Intervista a Miss Dalton

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Arya Von Eis
view post Posted on 27/11/2013, 15:53




La carriera giornalistica non era mai rientrata nei suoi progetti, a dir la verità non sapeva nemmeno nulla di come funzionasse un giornale, eppure quando lesse che la Gazzetta del Profeta cercava giornalisti l’idea di provare le era balenata nel cervello ed alla fine aveva ceduto, non credeva di aver molte possibilità eppure ora si ritrovava lì, in redazione, col primo articolo da scrivere.
Forse non era stata proprio una scelta brillante quella di iniziare intervistando il suo capo, ma probabilmente era proprio quel dettaglio ad aver attirato la sua attenzione, avrebbe forse avuto modo così di imparare qualcosa di più o magari, più semplicemente sarebbe riuscita ad associare un nome ad un volto.
Non conosceva molto della donna che stava per intervistare, anzi, praticamente non sapeva nulla, ma avrebbe avuto ora il modo di rimediare a quelle lacune.
Mentre si incamminava verso l’ufficio della direttrice del giornale l’idea di quell’intervista le sembrava sempre meno sbagliata, magari la Dalton avrebbe preferito qualcuno di più esperto, ma si sarebbe dovuta accontentare ed in ogni caso Arya non si sentiva seconda a nessuno, piccolo difetto che probabilmente non avrebbe mai ammesso.
Si stava forse solo pentendo di non aver avuto il tempo di documentarsi sulla vita del suo capo prima di dirigersi nell’ufficio, ma se fosse stato necessario avrebbe rimediato in seguito, prima della stesura dell’articolo, anzi, magari, il non sapere nulla le facilitava il compito di non farsi influenzare.
L’unica certezza che aveva era che da quando aveva messo piede alla Gazzetta stava rivoluzionando tutto, manie di protagonismo e voglia di strafare o semplice dedizione al lavoro?
Estrasse il blocco degli appunti e si segnò la domanda
*Magari potrei anche porgliela, in modo più gentile ovviamente*
Non aveva ancora bene in mente come avrebbe iniziato l’intervista, ma non se ne preoccupava, preparare le cose a tavolino avrebbe reso il tutto meno naturale, preferiva semplicemente prendere spunto da qualsiasi cosa fosse venuta fuori durante la conversazione.
Proseguiva a passo spedito tra i corridoi del giornale ed era ora giunta di fronte alla porta che riportava la targhetta col nome della Dalton, era socchiusa, il che indicava che la donna non era occupata, anzi probabilmente la stava aspettando, avevano preso accordi il giorno precedente via gufo, in modo da trovare un momento che fosse comodo ad entrambe, osservò l’orologio, era perfettamente in orario.
Bene, ora non le restava che apparire il meno novellina possibile, non che la sua interlocutrice non lo sapesse, sicuramente l’ultima parola sulle assunzioni era la sua, ma almeno non doveva darle modo di pentirsi della sua scelta.
Ripose il blocco degli appunti nella borsa e busso alla porta aspettando l’invito ad entrare, anche se era attesa le buone maniere non andavano dimenticate.
 
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view post Posted on 27/11/2013, 20:05
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Quell’ultimo anno era stato una sequela di novità, una più imprevedibile dell’altra, a cominciare dal suo abbandono della scuola, passando per la scoperta di essere particolarmente portata per gli studi di Medicina Magica e giungendo infine a quell’ultima questione: l’accettazione della carica di Caporedattrice e Direttrice della Gazzetta del Profeta in affiancamento al suo eterno amico e, attualmente collega, Vincent Hawkins.
Non ricordava con esattezza come fosse venuta fuori la questione, sapeva soltanto che un giorno, durante una chiacchierata in cui discutevano dei loro progetti, lui se n’era uscito con la notizia di aver sostituito Persefone a capo del più importante giornale del Mondo Magico. La cosa l’aveva lasciata inizialmente incredula, non avrebbe mai creduto che Persefone avrebbe rinunciato a quella carica e per un attimo si era chiesta se la loro conversazione di qualche tempo prima non c’entrasse qualcosa con le decisioni dell’amica. Era quasi stata tentata di scriverle per sincerarsene, ma alla fine aveva desistito: proprio la loro ultima conversazione le aveva dato la risposta, l’amica non avrebbe compiuto quella scelta se non ne fosse stata più che certa. Durante il loro scambio d’opinioni aveva messo in chiaro che nulla l’avrebbe influenzata nello svolgere il suo lavoro, neanche il suo punto di vista e le cose non potevano essere radicalmente cambiate in così poco tempo. Se quindi aveva compiuto quel passo, evidentemente, era stato perché aveva ritenuto che fosse la cosa migliore da fare in quel momento.
Quella conclusione le aveva permesso di mettersi l’anima in pace e di considerare più serenamente la proposta di Vincent che, alla fine aveva accettato: in fondo mancava ancora molto prima che potesse dare l’esame per diventare medimaga ed essere abilitata ad esercitare e cominciava ad essere stanca di stare a casa e studiare e basta. Certo, poteva permetterselo, i suoi genitori non avevano problemi di liquidità e anche lei, nel tempo che aveva lavorato ad Hogwarts aveva messo da parte un discreto gruzzolo a cui non aveva mai attinto. Tuttavia, tutto quello studio stava cominciando a diventare eccessivamente pesante: le nozioni si mescolavano tra loro e più di una volta, per quanto amasse la professione che desiderava intraprendere, aveva avuto la tentazione di scagliare i libri di Medicina Magica fuori dalla finestra. Aveva bisogno di fare altro, di qualcosa di diverso e quello che Vincent le aveva offerto era stato l’ideale. O meglio, era l’ideale in quel momento.
Così, pochi giorni dopo, aveva inviato un gufo all’amico accettando la sua proposta ed ora si trovava lì, nell’ufficio del Caporedattore della Gazzetta, lo stesso ufficio che era stato di Persefone e anche di Milla, a quanto aveva avuto modo di vedere. Sorrise nel constatare, per l’ennesima volta, quanto avessero in comune sua sorella e l’amica, pur non sapendolo. Da quando era giunta lì, lei e Vincent avevano cominciato un’opera di sistemazione generale: avevano riunito l’intera Redazione, si erano presentati e avevano fatto capire che il loro intento era di collaborare per portare quel giornale ai massimi livelli. E così, dopo aver dato il via alle assunzioni, avendo constatato che non tutti gli ambiti erano coperti, si erano dedicati alla sistemazione del pregresso, correggendo vecchi articoli mai andati in stampa, nominando un nuovo viceredattore, e tentando di sistemare i mille appunti svolazzanti con idee per articoli dei vari direttori. Un paio di volte aveva perfino letto il suo nome, scuotendo la testa: chissà da quanto stavano lì, quegli appunti. Era poi tornata a dedicarsi al suo lavoro, correggendo bozze varie e cestinando qualche foglio con appunti troppo vecchi… tipo quella fantomatica intervista alla Pride…figurarsi! La Pride aveva lasciato Hogwarts da mesi, un’intervista a lei sarebbe stata decisamente fuori tempo massimo e avrebbe gettato nel ridicolo il loro giornale. L’ennesimo biglietto sul suo tavolo, invece, la lasciò piacevolmente sorpresa: non l’ennesima carta straccia, ma un biglietto vero e proprio, con una richiesta di poterla intervistare. La ragazza, Arya Von Eis, come si era firmata, non aveva specificato l’argomento dell’intervista e la cosa la rendeva ancora più curiosa, oltre che farla sorridere: la Direttrice della Gazzetta intervistata da una dei suoi stessi giornalisti. Tra l’altro, la Von Eis era stata assunta da poco, proprio come lei e quella sarebbe stata la prima occasione per valutare come se la cavasse con un articolo vero. Scrisse rapida una risposta, inviandola alla ragazzina, dandole appuntamento per il giorno successivo.
Le ore passarono rapide ed il momento del confronto arrivò prima di quanto si sarebbe immaginata: stava finendo di sistemare alcuni fogli, mentre rimuginava sul nome della giornalista che si sarebbe presentata: Arya. Ne aveva conosciuta una con lo stesso nome non molto tempo prima e aveva pensato che fosse un nome piuttosto insolito, ma evidentemente, era più diffuso di quanto non credesse. Il suono di qualcuno che bussava alla porta, la distolse da quei pensieri:

