Incontri in Owlery, Per Harry (alias Harrison Polajenko)...

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Hyolyn
view post Posted on 25/9/2015, 15:57




Quella mattina il tempo era passato via molto lentamente. Non avevo avuto lezioni, perciò ero rimasta in dormitorio a coccolare il mio gattino. Giorni come quelli erano fatti appunto per dedicare particolare attenzione al mio amorevole animaletto, eppure quel pomeriggio, dopo pranzo, non fu la camera la mia destinazione, bensì il piano in cui mi avevano condotto le scale mobili: la Torre di Divinazione. Non avevo idea del perché mi trovassi lì, per cui cominciai a guardarmi intorno, con fare curioso. Era la prima volta che mi trovavo su quell'area del castello.
*Potrei provare a esplorare questa zona. Tanto non ho nulla da fare... Perlomeno stavolta le scale hanno fatto qualcosa di apparentemente giusto. Beh, almeno credo* pensai, con un'alzata di spalle.
In Sala Grande avevo sentito due studentesse parlare di un posto che si trovava da queste parti, la Guferia. Fino ad allora non ne avevo mai saputo nemmeno l'esistenza. Avevano precisato di quanto fosse indecente e sporco quel luogo. Doveva proprio sembrare a un porcile... oppure le ragazzine erano semplicemente troppo schizzinose.

*Beh, un po' di polvere non ha mai fatto male a nessuno* dissi tra me. Ovviamente non ero mai stata in una guferia o in una stalla, dunque non sapevo realmente cosa aspettarmi.
Vidi, a poca distanza da me, una porta e lessi la targhetta che citava "Aula di Divinazione". Andai oltre, passando un'alta scala a chiocciola per niente invitante e l'Ufficio della prof.ssa Hope A. Lancaster, dopodiché raggiunsi finalmente la meta sperata.
Entrai.
Rimasi di stucco. Ciò che vidi fu un'ampia stanza circolare, sormontata da numerose travi e cosparsa letteralmente di numerosi escrementi. Inoltre, constatai, ospitava una miriade di gufi, alcuni a riposo, altri invece intenti a svolazzare di qua e di là, incuranti della mia presenza.

*Il posto è parecchio... come dire... sudicio, però tutto sommato mi piace. E' tutto così calmo, tranquillo... Credo proprio ci ritornerò, senza alcun dubbio.*
Tutto il paesaggio doveva farmi ribrezzo, al contrario mi fece illuminare gli occhi dalla gioia. Nonostante ci fosse molta sporcizia, la prima impressione di quel posto mi inviò segnali positivi. Respirai a pieni polmoni l'aria fetida della saletta, voltando la testa ovunque con il solo scopo di individuare ogni minimo dettaglio.
In una zona più riparata, verso una parete di pietra scura, vidi un tavolo di legno con una panca a ridosso del muro e delle sedie nei restanti lati.

- Wow! - esclamai stupita. *Ma è un posto meraviglioso!*
Subito camminai verso il banco e, trovandolo pieno di piume, lo pulii con una mano, raccogliendo con l'altra una penna completamente bianca. Osservai quest'ultima, decisamente affascinata, rigirandomela tra le dita.
*Che bella! Magari potessi avere il permesso di tenerla...* Riflettei. *Beh, non penso ci sia nulla di male se la porto in camera. Tra l'altro suppongo non sia di nessuno, altrimenti non si troverebbe qui, sola e sperduta.*
Presi posto su una seggiola, continuando a esaminare il piccolo, soffice oggetto, illuminato dai raggi pallidi del sole che entravano da una finestra.
 
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Harry*
view post Posted on 25/9/2015, 17:37




"Cari Mamma e Papà. Sono ormai a scuola da due settimane, volevo dirvi che qui è tutto magnifico! I corsi, i professori, gli alunni! Mi trovo benissimo e sono stato smistato a Grifondoro! Quando torno a Natale vi racconterò tutto meglio!
Sapete che qui nel castello i quadri si muovono e parlano con te? E ci sono anche i fantasmi! Non vedo l'ora di rivedervi, mi mancate!
Harry"



Aveva scritto quella breve lettera per i genitori in Sala Grande, mentre si rimpinzava di dolcetti. Amava la Sala dove a qualsiasi ora del giorno venivano serviti pasti di ogni genere.. ma sopratutto... dolci! In quantità industriali! E il piccolo Harry ne approfittava, mangiandone fino a scoppiare. Quel giorno aveva deciso di mandare un gufo ai genitori. Erano passate due settimane da quando li aveva visti l'ultima volta a King's Cross. E gli mancavano, certo che gli mancavano. Ma fortunatamente la sua vita era diventata così piena di impegni (lezioni, compiti, nuove amicizie e esplorazioni per il castello) che non aveva nemmeno il tempo per provare nostalgia. Gli capitava la sera, quando nel suo nuovo letto guardava la foto che si era portato da casa. Ma in fin dei conti li avrebbe rivisti presto, quindi non si preoccupava troppo.
Con la lettera stretta nella piccola mano, il giovane Harry si era allontanato dalla Sala Grande, diretto verso la guferia. Non c'era ancora mai stato, nemmeno per salutare Harley, il suo barbagianni. che invece andava da lui ogni giorno all'ora di pranzo, per rubargli un pò di cibo. Gli avevano spiegato che bisognava raggiungere la torre di divinazione e salire, salire, fin quando non si accedeva a questa piccola stanza. Inutile dire che si era perso. Aveva iniziato bene ma poi una scala aveva deciso di portarlo al quarto piano, in direzione opposta alla sua. Sbuffando aveva fatto nuovamente il giro, chiedendosi il perchè del movimento delle scale che rendevano mille volte più difficile ogni spostamento.
Dopo altri venti minuti aveva raggiunto nuovamente la torre giusta e aveva iniziato a salire le alte scale a chiocciola. In quelle tre settimane Harry era rimasto sempre più affascinato da tutte quelle novità: come i quadri che parlavano, o i fantasmi con i quali Harry era ormai solito fermarsi a parlare. Il quidditch! (Era andato a vedere un allenamento per capire di cosa si trattasse e se n'era innamorato). Anche le lezioni lì ad Hogwarts sembravano decisamente più interessanti di quelle studiate a casa. Era molto più utile conoscere incantesimi e pozioni rispetto alla matematica!
Immerso in questi pensieri arrivò finalmente nella guferia: una stanza tondeggiante, con ampie finestre e infiniti gufi che dormicchiavano appesi in alto. "Wow quanto sporco!" pensò entusiasta. Il pavimento era totalmente ricoperto di escrementi e penne d'uccello. Ma non era certo un problema per Harry il quale era decisamente distante dal concetto di ''schizzinoso''.
Dopo aver costatato la sporcizia del suolo, alzò lo sguardo verso l'alto localizzando il suo barbagianni. Se ne stava appollaiato non troppo in alto, immerso in un profondo riposto.

