Where the streets have no name

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Tessa Morgan
view post Posted on 18/11/2015, 19:38




"Porco... Bolide... Infame..." imprecava Tessa a ogni gradino (aveva ormai perso il conto) che la portava sempre più in alto.
Stava rientrando dalle lezioni e, messo da parte l'orgoglio, fu costretta ad ammettere di essersi persa: prima lo ammise con se stessa, poi con quel
simpaticone del guardiano che l'aveva squadrata con sospetto mentre lei tentava di chiedergli indicazioni per la sua sala comune.
Gazza doveva essersi impietosito perché quella sequela apparentemente infinita di scale, nonostante le sembrassero poco familiari, la stava indubbiamente portando verso l'alto. La sua sala comune era in una torre e, l'ultima volta che aveva controllato,
almeno le torri a Hogwarts rimanevano ferme al loro posto.
Aveva incrociato alcuni studenti che curiosamente indossavano cravatte blu e bronzo: un caso, si era detta, magari un gruppetto di Corvonero che girovagava senza meta. La strada era giusta, ne era certa.
Altri sbuffi, imprecazioni soffocate e finalmente... Finalmente cosa?
Tessa si trovava in un corridoio mai visto prima, con un paio di finestre a ogiva che affacciavano sull'ampio parco e qualche ritratto che la osservava con curiosità.
Riprese fiato e si avvicinò a passo di carica al grosso quadro all'interno del quale stava una dama dall'espressione educatamente curiosa.

"Mi perdoni, signora... Signorina..." si corresse un po' goffamente, strappando un sorriso alla dama dipinta.
"Signora" confermò quella "ma puoi chiamarmi Euphemia Chalmers Millais-Wilkins Gray"
Il sorriso che stava per affiorare sulle labbra di Tessa si tramutò in un ghigno congelato: Euph... Cosa?
Annuì appena e si sistemò una ciocca dietro l'orecchio per prendere tempo.

"Signora andrà più che bene... Ecco, vede, dovrei dirigermi alla sala comune dei Grifondoro" fece, mostrando alla donna lo stemma rosso-oro cucito sulla sua uniforme "ma credo di aver frainteso le indicazioni del signor Gazza." "Gazza?" sussultò Euphemia Vattelapesca "Oh, tesoro, quell'uomo è un villano! Trattare in questo modo una povera, indifesa bambina... Fossi ancora in vita gliene canterei quattro, ma che dico, almeno otto!"
Tessa la lasciò sfogare per un po', via via più impaziente, per poi tossicchiare e richiamare la sua attenzione.
"Non è che lei saprebbe darmi indicazioni più precise? Magari ho solo preso una svolta o una scalinata sbagliata..."
Il sorriso impietosito - molto impietosito - della dama non lasciava presagire nulla di buono. Tessa sostenne con fermezza lo sguardo gentile della sua interlocutrice dipinta e si preparò alla batosta.
"Bambina mia..." esordì lei, un po' esitante "Non si tratta di una svolta o di una scalinata errata" "Un corridoio, allora?" tentò speranzosa. Euphemia dai mille cognomi scosse tristemente il capo.
"Si tratta di una torre errata"
Levò un braccio e indicò la finestra alle spalle di Tessa: la ragazzina vi andò quasi correndo e vide in lontananza la sagoma di un'altra torre stagliarsi contro il cielo nuvoloso di quel giorno.
"Questa è la torre di Divinazione, sede dei Corvonero"
A Tessa non restò che imprecare sonoramente, strappando un singulto scandalizzato alla dama dal codice fiscale infinito.
"Maledetto Gazza! Spero diventi cibo per vermicoli, quel figlio di un crup!"
Terminato il suo non indifferente repertorio di insulti e ignorando Euphemia che si era addirittura coperta le orecchie, Tessa si appoggiò a una parete e si lasciò scivolare a terra.
"Passerò la notte qui, me lo sento..."
 
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view post Posted on 17/1/2016, 19:14

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Corvonero
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*Era un tardo pomeriggio di una limpida e fredda giornata invernale, le sue mansioni giornaliere erano state svolte con largo anticipo e, così, perché rimanere segregata in camera? Indossò il lungo e soffice mantello nero, si arrotolò la morbida sciarpa della casata attorno al collo e si preparò per uscire; senza una meta specifica, ovviamente, ma l'importante era andarsene da lì al più presto. Accarezzò dolcemente il gatto nero che si era addormentato sul suo cuscino, il suo gatto nero, ed uscì dalla camera chiudendo con attenzione la porta.
Scese con calma la scalinata che portava alla sala comune, infilandosi i guanti abbinati al mantello e si diresse con passo sicuro verso il quadro che fungeva da porta. Sbucò con passo svelto sul corridoio e canticchiando fra sé e sé si incamminò lungo il corridoio che portava alle scale. Si bloccò di colpo dopo appena quattro passi, voltò lentamente la testa e le sue incertezze divennero certezze, una grifondoro, a quando pareva dal colore della divisa, era affacciata ad una delle finestre che illuminavano il corridoio. Girò completamente il corpo verso di lei e si schiarì la voce avvicinandosi con calma.*


Ehm, serve aiuto?

*Chiese sfoderando un sorriso amichevole. Scorse in lontananza, nella cornice formata da quella finestra,la torre di astronomia, dove si trovava la casata alla quale la ragazza apparteneva: con tutte le probabilità la poveretta si era persa, era pronta a scommettercisi il gatto. Il suo sorriso assunse una nota di dispiacere senza che nemmeno se ne rendesse conto, si avvicinò maggiormente alla ragazzina e, visto l'alquanto probabile smarrimento, avrebbe raddoppiato la puntata con 'grifondoro DEL PRIMO ANNO sperduta nella torre dei corvonero'.
Chiunque l'avesse indirizzata lì doveva averle fatto un gran brutto scherzo, sapeva bene quanta fosse la strada per arrivare fin lì e si rendeva conto anche che ne avrebbe avuta ancora molta da fare prima di tornare nella sua sala. Si era preparata a fare un giro in giardino, ma nulla le avrebbe impedito di deviare la rotta incerta da principio. Si sfilò i guanti quasi istintivamente mentre srotolava alcuni dei giri che si era fatta attorno al collo con la lunga sciarpa e attese che la ragazza rispondesse alla sua domanda.*
 
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