-Avanti, è aperto-
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 28/11/2013, 17:04




La voce della donna la invitava ad entrare, posò la mano sulla maniglia spingendo la porta leggermente in avanti affinché si aprisse lasciandole modo di fare il suo ingresso nella stanza, una volta all'interno l'accompagnò chiudendola delicatamente.
Si voltò sorridendo nella direzione della direttrice della Gazzetta e per poco non le venne un colpo, sbatté le palpebre un paio di volte, come nel tentativo di mettere a fuoco un'immagine poco chiara, ma nulla, non si stava sbagliando o forse la somiglianza era davvero impressionante.
Non voleva di certo apparire sgarbata, così, ancora nel dubbio, mosse qualche passo in direzione della donna, continuando comunque ad osservarla perplessa, le tornò alla mente il mente
*Caroline Dalton...Santo Salazar Caroline...non può essere una coincidenza...* si trovava ormai di fronte a lei e le porse la mano

-Ho come un Déjà vu, ma questa volta mi sa che dovrò darle del lei e presentarmi come si deve- un sorriso imbarazzato le si dipinse in volto -Piacere Miss Dalton, Arya Von Eis-

No, non si era sbagliata, quella che si trovava di fronte era la stessa ragazza che qualche mese prima aveva incontrato ad Hogsmeade, la stessa con la quale aveva riso, scherzato ed anche un po' preso in giro, il che poteva anche non essere del tutto negativo, anche se in quei primi minuti non ne era del tutto convinta.
Mai avrebbe pensato di incontrarla nuovamente, men che meno in quella situazione, eppure il fato a volte sapeva essere estremamente divertente, ripensando al loro incontro fece capolino un sorriso divertito, il primo ricordo che aveva era proprio quello della Gazzetta che la colpiva in pieno.


-Non pensavo l'avrei incontrata qui Miss Dalton, anche se le confesso che mi fa piacere, pensavo già di dover affrontare una noiosissima chiacchierata con qualche sofisticata ed attempata signora di mezza età, anche se mi preoccupa l'idea di cosa potrebbe tirarmi dietro questa volta-

Non si stava smentendo, assolutamente, come la prima volta, anche in quell'occasione aveva iniziato sdrammatizzando *Se mi è andata bene una volta...* e poi la Dalton era in fin dei conti una ragazza, una conversazione in toni meno formali avrebbe anche potuto metterla più a suo agio.

-Magari questa volta riuscirò ad estorcerle qualche informazione in più rispetto al nostro primo incontro, se non ricordo male lei è stata molto evasiva-

Non stava cercando né di metterla a disagio, né di accusarla di nulla, anzi, il suo tono era abbastanza giocoso, come a lasciare intendere che l'ultima delle sue intenzioni fosse quella di rivolgerle una noiosissima serie di domande, che poi alla fine dei conti, di quello si trattava, ma c'era modo e modo per portare avanti una conversazione di quel tipo e date le premesse, in quel caso, la cosa poteva anche risultare più piacevole di quanto preventivato.
Molte domande iniziavano già a prendere forma nella sua mente, ma sapeva essere paziente ed ogni cosa sarebbe venuta fuori a suo tempo.


-Se non ha già cambiato idea decidendo di licenziarmi ancora prima del mio primo articolo, cosa ne dice? Iniziamo?-

Estrasse nuovamente il blocco degli appunti, anche se le ci volle qualche minuto in più per recuperare la penna, aveva deciso che, per questione di abitudine, sarebbe indubbiamente stata più veloce con una penna babbana invece che con una delle piume che utilizzava per le lezioni, finalmente la trovò

-Eccola- disse stringendola in mano come un trofeo -Se non la offende che usi simili aggeggi babbani mi troverei più a mio agio-

Aveva imparato che il mondo magico era diviso sulla questione babbani, c'era chi non poteva sopportarli, chi li tollerava e altri ancora che non avevano nessun problema con loro, la Dalton a che gruppo apparteneva?
 
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view post Posted on 29/11/2013, 03:07
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La porta si aprì mentre ancora era preda di quei pensieri, lasciando entrare la ragazza che stava attendendo. Doveva ammettere di essere curiosa: aveva incontrato diversi ragazzini in quel periodo lontana dalla scuola, ma era ancora ben lungi dall’avvicinarsi al numero esorbitante che era solita incontrarne quotidianamente in quel di Hogwarts. Ed ora, grazie alla proposta di Vincent si era proiettata in una realtà in cui adulti e ragazzini erano quasi allo stesso livello: ne vedeva giornalmente in egual numero correre avanti indietro cercando appunti, fogli di pergamena, scambiandosi notizie e entrando e uscendo dalla redazione. Sapeva anche che qualche nuovo era stato assunto, come quella ragazzina, ma aveva incontrato fino a quel momento, solo il nuovo viceredattore. Di conseguenza, quando alcuni pssi annunciarono l’arrivo della sua ospite, sollevò lo sguardo verso la porta in attesa e ciò che vide quasi la lasciò a bocca aperta. Non era una gran fisionomista, ma aveva visto troppo pochi ragazzini in quel periodo per rischiare di sbagliarsi: quella l’aveva indubbiamente già vista e il nome non era solo una coincidenza. Si alzò, incerta, avvicinandosi alla ragazzina, che nel frattempo aveva cominciato a parlare.
-Che sorpresa, non sapevo lavorassi qui. Cioè… ho letto la tua richiesta, al momento di assumerti, ma non ho fatto il collegamento. Ed in effetti ad Hogsmeade abbiamo evitato i cognomi, ti pregherei di evitarli anche in questa occasione viste le circostanze.- Insomma, era ridicolo! Ad Hogsmeade si erano date del tu senza problemi, potevano tranquillamente evitare inutili formalismi. Anche perché, la loro conoscenza era stata tutto fuorché formale: insomma, le aveva tirato in testa una copia della Gazzetta! Ok, non l’aveva fatto apposta, ma… al ricordo di quel particolare un sorriso si dipinse sul suo volto: le coincidenze sembravano infinite, aveva incontrato quella ragazzina ad Hogsmeade, dopo averle tirato in testa una copia della Gazzetta ed ora la reincontrava a Diagon Alley alla redazione dello stesso giornale che quel giorno aveva denigrato. La vita era proprio strana, non c’erano dubbi. Osservò la ragazzina ridere, forse anche lei non aveva potuto fare a meno di ricordare quella particolare circostanza e le parole che pronunciò successivamente lo confermarono. Il suo sorriso si allargò:
-Anche a me fa piacere rivederti, già da quel giorno ad Hogsmeade mi ero convinta fossi una ragazzina sveglia ed acuta ed evidentemente ci avevo visto giusto, altrimenti non ti avremmo assunta qui. E a quanto sembra sei stata fortunata, non sono una signora di mezza età. E no, non ho nulla da tirarti dietro e non avrei neanche motivo di tirare qualcosa a qualcuno in questo posto, quello era stato un gesto di stizza, niente di più- Stava rispondendo punto per punto alle affermazioni della ragazzina anche per dimostrarle che si ricordava di lei. E poi, in fondo, non le dispiaceva, quella conversazione avrebbe potuto essere interessante: avevano sciolto il ghiaccio e parlato di sciocchezze ad Hogsmeade ed ora la stessa ragazzina doveva intervistarla. Un’altra sarebbe stata più intimorita, lei avrebbe potuto rilassarsi un pochino, conoscendola già e avrebbe potuto rischiare qualche domanda più articolata. A quel pensiero sollevò le sopracciglia, era davvero curiosa di come sarebbe andata quell’intervista… e se Arya fosse stata brava forse si sarebbe meritata anche più verità di quelle che le aveva detto ad Hogsmeade. In fondo era giunto il momento di scoprirsi e mettere le carte in tavola, il suo nome sarebbe apparso sulla copertina del giornale ed il Mondo Magico aveva finalmente il diritto di sapere cosa fosse accaduto alla ex Preside di Hogwarts. Arya sembrava del suo stesso avviso. Non poté, quindi, evitare di annuire
-Lo ammetto, lo sono stata, ma avevo le mie buone ragioni. Ora credo sia il momento di dire le cose come stanno, per cui ti prometto di non essere più evasiva come l’altra volta: è giusto che si sappia la verità. Se farai le giuste domande.- Quell’ultimo punto era fondamentale: anche quello era un modo per esaminare la ragazzina, se fosse stata sveglia, l’avrebbe ripagata con la verità, dipendeva solo da lei. La osservò restare in silenzio, concentrata, persa in chissà quali pensieri, forse già alla ricerca della prima domanda da porle. E non poté fare ameno di sorridere alla sua successiva affermazione: era ovvio che la ragazzina era a so agio e lo era anche lei. Non vedeva l’ora di cominciare
-Certo, comincia pure, vediamo cosa tirerai fuori, sono proprio curiosa.- E mentre lei rispondeva, la ragazzina si era chinata alla ricerca di qualcosa: qualche istante dopo sollevò il viso trionfante, stringendo tra le mani una penna
-Usala pure per prendere appunti, ma lo fai a tuo rischio e pericolo… le penne babbane non possono essere incantate con l’autoscribo, dovrai essere rapida. E per copiare l’articolo dovrai necessariamente usare una piuma, perché noi pubblichiamo su pergamena e lì le penne babbane non scrivono.- Non poteva proprio evitare di fare la maestrina ogni volta, era più forte di lei. Ma in fondo quella ragazzina era giovane, ed era sempre meglio un’informazione in più che una in meno. A quel punto rimase in silenzio, attendendo curiosa la prima domanda.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 29/11/2013, 14:16




