| Sì, era decisamente d'accordo con la ragazza. Conoscere le paure della gente, avrebbe potuto veramente sorprenderlo e non era facile sorprendere uno come lui. Lasciò comunque perdere la questione, non ritenendolo un discorso importante: non aveva senso continuare, quando stavano sbucando altri discorsi che ad Alexander stavano incominciando a piacere. La domanda che gli fece lo sorprese, di fatti per un secondo non aveva saputo come rispondere. Dipende dalle creature che incontrerò, contro alcune, mi saprò difendere..Contro altre, ad esempio i draghi, credo proprio di no. Direi che dovrei essere abbastanza sfigato se incontrassi uno di loro. Affermò Alexander, ridacchiando poco dopo. Certo, beccare animali difficili da sconfiggere poteva essere difficile per lui. Non avrebbe saputo come comportarsi, perché non conosceva la maggior parte di loro, ma conosceva alcuni incantesimi che gli avrebbero permesso di schiantarli e di avere del tempo per fuggire via. Annuì poi alla domanda retorica della ragazza appena conosciuta. Sì, infondo la teoria non è così inutile..però, ecco, diciamo che preferisco la pratica. Non mi piace stare sui libri, ecco, bensì sia una cosa utile la maggior parte delle volte. Ammise infine il Serpeverde, mentre riusciva ad intravedere in lontananza i suoi genitori. La frase che lei gli rivolse poco dopo, lo incuriosì e non poco. Guardò la ragazza appena conosciuta come se cercasse di capire qualcosa in più da un semplice sguardo..cosa, ovviamente, più o meno impossibile. Che fare, quindi? Fidarsi? Non fidarsi? Per quanto ne sapeva, avrebbe potuto essere anche un serial killer, esageratamente parlando. I suoi modi, comunque, erano stati gentili e da quello che aveva notato parlando con lei avevano qualche cosa in comune. Era interessante, non poteva negarlo. Non poteva proprio negare di essere stato attratto poi dall'ultima sua frase, che aveva preso un ruolo fondamentale sulla sua decisione. Decisione che prese anche in merito al fatto che, senza tutto quello, probabilmente, si sarebbe annoiato con i suoi. Ma quella era solo una piccola cosa che l'aveva convinto ad accettare la sua proposta. Di fatti, cercava un po' di avventura e credeva proprio che con la ragazza in questione..beh, la potesse finalmente avere. Certo, forse era un po' giovane, ma credeva di avere di fronte a sé qualcuno di molto preparato (infondo, per entrare a lavorare nello zoo e nel ministero, un minimo di conoscenza si dovrebbe pur avere, no?) e probabilmente non avrebbe corso molti pericoli. Forse. O forse sì? Infondo era quello che lui cercava anche. Ad ogni modo, erano quelli i motivi per cui aveva alla fin fine deciso di accettare la proposta della ragazza, bensì non la conoscesse a fondo. Non sapeva se avesse fatto bene o meno, ma in quel momento avrebbe dovuto pensare a come superare un altro ostacolo: i suoi genitori, posizionati poco più in là. Non le disse di assecondarlo, perché credeva fosse già abbastanza ovvio di per sé che lo dovesse fare...sapeva fosse un'idea abbastanza, ma al momento non gliene venivano altre. Mentire ai suoi, sarebbe stato facile. Non era la prima volta che lo faceva, ed ormai ci era abituato: non scorreva un buon rapporto tra lui e loro e quello da quando erano incominciati a mancare sempre di più dalla propria vita. Quella gita avrebbe dovuto essere una sorta di riconciliazione tra di loro, ma lui non ne era affatto convinto. Non quando loro lo avevano ignorato per un paio d'anni, mettendo al primo posto il lavoro per tutto. A quel punto, Alexander aveva deciso di mettere al primo posto un po' di avventura piuttosto che stare con loro. Ehi! Sono tornato! Il ragazzo salutò entrambi, che, nel frattempo, si girarono verso loro due. Entrambi rivolsero un sorriso alla nuova ragazza, mentre delle occhiate gli facevano capire che era arrivato il momento di presentarla. Non c'era bisogno di alcuna parola, sapeva che gli avrebbero chiesto. Si..Beh..Vi anticipo: mentre uscivo dal bagno, ho incontrato la mia.. Guardò la ragazza per un secondo, prima di dire una qualunque cosa: non avrebbe voluto perdersi la sua reazione, per nulla. La mia nuova professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure. Materia per cui ho fatto una lezione pochi giorni fa. Con lei vorrei discutere proprio di questo e di alcuni errori che ho fatto, però in privato: mi concedete un po' di tempo per parlarci? Domandò il ragazzo, mentre li guardava negli occhi. Non si vergognava affatto che, quello che gli stava dicendo, fosse una menzogna. Per quanto gliene avevano detto loro, poi, figuriamoci. Il ragazzo aspettò con ansia una qualche parola loro, senza accennare a nessun cedimento. Non sapeva per quanto lei avrebbe voluto trattenerlo, ma credeva che ''un po' di tempo'' fosse la giusta quantità che le sarebbe servita. Se avessero ritardato, allora avrebbe avuto la scusa pronta. E se avesse dovuto litigare con i suoi genitori, lo avrebbe fatto. Ne sarebbe valsa la pena, probabilmente. Lo sperava, più che altro. Per convincerli, contò sul fatto che loro due non si fossero informati poi tanto per quanto riguardava i suoi professori..o almeno, così credeva lui. Insomma, aspettava solamente una decisione e null'altro.
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