La Maledizione del Poeta

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view post Posted on 8/6/2015, 12:16
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Oliver Brior

11 - 11 - 7 - 7 - 11
Che tu sia maledetto, o Lettore avventato!




Era una mattina molto soleggiata quando Oliver Brior decise di abbandonare l'aula di Pozioni in cui si trovava da almeno un'ora, in procinto di replicare un Doxicida secondo le istruzioni apprese durante una delle belle lezioni dell'anno scolastico. Tuttavia, era stanco di quei vapori e la testa gli scoppiava per quel silenzio interrotto solo dai rumori degli strumenti e dallo scoppiettio del calderone sul fuoco. Spense le fiamme, ripulì tutto e posò gli attrezzi nei vari scaffali, riportando alcune cose di sua proprietà fin su alla Torre d'Astronomia. Arrivato nella sua Sala Comune, di preciso nella sua stanza da letto, decise di spogliarsi della divisa nera scolastica e di indossare qualcosa di meno ingombrante e meno serio, quindi optò per una camicia leggera di una strana tonalità di azzurro, quasi indaco, seguita da un paio di jeans chiari e le sue immancabili Converse rosse, ricevute in regalo dai suoi genitori. Ben presto si sarebbero consumate, dato l'uso quotidiano fatto da Oliver. Recuperò un libro da lettura qualsiasi dal suo comodino, senza vedere bene se si trattasse di un testo di studio o di un romanzo qualsiasi, quindi uscì dal dormitorio e poi dalla Sala Comune. Libro sottobraccio, bacchetta magica nella tasca interna, Oliver si fermò esattamente al centro di una rampa di scale. Dove sarebbe andato? In giardino? Certo, la giornata era bella, ma forse poteva approfittarne per esplorare meglio il castello; del resto, non aveva limiti dovuti al coprifuoco, questa volta. Scelse di proseguire verso sinistra, imboccando un corridoio laterale che, secondo i suoi calcoli, lo avrebbe portato alla Torre di Divinazione, esattamente l'altra di fronte quella d'Astronomia che conosceva tanto bene. In effetti, passarono solo pochi minuti prima che il Grifondoro si ritrovasse di fronte l'aula di Divinazione. Quanto avrebbe dato per seguire una lezione di quella disciplina! Molti la consideravano strana, superficiale e anche per niente veritiera, ma Oliver si sentiva attratto da quelle nozioni ancora lontane dalla sua mente: in famiglia, tra l'altro, aveva avuto un parente Veggente, la sua bisnonna defunta. Chissà, forse anche lui avrebbe ereditato l'Occhio Interiore, come sua madre spesso gli ripeteva. Non lo avrebbe scoperto se non tra qualche anno, quindi per il momento meglio non pensarci. Oliver superò l'aula e notò una scala a chiocciola: salì alcuni gradini, quindi si sedette proprio su quel punto, convinto che nessuno lo avrebbe trovato; le lezioni, in effetti, erano concluse, perché era quasi mezzogiorno. Si passò una mano tra i capelli ancora crespi e ricci per i vapori dovuti al suo strano allenamento di Pozioni, senza accorgersi che la sua faccia sembrasse pallida, coperta solo da due cerchi rossi sulle fossette del suo viso. Aprì la borsa a tracolla, estrasse il libro e, senza guardare il titolo, lesse la prima pagina, occupata da un'unica poesia di un intenso color giallo ocra.

Occhietti neri e zampe a galla
mi chiamano Cioppi penna gialla,
sguazzo in un fosso
correndo dietro un rospo,
urlando a distesa "ridammi la palla



Si fermò di botto, rileggendo nuovamente la poesia mentalmente, convinto di essersi sbagliato.
Forse aveva recuperato un libro di qualche suo compagno di stanza amante delle poesie?
Perché non aveva senso, non aveva alcun filo logico. Sbuffò, dicendo ad alta voce:

"Ma che diamine...?
In un istante qualcosa prese vita sul libro.
Le strofe della pagina letta cambiarono colore, illuminandosi di un forte dorato che ricordava le tinte delle tende della Sala Comune di Grifondoro, cui Oliver apparteneva. Il ragazzo alzò il testo per vedere se l'effetto visivo fosse dovuto ad un riflesso di luce, ma intorno a sé c'erano solo le mura del castello e un filo di vento che arrivava da una finestra spalancata poco distante dalla scala a chiocciola dov'era seduto. Il dodicenne chiuse la pagina e ritornò alla copertina del libro.
Un secondo dopo, lesse il titolo:
Sonetti di uno Stregone
Non c'era altro: nessuna indicazione, nessun autore, nessun'immagine se non uno sfondo viola con la scritta blu appena citata. Oliver ebbe un brivido di freddo e il respiro gli si mozzò in gola per un attimo. Era stato così stupido? Così inconsapevolmente stupido?
Aveva paura di aprire bocca, onde scoprire quello che già sapeva; ricordava ancora la spiegazione su un volume della Biblioteca di Hogwarts, prima che acquistasse i Sonetti:



Chiunque legga questo libro, parlerà per sempre in versi Limerick.
11 - 11 - 7 - 7 - 11 sarà la vendetta dello Stregone.
Primo verso indicherà il luogo di azione,
secondo verso sarà la sua conclusione,
terzo e quarto, ambedue settenari, raccontano un fatto,
mentre l'ultimo, di rima con il primo, sarà privo di senso adatto.



Parla, Oliver Brior.
Parla e scopri se anche tu sia stato maledetto da questo poeta sconosciuto.
Deglutendo, il Grifondoro aprì le labbra e disse:


Perso sono alla Torre Divina
vittima di distrazione mattutina
leggere ho deciso
così or son deriso,
meglio i vapori di fascina!



Perfetto, Oliver Brior.
Assolutamente perfetto.
Forse era vero: la fascina che aveva posato dalla sua scatola di ingredienti di Pozioni avrebbe avuto un odore pungente, ma almeno non lo avrebbe reso un Poeta Maledetto.
 
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view post Posted on 17/7/2015, 18:46
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Erano ormai due settimane che, nelle ore libere, si rintanava in quel luogo. Aveva trovato il suo punto strategico, un posto dal quale poteva tenere d’occhio la situazione. Infatti, in cima alla scala a chiocciola, oltre l’aula di Divinazione, vi era una finestra ad arco. Il panorama che offriva era da togliere il fiato, ma lei non l’aveva scelta per la splendida vista; non proprio. Osservando bene, sulla destra del paesaggio offerto dalla finestra, era possibile intravedere le ali di uno dei cinghiali che svettavano sulle colonne ai lati del cancello principale. Aveva scelto quel posto perché da lì si vedeva l’ingresso ad Hogwarts.
Era comodamente seduta sull’ampio davanzale, la gamba destra pendeva da esso, mentre la sinistra era rannicchiata sotto al sedere. L’angolo che formava faceva da appoggio al grosso libro di Alchimia, aperto a pagina cinquantatre.
Di tanto in tanto agitava la bacchetta verso la piuma incantata che prendeva a scribacchiare qualche appunto, graffiando sulla pergamena ingiallita sospesa a mezz’aria.
Non poteva dire che fosse il modo più pratico per portare a termine il suo compito, ma stando lì si sentiva più tranquilla, priva di ansia.
Ad ogni capoverso sollevava lo sguardo verso il cancello; tenendo d’occhio la stradina controllava chi usciva, ma soprattutto chi entrava.
C’erano sicuramente modi migliori per tenere sotto controllo la situazione, dopotutto quel cancello non era l’unico accesso alla tenuta, tenuta che già il passato era stata violata più volte. Ma era interessante ispezionare le figure che si aggiravano attorno quel luogo. La faceva sentire utile in qualche modo.
Riprese a leggere là dove si era interrotta. L’ultimo paragrafo era stato un guazzabuglio di nozioni senza capo né coda. Le toccava ricominciare l’intera sezione da capo se voleva capirci qualcosa.
Strani versi le distolsero l’attenzione dai Sephirot inferiori. Aggrottò la fronte cercando di capire da dove provenissero e soprattutto cosa stavano a significare.
Sicuramente aveva a che fare con qualche strano compito di Divinazione. Per lei quella materia era del tutto oscura.

