Sole di settembre, Per Mitch

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Cathleen Harvey
view post Posted on 5/8/2015, 13:33





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L'anno era iniziato da poco e Hogwarts era avvolta in quell'atmosfera malinconica di fine estate. Il clima, poi, era stato clemente con gli studenti poiché si ci poteva ancora permettere di rilassarsi nell'immenso giardino della scuola, con quei leggeri raggi di sole che ti solleticavano il volto.
Dal canto suo Cathleen non aveva ancora metabolizzato del tutto il ritorno a scuola. Non aver visto per così tanto tempo i suoi genitori e suo fratello l'aveva intristita molto durante l'inverno, così durante le vacanze aveva fatto di tutto per godersi quegli attimi con loro che, presto o tardi, sarebbero finiti. Settembre, infatti, era arrivato velocemente e lei in un attimo si era ritrovato di nuovo con la divisa da corvetta, nel suo dormitorio e con le sue amiche.
Quel pomeriggio erano state proprio le sue amiche a invitarla a raggiungere la Sala Grande per fare merenda e continuare i racconti delle loro estati, ma la rossa aveva gentilmente declinato, dicendo di avere un altro impegno.
Così, a pomeriggio inoltrato, era sgattaiolata dal suo dormitorio con in mano carta e penna, in cerca di un posto tutto suo.

Cath non visitava abitualmente la guferia, anzi. Quel giorno però si era ricordata della sua esistenza quando aveva avvistato una porta subito dopo la torretta di Divinazione e si era detta che, sì, era proprio il posto ideale per lei. La ragazza non aveva acquistato un gufo a Diagon Alley all'inizio del primo anno, ma bensì un micio nero con gli occhi verdi, che lei personalmente adorava. Così per comunicare con la sua famiglia usava una delle tante civette messe a disposizione dalla scuola, che ringraziava poi con dei biscotti rubati a colazione.
La sala era molto ampia, di forma circolare e circondata da molti escrementi. Poco più in là, però, c'era un tavolo con delle sedie e stranamente era tutto pulito. Probabilmente erano stati messi lì per permettere agli studenti di scrivere le loro lettere e biglietti... E in effetti era proprio quello che doveva fare la ragazzina. Non aveva ancora sentito il fratello dal suo ritorno a Hogwarts e quel pomeriggio avrebbe rimediato.
Settembre non le piaceva. Così, come si fa il primo dell’anno, idealmente si ricomincia. A correre per non perdere la lezione, a stare seduti su un banco, su una scrivania per ore. E poi gli mancheranno quei mesi di normalità, anche se lei faceva parte di un altro mondo. Le feste, l’abbronzatura, i pantaloncini, le stelle cadenti, le ore piccole. E poi il mare. La cosa che gli mancherà più di tutto.
Quando si pensa all'estate, si ci raffigura nella mente un immenso arco di tempo che dura all'infinito, nel quale fare tutto ciò che si vuole e si può. Ma neanche si fa in tempo ad abituarsi ad essa che, velocemente com'è iniziata, altrettanto rapidamente finisce. La fine dell'estate è uno di quei momenti che fa comprendere quanto inesorabilmente passi il tempo, senza accorgercene, e quanto ne sprechiamo in modo futile.
Dopo una decina di minuti in cui aveva riempito la pergamena di frasi dolci e raccomandazioni, piegò la lettera e la legò alla zampetta di uno di quegli animaletti presenti nella stanza. Avrebbe certamente raggiungo casa sua senza problemi. Lei, invece, poteva concedersi ancora qualche minuto di solitudine e silenzio.
 
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view post Posted on 5/8/2015, 14:29
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Era arrivato a Hogwarts da appena qualche settimana, e in queste settimane era stato talmente preso dalle lezioni, e dai compiti che non aveva ancora avuto modo di scrivere a nessun suo amico e nemmeno alla sua famiglia.
La solitudine iniziava a venire meno perché stava facendo amicizia con alcuni compagni di casata, però era difficile, perché a 11 anni, per nessun ragazzo era facile vivere lontano da casa, senza la propria famiglia, in un mondo del tutto nuovo e quasi sconosciuto come quello di Hogwarts.

Mitchell si era alzato di buon'ora la questa mattina e come ogni giorno nelle ultime settimane era andato a lezione, seguendo quella che ormai era diventata la sua solita routine, alzarsi, lezioni, compiti, lezioni e così via ogni giorno. Ma quel giorno era diverso, sentiva più del solito la mancanza di casa, ma soprattutto dei suoi amici, perciò Mitchell decise di prendersi una pausa dallo studio per scrivere alcune lettere da inviare a Manchester dai suoi amici e alla sua famiglia.
Impiegò poco più di un quarto d'ora per scrivere le lettere, e subito dopo si diresse alla Guferia, la sala in cui riposava Roy, la sua civetta che aveva comprato qualche giorno prima di partire al Serraglio stregato, il negozio di animali di Diagon Alley.
Appena entrato nella stanza fece un fischio di richiamo al volatile, il quale arrivò in un attimo e si appollaiò sulla sua spalla, Mitchell era fiero del suo animale dato che era così obbediente, perciò tirò fuori dalla tasca una piccola scatola contenente cibo per gufi. Appoggiò il mangime per l'animale sul palmo della mano, poi l'avvicinò al suo becco e la civetta si mise a beccare il cibo dalla mano di Mitchell e in pochi attimi aveva terminato il suo pasto: "Bravo Roy, te lo se guadagnato" disse Mitchell mentre legava le lettere alla zampa d Roy, dopo avere fatto ciò diede le istruzioni al gufo e lo lasciò volare via libero nel cielo.

