I need my spaces, I need my time, Privata

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view post Posted on 17/1/2016, 18:36

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Corvonero
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*Finalmente aveva trovato del tempo per potersi riposare, per lasciarsi il resto alle spalle e riflette un po' per conto suo. Era quasi sera, anche se, con le giornate che durante quel primo mese di autunno, andavano accorciandosi sempre più, era complicato affermare con certezza se fosse effettivamente sera o piuttosto pomeriggio. Fatto sta che per un altro giorno era quasi arrivata l'ora di finire per sempre, gli ultimi raggi del sole accarezzavano il cielo plumbeo lasciando spazio alle prime stelle. In realtà di stelle ce n'erano gran poche, per quello che riusciva a vedere, e non era poco, solo una aveva avuto forza sufficiente per contrastare con la sua luce quella flebile dei tramonti invernali.
Era sgattaiolata in cima alla Torre di Divinazione non appena ne aveva avuto l'occasione, non desiderava essere seguita né tanto meno trovata, aveva bisogno del suo spazio, a volte. Si alzò lasciando il suo comodo angolino che aveva riscaldato con il calore del proprio corpo e si affacciò all'alta balaustra di pietra che permetteva una vista spettacolare. Il Lago Nero e le leggere increspature sulla sua superficie dovute ad una leggera brezza che faceva tremare le poche foglie che sopravvivevano tenaci aggrappare ai loro rami, la Foresta Proibita, e perché fosse proibita ancora non lo aveva capito, l'interminabile giardino del castello, e nonostante lo si vedesse da ogni finestra del castello, era sempre una vista meravigliosa.
Inspirò profondamente riempiendosi gli occhi di quel panorama, occhi pieni di meraviglia per la perfezione delle cose che la circondavano, per il loro inequivocabile equilibrio e la loro intoccabile armonia. Inspirò nuovamente, come a volersi riempire per sempre i polmoni di quell'aria fredda e pungente caratteristica di ogni inverno, e di nuovo per imprimere quel ricordo nella sua mente. Il contatto con la natura le conferiva sempre un'aria di tranquillità e pace assoluta, nonostante nella sua mente fosse in atto un'estenuante lotta con sé stessa, in ogni istante, in ogni luogo, quella voce la perseguitava, e ciò che più spaventava la piccola bambina dai lunghi capelli rossi era che quella voce facesse parte di lei. Quella voce ERA lei.
Scosse la testa, come a convincersi che lei non era così, non era subdola e maligna, come a convincersi che prima o poi se ne sarebbe andata, ma nel profondo di sé l'eco di quella voce le ricordava che si sbagliava, che sarebbero rimaste assieme per sempre e per sempre l'avrebbe dovuta combattere.
Deglutí, il cuore aveva cominciato a batterle freneticamente nel petto, la gola le si era seccata assieme a tutta la bocca e alle labbra, ci passò sopra la lingua ruvida e asciutta ma la situazione non cambiò molto, forse peggiorò, si strinse nel mantello e si lasciò andare contro la parete gelida della torre, lo sguardo fisso sul lago, a seguire i suoi riflessi e quegli incredibili giochi di ombre. Si ricordò della sua, di ombra. Rabbrividì mentre la brezza le colpiva il viso facendole percepire un freddo pungente sulle guanciotte rotonde e rosee ma questo non le causava fastidio. Riprese a controllare il proprio respiro e con quello anche il battito del suo cuore, non avrebbe mai permesso a quella sua parte di emergere e di rovinare ciò che a fatica stava diventando, mai una cosa del genere sarebbe potuta accadere finché avrebbe avuto il controllo della sua mente.
L'orizzonte era sempre più scuro, la volta celeste cominciava a punteggiarsi di brillanti puntini che la osservavano da anni-luce di distanza. Quanto avrebbe voluto scoprire l'esistenza di altri all'infuori di quel mondo, andare alla ricerca di nuova vita altrove, nuovi modi di vivere e di sopravvivere, nuovi spazi da osservare, con quella meraviglia caratteristica del suo sguardo.
Forse si stava facendo tardi, il tempo le era scivolato addosso senza che se ne rendesse conto, ma il castello era ancora illuminato da svariate luci e sicuramente aveva ancora dello spazio da dedicare a sé stessa prima che il coprifuoco la costringesse a rientrare nella propria stanza. In quelle mura che sembravano stringersi su di lei quando i pensieri la opprimevano e non le permettevano di respirare liberamente, quando a ogni respiro le pareva di avere i polmoni pieni di piombo.*


Edited by Flammy Snowleaves - 1/9/2016, 23:13
 
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