-Mah -
Fece spallucce e riprese a leggere

 
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view post Posted on 17/7/2015, 19:13
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Maledizione. Maledizione. Maledizione!
E forse proprio di quella si parlava. Oliver non riusciva a capire cosa stesse succedendo, sebbene il suo istinto gli dicesse che la lettura del libro sulle sue ginocchia avesse scaturito qualche strano incanto. La sua curiosità, ancora una volta, aveva mostrato il lato negativo delle cose: leggere le istruzioni del manuale sarebbe stata una cosa alquanto logica per chiunque, tranne che per il Grifondoro in questione. E pensare che Karen, la sua amica Tassorosso nonché commessa del negozio dove aveva acquistato i Sonetti, gli aveva spedito un Gufo per comunicargli il pericolo di quel libro. Non leggerlo, Oliver, non leggerlo: anche la sua Coscienza era stata spedita a quel paese per via dell'innato senso di scoperta dello studente. E adesso quella era la giusta punizione, la meritava per davvero. Come poteva essere stato così stolto? Lo studente sentì il cuore accelerare, mentre l'ansia cresceva dentro di sé. Ripassò mentalmente tutti gli Incanti di cui era a conoscenza, nella speranza di scovarne uno che potesse farlo ritornare allo stato originale. Magari un Finite? Be', provare non gli costava nulla. Aprì bocca per dar vita alla magia, ma ovviamente la maledizione dei Sonetti continuò il suo percorso e lui si ritrovò a dialogare ancora una volta in strani versi.


Alla Torre Divina e funesta
ormai ho davvero perso la testa
Del Finite Incantatem
tento una pronuncia
obladì bambù è la sua rinuncia!



Obladì bambù?
Non aveva senso, che parola assurda era mai quella?
Oliver sperò che almeno la bacchetta magica avesse captato la formula magica rimata, ma nulla, la sua bocca continuava ad articolare parole prive di logica. Non si doveva neanche concentrare per seguire la forma 11 - 11 - 7 - 7- 11, dato che la maledizione dei Sonetti pensava a fare tutto da sé. Oliver provò ad imprecare ad alta voce, ma gli uscirono dei suoni combacianti tra loro, una cosa che lo fece rabbrividire. Sperava soltanto che nessuno fosse nelle vicinanze, altrimenti si sarebbe davvero vergognato un casino. Nel frattempo, provò a leggere il libro: tanto valeva continuarlo, almeno c'era una soluzione al suo problema. La situazione era sempre più strana.

 
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view post Posted on 25/7/2015, 18:57
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Girò la pagina distrattamente, guardando fuori dalla finestra. Da quanto tempo era lì. Un’ora? Due ore? In quell’arco di tempo nessuno era entrato o uscito passando per il cancello principale. Questo poteva dire tutto o niente. Poteva significare che nessuno fosse effettivamente entrato o uscito da Hogwarts. Oppure poteva voler dire che, se anche fosse entrato o uscito qualcuno, questi non aveva scelto la via principale. Nel secondo caso potevano esserci tanti altri risvolti. Potevano essere comuni studenti che sgattaiolavano attraverso passaggi segreti per recarsi ad Hogsmeade senza permesso o accompagnatore; oppure...
La seconda opzione ebbe giusto il tempo di formarsi nella sua mente quando udì di nuovo quelle strane rime.
A voler dare un senso a quelle parole, sembrava che qualcuno stava dando di matto e... cercava di usare un incantesimo? Aggrottò la fronte, non riuscendo a dare un senso a tutto ciò.
La voce proveniva da sotto, ormai valeva la pena controllare. Con un gesto deciso afferrò la piuma e la pergamena, quest’ultima, appena venne toccata, si afflosciò su se stessa non essendo più sotto la magia che la teneva sospesa in aria.
Ripiegò il foglio malamente e, dopo averlo inserito tra le pagine che stava leggendo, chiuse il libro che rimase sul davanzale.
Portò con se solo la bacchetta. Scese qualche gradino; il poeta dilettante era solo uno studente, dalla metà della scala riusciva a vederlo chiaramente. Scese altri due gradini
-Ti serve una mano, per caso?-

 
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view post Posted on 28/7/2015, 18:22
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La sua bacchetta magica non aveva fatto nulla, né una scintilla né uno svolazzo d'aria, niente che potesse far anche solo sperare ad Oliver di avere una possibilità di annullare la Maledizione del libro che aveva letto. La colpa, tra l'altro, era dovuta alla sua curiosità: se avesse seguito il consiglio di Karen, oltre che del volume stesso, a quell'ora non si sarebbe trovato in una circostanza simile. Stava per cadere in un profondo senso di depressione, quando la voce di una ragazza giunse al suo udito in modo chiaro e distinto. La prima cosa che pensò, osservando la studentessa apparsa di fronte a sé, fu che si trattasse dell'insegnante di Divinazione: del resto, si trovava sul piano in cui era collocata l'aula di quella materia e, in più, lui non era ancora al terzo anno, quindi perché mai avrebbe dovuto incontrare la docente in questione? Ad un'analisi più accurata, un semplice sguardo per così dire, si accorse, però, che il volto della ragazza non poteva mostrare più di quindici anni: forse era più grande, ma di certo non un'adulta. Che fosse una studentessa di Divinazione?
Oliver dimenticò qualsiasi cosa al sentire la frase che l'altra aveva pronunciato:

"Ti serve una mano, per caso?"
La sua prima reazione fu quella di annuire con un enorme cenno del capo, così vigoroso da sembrare un pennuto in preda ad una crisi isterica. Il che, tralasciando la metafora del volatile, non differiva più di tanto dall'autentica realtà. Aprì bocca per ringraziare la ragazza, dati i suoi modi legati al galateo, ma ricordò giusto un attimo dopo di aver commesso un grave errore.



Questa è la mia attuale dimora
dove aspetterò nuova aurora
Lo stregato sonetto
ah mi ha maledetto
Amazzon scura, batti la sventura!



Le labbra si chiusero improvvisamente, come un tunnel che non voleva più far passare treni portatori di idiozie di elevato livello. Non poteva crederci. Oliver non poteva assolutamente credere di aver appena chiamato la studentessa Amazzone scura solo per via dei suoi capelli così belli e di quella tinta particolare. E "batti la sventura"? Come avrebbe fatto quella poverina a capire la sua maledizione? Al suo posto, il Grifondoro avrebbe considerato se stesso come un forsennato. Avvampando per l'imbarazzo, lo studente si guardò attorno alla ricerca di un pezzo di carta per poter scrivere un messaggio non in rima: nulla, non aveva portato altro con sé se non i Sonetti di uno Stregone. Alzò il volume, chiudendolo e mostrando solo il frontespizio per far capire il suo problema: di certo non voleva che anche l'altra cadesse vittima di quella magia. Indicando con aria frenetica il volume incantato, spostava poi le mani fin sulla gola e la bocca, facendo un'espressione abbastanza divertente da vedere. Peccato che quella situazione non fosse per niente ironica.

---

Fu un momento, un unico rapido momento in cui la confusione che attanagliava ancora la mente dello studente si dissipò come polvere al vento, lasciando che il vortice dei pensieri riprendesse la sua normale andatura. La corsa contro la fantasia di quegli istanti fu imperterrita, ma fortunatamente la ragione raggiunse il traguardo per prima, recidendo i fili dell'immaginazione. Oliver parve risvegliarsi da uno stato catatonico, osservando la ragazza di fronte a sé con sguardo curioso, poco lucido e soprattutto deconcentrato. Poi, gli sovvenne tutto, mentre gli occhi si sollevavano rapidamente dalla copertina del libro che ancora stringeva tra le mani.
"Oh cavolo, parlo in rim-"
Si bloccò non appena le parole pronunciate furono elaborate dalla sua mente. Non stava recitando strane e strambe filastrocche, non stava elaborando nulla alla maniera difficile e particolare di poco prima, quindi poteva esserci un solo senso. Era stato suggestionato dal volume a tal punto da cominciare a rimare come un Cantore senza senno. Fortunatamente era finita, almeno così sembrava. Si rimise in piedi, scattando dalla posizione in cui si trovava, seduto sulla rampe di scale che portavano all'aula di Divinazione che non conosceva ancora. Ringraziò lo stesso la studentessa di fronte a sé e poi corse via, come se l'esperienza di prima non fosse mai accaduta. Al momento, tutto quello che cercava era un attimo di pura e tanto amata tranquillità.


EDIT 13 Dicembre 2015: E' da Giugno che va avanti questa role, capisco gli impegni e tutto il resto, ma preferisco chiudere, perché non apprezzo l'idea che il mio personaggio resti bloccato per troppo tempo, a prescindere dalla questione temporale possibile. Attualmente non è più uno studente ai primi passi, non appartiene al primo anno né al momento di inizio di questa role, pertanto ti ringrazio per aver partecipato fin quando potuto, ma è trascorso molto tempo dall'ultima risposta, quindi chiudo. Grazie lo stesso (:



Edited by Oliver Brior - 13/12/2015, 13:53
 
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4 replies since 8/6/2015, 12:16   121 views
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