"Hei Harley, vieni qui! Ho una lettera per te!" chiamò il bambino. IL barbagianni di tutta risposta aprì un solo occhio, lo guardò per qualche secondo e si rimise a dormire. Harry aggrottò le sopracciglia. "Hei!! Brutto uccellaccio scansafatiche! Vieni qui! Altrimenti niente più biscottini a pranzo!" Gli disse offeso, facendogli la linguaccia. Di tutta risposta il pennuto si girò sul trespolo, dandogli le spalle. Punto nell'orgoglio il bambino si arrampicò su una piccola scala e agitò le braccia verso Harley, tentando di acciuffarlo. Ma il barbagianni, infastidito si alzò in volo e si allontanò ancora di più.
"Hei! Ma che razza di...!" sbottò il ragazzino, turbato. Stava per riprovarci quando il suo sguardo cadde su un'altra presenza nella stanza. Era una ragazzina dai capelli rossicci e dai tratti asiatici, doveva avere la sua stessa età. Il piccolo Harry arrossì di colpo nel notarla. Come aveva fatto a non vederla? "Ehm.. io... tu... ma da dove sei sbucata?" chiese poi colpito. Era sicuro di aver guardato la stanza e non averla vista. Che fosse anche lei una qualche specie di fantasma?
 
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Hyolyn
view post Posted on 25/9/2015, 19:24




Me ne stavo lì calma, seduta sulla sedia e con in mano la piuma lattea, quando sentii dei leggeri passi in corridoio che si stavano avvicinando in direzione della Guferia. Che fosse un insegnante?
Rimasi un attimo immobile, tutti i sensi concentrati su quel rumore.
Dalla porta entrò improvvisamente un bambino riccioluto. Si guardò prima intorno, apparentemente soddisfatto del luogo nonostante la sporcizia, poi volse lo sguardo in su, puntando gli occhi verso uno strano uccello in particolare, che se ne stava appisolato su un trespolo non troppo alto.
Probabilmente era venuto lì per mandare una lettera a qualche caro.
*I suoi familiari, suppongo...* dissi tra me e me. Allora i miei pensieri andarono dritti ai miei genitori, molto distanti da me. Mi mancavano da morire. In fondo era da poco più di un anno che non li vedevo. Chissà cosa stavano facendo in quel momento... *Papà sarà sicuramente a lavoro, con milioni e milioni di pazienti pronti a farsi curare da lui e dai suoi ottimi consigli. Mamma, invece, dovrebbe essere intenta a scrivere un altro dei suoi famosi libri. Quanto mi mancano...*
Tornai a concentrarmi sul piccolo.
- Hei Harley, vieni qui! Ho una lettera per te! - disse il giovane, con voce gradevole, rivolto al medesimo volatile. *Allora il suo animaletto è un gufo* appurai, con curiosità.
L'uccello lo degnò a malapena di uno sguardo, dopodiché tornò a dormire. Il ricciolino lo guardò male e, prima di fargli la linguaccia, gli gridò:

- Hei!! Brutto uccellaccio scansafatiche! Vieni qui! Altrimenti niente più biscottini a pranzo! -
L'animale allora ruotò su se stesso, dandogli le spalle. Adirato, il ragazzino salì su una scala e agitò le braccia in modo da acciuffare il pennuto, ma quello, infastidito, si alzò in volo e si allontanò ancor di più.
Il giovane stette per urlargli contro qualcos'altro quando notò la mia presenza. Subito arrossì.

- Ehm... io... tu... ma da dove sei sbucata? - mi chiese, colpito.
Completamente rapita dall'insieme di scene comiche che stavano avvenendo dinanzi i miei occhi, inaspettatamente scoppiai in una fragorosa risata.
Non era mia intenzione ridergli in faccia, solo che non riuscivo più a smettere. Anche tentando, avrei continuato la mia risata sottoforma di sottospecie di grugniti, ecc.; ma ugualmente, però, ci provai, mettendo le mani sulla bocca e premendo forte. Dopo un po' vi riuscii. Improvvisamente mortificata, mi alzai in piedi e, a testa bassa, risposi:

- Ehm... Oddio... Io... Ti prego di perdonarmi! Non volevo riderti in faccia o prenderti in giro, mi dispiace. La scena è stata così strana che... M-mi dispiace molto! Scusami tanto. -
- Io... beh, sono qui da una ventina di minuti circa. Comunque scusami ancora - conclusi, imbarazzatissima.
Cosa avrebbe pensato di me il ragazzino?
Si sarebbe arrabbiato per la mia maleducata reazione? E come dargli torto...?!
Attesi il verdetto, o una sua qualsiasi reazione, completamente a disagio.


