| Le cose che capitavano fra capo e collo potevano essere le cose migliori, almeno stando a quella vecchia spericolata di sua nonna, che ora si era tolta il peso di sopportare l'umanità, mettiamola così. Le aveva lasciato in eredità questa perla di saggezza, e ora le veniva da ripensarci, mentre era lì seduta accanto agli studenti del Coro, impegnata nel raccogliere affannosamente tutte le nozioni che si ricordava riguardo al programma del giorno. La prospettiva di tornare davanti al quadro della Contessa Brighton-Myers, per un momento, le parve incredibilmente allettante; la paura doveva proprio giocare dei brutti scherzi, se le veniva da preferire gli sgraziati gorgheggi di quella carampana in verde agli interessanti discorsi con i suoi studenti. Ma si era fatta coraggio, e dopo che Argentea era uscita di corsa senza quasi voltarsi, l'aveva preso a quattro mani (che manco due pianisti sulla fantasia in Fa Minore di Schubert ci sarebbero riusciti) e si era rivolta alla ciurma. Aveva riconosciuto Oliver, il suo SuperPrefetto (ma faceva anche Musica? E come diamine trovava il tempo?! Mistero imperscrutabile), ma i volti degli altri studenti non le erano parsi familiari, di primo acchito. *Beh, se non altro non sono in tant----* Esattamente in quel momento la porta si spalancò azzerando completamente quel pensiero, mentre una bella voce iniziava a scusarsi rivolgendosi alla professoressa Hale. Aquileia inquadrò la nuova arrivata, una ragazzina, nascondendo la sua agitazione dietro un largo sorriso e un cenno negativo e gentile della testa. No, non era la professoressa Hale, *e mannaggia vorrei proprio esserlo, in questo momento*. «La professoressa Hale ha dovuto lasciare l'incarico, purtroppo, signorina...» come si chiamava quella ragazzina? Mannaggia a lei, non se lo ricordava, o proprio non le sovveniva. *E ora che ci penso, nemmeno io mi sono presentata. Bella mossa, Goodheart, forse è il caso di farlo, no?*. Ma non era finita lì, mica ci si poteva far mancare il pezzo forte del gruppo. Proprio mentre la giovane ragazzina dai capelli corvini prendeva timidamente posto, un'altra voce, stavolta molto più sorpresa della prima, le fece di nuovo voltare lo sguardo fermo e apparentemente tranquillo (molto apparentemente) verso la porta. Capelli neri corti e spettinati, anfibi e l'inconfondibile randello appeso alla cintola. *Come la tua fondina, ragazza*. Non sapeva se era possibile, ma a sentire tutti quei titoli il volto della ragazza prese un colore che molto aveva a che fare che il rosso della Casata che dirigeva. Ma sorrise, sinceramente e di gratitudine. «Grazie, Versus». Non fu un problema mettere da parte le formalità: lei per prima le odiava. «Non preoccupatevi per il ritardo... anche io lo sono!» le scappò, tra un sorriso e l'altro. Beh, che altro poteva dire? Era stata catapultata lì di botto, tantovaleva sdrammatizzare e viversela serenamente, no? «A proposito, ragazzi, soprattutto per quelli del primo anno, il mio nome è Aquileia Goodheart e sono la professoressa di Erbologia». Oddio, di sicuro l'avevano vista tutti - Erbologia del resto era una materia obbligatoria per tutti e sette gli anni - ma il suo nome non era proprio un esempio di semplicità. Perciò, via il dente via il dolore. Quello che veramente in quel momento importava, ora, però, era raccontare qualcosa a quegli studenti. Da ciò che aveva letto sul programma, la lezione durava un'oretta; erano già a mezz'ora piena, quindi non mancava molto, ma di certo non poteva mandarli via senza prima esaurire almeno i loro dubbi. Una piccola ragazzina dai lunghi capelli castani, seduta proprio di fianco a lei, si fece avanti, offrendosi di fare il resoconto degli argomenti trattati. Leia ascoltò con attenzione la piccola, seguendo il