+Dark & Gothic Lolita+

Racconti della notte ed altre faccende - di Jack Drown

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Jack Drown
view post Posted on 9/1/2014, 14:01




L'UOMO CHE ARRIVAVA IN RITARDO

Quella mattina di Gennaio la nebbia era calata più fitta del solito: A. uscì dalla porta del palazzo dove abitava, camminando di buon passo verso la fermata dell'autobus.

Giunto sul posto, si fermò come era solito fare: eretto, lebraccia incrociate sul petto, a guardare verso la strada che quel mattino era, come sempre, desolatamente vuota, e l'alba ancora non era giunta ad illuminare l'ecuméne.
A.sorrise: gli piaceva la nebbia, e quel leggero gelo che portava con se.Spesso aveva sognato di camminare in qualche strada dell'Emilia Romagna nella nebbia fitta, che immaginava traendo spunto dai racconti di Guareschi, grande, densa, che tutto copriva.

I suoi pensieri furono interrotti da un rumore noto: arrivava l'autobus, le luci di posizione già si vedevano,anche se, a distanza ravvicinata, non leggesse su di esso alcuna scritta luminosa che indicasse il percorso, ma, abituato alle mancanze croniche della società dei trasporti, non ci fece caso.

Il mezzo si fermò al segnale, e si aprì la porta anteriore, quindi A: entrò, mostrando all'autista la tessera dell'abbonamento e mormorando un "Buongiorno", ma mentre stava andando aprendere il "suo" posto, il solito posto che lui amava e che era sempre lo stesso da anni, sentì la voce del conducente rispondergli "Buongiorno: in ritardo anche oggi, eh?"

"Mh?" Il mugolio di soprpresa alle parole dell'autista lo fece voltare, e sorridendo verso la figura di cui vedeva solo in parte l'uniforme, rispose "no, perchè, anzi, oggi son proprio giusto giusto" avvicinadosi a lui per fare due chiacchiere mentre il mezzo ripartiva.

"No, siete in ritardo" pronunciò la figura voltandosi e rivelando le vuote occhiaie di un teschio che osservava l'uomo "dovevate arrivare già da un pezzo, ma c'è voluto più tempo del previsto. Comunque, ora ci siete: mettetevi comodo nel vostro posto, per arrivare alla vostra fermata ci vorrà parecchio tempo."

A. fece un mezzo sorriso e sospirando, rispose ironico all'autista "Un eternità magari."e la Morte rispose "Proprio così."

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L'OMBRA DELL'IMMORTALE

Varna, 1880

Valene passeggiava nella via principale della città, dove quel giorno era calata una nebbia sottile, che persisteva anche durante la sera: ormai i negozi stavano per chiudere quasi tutti, le campane delle chiese, così diverse da quelle sonore ed uniche delle chiese cattoliche suonavano richiamando i fedeli ortodossi all'ora del vespro, e già si sentiva dall'esterno i preti intonare le parole dell'antica liturgia bizantina, e il coro cantare i salmi della sera.

Giunta ad una banchina solitaria,Valene ebbe come un brivido strano nel vederla, così deserta, inanimata, senza nemmeno un pescatore a sistemare le reti, quasi che quel luogo fosse rimasto così da sempre.

S'incamminò verso di essa,camminando sulle assi di legno che risuonavano cupe al tic tac dei suoi tacchi, giungendo fino all'estremità d'essa, e si mise a guardare il mare che sembrava una tavola scura, e la nebbia che lo ammantava come un sudario.

"Ottima scelta, Madame." Valene si voltò di scatto, vedendo il nulla intorno a lei, solo la nebbia, e la banchina.Una risata eruppe improvvisa, seguita da alcune parole sussurrate al suo orecchio "Io chi sono non si sa, sono forse l'Irrealtà, sono forse un Illusione? una strana sensazione? Uno scherzo della mente? Una voce impertinente!" e un altra risata, unita ad una spinta improvvisa risuonò, mentre Valene cadeva sulle tavole di legno.