Edited by Hyolyn - 25/9/2015, 19:39
 
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Harry*
view post Posted on 26/9/2015, 14:14




La ragazzina seduta sulla sedia era scoppiata in una fragorosa risata. Aveva i capelli rossicci e tratti asiatici e sembrava perfino più alta di lui! Harry si portò una mano ai capelli ricci e si grattò il capo imbarazzato. "Stupido Harley, mi fai sempre fare figuracce!" pensò riferito al suo barbagianni che per il momento tubava tutto felice a diversi metri d'altezza: era un uccello capriccioso. Quando voleva era tenero, veniva a prendersi dei pezzettini di biscotto o di taralli e si lasciava accarezzare. Quando invece era Harry a chiedergli qualcosa faceva finta di niente. Insopportabile. Una cipolla sarebbe stata sicuramente più utile.
La sconosciuta dal canto suo, continuava a sbellicarsi dalle risate, cercando poi di scusarsi, all'improvviso anche lei imbarazzata. Harry si aprì in un bel sorriso, per battere l'imbarazzo.

"Ma no, non preoccuparti! Voglio dire... anche io riderei di me!"
disse alla bambina giustificandosi. Il grifondoro non era affatto permaloso, riusciva bene a prendersi in giro e scherzare su sè stesso. In questo modo riusciva a convivere pacificamente con la gran parte delle persone. Era difficile che si facesse nemici, quando davanti trovava una persona acida e spocchiosa solitamente lasciava perdere e se ne allontanava. Aveva ancora 11 anni, non era sua intenzione fare storie con chiunque.
"Da venti minuti? Wow, devo essere cieco!" ridacchiò, sentendosi un pò scemo. Posò lo zainetto a terra e si accovacciò, cercando al suo interno qualcosa. Mentre con la manina cercava all'interno dello zaino guardò di nuovo la ragazza. Era una studentessa... o del primo o del secondo anno.
Comunque io sono Harry di grifondoro! Piacere!" disse tutto fiero, mostrando la spilla di casata. Il suo orgoglio stava in generale nell'appartenere ad Hogwarts: anche serpeverde l' avrebbe reso orgoglioso. Anche se... era meglio stare alla larga da alcuni esemplari di quella casata, come aveva potuto costatare. D'improvviso sembrò trovare ciò che cercava e si sollevò. Tra le mani teneva un topolino morto, la cena ideale per il suo barbagianni. Sollevato lo agitò, contento di averlo trovato. Poi si rese conto di aver appena cacciato fuori un ratto davanti ad una ragazza. E le ragazze, almeno di questo era convinto Harry, erano schizzinose per definizione.
"Ehm... non è mica per me eh! E' per Harley!"si giustificò, mentre alzava il braccio verso il soffitto, in cerca del suo volatile. "Qui Harley, da bravo! Guarda cosa ti ho portato!" disse sorridendo. Non poteva sfuggirgli in questo modo: i barbagianni erano ghiotti di topolini. Appena si fosse avvicinato, Harry l'avrebbe afferrato e gli avrebbe legato la lettera alla zampetta.
In effetti il topolino sembrò funzionare. Il piccolo barbagianni zampettò in direzione del padrone, guardandolo con la testolina lievemente girata. Si fermò sul trespolo più vicino ad osservare il topolino e il padrone, come se stesse riflettendo sul da farsi.

"Avaaaanti, non ti faccio nulla! Vieni dal topolino!" disse Harry, pieno di speranze per il suo piano. Fu così che il barbagianni si alzò in volo e velocemente afferrò il topolino con le zampe. Quando poi Harry glie ne afferrò una, quello iniziò a stridere e ad agitare le grandi ali, in un tripudio di piume bianche.
Alla fine dello scontro Harry era a terra, ricoperto di piume bianche, mentre Harley gufava felice sul suo trespolo, mangiando il topo.

"Ma che...?" balbettò il grifondoro. Oh, perfetto. Ora si che aveva fatto una bella figura con la ragazza. "Ehm... di solito giuro che risponde subito quando gli chiedo qualcosa!" si giustificò con la ragazzina, decisamente imbarazzato.
 
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Hyolyn
view post Posted on 26/9/2015, 18:26




*Sto davvero perdendo la testa! Da quando sono ad Hogwarts non faccio altro che compiere azioni che di solito non faccio, tipo ridere di situazioni inconsuete, esattamente come poco fa. Ah, la magia...* dissi tra me e me.
Alzai leggermente il viso, decisamente imbarazzata, e notai le labbra del giovane allargarsi fino a formare un sorriso.

- Ma no, non preoccuparti! Voglio dire... anche io riderei di me! - disse lui per sdrammatizzare la situazione.
*Che figuraccia che ho fatto... Non mi merito lo sguardo che mi sta rivolgendo. Dev'essersi sentito preso in giro. E' tutta colpa mia!* pensai, sorridendo mestamente.
- Da venti minuti? Wow, devo essere cieco! - ridacchiò egli, per poi aggiungere orgogliosamente: - Comunque io sono Harry di grifondoro! Piacere! - Nel frattempo posò lo zainetto a terra e iniziò a rovistare all'interno, tenendo gli occhi puntati su di me.
Dunque mi presentai, in fondo come minimo glielo dovevo.

