| Fortunatamente era ancora tutto intero. Non che fosse precipitato da un burrone, però anche una semplice caduta poteva fare molto male. Si alzò in piedi, generando un turbine di lucide piume: bianche, nere, grigie, marroni e così via. Si scrollò di dosso il restante soffice materiale, creando un altro vortice di colori. *Che meraviglia!* pensai, affascinata. Riscossa da quel gradevole attimo, passato via come a rallentatore, mi accorsi che il giovane mi aveva parlato. - ...non... inglese? E di dove sei? - *Fortuna che la mia mente riesce a captare le parole chiave di alcune conversazioni, altrimenti mi ritroverei a fare continuamente brutta figura davanti alla gente, vista la mia continua e misteriosa disattenzione* dissi tra me e me, tirando un impercettibile sospiro di sollievo. In quel momento Harry si piegò in avanti e con la mano raccolse una lettera, probabilmente sua, dal pavimento. Sentendo il suo uccello emettere versi rochi e gutturali, forse per prendersi gioco del padroncino, il bambino gli disse con disprezzo: - E' inutile che gongoli, tanto uso un gufo della scuola, sicuramente sono meglio di te! - E gli fece la linguaccia. - Scusalo, è proprio maleducato. Non capisco perchè ce l'abbia tanto con me! - continuò, giustificando il comportamento del malandrino animale. - Che bella casata, Tassorosso! - aggiunse, con sorriso sincero. *Non molti lo pensano. A mio dire ogni casata è fantastica. Fortunatamente questo Harry non sembra affatto un ragazzino spocchioso e arrogante, come alcuni, pochi grifi. Meno male.* Dopo un attimo, concluse: - Comunque non è male il tuo nome. Sempre meglio di Harrison. E' un nome da vecchio!... E lui è Harley, il simpaticissimo Harley! -, lo presentò, mettendosi le mani sui fianchi, - Secondo te come lo posso prendere? - Rimasi un secondo a guardare la sua simpatica espressione, formulando a mente cosa dire. Dopo aver rielaborato tutto, incominciai a parlare. - No, vengo dalla Corea del Sud. Sono nata e cresciuta là. Da circa un anno a questa parte mi sono trasferita a Londra a casa di una mia parente. Dopodiché sono stata mandata in questa scuola stupefacente - risposi, con un sorriso. Col volto rivolto verso l'alto, osservando i movimenti di tutti i volatili in volo, gli dissi: - Il tuo Harley pare non ti abbia preso molto in simpatia, oppure suppongo che oggi sia... diciamo in vena di scherzi. D'altronde penso che tu non ce l'abbia da molto, esattamente come me con il mio gattino. Non ti preoccupare, vedrai che prima o poi si fiderà completamente di te a tal punto da ascoltarti di più. In fondo anche lui starà cercando di adattarsi al nuovo proprietario e alla scuola, no? - commentai serafica, volgendo lo sguardo in direzione del ricciolino. - Comunque, per quanto riguarda la mia casata, sì, la trovo anch'io stupenda. Mi ci sono trovata bene fin da subito. Le persone sono calorose e accoglienti, ed anche molto simpatiche e disponibili. Ma penso proprio che anche quella dei Grifondoro sia altrettanto bella, ne sono sicura. - Ripensai a ciò che aveva detto sul mio e sul suo nome. - Ti ringrazio per il complimento sul mio nome. Per gli stranieri il mio è difficile da pronunciare, ecco perché automaticamente rispondo che è possibile darmi il nomignolo che si vuole. La cosa inizialmente non mi andava molto giù, ma poi ci ho fatto l'abitudine. Beh, ho dovuto adattarmi, insomma. Ad ogni modo, il tuo, Harrison, non lo trovo affatto male, anzi, tutt'altro. Ma capisco perché preferisci Harry... è un nome semplice, pratico, bello; devo ammettere che lo adoro, e poi ti calza a pennello. - Finito quel lungo discorso, che sicuramente aveva gettato il ragazzino nella noia, riflettei su come catturare il furbo pennuto. - Hai ancora, per caso, topolini stecchiti o altri piccoli mammiferi simili nel tuo zaino? - gli domandai.
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