Cathleen Harvey |
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| L'anno era iniziato da poco e Hogwarts era avvolta in quell'atmosfera malinconica di fine estate. Il clima, poi, era stato clemente con gli studenti poiché si ci poteva ancora permettere di rilassarsi nell'immenso giardino della scuola, con quei leggeri raggi di sole che ti solleticavano il volto. Dal canto suo Cathleen non aveva ancora metabolizzato del tutto il ritorno a scuola. Non aver visto per così tanto tempo i suoi genitori e suo fratello l'aveva intristita molto durante l'inverno, così durante le vacanze aveva fatto di tutto per godersi quegli attimi con loro che, presto o tardi, sarebbero finiti. Settembre, infatti, era arrivato velocemente e lei in un attimo si era ritrovato di nuovo con la divisa da corvetta, nel suo dormitorio e con le sue amiche. Quel pomeriggio erano state proprio le sue amiche a invitarla a raggiungere la Sala Grande per fare merenda e continuare i racconti delle loro estati, ma la rossa aveva gentilmente declinato, dicendo di avere un altro impegno. Così, a pomeriggio inoltrato, era sgattaiolata dal suo dormitorio con in mano carta e penna, in cerca di un posto tutto suo.
Cath non visitava abitualmente la guferia, anzi. Quel giorno però si era ricordata della sua esistenza quando aveva avvistato una porta subito dopo la torretta di Divinazione e si era detta che, sì, era proprio il posto ideale per lei. La ragazza non aveva acquistato un gufo a Diagon Alley all'inizio del primo anno, ma bensì un micio nero con gli occhi verdi, che lei personalmente adorava. Così per comunicare con la sua famiglia usava una delle tante civette messe a disposizione dalla scuola, che ringraziava poi con dei biscotti rubati a colazione. La sala era molto ampia, di forma circolare e circondata da molti escrementi. Poco più in là, però, c'era un tavolo con delle sedie e stranamente era tutto pulito. Probabilmente erano stati messi lì per permettere agli studenti di scrivere le loro lettere e biglietti... E in effetti era proprio quello che doveva fare la ragazzina. Non aveva ancora sentito il fratello dal suo ritorno a Hogwarts e quel pomeriggio avrebbe rimediato. Settembre non le piaceva. Così, come si fa il primo dell’anno, idealmente si ricomincia. A correre per non perdere la lezione, a stare seduti su un banco, su una scrivania per ore. E poi gli mancheranno quei mesi di normalità, anche se lei faceva parte di un altro mondo. Le feste, l’abbronzatura, i pantaloncini, le stelle cadenti, le ore piccole. E poi il mare. La cosa che gli mancherà più di tutto. Quando si pensa all'estate, si ci raffigura nella mente un immenso arco di tempo che dura all'infinito, nel quale fare tutto ciò che si vuole e si può. Ma neanche si fa in tempo ad abituarsi ad essa che, velocemente com'è iniziata, altrettanto rapidamente finisce. La fine dell'estate è uno di quei momenti che fa comprendere quanto inesorabilmente passi il tempo, senza accorgercene, e quanto ne sprechiamo in modo futile. Dopo una decina di minuti in cui aveva riempito la pergamena di frasi dolci e raccomandazioni, piegò la lettera e la legò alla zampetta di uno di quegli animaletti presenti nella stanza. Avrebbe certamente raggiungo casa sua senza problemi. Lei, invece, poteva concedersi ancora qualche minuto di solitudine e silenzio.
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