- Piacere di conoscerti, Harry. Il mio nome è Hyolyn, Hyolyn Kim - dissi, pronunciando chiaramente la mia identità. Gli occidentali trovavano sempre difficile citare esatto il mio nome, per cui alla fine gli estranei, così come i vicini di casa, finivano sempre per darmi appellativi quali "Rin", "ehi tu", "signorinella", "piccola", "bambina", "cinesina", ecc. Che tra l'altro la mia nazionalità era coreana... ma ormai non me ne importava più, talmente ero abituata a sentirmelo dire.
- Però puoi chiamarmi come vuoi, con il soprannome che preferisci insomma. Comunque faccio parte della casata dei Tassorosso e sono al primo anno. -
Improvvisamente i suoi occhi si spalancarono per un istante, fermando al contempo la mano, per poi tirare fuori dallo zaino un topolino morto, che sollevò in aria a mo' di bandiera.
*Perché ha tirato fuori quella bestiolina?* mi domandai, invece di chiedermi il motivo per cui teneva un essere ormai non vivente nella borsa. Poi capii. *Ah, ma certo! Probabilmente per richiamare il suo uccello!*
- Ehm... non è mica per me eh! E' per Harley! - si giustificò immediatamente, neanche avessi sospettato che fosse il suo spuntino. Risi dunque alla vista della sua espressione, facendo "sì" col capo per dimostrare che avevo intuito completamente.
Si rivolse allora al proprio volatile, finito chissà dove.

- Qui Harley, da bravo! Guarda cosa ti ho portato! - Non avvenne nulla.
Lo incoraggiò nuovamente, speranzoso:
- Avaaaanti, non ti faccio nulla! Vieni dal topolino! -
Restai in attesa di una qualche reazione da parte del gufo di nome Harley. Chissà com'era fatto...
Subito un pennuto bianco volò giù, artigliando la preda offerta dal ricciolino e, non appena questi provò a catturargli la zampetta, l'animale, agitandosi e facendo versi acuti, riuscì a liberarsi e ad appollaiarsi in una trave, incominciando a godere del lauto pranzetto e lasciando il padroncino a terra, completamente pieno di piume.

*Oh no!*
Il ragazzino balbettò qualcosa, per poi dire, apparentemente scioccato o confuso:
- Ehm... di solito giuro che risponde subito quando gli chiedo qualcosa! -
Stavolta l'episodio non fu affatto comico. Preoccupata per il ragazzino, andai di corsa nel punto in cui si trovava.
- Ehi, tutto bene? - gli domandai, allarmata. *Spero non si sia fatto male, poverino.*
- Riesci ad alzarti? - Cercai di aiutarlo a rialzarsi in piedi.
Sì, - decisi in quel momento -, dovevo assolutamente aiutarlo ad acchiappare il birbantello alato...
 
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Harry*
view post Posted on 26/9/2015, 20:30




Che figuraccia. Quel barbascemo lo aveva messo in imbarazzo totale, ribellandosi. Era pur vero che non avevano avuto molto tempo per fare amicizia, dopotutto l'aveva acquistato da meno di un mese, tenuto in soffitta nella sua gabbietta per il resto dell'Estate perchè ''mamma ha la fobia dei volatili'' e poi sbattuto in guferia senza troppi ringraziamenti. Però comportarsi in quel modo non contribuiva di certo. E poi come avrebbe fatto ora a spedire la lettera a casa??
Guardò la ragazzina, mentre intorno a lui le piume bianche svolazzavano mosse da ogni minimo movimento. Si doveva essere preoccupata, perchè si era avvicinata per aiutarlo ad alzarsi. Si mise in piedi, provocando una nuova pioggia di piume e si scrollò le restanti da dosso. Guardò la ragazzina, aveva detto di chiamarsi Hyolyn Kim, nome non proprio comune in inghilterra.

"Ma quindi non sei inglese? E di dove sei?"
Chiese incuriosito. Per un attimo non pensò più all'uccellaccio, contento di poter fare una nuova amicizia: i ritmi di quel castello erano frenetici, non c'era mai tempo per chiacchierare tranquillamente. I pochi amici che si era fatto a pranzo passavano l'intero giorno in biblioteca. Non che Harrison non studiasse... ma andiamo, non aveva intenzione di stare fermo al chiuso per 7 anni! Mentre iniziava a parlare con la ragazzina notò a terra la lettera per i genitori, ricordando improvvisamente del motivo per cui si era diretto in Guferia. Doveva aggiornarli, non li sentiva da molto tempo. Raccolse la lettera tutta spiegazzata e cercò di stirarla al meglio. "Stupido piccione!" pensò. Si voltò vero Harley che tubava in tutta tranquillità in alto.
"E' inutile che gongoli, tanto uso un gufo della scuola, sicuramente sono meglio di te!" Gli disse, facendogli la linguaccia. Il barbagianni continuò a fissarlo tubando.
"Scusalo, è proprio maleducato. Non capisco perchè ce l'abbia tanto con me!"si giustificò con la Tassorosso. Era la prima studentessa che conosceva di quella casata. Fin dal primo giorno in quella scuola aveva apprezzato i colori di quella casa, li trovava molto allegri. "Che bella casata, Tassorosso!" disse con un sorriso sincero. Era felice di appartenere a Grifondoro, ma anche i Tassi sembravano tipi apposto. Ripensò al nome della ragazza, gli aveva anche detto che poteva chiamarla con il nome che preferiva. Non capiva bene il motivo, Hyolyn non era affatto un brutto nome.
"Comunque non è male il tuo nome. Sempre meglio di Harrison. E' un nome da vecchio!" sbuffò, accennando al suo vero nome. Detestava venire chiamato Harrison. Non era un nome che lo rispecchiava. Molto meglio Harry.
Fatto ciò portò le mani sui fianchi e si mise a guardare il barbagianni sul trespolo.

"E lui è Harley, il simpaticissimo Harley!" disse "Secondo te come lo posso prendere?"Chiese sovrappensiero. Non era un pennuto troppo grande, aveva meno di un anno, doveva ancora crescere. Al negozio l'aveva molto colpito, quelle piume così candide, il becco e gli occhi stretti, così particolari. Peccato fosse intrattabile. "Potevo prendere un lombrico, di sicuro mi avrebbe voluto più bene!" pensò sdegnato. Lo doveva assolutamente recuperare... e aveva finito i topolini.
 