L’atmosfera pareva essere quella giusta, nessuna delle due voleva perdersi in inutili formalismi, anzi, entrambe si auguravano una conversazione interessante e probabilmente ce l’avrebbero messa tutta per renderla tale.
Dalle parole della sua interlocutrice, Arya capì che sì, probabilmente sarebbe riuscita ad estorcerle qualcosa, ma che non le avrebbe concesso nulla gratuitamente, sembrava ben propensa a parlare, ma non a dispensare risposte alla prima venuta, dunque stava a lei dimostrarle che le sue parole sarebbero state in buone mani, ci sarebbe riuscita? Non poteva averne la certezza, ma se lo augurava, fallire miseramente al primo articolo e proprio con il capo, non sarebbe per lei certo stata una buona cosa.
Posò il blocco degli appunti sulla scrivania della Dalton e posizionò la penna sul foglio bianco, anzi quasi bianco, vi era infatti annotata solo quella piccola domanda che le era balenata in mente prima di varcare la soglia dell’ufficio, ma non era di certo quello il momento per porla all’interessata.


-Oh...non si preoccupi, la penna è solo per praticità, in realtà adoro utilizzare le piume per scrivere, hanno qualcosa di decisamente più affascinante di uno stupido pezzo di plastica, ma utilizzare una piuma incantata mi costringerebbe ad interromperti ogni volta per appuntare impressioni, considerazioni e commenti, preferisco quindi i vecchi metodi-

Le sorrise e senza attendere un esplicito invito a mettersi comoda, scostò una delle sedie posizionate di fronte alla scrivania e si sedette incrociando le gambe e sporgendosi leggermente verso il tavolo afferrando la penna e facendola scattare pronta a mettere nero su bianco ogni parola.

-Confesso di essere forse una delle persone meno informate sui fatti, spero che questo non ti dispiaccia, potrebbe anzi giocare a nostro vantaggio, non corri il rischio che le mie opinioni siano fuorviate da voci o pregiudizi. Non nego ovviamente di aver udito qualcosa sul tuo conto, sarebbe stato da sciocchi prendersi carico di un tale articolo senza nemmeno sapere cosa l’intero mondo magico si aspettasse da ciò, ma le mie conoscenze si limitano alla superficie, so che è stata preside di Hogwarts, che di punto in bianco è scomparsa senza nessun apparente motivo e ovviamente so che ora dirige la Gazzetta- si fermò un istante -Ah già e dalla nostra conversazione precedente so che eri una corvonero, che conosci il Ministro Pompadur e la Preside Bennet e che vorresti diventare una medimaga- Sapeva decisamente poco di colei che stava per intervistare, ma non se ne preoccupava molto, anzi, non sapere aumentava la sua curiosità che in quel momento sarebbe stata la sua arma più utile -Detto ciò ti informo che non ho intenzione di uscire da questo ufficio senza tutte le informazioni che riterrò utili per scrivere la tua storia e non intendo limitarmi al semplice svelare alla comunità magica i motivi della tua misteriosa sparizione, il mio intento è quello di riportare un quadro completo dei fatti dandoti modo, se vorrai, di spiegarci cosa ti ha spinto verso ogni decisione presa- forse stava parlando anche troppo, magari si sarebbe dovuta semplicemente limitare a porre le domande, ma ci teneva a chiarire le sue intenzioni -Credo che prima di giudicare una persona per le sue azioni vadano esaminate le intenzioni e le motivazioni che l’hanno portata a compiere delle scelte, a volte anche apparentemente sbagliate, spero dunque vorrai aiutarmi a comprendere le tue-

Il preambolo poteva dirsi terminato, ora era seriamente giunto il momento di iniziare l’intervista, per com’era fatta, sperava seriamente che ci fossero delle buone ragioni per le scelte dalla donna, era sua abitudine credere alla buona fede delle persone e lo avrebbe fatto anche in quel caso, a meno che qualcosa nelle risposte di Caroline non la costringesse a cambiare opinione.

-Se non ti dispiace vorrei iniziare con una domanda che apparentemente potrebbe non essere di nessuna utilità, ma come ti ho detto, l’aspetto soggettivo mi interessa molto di più rispetto ai fatti in se, quindi, cosa ti aspetti dal mio articolo? E come ti senti nei panni di colei che viene messa sotto esame?-

La domanda in effetti non c’entrava nulla con lo scopo dell’intervista, ma scrivere un resoconto della vita di Caroline era una cosa che poteva fare chiunque, la donna stessa se l’avesse voluto, ciò che voleva Arya era invece cercare di far immedesimare il lettore nei panni della donna, in modo che si ritrovasse di fronte alle sue stesse scelte e che potesse dunque non giudicarla, ma comprenderla, alla fine dell’articolo ognuno poi si sarebbe comunque fatto una sua opinione, positiva o negativa che fosse, ma almeno avrebbe potuto esaminare i fatti in modo più completo.
Ci sarebbe riuscita? Tutto dipendeva dall’esito di quell’intervista, dalle sue capacità e da quanto Caroline fosse stata disposta a farle sapere.
Attendeva ora una risposta, mentre riportava la domanda sul foglio bianco, pronta ad annotare tutto ciò che le sarebbe tornato utile più tardi, ma attenta a cogliere anche ogni minima sfumatura nei toni e nelle movenze della donna, in fondo era lei la prima a doversi immedesimare e capire.