"Oh..." beffarda la voce continuò afarsiudire alle orecchie della donna che guardava ora attorno a se con occhi terrorizzati e la mente che sembrava rifiutare ciò che succedeva "una dama a terra, presto, un cavaliere la salvi!" e d'improvviso una figura nera cominciò a delinearsi mentre due mani guantate la sollevavano per rimetterla in piedi. Un attimo, e fu di nuovo eretta, mentre una di quelle mani le dava una palpatina al posteriore, per poi sparire di nuovo.

"Chi....chi siete?" sussurrò tremante, neanche accortasi di quel tocco ben poco cavalleresco, ma or tesa a capire, o almeno a provare di capire cosa stava succedendo. Latesta le girava, e sentiva che se non avesse trovato una soluzione a tutto ciò la sua salute mentale avrebbe avuto un crollo, e già gli occhi erano accesi di una lieve follia, quando ecco ricomparire la figura nella nebbia, a pochi passi da lei, eppure solo parzialmente intuibile "Ferma, mortale." disse "non ti è concesso avanzare di un solo passo, pena la morte." coandò, restando ben ferma in un sussurro che avevail tono autoritario di chi può e sa dare ordini "Jack Drown. Mi chiamano così, da qualche parte." continuò "potrei avvicinarmi a voi, e rendervi mia per l'eternità, ma vi ho osservato a lungo, sia fuori che dentro l'albergo dove alloggiate, e ho notato che avete grazia ed intelligenza -cose invero rare in una femmina, per giunta straniera- per cui ho deciso che diverrò...la vostra guida nelle tenebre, evi mostrerò cose che nessuno ha mai visto prima, e di cui voi scriverete nei vostri futuri racconti."

"Ra...racconti? ma quali, io tengo solo un diario....io...." balbettò Valene, rimanendo con gli occhi spalancati dalla paura.

"Bella e assurda, mi piacete sempre di più" disse la figura, mentre svaniva "Comincereo presto, il primo libro si chiamerà....vediamo un po...ecco, 'Cime Tempestose', mi sembra proprio un bel nome per un libro, ma il vostro fa pietà, dovreste trovare qualcosa di meglio...uhm...vediamo Marian...no, Valerianne...blah, neanche. Emily....ecco il nome, vi firmerete così. Emily. E adesso via scappate, correte prima che vi prenda la morte nera, uuuuuuhhh!".

Valene fu presa da un terrore improvviso, mentre la follia s'impadroniva del suo animo e cominciò a correre nelle vie della città ormai vuota, avvolta dalla nebbia della sera,di una sera nella quale aveva incontrato qualcuno che non avrebbe mai dovuto incontrare.

Londra, 3 mesi dopo

Il dottore uscì dalla stanza entre l'infermiere richiudeva con cura la porta, e camminò fino al suo ufficio, dove si sedette mentre una giovane infermiera che stava provvedendo a sistemare alcune cartelline cliniche, domandò "di nuovo dalla paziente della 17, dottore? E' un caso che sembra appassionarla parecchio, a quanto pare."
"Si" rispose lui mentre prendeva la penna e scriveva alcune note su dei fogli bianchi "molto strano,veramente: per quanto sembra appare normale, ma poi iniziaquello stato di follia nel quale continua a sostenere -pensate- di essere una grande scrittrice, e comincia a citare interi capitoli di 'Cime tempestose'....li sa a memoria, e non sbaglia un capitolo che sia uno." tacque, per poi concludere "misteri della psiche umana, di cui sappiamo ancora tanto poco...ditemi Francine, vi ho mai raccontato di quello che credeva di essere una donna? A volte ne hanno di fantasia, e non poca: pensate, sosteneva di essere la presidente della Germania, e che avrebberidotto tutta l'Europa in povertà, a partire dalla Grecia".
L'infermiera rise, mentre anche il dottore faceva un sorriso a quelle affermazioni di totale follia, quindi fatto ciò che doveva, si rialzò e si mosse per uscire dallastanza ora quasi buia "beh, vado a sistemare queste cose e poi a riposare. Buonanotte dottor Drown" e nell'ombra il dottore sorrise sinistramente mentre salutava la ragazza "buonanotte a voi, Francine".
 
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