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Hyolyn
view post Posted on 26/9/2015, 22:20




Fortunatamente era ancora tutto intero. Non che fosse precipitato da un burrone, però anche una semplice caduta poteva fare molto male.
Si alzò in piedi, generando un turbine di lucide piume: bianche, nere, grigie, marroni e così via. Si scrollò di dosso il restante soffice materiale, creando un altro vortice di colori.

*Che meraviglia!* pensai, affascinata.
Riscossa da quel gradevole attimo, passato via come a rallentatore, mi accorsi che il giovane mi aveva parlato.

- ...non... inglese? E di dove sei? -
*Fortuna che la mia mente riesce a captare le parole chiave di alcune conversazioni, altrimenti mi ritroverei a fare continuamente brutta figura davanti alla gente, vista la mia continua e misteriosa disattenzione* dissi tra me e me, tirando un impercettibile sospiro di sollievo.
In quel momento Harry si piegò in avanti e con la mano raccolse una lettera, probabilmente sua, dal pavimento. Sentendo il suo uccello emettere versi rochi e gutturali, forse per prendersi gioco del padroncino, il bambino gli disse con disprezzo:

- E' inutile che gongoli, tanto uso un gufo della scuola, sicuramente sono meglio di te! - E gli fece la linguaccia. - Scusalo, è proprio maleducato. Non capisco perchè ce l'abbia tanto con me! - continuò, giustificando il comportamento del malandrino animale.
- Che bella casata, Tassorosso! - aggiunse, con sorriso sincero.
*Non molti lo pensano. A mio dire ogni casata è fantastica. Fortunatamente questo Harry non sembra affatto un ragazzino spocchioso e arrogante, come alcuni, pochi grifi. Meno male.*
Dopo un attimo, concluse: - Comunque non è male il tuo nome. Sempre meglio di Harrison. E' un nome da vecchio!... E lui è Harley, il simpaticissimo Harley! -, lo presentò, mettendosi le mani sui fianchi, - Secondo te come lo posso prendere? -
Rimasi un secondo a guardare la sua simpatica espressione, formulando a mente cosa dire. Dopo aver rielaborato tutto, incominciai a parlare.
- No, vengo dalla Corea del Sud. Sono nata e cresciuta là. Da circa un anno a questa parte mi sono trasferita a Londra a casa di una mia parente. Dopodiché sono stata mandata in questa scuola stupefacente - risposi, con un sorriso.
Col volto rivolto verso l'alto, osservando i movimenti di tutti i volatili in volo, gli dissi:

- Il tuo Harley pare non ti abbia preso molto in simpatia, oppure suppongo che oggi sia... diciamo in vena di scherzi. D'altronde penso che tu non ce l'abbia da molto, esattamente come me con il mio gattino. Non ti preoccupare, vedrai che prima o poi si fiderà completamente di te a tal punto da ascoltarti di più. In fondo anche lui starà cercando di adattarsi al nuovo proprietario e alla scuola, no? - commentai serafica, volgendo lo sguardo in direzione del ricciolino.
- Comunque, per quanto riguarda la mia casata, sì, la trovo anch'io stupenda. Mi ci sono trovata bene fin da subito. Le persone sono calorose e accoglienti, ed anche molto simpatiche e disponibili. Ma penso proprio che anche quella dei Grifondoro sia altrettanto bella, ne sono sicura. -
Ripensai a ciò che aveva detto sul mio e sul suo nome.
- Ti ringrazio per il complimento sul mio nome. Per gli stranieri il mio è difficile da pronunciare, ecco perché automaticamente rispondo che è possibile darmi il nomignolo che si vuole. La cosa inizialmente non mi andava molto giù, ma poi ci ho fatto l'abitudine. Beh, ho dovuto adattarmi, insomma. Ad ogni modo, il tuo, Harrison, non lo trovo affatto male, anzi, tutt'altro. Ma capisco perché preferisci Harry... è un nome semplice, pratico, bello; devo ammettere che lo adoro, e poi ti calza a pennello. -
Finito quel lungo discorso, che sicuramente aveva gettato il ragazzino nella noia, riflettei su come catturare il furbo pennuto.
- Hai ancora, per caso, topolini stecchiti o altri piccoli mammiferi simili nel tuo zaino? - gli domandai.
 
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Harry*
view post Posted on 29/9/2015, 13:33




Sentì il discorso della ragazza, senza parlare. Hyolyn veniva dalla Corea, posto lontano e sconosciuto, di cui Harry non sapeva niente.
"Wow, dalla Corea? E com'è lì? Come mai ti sei trasferita? Non ci sono scuole di magia in Corea?" chiese tutto curioso. Si era sempre chiesto se nel resto del mondo magico esistessero altre scuole di magia. Qualcuno gli aveva raccontato delle altre due scuole Europee, ma cosa ci fosse al di fuori del continente, per il piccolo Harrison restava un mistero. Poi la tassorosso parlò del suo Harley e del loro rapporto complicato. Harry si grattò il capo con un sorriso un pò imbarazzato. In effetti lui e il gufo avrebbero avuto tempo per legare... sperava.
"In realtà l'ho preso da poco... non ho avuto il tempo per farci amicizia! Però io devo mandare una lettera a casa, se fa così non posso sentirmi con i miei genitori!" disse unpò seccato dal comportamento del piccolo volatile. Lo guardò: Harley dal canto suo continuava a farsi i fatti suoi, tubando tranquillamente, lontano dal padroncino.
La ragazza continuava a parlare. PArlava molto, proprio come il grifondoro. Apprezzava i chiacchieroni, era molto più facile comunicare con loro rispetto a chi invece preferiva starsene da solo. Hyolyn gli chiese infine se avesse altri topini morti. Harry negò con il capo, abbassandosi vero il suo zaino.

