| Mary_Evans |
| | Entrambe le ragazze avevano cercato di risollevare l’ umore del biondino. La Tassa aveva provato con un approccio più ampio e a grandi linee (nonostante la sua bella tirata sul suo carattere, non era riuscita a sopprimere per molto il suo lato dolce ed altruista), mentre la Corvetta aveva optato per un approccio più diretto, quello più nel suo stile d’ altronde. Se lei si fosse trovata nei panni del ragazzo, non avrebbe apprezzato la domanda dell’ altra ragazza, l’avrebbe trovata estremamente superficiale, una sorta di frase di circostanza e l’ unica cosa che avrebbe fatto sarebbe stata urlare : “Ti sembra che stia bene? Io ti dico che voglio uccidermi e tu mi chiedi se sto bene?”. Proprio come quando guardava alla tv i giornalisti chiedere ai parenti della vittima brutalmente uccisa : “Come si sente in questo momento? ”. Che patetici, putridi sciacalli a caccia di disgrazie altrui con cui riempirsi le tasche di vile denaro. Se fosse stata nei panni del ragazzo avrebbe preferito un approccio come quello che aveva scelto lei, lo avrebbe interpretato come un tentativo di capire meglio la situazione, per identificare poi il miglior metodo con cui aiutarla. L’avrebbe fatta sentire più importante e compresa ed il tentativo di soccorso sarebbe risultato più personalizzato e specifico per le sue esigenze. D’ altra parte poteva essere interpretato come un’ invasione coatta della privacy determinando l’ assunzione di un ruolo più difensivo da parte della persona sofferente. Praticamente era un approccio da dispensare con circospezione. Jacob non pareva pensarla al suo stesso modo, un lieve sorriso si formò sulle sue labbra sottili quando l’ altra ragazza proferì la sua domanda. Mary (Owen) sembrava spaesata dalla piega presa dalla situazione, finalmente anche lei sembrava essersi accorta dell’ anomalo comportamento della Serpe. Almeno aveva apprezzato il suo gesto istintivo, un tentativo di risollevare l’ umore di quella conversazione che stava assumendo toni troppo pesanti per essere una semplice conversazione tra sconosciuti. Vano a quanto pare, il biondino non aveva alcuna intenzione di far assumere una piega più leggera a quelle riflessioni dette ad alta voce, una sorta di monologo piuttosto che una conversazione. Il ragazzo non si era nemmeno girato verso le sue due interlocutrici, limitandosi a dire « Alla fine, tutto cessa. E tutto inizia. » sempre con lo stesso timbro malinconico delle ultime affermazioni. * Dove diavolo vuole andare a parare?? Lo conosciamo tutti il ciclo della vita. Con questo vuoi dire che vuoi dare una mano alla natura buttandoti giù da una torre? *. Jacob continuò a guardare fuori dalle ampie vetrate del corridoio mentre aggiungeva un’ altra frase oscura degna della Pizia « Miss Evans, ciò che perseguiti ardentemente, scapperà. Il tuo cuore giace ancora in fondo ad un lago. Vero? » . Mary rimase ferma immobile qualche secondo. * Ma di che diavolo sta parlando? Cosa starei perseguitando? Ardentemente poi! Dimmelo tu, oh grandissima Serpe, che tutto sa e tutto può *, l’ unica cosa che desiderava ardentemente al momento era sapere cosa, a detta del ragazzino, lei stesse perseguitando. Avrebbe voluto dare voce a quel intenso desiderio, ma le parole si bloccarono a metà laringe, bruciandole la gola. Il sangue le si gelò nelle vene e non poté trattenersi dal fissare il ragazzo * Fermi tutti. Lago, ho sentito bene?! “Il mio cuore giace in fondo ad un lago”. Come, come lo sa?! Mi conosce forse, che tutto questo incontro lo avesse attentamente organizzato e non fosse solo frutto del caso? No, sono sicura di non averlo mai visto prima d’ ora; ma non può essere solo il caso! Avrebbe potuto dire mille altre cose al posto di lago. Come diavolo…? Aspetta, che abbia detto qualcosa durante l’ esercitazione di Difesa contro le Arti Oscure? *, la sua mente urlava, le tempie sembravano esplodere sotto la furia dell’ onda d’ urto, come se tutto quel fiume di parole cercasse di liberarsi all’ esterno della sua testa