Non si meravigliò lo psichiatra quando senti la porta di casa aprirsi. Era stato Anthony, uno dei domestici ad occuparsi di far entrare i primi invitati. Chiudendo gli occhi l'analista tentò di inspirare profondamente come volesse riconoscere la scia del profumo lasciata dalle persone appena giunte nella sua abitazione, cercando di distinguerne l'odore fra tutti quelli rilasciati dalle cibarie che ormai aveva quasi finito di completare.
Il tavolo in salone era perfettamente apparecchiato, la tovaglia rossa con tovaglioli in tinta, più scuri con sfumature tendenti al verde ed al blu, affiancavano le posate ed i calici in cristallo che parevano avere luce propria. Gli antipasti troneggiavano al centro, c'era carne, pesce, verdure, tutte pietanze che lo psichiatra ricordava erano apprezzate da ogni singolo invitato.
Si concentrò ancora per cercare di individurare dei profumi conosciuti ma improvvisamente si rese conto che un odore fin troppo familiare era proprio li, alle sue spalle, la persona che possedeva quell'atroce dopobarba di un tempo si era giusto adesso palesato. Lecter rilasciò il coltello che teneva ancora in mano sul tavolo e si voltò molto lentamente verso di lui, l'agente Graham.
"Ben ritrovato, William."
Si limitò a sussurrare mentre manteneva gli occhi posati sulla sua figura. Non lo trovava poi tanto diverso, forse un po' più robusto rispetto all'ultimo incontro, i capelli parevano più lunghi, lo sguardo più spento.
"Sono lieto tu abbia accettato il mio invito."
Un leggero sorriso gli si formò infine in volto mentre ancora lo scrutava studiandone i lineamenti.
Altri ospiti nel frattempo erano giunti a casa, lo psichiatra lanciò un'occhiata al giovane profiler avanzando verso di lui per raggiungere la porta della cucina.
"Andiamo ad accogliere gli ospiti, sei il primo di una lunga lista, seguimi. Will."
Gli fece segno di avanzare dunque mentre si portava verso il corridoio.
Lecter i era vestito con un completo in tre pezzi scuro. La camicia bordeaux si sposava perfettamente con la cravatta con fantasia ameba annodata sopra il colletto con risvolto in seta. Il fazzoletto nel taschino invece era di un rosso più acceso, come a voler spiccare sopra quel colore di base nero. Avanzò verso il salone, superò il corridoio ed andò quindi in ingresso. Non era riuscito a riconoscere chi fossero i primi arrivati dalla cucina, ma adesso finalmente poté constatarlo con occhio proprio.
Il signor Anthony Guerrero aveva accettato l'invito, Abigail Hobbs, la dottoressa Du Maurier ed infine l'agente speciale Starling. Anthony fece spazio agli ospiti per entrare mentre Lecter manteneva le mani ferme lungo i fianchi con un sorriso dipinto ancora sul volto.
"Signor Guerrero, ben arrivato, grazie per aver accettato...."
Disse all'uomo porgendogli la mano in segno di saluto, gesto non compiuto poco prima con l'agente Graham, forse vi era un motivo più che valido? O forse aveva intravisto nei suoi occhi non poco risentimento nei suoi confronti?
Salutato il signor Guerrero lo psichiatra si rivolse alla giovane Abigail, la guardava in volto mentre posava una mano sulla sua spalla destra.
"Grazie per essere qui, Abigail."
Era contento che Abigail avesse trovato il coraggio di presentarsi, lo stesso coraggio ritrovato evidentemente dalla dottoressa Du Maurier la quale lo psichiatra scrutò in silenzio vedendola consegnare il dono portato come se fosse venuta da un passato lontano, dati gli abiti indossati.
"E' un onore, dottoressa Du Maurier."
Non si avvicinò per il momento alla donna, forse per lo stesso motivo per cui si era mantenuto a distanza da Will Graham? Forse adesso non aveva pausa di perdere una delle due gambe, ma senz'altro il ricordo di quell'ultima cena era vivo in lei.
Infine ora l'ultima ospite, colei che evidentemente aveva più indecisione nel presentarsi, probabilmente a causa del loro ultimo saluto a casa Krendler due anni prima: Clarice Starling. Anch'ella pareva essere uscita dal passato, aveva scelto di indossare proprio l'abito dell'ultima cena, indossato in quell'occasione che l'aveva visti protagonisti in termini senz'altro fuori da qualsiasi schema.
Lecter le sorrise immediatamente appena i loro sguardi entrarono in contatto, sbattè le ciglia una sola volta e con gentilezza la salutò con calma e con voce cadenzata.
"Clarice Starling..."
Non disse altro Lecter, si fernò. Il suo nome valeva come saluto. Rimase immobile lo psichiatra di fronte a tutti gli ospiti mentre due camerieri si avvicinarono prontamente per aiutare tutti a lasciare loro le giacce.
"Chi vorrà accomodarsi, prego... Mi segua..."