"No, i topini li ho finiti! Però dovrei avere dei biscotti... e ad Harley piacciono!" disse mettendosi a cercare nello zaino. Non era esattamente un tipetto ordinato, Harry. Si sentiva molto più a suo agio nel caos e il suo zaino di conseguenza non era affatto pulito e ordinato. Rovistò tra pergamene stropicciate, piume d'oca e calamai alla ricerca della scatola di biscottini. Mentre rovistava guardò la sua nuova amica, riflettendo sul suo nome e sui nomignoli.
"lo sai che qui in Inghilterra Kim è un nome, non un cognome?"disse pensieroso. Dopodichè si alzò, tenendo tra le mani la scatolina di biscotti.
 
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Hyolyn
view post Posted on 29/9/2015, 20:08




Solo dopo aver terminato la domanda mi accorsi di quanto avevo parlato. E rimasi subito impietrita. Non riuscivo ancora a capire perché avevo iniziato a fare discorsi più lunghi con le persone. Insomma, io non ero così. Non era affatto da me.
*Allora perché?* mi chiesi, nel frattempo aspettando una risposta dal giovane.
La voce di Harry mi riportò alla realtà presente.

- No, i topini li ho finiti! Però dovrei avere dei biscotti... e ad Harley piacciono! - disse, iniziando a frugare nello zaino.
*Bene, in questo caso possiamo utilizzarli come esca. Il pennuto birichino verrà giù e, mentre starà per cercare di fregare le leccornie, uno di noi due lo catturerà. E il gioco sarà fatto!* riflettei, ritenendolo uno schema perfetto e non conoscendo esattamente la difficoltà dell'attuazione del piano.
Pensieroso e con gli occhi vispi puntati su di me, il Grifondoro aggiunse:
- Lo sai che qui in Inghilterra Kim è un nome, non un cognome? - Detto ciò la sua mano tirò fuori una scatola di biscotti.
- Dici davvero? Da quando sono all'estero non ho mai sentito nessuno chiamarsi Kim. Mi fa piacere saperlo, ti ringrazio - risposi.
Ripensai poi alle domande precedenti di Harry che non avevano avuto risposta, e dissi:

- Ah, giusto. Stavo per scordarmi di risponderti... Comunque sì, vengo proprio dalla Corea. E' un posto davvero bellissimo, a mio dire fantastico, per me il migliore di tutti. Si trova tra la Cina e il Giappone, se sai di che paesi sto parlando. Forse non credo... -, riflettei ad alta voce, dubbiosa. - Sebbene sia un luogo magnifico, è ovvio che abbia ugualmente delle cose negative, proprio come qui in Occidente, ad es. ci si può incappare facilmente in signori sgarbati e bambini urlanti e senza rispetto. - Continuai: - Mi sono trasferita qui per problemi personali giusto poco più di un anno fa, perciò mio papà, dato che ormai ero qui, ha voluto mandarmi in questa scuola. Ora come ora non so neanch'io se in Corea ci siano o meno delle scuole di magia. Potrei chiedere ai miei genitori non appena manderò loro una lettera, poi, se vuoi, ti farò sapere, okay? -
- Per quanto riguarda Harley, invece, mi dispiace del suo cattivo comportamento, ma vedrai che cambierà; come ho già detto basta solo un po' di tempo, dopodiché, scommetto, comincerà a volerti bene. Ad ogni modo, ho un piano per catturarlo. Ascolta: uno di noi terrà un paio di biscotti in mano, lui verrà giù a prenderli e, mentre si avvicina, l'altro, in attesa, proverà a catturarlo, seguito a ruota da chi ha fatto l'esca con i dolcetti. Ti va bene? In due penso sarà più facile acciuffarlo, non credi anche tu? - gli domandai, guardandolo con un sorriso.
 
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Harry*
view post Posted on 2/10/2015, 12:29




Ascoltò tutto il discorso della tassina, mentre la sua mente vagava in posti lontani. No, non aveva idea di cosa fosse la corea ma conosceva il Giappone, da quelle parti. Era un appassionato di manga e fumetti babbani dopotutto, ed erano quasi tutti ambientati a Tokyo. Restavano però luoghi magici, pieni di curiosità e di scoperte da fare.
"Secondo me deve essere un posto fantastico! Mille tradizioni come ad esempio che ti devi togliere le scarpe quando sei a casa! O il sushi che si mangia! L'hai mai mangiato il sushi?"
Iniziò a chiederle senza fermarsi, come faceva di solito .Certe volte, quando si impegnava, alcuni se ne andavano scocciati. Lo chiamavano il bambino dalle mille domande. La madre d'altronde l'aveva sempre incoraggiato a chiedere qualsiasi dubbio, aumentare la propria conoscemza E lui così faceva, sempre con un sorriso stampato sul volto.
"Almeno, così ho letto nei manga! Sono i fumetti giapponesi! Però non so se la Korea funziona così..." ammise. Dopo di che, annuì quando la tassa gli disse che gli avrebbe fatto sapere se c'erano scuola di magia. Non che si volesse trasferire, ma la curiosità di Harry era senza confini e voleva capire come funzionava il mondo magico, di cui faceva parte ancora da poco.
"Secondo me è un posto molto più bello che Londra!" Ascoltò allora il piano dell'amica, sembrava senza una grinza. "Allora, li tieni tu i biscotti?" le disse, porgendoglieli. Sarebbe migliorato il suo rapporto con Harley ne era sicuro. Tempo al tempo e il barbagianni avrebbe risposto alla sua chiamata. Ma quel giorno dovevano prenderlo con le buone... o con le cattive.
 