Edited by Arya Von Eis - 29/11/2013, 17:35
 
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view post Posted on 3/12/2013, 02:17
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Bene, sembrava che le cose si fossero sistemate al meglio: entrambe erano tranquille e rilassate, non c’erano tensioni ed imbarazzi e la conversazione, molto probabilmente, sarebbe filata liscia come quel giorno ad Hogsmeade, e forse anche di più. Di certo poteva dirsi fortunata: di tutti i giornalisti che avrebbero potuto intervistarla si era presentata la più inesperta, quella che meno conosceva la sua storia e meno avrebbe potuto ricamarci sopra. Sorrise: la ragazzina le aveva fatto presente lo stesso particolare presentandolo come un vantaggio. Già, ma un vantaggio per Arya o per lei? Questo era ancora tutto da vedere e ad essere sincera, era proprio curiosa di vedere come sarebbe iniziata quella conversazione. Ed era stata talmente incuriosita da quella conversazione, da aver dimenticato anche le buone maniere
-Sono veramente un disastro… accomodati pure, vuoi bere qualcosa, mentre parliamo? Nulla di alcolico, ovviamente, ma almeno la conversazione filerà meglio.- Sorrise quindi senza attendere la risposta e avvicinandosi ad un mobiletto dove riponeva varie bevande. All’occorrenza avrebbe anche potuto far comparire una tazza di the o di qualche altra bevanda senza troppi problemi. Nel frattempo ascoltava le parole della ragazzina che non sembrava ancora essere molto abituata ad utilizzare artefatti magici, neanche creati da lei stessa. Decise di evitare di sottolineare che, con una penna babbana, avrebbe dovuto fermarsi ancora di più, se miss Von Eis era contenta così perché doveva puntualizzare? Avrebbe avuto tempo per rendersi conto di quanto certe scorciatoie magiche fossero migliori dei corrispettivi babbani. Si voltò quindi verso la ragazzina, avvicinandosi al tavolo a cui si era seduta ed ascoltandola parlare. Aveva elencato le informazioni di cui era in possesso, definendole poche, senza in realtà rendersi conto che già sapeva molto di più di tanti suoi coetanei. Ma questo non gliel’avrebbe detto, sarebbe stata un’osservazione inutile che le avrebbe distratte dall’obiettivo principale: raccontare la verità. Perché se c’era un motivo che l’aveva spinta ad accettare l’incarico di dirigere la Gazzetta, oltre l’amicizia che la legava a Vincent, questa era proprio la volontà di far conoscere al Mondo Magico la verità in ogni sua forma. E la prima verità doveva essere quella che riguardava lei. In fondo, a suo tempo, la sua storia era già uscita sulla Gazzetta, i più navigati di certo ne conoscevano già una parte almeno. Ma le sue elucubrazioni furono interrotte dalla successiva affermazione della neo-giornalista che le fece sollevare un sopracciglio interessata: conosceva poche ragazzine dell’età di Arya che ragionavano così e le faceva davvero piacere che una di queste fosse entrata a far parte del suo staff, la Gazzetta ne avrebbe certamente guadagnato in credibilità.
-Sai.. non tutti farebbero un ragionamento del genere. Anzi, ci sono alcuni giornalisti che pur di pubblicare ed essere letti non esitano ad inventare storie- non poté fare a meno di tornare col pensiero a Lucas Scott e a tutte le fandonie che aveva scritto riguardo Camille e che Persefone aveva autorizzato. Sospirò: quello era stato un gran brutto periodo che aveva creato problemi ed attriti tra Camille e Persefone più del solito. Ma per fortuna, ora Scott sembrava essersi calmato e anche Camille e Persefone sembravano essersi prese una tregua… almeno per il momento. Ma non doveva pensare a loro, non in quel momento, si disse, mentre attendeva la prima domanda della sua dipendente. E la giovane non si fece pregare, esordendo con una domanda quantomeno insolita tra i ragazzini della sua età. Era stata coraggiosa a buttarsi in una cosa del genere e meritava di essere ripagata.
-Cosa mi aspetto? Che esca finalmente la verità, che possa tornare a parlare con la gente senza dover ogni santa volta fare attenzione a ciò che dico. E per quanto riguarda l’essere sotto esame… beh, lo sono stata per tutta la vita, posso dire di esserci abituata. Mi scoccia un po’, ma almeno, stavolta, l’esame è bidirezionale: anch’io esaminerò te e dall’andamento di quest’intervista dipenderà il tuo futuro qui alla Gazzetta. Immagino te lo aspettassi- In fondo, era anche normale: aveva bisogno di gente sveglia, che sapesse fare il suo lavoro e scovasse informazioni nei posti più impensati. Quell’intervista sarebbe stata un modo perfetto per mettere Arya alla prova: come se la sarebbe cavata la piccola serpe?
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 3/12/2013, 16:48




Era così concentrata sull’esposizione delle sue motivazioni che forse non si era nemmeno resa conto di aver monopolizzato la situazioni, ma riteneva doveroso chiarire i suoi obiettivi prima di iniziare, per quel poco che sapeva del mondo giornalistico era convinta che nessuno si fidasse realmente dei giornalisti e probabilmente non avrebbero nemmeno avuto tutti i torti, spesso ci si ritrovava a leggere notizie che erano più frutto di fantasia che rappresentazione della realtà e con premesse simili lei per prima, a ruoli invertiti, non sarebbe stata incline ad aprirsi, dunque preferiva chiarire fin da subito che il suo scopo non era far notizia, ma semplicemente riportarla fedelmente in modo da fare informazione.
Magari in un contesto diverso tutto quel preambolo poteva essere notevolmente accorciato, ma si trovava pur sempre di fronte alla direttrice del giornale, così aveva preferito mettere in chiaro fin da subito come stavano le cose, in modo che anche la donna potesse valutare se Arya rispecchiasse il modello di giornalista che voleva nella sua redazione.
Aveva annuito col capo all’offerta di Caroline di bere qualcosa ed ora che finalmente aveva terminato il suo discorso si rese conto di non aver dato nessuna indicazione alla donna sulle sue preferenze, anche perchè in realtà non ne aveva


-Credo mi fiderò dei tuoi gusti, mi stupisca-

Ascoltava ora la risposta di Caroline, cercando di coglierne ogni particolare e riportando il tutto sul suo blocco “Cosa mi aspetto? Che esca finalmente la verità, che possa tornare a parlare con la gente senza dover ogni santa volta fare attenzione a ciò che dico. Mmm curiosa affermazione. Per quale motivo doveva prestare così tanta attenzione? Che Zoey avesse ragione quel giorno ad avere qualche dubbio sulle sue parole? E per quanto riguarda l’essere sotto esame… beh, lo sono stata per tutta la vita, posso dire di esserci abituata. E così si è sempre sentita sotto esame, quali sono questi esami? Mi scoccia un po’, ma almeno, stavolta, l’esame è bidirezionale: anch’io esaminerò te e dall’andamento di quest’intervista dipenderà il tuo futuro qui alla Gazzetta. Immagino te lo aspettassi. Cerca comunque di mantenere il controllo della situazione, che stia solo cercando di disincentivarmi dall’osare troppo o semplicemente non vuole sprecare occasioni?
Ad ogni affermazione della donna aveva fatto seguire qualche piccola annotazione, in modo da non tralasciare nulla ed avere un quadro più completo, inoltre le sarebbe stato difficile ricordarsi ogni pensiero o dubbio se non se lo fosse segnato nell’esatto istante in cui le domande le s formavano in testa.
Mentre terminava di prendere appunti sorrise a quell’ultima affermazione, sollevando leggermente lo sguardo per incrociare il volto della donna poco distante da lei.


-Diciamo che prendendomi carico di questo articolo sì avevo messo in preventivo anche quest’opzione- la sua espressione era divertita -Mi piacciono le sfide e spero di non deluderti-

Era dannatamente vero, se aveva modo di mettersi alla prova lo faceva ed indubbiamente uno dei suoi difetti era quello di non riuscire a non accettare le sfide, dalle più stupide e banali alle più complesse, tirarsi indietro non era nel suo modo di essere e non avrebbe iniziato ora, come non si sarebbe lasciata condizionare dall’essere sotto esame, non si sarebbe risparmiata nessuna domanda.
Ed ora era giunto il momento della seconda domanda, con cosa proseguire? Quale argomento le avrebbe permesso di mettere a proprio agio Caroline permettendole così di ottenere, ora e più avanti, il maggior numero di informazioni?
Senza contare che preferiva mantenere una continuità nel discorso, quindi avrebbe sempre cercato di collegare le domande alle risposte che le erano appena state fornite.


-Se non ricordo male, il giorno che ci siamo conosciute, hai detto di conoscere la preside Benett ed il ministro della magia, ma subito dopo hai provato ad insidiare in noi il dubbio sulla veridicità della tua affermazione. Ora, sapendo che sei stata preside di Hogwarts, proprio prima della Bennet, posso intuire che sì vi conoscete, come mai tanto mistero dietro questa vostra conoscenza? Quali erano i vostri rapporti prima che lasciassi Hogwarts? E come sono ora?-

Altra domanda che apparentemente poteva centrare poco o nulla col punto cruciale di quell’articolo, eppure era stata lei stessa ad affermare pochi minuti prima che ciò che desiderava era non essere più costretta a stare attenta a ciò che diceva quando parlava con la gente ed Arya non aveva potuto fare a meno di ripensare a quel giorno a Diagon Alley, che anche in quel caso stesse cercando di dire meno di quanto avrebbe realmente voluto? A che pro? In fondo si trovava di fronte due ragazzine che nemmeno la conoscevano, come mai tanta riservatezza?
Le domande continuavano ad affollarsi nella sua mente, ma doveva cercare di tenerle a freno e di condurre quell’intervista nel modo più fruttuoso possibile, un interrogatorio di certo non l’avrebbe portata a nulla, sarebbe arrivata al punto della questione procedendo con cautela e lasciando che fosse Caroline a parlare, così magari da non doverle porre domande che la mettessero a disagio.
Magari si era sbagliata e quell’ultima richiesta non le avrebbe fruttato nessuna informazione utile, ma nel dubbio era sempre meglio tentare.
 