volendo colpire e ferire la Serpe per ciò che aveva osato pronunciare. * No non può essere, lui non aveva potuto vederlo, era stato tutto nella mia mente, era tutto nella mia mente! Calma Mary, riprendi il controllo di te stessa. * Doveva calmarsi, isolarsi da tutto ciò che la circondava. Abbassò lo sguardo a terra e chiuse gli occhi. Immaginò di immergere il capo nelle acque del suo tanto amato lago. Necessitava di non sentire più nulla, esigeva il freddo gelido di quelle acque sulle tempie e sugli occhi roventi; quello l’ avrebbe aiutata a sopprimere le emozioni che le premevano sul petto provocandole un dolore immenso che le toglieva il fiato. Rimase così per circa un minuto. Molto probabilmente gli altri due ragazzi si erano accorti che anche lei ora cominciava a comportarsi in maniera squilibrata, ma non poteva curarsi di ciò che gli altri due meditavano! Ora doveva concentrarsi su se stessa. Nel suo minuto sabbatico era giunta ad una conclusione: non poteva chiedere chiarimenti. Lui era uno sconosciuto, un ragazzo che si era imposto in tutta quella vicenda come un suo nemico, pregarlo per una risposta sarebbe stato come fornirgli la lama con cui trafiggerla. E poi c’era la tassa, non avrebbe potuto riversare all’esterno il fiume di domande che prendevano vita nella sua mente allarmata e si addossavano con rabbia, bloccate da una diga di orgoglio e timore, nella laringe. Jacob era riuscito a far perdere le staffe all’ omonima, ma lei doveva resistere, non poteva lasciarsi sconfiggere subito. Non poteva fare altro che mordersi la lingua ed attendere che l’ira si dipanasse. In fin dei conti, anche quando si lancia una pietra nelle limpide acque di un lago la superficie si incrina e si infrange su se stessa, ma dopo qualche secondo la superficie ritorna perfettamente liscia, come se nulla fosse successo, anche se la pietra e ancora là che giace sul fondo. Alzò la testa tenendo gli occhi ancora chiusi, poi li riaprì con estrema lentezza ed infine mosse alcuni passi verso la vetrata adiacente a quella da cui Jacob ammirava la maestosa Torre di Astronomia. Si mise anche lei a contemplare l’esterno, grazie alla vista periferica colse un rapido stralcio del panorama che le si presentava davanti. Sfruttò quel tempo che aveva deciso di concedersi per soppesare attentamente le parole con cui avrebbe replicato, da quello sarebbe dipeso il prosieguo della conversazione. Prese fiato e disse : “ Non pensavo fosse così generoso Mister Oakley! Se permette la sincerità, non ritiene di avere sufficienti problemi di cui curarsi senza affliggersi anche di quelli altrui?” . Continuò a guardare il cielo attraverso il vetro luminoso, i suoi occhi infine si posarono su una piccola rondinella che con le sue piroette squarciava l’ azzurro limpido del cielo. Ne seguì il volo per alcuni secondi, quella visione le provocò un’ immensa tristezza interiore : “In ogni caso, non reputa anche lei che il migliore posto per nascondere un cuore sia effettivamente riporlo sul fondale di un lago? Sarebbe al sicuro da occhi indiscreti e pressoché impossibile da rinvenire, ma soprattutto da ferire. Mi dica, lei dove ha celato il suo? Ha trovato un posto più conveniente, un pozzo, per esempio…" , solo a quel punto girò la testa verso destra e fissò direttamente il volto del bersaglio, la mano scivolò istintivamente sulla tasca superiore della sua borsa tracolla avvicinandosi alla bacchetta: questa è guerra. Personalmente mi piace molto come frase, soprattutto il modo in cui suona. Tuttavia Mary ha già dato la sua opinione al riguardo. Inoltre lei ha una mente molto razionale (da vero e puro corvo), ha bisogno di schemi logici per orientarsi nella realtà (e questa role, grazie a te mio caro Oakley, non ne ha molti ). Quindi Mary sopperisce a questa mancanza creandosi i propri e l’unico elemento di connessione che ha trovato in tutta la role, è rappresentato per l’appunto da quella frase. Edited by Mary_Evans - 7/7/2015, 20:44
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