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Hyolyn
view post Posted on 2/10/2015, 14:31




Il giovane rimase attento al mio lungo discorso.
*Probabilmente si sta annoiando ma è troppo educato per dirmelo* continuavo a pensare.
Ma poi egli mi sorprese, chiedendomi:

- Secondo me deve essere un posto fantastico! Mille tradizioni come ad esempio che ti devi togliere le scarpe quando sei a casa! O il sushi che si mangia! L'hai mai mangiato il sushi? -
- Almeno, così ho letto nei manga! Sono i fumetti giapponesi! Però non so se la Korea funziona così... - ammise poco dopo.
Forse, dopotutto, non ero poi così barbosa.

- Probabilmente lo dico perché sono nata là, ma ti posso assicurare che è un posto bellissimo. E sì, bisogna togliersi le scarpe quando si entra in casa o in hotel, perché, nonostante si siano “modernizzate” (case e hotel, ecc.), la maggior parte dei coreani ancora si siede, mangia e dorme sul pavimento. E... si usano le bacchette per mangiare, cosa alquanto comoda, almeno per me che sono abituata ad utilizzarle, ovvio. Sono tutte tradizioni diverse da quelle occidentali che ho scoperto venendo ad abitare qui - asserii.
- Hai forse detto sushi? Purtroppo no. Anche se sono stata qualche giorno in Giappone, tempo addietro, non ho mai avuto il piacere di assaggiarlo. Forse in futuro... - aggiunsi.
Dopo aver ascoltato il piano per catturare il birbantello alato, il suo sguardo si illuminò, quasi come se si trovasse d'accordo. Infatti, in seguito disse:

- Allora, li tieni tu i biscotti? - chiese, porgendomi la scatola.
*Bene bene bene. Adesso possiamo dare il via al “cattura l'uccello”!* dissi tra me e me, felice che avesse accettato.
- Ma certo! Diamo il via al nostro piano! - esclamai eccitata, saltellando.
 
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Harry*
view post Posted on 3/10/2015, 13:00




Ascoltò il discorso di Hyolyn con grande curiosità. Si immaginava quei posti come qualcosa di surreale, con gli spiriti degli antenati che vagavano nei cimiteri (come d'altronde narravano i manga), kg di sushi e ramen, bacchette. Con i genitori a Londra era stato più volte in un ristorante giapponese per abbuffarsi di tutte quelle prelibatezza.
"Cavoli, le bacchette sono compicatissime da usare! A me cadono sempre dalle mani!"confessò il bambino, sorridendo. Era vero, ogni volta chiedeva le bacchette ma puntualmente le abbandonava per servirsi della più comoda forchetta. "Ma davvero si dorme a terra? Non è scomodo?"chiese stupito. Harry aveva dormito più volte in sacco a pelo ma era risultato scomodo e freddo. Come si poteva rinunciare al letto?
Tornando al piano, i due bambini si prepararono al grande agguato al Barbagianni. Mentre Hyolyn teneva i biscottini puntati verso Harley, lui si mise in disparte. L'uccellaccio non lo doveva vedere, altrimenti non si sarebbe mai avvicinato. Acquattato nell'ombra della guferia, osservò il pennuto che dal suo canto aveva iniziato a fissare con gola i vari biscotti che la tassina gli porgeva.
"Dai, dai stupido uccello, prendi i biscottini!" pensò il piccolo Harry, stringendo le manine a pugno in segno di speranza. Dopo qualche attimo finalmente il barbagianni dispiegò le ali e scese agilmente verso la tassina, poggiandosi sul davanzale vicino, per poter beccare i biscotti in tranquillità. Piano piano e facendo attenzione a non fare rumore Harrison si avvicinò all'uccello dalle spalle. Quando gli fu vicino allungò entrambe le mani e afferrò il barbagianni da sotto l'ala. Idea non proprio geniale dato che questi, offeso, agitò le grandi ali per sfuggire alla presa. Si creò nuovamente un turbinare di piume grigie, Harry strinse la presa sul piumato per non lasciarselo sfuggire mentre questi agitava le ali e strideva.
"Aiuto!" esclamò il ragazzo. Dovevano fermare le ali ad Harley, altrimenti sarebbe scappato di nuovo.
 
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Hyolyn
view post Posted on 3/10/2015, 18:57




Alla fine del mio discorso, il giovane citò la sua esperienza con le bacchettine.
- Cavoli, le bacchette sono complicatissime da usare! A me cadono sempre dalle mani! - ammise.
*Ah! Questi occidentali... Beh, d'altronde quand'ero molto piccola anch'io avevo avuto inizialmente problemi nel maneggiarle* dissi tra me e me, esternando un sorriso comprensivo.
- Ma davvero si dorme a terra? Non è scomodo? - chiese poi, apparentemente stupito.
- Mmh, beh, per un occidentale probabilmente sì, ma per i coreani è normale, soprattutto per le vecchie generazioni. Bada bene, non sto dicendo che laggiù non esistano i letti, eh. Io, per esempio, fin da piccola ho sempre dormito sopra un materasso proprio come tutti, qui - risposi.
*Quando parlo del mio paese, tendo a buttare fuori parole a raffica, non so perché* constatai, stupita.
Detto ciò entrambi iniziammo subito con il nostro piano.
Tenni la scatola in una mano e misi un paio di biscotti nell'altra, sollevando quest'ultima in aria in modo da mostrare le leccornie a Harley, che se ne stava ancora lassù tra le travi del soffitto. Il pennuto, allora, completamente attirato, iniziò la sua discesa, avvicinandosi verso la mia direzione, o meglio quella della mano che teneva le prelibatezze; e si appoggiò al davanzale, probabilmente per cercare di beccare comodamente il cibo. Nel frattempo Harry rimase nell'ombra, senza farsi vedere dal gufo, aspettando il momento opportuno per uscire allo scoperto e acchiapparlo.
Il becco del candido animale fece a malapena in tempo a toccare l'obiettivo, che subito il grifondoro venne allo scoperto e afferrò rapidamente l'uccello da sotto l'ala. Harley, offeso, iniziò quindi a strillare e ad agitare le ali velocemente e con foga, cercando in tutti i modi di fuggire dalla prigione che erano le mani del padroncino.
Al grido d'aiuto del ricciolino, mi detti una mossa e andai ad aiutarlo, cercando automaticamente di bloccare la causa della comparsa di turbini d'aria e di piume, che erano appunto le ali del birbante cattivone.
Riuscii nell'intento, forse più per un colpo di fortuna che altro. Ora toccava ad Harry fare qualcosa.