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view post Posted on 6/12/2013, 01:36
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Non appena la ragazzina ebbe risposto affermativamente alla sua proposta di bere qualcosa, Caroline si mosse, avviandosi verso il mobile dove conservava le bevande. Stupirla? Beh, aveva scelto la persona sbagliata: avrebbe imparato presto che in realtà lei era fin troppo prevedibile. Anche se magari forse, se si fosse applicata un po’, qualcosa di diverso dal solito avrebbe potuto tirare fuori. E visto che erano dentro la redazione entrambe da tempo e di scaldarsi non avevano bisogno forse avrebbe potuto, per una volta, accantonare il suo amato the in favore di qualcosa di più fresco. Si chinò sul mobiletto, estraendo un vassoio su cui posò due bicchieri, una caraffa di succo di zucca ed una bottiglia di burrobirra. Lei avrebbe optato per il succo, che rimaneva comunque abbastanza perché anche Arya potesse servirsene. Oltre ad essere astemia, preferiva restare il più lucida possibile, quell’intervista non sarebbe stata facile.
-Ecco, serviti pure- la invitò, mettendole di fronte il vassoio e attendendo che la ragazzina accogliesse il suo invito -Ho pensato di optare per qualcosa di fresco, ma se non dovessero essere di tuo gradimento, si può sempre optare per altro, ho sempre del thé da qualche parte- Quindi aveva iniziato a parlare, rispondendo alle domande della ragazzina e osservandola prendere appunti concentrata e pensierosa. Chissà su cosa stava rimuginando… e quanto scriveva! Davvero stava dicendo tutte quelle cose? Non le era sembrato, ma evidentemente Arya aveva trovato nelle sue parole qualcosa di particolarmente interessante perché non sembrava intenzionata a smettere di scrivere. Sollevò le spalle: meglio per lei, l’articolo sarebbe stato più ricco ed interessante… era proprio curiosa di leggere cosa ne sarebbe uscito. Ricambiò il sorriso della ragazzina in seguito alla risposta che aveva dato: lo sperava anche lei.
-Sono certa che non lo farai… altrimenti vorrebbe dire che ho compiuto l’ennesimo errore di valutazione, il che sarebbe quantomeno avvilente.- Era stanca di farsi rimproverare, stanca di sbagliare, stanca di dover rendere conto agli altri delle sue decisioni. Ed ecco con che spirito aveva accettato quell’intervista: avrebbe detto la verità, tutta, finalmente e si sarebbe tolta quel peso. Ma per seguire quel proposito, doveva prima ascoltare ciò che la sua giornalista le chiedeva. La osservò riflettere, probabilmente alla ricerca della domanda successiva e non poté fare ameno di ricordare quando anche lei si era trovata al posto della ragazzina, ad intervistare il professor Welling e Camille. Si versò il succo di zucca su un bicchiere, quindi lo portò alle labbra, in tempo per sentire Arya riprendere a parlare. Mandò giù un lungo sorso di succo, ascoltando la domanda, in un certo senso ovvia che la ragazzina le aveva posto: quel giorno ad Hogsmeade aveva tentato di depistarla in ogni modo ed ora voleva sapere la verità. Sospirò: avrebbe dovuto aspettarselo. Mandò giù il succo, posando lentamente il bicchiere davanti a sé alla ricerca delle parole giuste da utilizzare per quella risposta.
-Non c’è un motivo particolare, volevo soltanto giocare un po’. Tu e Zoey non avevate collegato il mio nome a quello dell’ex Preside di Hogwarts ed io ero indecisa se dirvelo o meno. Alla fine ho deciso di no, per non mettervi troppo in soggezione, ma non ho resistito all’idea di darvi qualcosa su cui rimuginare.- Sorrise: le stava praticamente dicendo che aveva voluto giocare con loro, come una bambina piccola. Pazienza, era la verità. Probabilmente la giovane serpina si sarebbe un po’ offesa, ma aveva voluto risposte sincere e quelle aveva ottenuto, avrebbe dovuto abituarsi a molto peggio se voleva fare quel lavoro
-Per quanto riguarda Persefone, certo che la conosco, ci ho lavorato insieme per un anno ad Hogwarts, è stata la mia vice e le ho ceduto la carica di Preside spontaneamente. E conosco anche la Ministra che, se ti ricordi, insegna Pozioni ad Hogwarts da anni e la nostra collaborazione è stata molto più lunga rispetto a quella con Persefone. Sono stata misteriosa su questo punto, l’ultima volta perché non avevo voglia di rispondere a domande sull’argomento, volevo solo farmi un giro e rilassarmi un po’-
Chissà, forse la ragazzina non avrebbe compreso del tutto il suo punto di vista eppure era proprio così che stavano le cose:in quel momento aveva saputo che, rivelando la verità, le sarebbero inevitabilmente state rivolte troppe domande a cui, nel giorno dell’incontro con Arya e Zoey non aveva voglia di rispondere. Ma da quell’incontro erano passati mesi e lei aveva preso una decisione diversa e se si trovava lì era proprio per onorarla.
-I miei rapporti con Persefone sono sempre stati buoni, fin da quando ci siamo conosciute dopo la sua assunzione, ho sempre avuto una buona opinione di lei e la considero un’amica. Adesso non abbiamo molte occasioni di vederci o sentirci, ma per me resta sempre una persona cui sono affezionata e così Camille.- Vero, di Camille Arya non le aveva ancora chiesto nulla, ma quell’aggiunta le era parsa doverosa, specie per via dei rapporti che erano andati sempre più incrinandosi in quel periodo. Scosse la testa: più pensava a quella situazione, più si chiedeva come fosse stato possibile che un’amicizia come quella che la legava a Camille fosse potuta arrivare a quel punto, ma fino a quel momento non era riuscita a trovare una risposta. E di certo non l’avrebbe trovata nel corso di quell’intervista anzi, avrebbe dovuto restare concentrata. E fu quanto cercò di fare in attesa che miss Von Eis le porgesse una nuova domanda.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 9/12/2013, 16:31




Molto educatamente miss Dalton la invitò a servirsi, per l’occasione aveva scelto succo di zucca e burrobirra, senza troppi complimenti si riempì il bicchiere con la seconda, in effetti l’idea di qualcosa di fresco non era male, alla redazione gli elfi dovevano aver voglia di mare, all’esterno ormai la temperatura non era più delle più confortevoli, ma in quegli uffici si stava decisamente bene.

-Se dovesse abbattersi su di noi una bufera improvvisa le chiederò di preparare il te, ma fino a quel momento direi che questa va benissimo-

