrebbe mai fatto nulla per indispettirlo, tanto meno riempirgli l'ufficio di maleodoranti aggeggi.

Inoltre, se per te quello è "combinare un guaio"... allora abbiamo standard differenti. Molto.

Inclinò la testa verso la finestra e con uno sguardo e un sorriso maliziosi indicò la Foresta Proibita.
Non ci sarebbe mai entrata, ma doveva ammettere che il fascino di quelle chiome nere la colpiva sempre di più.
Si diceva che al suo interno vivessero svariate creature magiche, dalle più inoffensive alle più pericolose. Se Mitchell avesse colto l'allusione, sarebbe stato davvero uno spasso attendere la risposta.


*Vediamo come te la cavi adesso, Lacroix.*





parlato - narrazione - *pensato*


 
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