suo minuzioso riassunto con concentrato interesse. Non c'era che dire, avevano sviluppato ampiamente l'argomento Storia della Musica, coprendo tutte le epoche, in modo sufficientemente approfondito, per quanto permetteva un'ora di corso. Evidentemente Argentea era un'esperta, *beata lei. E speriamo di essere all'altezza*. Si accomodò meglio sulla sedia, incrociando una gamba sotto di sé, nella tipica posizione che assumeva per pensare - bando a tutte le formalità, insomma. «Grazie, piccola» disse, rivolgendosi alla ragazzina. «Vedo che avete spaziato lungo un arco temporale molto ampio, mi fa piacere» iniziò, con voce calma e tranquilla. «Mi ricollego un momento alla prima domanda che è stata fatta, a cui la vostra compagna ha saputo fornire una risposta sufficientemente esauriente. Naturalmente, eistono musicisti anche non moderni, che hanno saputo contribuire attivamente nella comunità magica. La vostra compagna ha citato Bach e Debussy come esempi di maghi dotati di grande talento per la Musica. Purtroppo, appunto, non sempre questi talenti hanno ricevuto l'attenzione che meritavano da parte della comunità magica, ma comunque la loro presenza ha fatto una grossa differenza, che fosse in ambito magico o semplicemente babbano. Un altro esempio che mi viene in mente, che appartiene a un'epoca più recente, è B.B. King. Quest'uomo è stato il compositore più rappresentativo della musica Blues». Rizzò la schiena. E le si accese lo sguardo, di passione sincera. Si stava immergendo nel suo discorso, e stava per perdercisi dentro. King la faceva sempre partire per la tangente. «Sapete, King era nella fattispecie un chitarrista. Suonava una chitarra elettrica, una Gibson per la precisione, dal suono caldo e corposo. E tra l'altro, fornì un grosso contributo proprio nella tecnica chitarristica. E' stato l'inventore di quella che ad oggi viene chiamata "tecnica del colibrì". E' una maniera particolare di pizzicare le corde della chitarra, in modo da produrre un suono vibrato molto caratteristico». Portò la mano sinistra a mezz'aria, facendo vedere il movimento veloce con l'indice e il medio. «Il modo in cui scoprì, per così dire, questa tecnica, è alquanto singolare. Era ad una sessione di prove con la sua band, in cui lui e l'allora suo batterista si erano divertiti a tirare qualche incanto ai loro strumenti, giusto per ridere un po'. Beh, tra gli scherzi, per dispetto, il batterista decise di lanciare addosso a King un bel Rictusempra». «King, combinazione, aveva al collo la propria chitarra, e pur senza suonarla, la stava impugnando lungo il manico con la sinistra. La reazione nervosa alle risate del Rictusempra produsse uno strano spasmo sulle sue dita, che andarono così a picchiettare velocemente le corde per pochi secondi. King si accorse di quel movimento così insolito, e si mise all'opera per riprodurre la tecnica, naturalmente senza l'ausilio di alcun incanto. E ora, ogni chitarrista blues, jazz e rock che usi il vibrato può ringraziare lui». Il suo sguardo indugiò per pochi istanti sulla chitarra di Oliver, per poi passare a guardare Versus. «E naturalmente, la stessa tecnica può essere usata dai bassisti. A proposito, un musicista moderno che ha fatto la storia è proprio un bassista, tale Jaco Pastorius. Un elemento parecchio strano, indubbiamente. Girava voce che fosse un magonò, addirittura, per via di tutte le sue incommensurabili manie di precisione, al limite del compulsivo. Ma, che fosse o no un po' svitato, ha rivoluzionato completamente il modo di suonare quelle quattro corde». Si risistemò meglio sulla sedia, ravviandosi i capelli dietro le spalle. «Andando più indietro - molto più indietro, a dire la verità, un esempio che mi viene in mente è Vivaldi. Musicista italiano, violinista