Alzò il bicchiere in direzione della sua interlocutrice sorridendo e poi se lo portò alla bocca sorseggiandone un po’ prima di dare il via alle danze.
Le prime due domande erano filate abbastanza lisce, Caroline sembrava in vena di rispondere senza troppi misteri, eppure qualcosa le diceva che oltre ciò c’era molto di più, ne era quasi sicura, ma non si sarebbe sbilanciata, non avrebbe insinuato nulla, ne tanto meno l’avrebbe accurata di non dire le cose come stavano, in fondo in quella situazione era lei a doversi dimostrare una brava giornalista, dunque doveva essere in grado di reperire il maggior numero di informazioni senza mettere a disagio l’altra persona e dire “Tu non me la racconti giusta” non era sicuramente il modo migliore.
Ascoltava con attenzione ogni parola e fedelmente la riportava sul suo blocco insieme a quelle piccole annotazione che ancora non aveva ben chiaro se le sarebbero servite o no, ma che per il momento continuava ad appuntare, fortunatamente il lavoro le fu reso più semplice da quelle piccole pause nel discorso che Caroline le concedeva, in realtà magari non gliele concedeva e le concedeva a se stessa, ma almeno aveva modo di scrivere tutto.
Non c’è un motivo particolare, volevo soltanto giocare un po’.Con ciò che so ora non sarei mai aspettata un’affermazione simile, Caroline Dalton, ex docente, ex preside ed ora direttrice della gazzetta, persona apparentemente inflessibile, voleva soltanto giocare un po’. Tu e Zoey non avevate collegato il mio nome a quello dell’ex Preside di Hogwarts ed io ero indecisa se dirvelo o meno. Alla fine ho deciso di no, per non mettervi troppo in soggezione, ma non ho resistito all’idea di darvi qualcosa su cui rimuginare. E se così stanno le cose vorrei sapere dove solitamente la nasconde tutta sta voglia di giocare.
Alzò lievemente lo sguardo posandolo su Caroline e ricambiando il suo sorriso, stava ammettendo di averla presa in giro, in circostanze diverse si sarebbe offesa, ma quel giorno nessuna delle tre sembrava particolarmente incline alla serietà, lei per prima non aveva fatto altro che giocare, dunque non c’era motivo per prendersela, ma la donna riprese il suo discorso, doveva restare più concentrata o si sarebbe persa qualcosa.
Per quanto riguarda Persefone, certo che la conosco, ci ho lavorato insieme per un anno ad Hogwarts, è stata la mia vice e le ho ceduto la carica di Preside spontaneamente. Dunque la Dalton cede alla Bennet la carica di preside ed ora la Bennet cede alla Dalton la direzione della gazzetta, decisamente simpatico e denota anche reciproca stima. E conosco anche la Ministra che, se ti ricordi, insegna Pozioni ad Hogwarts da anni e la nostra collaborazione è stata molto più lunga rispetto a quella con Persefone. Già...la professoressa Pompadur...e come scordarsela...penso che un brivido mi percorra la schiena ogni volta che la vedo...e faccio bene a farmi inquietare è il Ministro... Sono stata misteriosa su questo punto, l’ultima volta perché non avevo voglia di rispondere a domande sull’argomento, volevo solo farmi un giro e rilassarmi un po’. Ed ora? E’ più incline a rispondere?
In effetti, pensandoci le sembrava anche normale che in quelle circostanze non si fosse più di tanto sbilanciata, poteva fargliene una colpa? No di certo, ma ciò non le impediva ora di voler sapere di più, un po’ per dovere e un po’ per sua pura e semplice curiosità.
I miei rapporti con Persefone sono sempre stati buoni, fin da quando ci siamo conosciute dopo la sua assunzione, ho sempre avuto una buona opinione di lei e la considero un’amica. Sarei curiosa di sentire l’opinione della preside Bennet a riguardo, dopo tutto è lei che si è ritrovata la scuola sulle spalle dopo la sparizione di Caroline, eppure sembra siano ancora amiche, io mollata così i quella situazione me la sarei presa, cosa c’è sotto? Adesso non abbiamo molte occasioni di vederci o sentirci, ma per me resta sempre una persona cui sono affezionata e così Camille. Tre donne impegnate, certamente.
Aveva terminato la sua risposta ed ora molto probabilmente attendeva la nuova domanda, Arya aveva deciso di non interromperla, di non fare domande se non al momento opportuno e così si limitò semplicemente a finire di scrivere per poi passare all’argomento successivo.
Alzò lo sguardo, posò la penna e sorseggio ancora un po’ della bevanda nel bicchiere, mentre nel frattempo rifletteva su come proseguire, e mentre si preparava nuovamente a prendere appunti riferì la sua domanda


-Penso che la domanda che più preme ai nostri lettori sia che fine abbia fatto Caroline Dalton da quando ha lasciato Hogwarts, o meglio come mai in un momento così critico si è dileguata? Quali ragioni possono aver spinto la guida della scuola ad abbandonare tutto. Ma con calma, ci sarà tempo anche per questa, se gliela ponessi ora potrei ricevere tutte le spiegazioni senza però comprendere a pieno le motivazioni, dunque vorrei chiederle altro se non le dispiace.- fece una piccola pausa, più per l’enfasi che per altro e poi riprese -Per gli studenti Hogwarts diventa una seconda, a volte anche una prima, casa ed una volta finiti i sette anni ognuno intraprende la propria strada facendo tesoro di ciò che ha imparato, cosa ti ha spinto al termine dei tuoi studi a restare al castello? Immagino che da brava corvonero dovesse essere una studentessa dotata di ottima intelligenza, avrebbe dunque potuto intraprendere qualsiasi carriera, come mai proprio la docenza?- se voleva veramente capire le motivazioni della donna avrebbe dovuto per prima cosa capire che tipo di persona è e cosa la spinge a fare ciò che fa.
 
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view post Posted on 10/12/2013, 22:28
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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La ragazzina sembrò apprezzare le sue scelte riguardo le bevande: meglio così, almeno era la prova che tutti quei cambiamenti non l’avevano rincitrullita al punto da non saper fare più una valutazione semplice come quella. Le parole di Arya le strapparono un sorriso: riportandole alla mente l’unica altra persona che, al pari della ragazzina, aveva più volte, nel corso di una stessa conversazione, alternato il “lei” al “tu” finché non l’aveva costretta a fare una scelta. Chissà se lo stesso trucco sarebbe servito con Arya. Decise di provare:
-Senti, parliamoci chiaro. Prendi una decisione: o usi il “lei” o il “tu”. Vanno bene entrambi, è indifferente, ma deciditi, perché mi stai facendo venire il mal di mare.- . Che poi, a proposito di Trhesy, era un sacco di tempo che non aveva occasione di vederla, chissà come stava. Tornò quindi al presente, osservando la ragazzina servirsi, bere, riflettere e prendere appunti al moment opportuno. Si stupì di quanto fosse rapida nello scrivere, forse non aveva davvero bisogno di utilizzare l’Autoscribo. Ed era anche profondamente concentrata: doversi distrarre ogni volta per dettare appunti ad una penna, probabilmente le avrebbe fatto perdere qualcosa. Anche perché, si disse, o stava stenografando le sue risposte lettera per lettera, o ci stava anche aggiungendo del suo: nel secondo caso, non poteva negare di essere maledettamente curiosa di scoprire cosa passasse nel cervello di quella ragazzina.
E di certo, presto, avrebbe soddisfatto almeno in parte, quella curiosità: Arya aveva alzato la testa e sembrava riflettere. Chissà quale sarebbe stata la domanda successiva. Non fece in tempo a finire di formulare quel pensiero, che la serpina parlò, togliendole ogni dubbio… e pochi secondi dopo si ritrovò a desiderare che non l’avesse fatto: per quanto scontata e prevedibile, la prima parte della domanda era insidiosa e l’avrebbe costretta a rivangare tutti gli avvenimenti antecedenti alla Battaglia che aveva raso al suolo Hogwarts ed aveva richiesto come tributo la vita di quaranta studenti. Ovviamente, nel caso in cui avesse deciso di essere sincera.
Ma per fortuna, Arya aveva deciso di soprassedere per il momento, per concentrarsi su altro. E quell’altro fu una doccia ancora più fredda della precedente. Ma era evidente che la ragazzina non potesse saperlo. In quella redazione l’unico a conoscere la verità era Vincent. Lui e… . Non appena quel pensiero l’attraversò, seppe cosa fare. Si alzò, afferrando la bacchetta e muovendola per chiudere la porta con il classico “Colloportus” a cui si premurò di far seguire anche un Muffilato non verbale. Tornò quindi verso Arya, cambiando poi direzione all’ultimo momento e dirigendosi verso il punto in cui teneva l’archivio di tutte le vecchie edizioni della Gazzetta e degli articoli pubblicati. Erano tutti divisi a seconda dell’autore, e per sua fortuna lei ricordava alla perfezione l’autrice dell’articolo che le interessava. In silenzio, appellò la cartellina degli articoli di Brooke, quindi l’aprì. Ne scorse rapidamente uno su un fantomatico “mostro dagli occhi verdi” del quale non ricordava i aver mai letto neanche una parola, fino a trovare quello che le interessava. Tornò quindi verso Arya, mettendoglielo di fronte.