*Come facciamo a tenerlo fermo o a calmarlo? Se continua a dibattersi in questo modo non riuscirò più a resistere* pensai, lievemente nel panico.
 
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Harry*
view post Posted on 7/10/2015, 13:54




Il barbagianni continuava ad emettere versi di disappunto mentre i due ragazzini lo tenevano ben fermo. Proprio non ne voleva sapere di fare il bravo.
Ora che Hyolyn l'aveva afferrato non aveva più modo di spalancare le ali, quindi si fermò, e li iniziò ad osservare severo. Con un cenno all'amica prese il pennuto e lo guardò dritto negli occhi tondi.
"Harley la smetti?"
Chiese il grifetto, allentando di poco la presa. Lo stava guardando con le sopracciglia arricciate, indispettito dal comportamento del suo barbagianni. Quand'è troppo è troppo! Lo portò vicino la finestra e lo poggiò sul marmo, senza smettere di bloccargli le ali.
"Ti prometto che se consegni questa lettera ti porto ogni giorni qualcosa da mangiare!" disse affranto. Quel pennuto gli stava dando tanti problemi, doveva cercare di stabilire un legame. "E ti prometto che quando torniamo a casa non ti chiuso più in camera, ti faccio volare dove tu vuoi!" gli pregò. Intanto il brarbagianni sembrava essersi calmato, forse era stato solamente spaventato prima. Ora aveva smesso di fare versi stridenti e osservava i due ragazzini quasi incuriosito. "Ora ti lascio,,, per favore non scappare via!" implorò, mentre gradualmente diminuiva la pressione sulle ali. Fece un grande respiro e lo lasciò. Il Barbagianni per fortuna non volò via. Lo guardava serio, scrollandosi le ali dalle penne che si erano staccate. Sembrava avesse capito. Harry sorrise, prende una manciata di biscottini dalla scatola e li diede all'animale.
Ecco bravo!" disse osservandolo mangiare. Prese la lettera dalla tasca e la porse al pennuto che interruppe la sua merenda per osservare il padroncino.
Ora la puoi consegnare a mamma e papà? Per favore!" chiese il bambino, guardando disperato il pennuto. Dal canto suo, Harley emise un verso di disappunto ma accettò l'incarico e acconsentì a farsi legare la lettera alla zampina. Appena Harry lo fece, il Barbagianni (ancora offeso) prese finalmente il volo. Il grifondoro lo guardò allontanarsi per poi girarsi verso la sua nuova amica.
"Grazie mille Hyolyn! Non so come potevo fare senza di te! le disse, sorridendole.
 
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Hyolyn
view post Posted on 7/10/2015, 19:54




Riuscimmo a tenerlo fermo il più possibile, non dandogli alcuna possibilità di fuggire via. C'eravamo riusciti, almeno fino a quel punto.
Harley, allora, cominciò a poco a poco a calmarsi, tanto che Harry riuscì, da solo, a mantenerlo immobile sul davanzale della finestra, tenendolo però bloccato per le ali. Il pennuto smise completamente di agitarsi e puntò, offeso, lo sguardo verso di noi, senza nascondere il suo disappunto.
Supplichevole, il grifondoro gli disse:

- Ti prometto che se consegni questa lettera ti porto ogni giorno qualcosa da mangiare! E ti prometto che quando torniamo a casa non ti chiudo più in camera, ti faccio volare dove tu vuoi! -
Sentendo tali parole fuoriuscire dalla sua bocca, fui coperta da un velo di tristezza.
*Povero Harry...* dissi tra me e me, sospirando. *Speriamo che il gufo cominci a dargli ascolto. Non riesco a tollerare la sua aria affranta... è troppo da sopportare.*
In quel momento notai il pennuto guardarci con una nota di curiosità, non più con disprezzo. Perciò il ricciolino, molto lievemente, lo liberò, implorandogli:
- Ora ti lascio... per favore non scappare via! -
Con sollievo vidi che il volatile non volò via, ma rimase fermo lì, al suo posto, anche se ancora leggermente risentito. Finalmente apparve un sorriso sul volto di Harry.
*Meno male!* pensai, felice per lui.
Gli dette dunque qualche biscottino, poi, con cautela, tentò di legare la letterina alla zampetta del gufo, non prima di avergli chiesto il permesso. Un po' contrariato, l'animale acconsentì, dopodiché prese il volo, diretto verso la casa dei genitori del ragazzino.

- Grazie mille Hyolyn! Non so come potevo fare senza di te! - mi disse, decisamente contento.
- E' stato un piacere - risposi, con un sorriso di rimando. - Spero davvero che ti ascolti di più in futuro. In caso ti desse ancora simili problemi, non esitare a chiamarmi, mi raccomando. - E sorrisi nuovamente, felice di essergli stata utile.
 
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16 replies since 25/9/2015, 15:57   178 views
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