Ormai aveva finito di fare ciò che doveva ed era ora di tornare in sala comune a studiare, perciò Mitchell si diresse alla porta e proprio mentre stava per uscire, voltò indietro la testa giusto per dare un'ultima occhiata a quella sala e fu li che la vide, in un angolo da sola, una ragazza, doveva avere più o meno la stessa età di Mitchell, e indossava la divisa di Corvonero. Sembrava un po' triste, perciò MItchell decise di fermarsi e andare a parlarle: "Ehi, va tutto bene? Sembri giù di morale" disse MItchell dandole un'amichevole pacca sulla spalla.

 
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Cathleen Harvey
view post Posted on 11/8/2015, 14:19





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- Vai piccoletto, porta questa lettera ad Edward... -
Prima di spiccare il volo, però, il volatile beccò un po' di cibo dalla piccola mano della ragazzina. Cathleen era talmente tanto assorta nei suoi pensieri da non accorgersi della presenza di un'altra sala nella saletta. Infatti quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, sobbalzò, sgranando gli occhi e facendo scorrere la mano immediatamente in una tasca interna della divisa, dove custodiva gelosamente la sua bacchetta. Quando si giro, però, tirò un sospiro di sollievo. Un ragazzino ricciolino, più o meno della sua altezza, le sorrideva amichevolmente.
A primo impatto non aveva idea di chi diavolo era, così si limitò a fare un timido sorriso, attorcigliandosi una ciocca rossa tra le dita.
"Ehi, va tutto bene? Sembri giù di morale."
In fondo, il ragazzo doveva essere un buon osservatore. Aveva anche notato la sua espressione mezza imbronciata in mezzo a tutti quei gufi!

- Oh, sì, tutto bene... Sai, la scuola è iniziata da poco e sento un po' la mancanza di casa. -
Non aveva detto una bugia, anzi, quella era la più sincera verità. In quelle settimane era stata talmente immersa nelle scartoffie di Hogwarts, che non aveva un attimo da dedicare a quella parte un po' più babbana della sua vita. Nessuno dei suoi amici, o meglio amici del fratello, sapeva che lei fosse una strega. Un'ottima strega, ci teneva a sottolineare suo padre. Per loro Cathleen spariva per nove mesi all'anno semplicemente per andare in un collegio privato, nel North Yorkshire. Così, quando tornava nella sua città natale, non poteva non sentirsi a disagio. La sua vera vita era ad Hogwarts o nella Londra magica.
. Io sono Cathleen comunque, non credo di aver mai avuto il piacere di parlarti. -
La buona educazione prima di tutto. Adesso che osservava meglio il ragazzino, Cath era sicura di averlo già visto. Probabilmente a lezione, visto che sicuramente aveva undici anni come lei. O magari.. magari..
Poi un flash. Ricordava il suo viso scherzare e battibeccare davanti al caminetto della Sala Comune in Torre, insieme ai suoi amici. Quella sera lei non si era fermata con loro, distrutta dalle lunghe ore passate in biblioteca ed aveva approfittato del dormitorio silenzioso per concedersi un lungo sonno ristoratore. Dunque il ragazzo era un Corvonero come lei.

- Tu come mai in Guferia? -
*Domanda stupida*
Cosa poteva farci un ragazzo in Guferia se non inviare lettere o pacchi? La rossa si limitò a rivolgergli un sorriso gentile, tipico di lei, per rompere un po' l'imbarazzo.
D'altronde non a caso era conosciuta come "la buona" dei Corvetti. Sempre gentile con tutti, dispensava aiuti a tutti quelli che si rivolgevano sconsolati a lei, sopratutto dal punto di vista scolastico. Nonostante questo, però, non aveva stretto legami profondi con nessuno, visto che tendeva ad estraniarsi un po' dai gruppetti. Dopo aver riflettuto Cath si disse che, beh, quel pomeriggio uno strappo alla regola poteva farlo. Magari il ragazzino si sarebbe rivelata un'ottima compagnia.
 
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view post Posted on 13/8/2015, 13:42
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Era li davanti alla ragazza che pochi istanti prima aveva il viso imbronciato, ma che ora in pochi istanti aveva mutato la sua espressione in un sorriso, estremamente gentile che trasmise a Mitchell un senso di tranquillità che da quando era arrivato a Hogwarts non aveva ancora trovato.
"Ti ho notata quel giorno in sala comune quando ho litigato con l'altro ragazzino, solo che non ho avuto occasione di poterti parlare, comunque, molto piacere, io son Mitchell" disse il Corvetto, rivolgendosi alla ragazzo con un sorriso stampato sul volto.
Era felice di avere fatto una nuova conoscenza, in quello che era uno dei suoi posti preferiti di Hogwarts, la Guferia, la tana dei gufi domestici degli studenti e di quelli della scuola, il luogo in cui Mitchell si fermava spesso per rilassarsi in solitudine in mezzo agli animali che lui adorava, il luogo in cui rifugiarsi quando una lezione non andava troppo ben, perciò era anche un luogo in cui veniva molto spesso ultimamente.
"Che ci faccio qui? Beh dovevo mandare una lettera a casa, e anche dei saluti ad alcuni amici. Poi vengo spesso qui, è il mio posto preferito di tutta Hogwarts quando voglio rilassarmi o staccare un po' dalle lezioni, perché beh sai ultimamente non vanno molto bene. disse a Cathleen abbassando la testa mostrando dispiacere.
"Comunque non è un brutto posto per rilassarsi qui, a parte per la cacca dei gufi" disse sorridendo.
"Tu ci vieni mai?"

 
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