-Ecco, questo potrà, in parte, rispondere alla tua domanda. Devo però dirti che questa storia è, almeno in parte, un segreto. Qualcuno ne è a conoscenza ovviamente, e, come vedi, uscì anche sulla Gazzetta ai tempi in cui avvenne. Ma sono passati quattro anni e le persone tendono a dimenticare. La risposta alla tua domanda sta lì: semplicemente gli studi non li ho finiti. Al mio terzo anno ad Hogwarts volli aprire un libro della biblioteca, quella accessibile a tutti, con una formula inventata su due piedi e mi trovai catapultata in quello che poi scoprii essere il sogno di mia nipote, una nipote che non sapevo di avere, che all’epoca aveva appena un anno e che a me era apparsa, invece, come una bambina di dieci. Lei mi rivelò di essere la figlia di mia sorella, una sorella della quale, fino a quel momento, non avevo mai neanche sospettato l’esistenza e mi fece passare, per magia, dai tredici ai ventitre anni. Questo, quattro anni fa.- E lì ci voleva una pausa: per se stessa, prima di tutto, perché raccontare tutte quelle cose ad una perfetta estranea non era facile, ma anche per Arya che si trovava a doverle ascoltare per la prima volta e a doverle metabolizzare. Ma in fondo se l’era un po’ cercata, quelle domande aveva fatto e quelle risposte le toccavano. Ed era anche stata fortunata che avesse deciso di essere sincera.. mosse la bacchetta puntandola contro la bottiglia di burro birra ed eseguendo l’incantesimo “Rabbocco” non verbalmente, per poi versarsi ancora un po’ di burrobirra e sorbirne appena un sorso. Tacque, quindi, cercando il filo del discorso. Si prese appena qualche istante prima di riprendere:
-A seguito di quegli avvenimenti, mi recai dalla vicepreside dell’epoca, Milla Moonlight, che era anche l’insegnante di incantesimi.- Non poté trattenere un sospiro al pensiero della sorella: ricordarla, specie in associazione a quegli avvenimenti, faceva ancora dannatamente male, nonostante fossero ormai passati quattro anni. Strinse appena le labbra, tornando ad osservare la sua interlocutrice.
-Le raccontai di com’ero cresciuta, di come avessi scoperto di avere una sorella di cui ignoravo l’esistenza e chiesi il suo aiuto per ritrovarla. E fu nel riferirle i dettagli che mi aveva fornito in proposito mia madre che arrivammo alla verità: la persona che stavo cercando era lei. Fu per questo che, nonostante non avessi avuto la possibilità di completare gli studi, Milla mi chiese di restare ad Hogwarts come docente. Ed io accettai, impegnandomi a colmare quanto prima tutte le mie lacune. Sai, eravamo state separate per tredici anni e nessuna di noi due voleva perdere l’altra- E alla fine l’aveva persa lo stesso, non poté fare ameno di notare. Ma questo evitò di dirlo ad Arya, non era di sua sorella che le aveva chiesto.
-Spero di aver dato una risposta esauriente alla tua domanda. E soprattutto di non averti confusa troppo. Vuoi prenderti una pausa o procediamo con l’intervista?- Ed era davvero curiosa di vedere come avrebbe reagito la ragazzina: sarebbe riuscita a portare quell’intervista fino in fondo?
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 12/12/2013, 17:23




Non riuscì inizialmente a capire a cosa di riferisse, avevano già stabilito di darsi del “tu”, non le sembrava di essere venuta meno a quell’accordo, eppure riflettendo sulle sue parole si rese conto che quella maledettissima abitudine di utilizzare il “lei” era più difficile da accantonare di quanto pensasse, sorrise con aria colpevole chinando leggermente il capo

-Scusami, non è mia intenzione farti sentire in barca, è la forza dell’abitudine, ma prometto che mi ci metto d’impegno a darti esclusivamente del “tu”-

Al termine della sua ultima domanda accadde qualcosa che la lasciò perplessa, la sua interlocutrice, dopo un primo momento di immobilità e silenzio, si avvicinò alla porta sigillandola e successivamente la vide dirigersi verso un mobile, aprire una cartellina ed estrarne un foglio *Ma cosa...?*
Non ebbe il tempo di concludere il pensiero che il foglio le era stato posato davanti agli occhi, aveva tutto l’aspetto di un articolo di giornale, ma non riuscì a coglierne i contenuti perchè Caroline aveva ripreso a parlare, si limitò dunque a spostarlo leggermente più a destra ripromettendosi che l’avrebbe guardato appena ne avesse avuto il tempo e riprese a scrivere.
Ecco, questo potrà, in parte, rispondere alla tua domanda. “In seno al magico cilindro
Le sorprese che Hogwarts riserva” di Brooke Davis.
Devo però dirti che questa storia è, almeno in parte, un segreto. Qualcuno ne è a conoscenza ovviamente, e, come vedi, uscì anche sulla Gazzetta ai tempi in cui avvenne. Ma sono passati quattro anni e le persone tendono a dimenticare. E noi provvederemo a rinfrescare la memoria. La risposta alla tua domanda sta lì: semplicemente gli studi non li ho finiti. Come non li hai finiti? E la docenza?
Alzò istintivamente lo sguardo dal foglio, quell’affermazione l’aveva notevolmente colpita, com’era possibile che una docente di Hogwarts, una Preside di Hogwarts non avesse portato a termine gli studi? Osservava dunque la donna cercando di capire se ciò che le stesse dicendo fosse la verità o meno e nel frattempo continuava a scrivere per non perdersi nemmeno una virgola, probabilmente poi avrebbe fatto un po’ più fatica a leggere la sua stessa calligrafia, ma se la sarebbe cavata.
Al mio terzo anno ad Hogwarts volli aprire un libro della biblioteca, quella accessibile a tutti, con una formula inventata su due piedi e mi trovai catapultata in quello che poi scoprii essere il sogno di mia nipote, una nipote che non sapevo di avere, che all’epoca aveva appena un anno e che a me era apparsa, invece, come una bambina di dieci. Lei mi rivelò di essere la figlia di mia sorella, una sorella della quale, fino a quel momento, non avevo mai neanche sospettato l’esistenza e mi fece passare, per magia, dai tredici ai ventitre anni. Mi prendi in giro o sei seria? Questo, quattro anni fa. Quindi, adesso realmente avresti 17 anni, ma a causa dell’incantesimo ne hai 27...no, non mi tornano i conti, non te ne do più di 23, al massimo 24.
Quello era decisamente troppo, la presa sulla penna le scivolò creando così un segno nero che in seguito avrebbe visto come l’appunto del suo sgomento.
Il suo sguardo cadde nuovamente sull’articolo che poco prima le era stato consegnato, in effetti tutto ciò che stava dicendo era riportato anche lì, che avesse mentito due volte? E a che pro? E poi aveva detto di voler dire la verità no? Dunque...quella storia era vera, la donna che aveva di fronte in realtà sarebbe dovuta essere una ragazzina poco più grande di lei
*Assurdo...veramente assurdo* ci mise un attimo primo di riprendere il controllo dei suoi pensieri e delle sue azioni, per quanto quella storia la lasciasse...interdetta...dovevano proseguire e lei doveva dimostrarsi all’altezza della situazione, chi avrebbe mai affidato un incarico ad una ragazzina che si fosse fermata alla prima stranezza? Nessuno, quindi con la miglior faccia tosta che aveva si schiarì la voce e sorseggiò ancora un po’ di burrobirra

-E poi cosa accadde?-

Quella storia la stava decisamente incuriosendo, forse almeno quanto la stava lasciando sbalordita e perplessa, avrebbe avuto sicuramente molto su cui lavorare.
A seguito di quegli avvenimenti, mi recai dalla vicepreside dell’epoca, Milla Moonlight, che era anche l’insegnante di incantesimi.
Le raccontai di com’ero cresciuta, di come avessi scoperto di avere una sorella di cui ignoravo l’esistenza e chiesi il suo aiuto per ritrovarla. E fu nel riferirle i dettagli che mi aveva fornito in proposito mia madre che arrivammo alla verità: la persona che stavo cercando era lei.
Assurdo, non posso crederci. Fu per questo che, nonostante non avessi avuto la possibilità di completare gli studi, Milla mi chiese di restare ad Hogwarts come docente. Quindi senza nessun titolo...come diamine hai fatto?
Stava già per interromperla per domandarle come fosse riuscita ad insegnare a studenti con magari maggiori conoscenze delle sue, ma non ne ebbe il tempo
Ed io accettai, impegnandomi a colmare quanto prima tutte le mie lacune. Beh...i miei complimenti. Sai, eravamo state separate per tredici anni e nessuna di noi due voleva perdere l’altra. Sì, immagino...e ora nessuna delle due è più ad Hogwarts.
In fondo era da ammirare, era riuscita a fare tutto quello che aveva fatto senza nemmeno terminare gli studi, anzi, senne nemmeno essere arrivata a metà del percorso scolastico, non c’erano dubbi è una persona in gamba, eppure su tutto il resto i dubbi c’erano, l’età che non le tornava, la decisione di restare ad Hogwarts per star vicina alla sorella e poi? Poi che era successo? E la nipote? Che fine aveva fatto? E tutto questo poteva in qualche modo c’entrare con ciò che l’aveva portata ad abbandonare Hogwarts?
Di certo non poteva far quelle domande tutte insieme, se le sarebbe appuntate e con calma, una alla volta, avrebbe cercato di trovar loro risposta.
Doveva di certo avere un’espressione che lasciava trasparire tutti i suoi pensieri e le sue perplessità, data la domanda successiva “Vuoi prenderti una pausa o procediamo con l’intervista?”