per la precisione, contribuì in maniera determinante nello sviluppo dell'orchestrazione come la conosciamo oggi...» diede un rapido sguardo al programma «e come vedremo la prossima volta, da quel che leggo qui». «Vivaldi era un tipo molto particolare. Nato babbano, ma indubbiamente dotato di grande talento sia nella magia che nella musica. Si dice che la viola pensante sia una sua invenzione, sapete?». Sorrise, mentre ripensava al suo violino, chiuso forse da troppo tempo nella sua custodia dentro l'armadio. «E qui, mi ricollego alla seconda domanda, sulla musica sacra. Vivaldi stesso si dedicò ad un buon numero di composizioni di musica sacra, come diversi altri maghi musicisti del suo tempo e di altre epoche. La sacralità fa parte dell'uomo in generale, non solo dell'universo prettamente babbano, perciò sì: anche i musicisti appartenenti alla comunità magica, o almeno alcuni di essi, hanno sentito la tensione e la necessità di comporre musiche dedicate al divino. Per esempio Bruckner: la sua sinfonia numero 9 è dedicata nientemeno che a Dio in persona. E naturalmente sì, ci sono casi in cui la musica è stata usata anche per celebrazioni o per riti legati alla religione. Forse l'esempio più semplice è proprio la musica gregoriana, in questo senso, in particolare quelle che venivano chiamate "sequenze", nella tradizione cristiana. Le sequenze erano musiche gregoriane create appositamente per le messe, diverse a seconda del momento della liturgia a cui corrispondevano. Ad oggi, solo cinque di queste sequenze sono "sopravvissute"; le altre, purtroppo, sono andate tutte perdute. La più famosa è il Victimae paschali laudes, utilizzata per la Pasqua cattolica». Si fermò, finalmente (?) e guardò l'orologio. Sgranò gli occhi: aveva parlato praticamente ininterrottamente per mezz'ora quasi piena. Forse aveva esagerato; sperava vivamente di no, ma soprattutto sperava di non aver tirato cavolate basandosi su quel suo "addestramento" da semplice appassionata. «Beh, ragazzi... se non avete altre domande, o se non avete curiosità, credo che per oggi possa bastare... visto che non sappiamo quado Miss Hale farà ritorno, se per voi va bene per le prossime lezioni potremmo vederci nel mio ufficio. E' al terzo piano, sul lato destro del corridoio. E... beh, visto che parleremo degli strumenti musicali nel dettaglio, portate ognuno il proprio. Potremmo improvvisare una suonata in compagnia, se vi va!» rise sincera. Tutta la tensione iniziale era sparita, con suo immenso sollievo. Non se lo sarebbe aspettata, ma ora non vedeva l'ora di iniziare la prossima lezione. Avrebbe atteso che gli studenti uscissero con calma dall'ufficio, fermandosi per qualche minuto a riordinarlo, pensierosa per la sua collega. Dopodiché avrebbe preso con sé tutti i fogli riguardanti il programma, prima di uscire a richiudersi la porta alle spalle. *Dovrei avere ancora i vecchi libri di musica della mamma, da qualche parte*. Quella giornata sarebbe finita in modo alquanto accademico: lei, il divano della sala comune, il caminetto acceso, un libro di Armonia in mano e Fire che le avrebbe fatto la guardia come suo solito. *Yeah, baby*. Allora fanciulli, perdonatemi per l'immenso ritardo. La lezione è ufficialmente conclusa. Non è necessario che facciate un post di chiusura; possiamo assumere che, se non avete altre domande, usciate tranquillamente dall'ufficio. Naturalmente se avete domande o se volete semplicemente scriverlo, sentitevi liberi di farlo senza problemi. Come anticipato in ON, la/e prossima/e lezione/i si svolgeranno nel mio Ufficio, al Terzo piano. Sarà mia premura avvisarvi per tempo sulla data di inizio e sulla durata della lezione. Alla prossima, cari, e grazie a tutti
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