-Io...no...no...procediamo pure- in realtà una pausa l’avrebbe presa volentieri, ma temeva di perdere la concentrazione ed il filo del discorso, così optò per il proseguire - Scusa, ma c’è una cosa che non capisco, anzi molte a dire la verità, ma c’è qualcosa che non mi torna, hai detto che 4 anni fa all’età di 13 anni un incantesimo ti fatto crescere di 10, quindi ti ha portata ad avere 23 anni, ora dunque a distanza di 4 anni dovresti averne 27, se posso, sinceramente non te ne darei più di 23, com’è possibile? Magari semplicemente li porti particolarmente bene e la mia domanda è stupidissima, ma perdona la curiosità di una ragazzina.- Non si era mai considerata un genio della matematica, eppure i conti non le tornavano, c’era qualcosa che non quadrava.
 
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view post Posted on 16/12/2013, 03:12
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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E di nuovo aveva raccontato la sua storia a qualcuno. Era ormai una specie di prassi raccontare la stessa solfa ad un pubblico più o meno ampio a cadenza regolare: l’aveva fatto con sua madre, con Milla, con Camille, con Vincent…. Stava cominciando a perdere il conto delle persone che sapevano. E grazie a quell’intervista, ora tutto sarebbe stato nuovamente svelato e la questione sarebbe tornata alla ribalta. Sospirò, passandosi uan mano tra i capelli: era stata davvero una buona idea? Parlare poteva, forse creare ancora più problemi. Eppure si sentiva così stanca, non aveva la minima voglia di riflettere, di pensare alle conseguenze, di dover cercare di novo scuse assurde che paradossalmente risultavano più verosimili e reali di quella che era stata la sua vera storia. Aveva deciso che sarebbe stata sincera con Arya e ne avrebbe accettato le conseguenze, purché non ci andassero di mezzo persone che non c’entravano come, ad esempio, Zahara. Questo avrebbe dovuto chiarirlo alla ragazzina, ma non era ancora il momento: magari non avrebbero parlato per niente di sua nipote, e lei non aveva fatto il suo nome fino a quel momento. E avrebbe continuato a non farlo, Zahara andava protetta. Osservò la ragazzina prendere appunti, assorta nei suoi pensieri e non poté non sorridere: chissà se anche a scuola era così. Di certo, se frequentava le lezioni con lo stesso impegno che metteva nella stesura di quell’articolo, le serpi potevano dormire sonni tranquilli: di certo avrebbe rappresentato una delle studentesse migliori del suo anno. Senza che quasi se ne accorgesse, mentre era persa in quelle riflessioni, l’indice della mano destra aveva preso a battere ritmicamente sul tavolo scandendo, in un certo senso, il tempo dei suoi stessi pensieri. Non le ci volle molto, tuttavia, per avvedersene e smettere: non voleva certo deconcentrare Arya. Anche perché, anche lei doveva lavorare e prima quell’intervista fosse finita, prima avrebbe potuto tornare a dedicarsi ai suoi doveri. E Arya avrebbe avuto più tempo per stendere l’aticolo. Solo una volta venne interrotta, da una domanda ovvia ee naturale, alla quale quasi non fece caso: avrebbe risposto in ogni caso, per cui si limitò a sorbire un sorso della sua bevanda per poi continuare a parlare. E alla fine, quando fu lei a cheidere alla ragazzina se aveva bisogno di una pausa, quasi si sarebbe aspettata una risposta affermativa. Invece Arya la sorprese, dimostrando una notevole caparbietà… e una notevole faccia tosta, oltre che un ottimo intuito. Sì, non c’era che dire, le serpi avevano fatto un ottimo acquisto con quella ragazzina e anche il suo giornale.
-Preparati, perché questa è un’altra cosa difficile da capire. Hai mai sentito parlare della battaglia che c’è stata ad Hogwarts mesi fa? Dell’evacuazione e di tutto il resto?- Assurdo, ora era lei a fare le domande… ma era più forte di lei, era una specie di deformazione professionale e difficilmente ne sarebbe guarita. Scosse la testa, non era il momento di perdersi in quelle riflessioni, doveva restare concentrata e raccontare ordinatamente la storia alla ragazzina
-Anche in questo caso, si è trattato di una specie di sogno ad occhi aperti. Mi trovavo nel mio ufficio, intenta a farmi gli affari miei e ad un certo punto tutto intorno a me è cambiato. Si è come creato il vuoto ed è rimasta soltanto una lunghissima scalinata bianca di cui era impossibile vedere la fine. Anche in quel caso, incontrai una ragazzina, una specie di… proiezione di me stessa a tredici anni o qualcosa del genere. Mi fece incontrare una persona, il nemico che ha in seguito attaccato il Mondo Magico uccidendo tutte quelle persone presentandomelo come un dio- Sospirò: ogni parola di quella storia gridava all’assurdo, se qualcuno le avesse propinato una storiella del genere l’avrebbe bollato sicuramente come pazzo… e invece la pazza che raccontava storie del genere era lei e si stava trovando a sperare che Arya fosse più indulgente di quanto lo sarebbe stata lei con chiunque altro. Lo avrebbe saputo presto
-So che sembra uno scherzo, ma ti assicuro che non ti sto mentendo. Questo essere, una volta che mi trovai dinnanzi a lui, mi rivelò, come se non l’avessi già saputo, che la magia che avevo subito quattro anni prima era una cosa contro natura e che lui avrebbe potuto rimettere le cose a posto. In cambio, io dovevo soltanto evacuare la scuola. Fu presto evidente, però, che in realtà, non mi era concessa scelta: non potevo scegliere di non annullare la magia e non potevo scegliere di non evacuare la scuola. Così accettai di farmi togliere i dieci anni in più e tornai ad avere diciassette anni.- Incredibile ma vero, la parte più assurda della faccenda l’aveva appena terminata, il resto della spiegazione sarebbe stato molto più semplice, quasi scontato. Meglio così, per lei e per Arya, che avrebbe dovuto lambiccarsi meno il cervello.
- Evidentemente, però la magia di questo essere si sta indebolendo, perché, da un po’ di tempo a questa parte, ho ricominciato a crescere, a ritmo di circa un anno al mese o poco meno. Attualmente ho intorno ai ventiquattro, venticinque anni non saprei dirtelo con esattezza neanche io. In ogni caso dovrei, teoricamente averne ventotto- Di quello era certa, era una delle poche certezze che quella storia le aveva lasciato. Ora, era di nuovo il caso di interrompersi, in modo da permettere all’intervistatrice di riordinare gli appunti e le idee e di elaborare le domande adeguate. In fondo, anche lei era sotto esame, una esame che , per il momento, ma questo non gliel’avrebbe ancora detto, stava passando con ottimi risultati.

Edited by Caroline Dalton - 16/12/2013, 13:16
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 3/1/2014, 19:09




Quell’intervista si stava rivelando meno noiosa di quanto si aspettasse, per un attimo, anzi, forse più di uno, si era anche domandata se Caroline non la stesse prendendo in giro per chissà quale motivo, eppure la donna non sembrava affatto aver voglia di scherzare sull’argomento.
La domanda le era uscita spontanea, accantonando l’intervista per soddisfare più una sua personale curiosità, ma ben presto si rese conto che anche quella risposta si sarebbe sommata al materiale del suo articolo, anzi, probabilmente ne sarebbe anche stata il punto centrale, sorrise riflettendo su come spesso tutte le cose siano collegate portando nuovamente l’attenzione sulle parole dell’intervistata che stava ora riprendendo il discorso.
Preparati, perché questa è un’altra cosa difficile da capire. Hai mai sentito parlare della battaglia che c’è stata ad Hogwarts mesi fa? Dell’evacuazione e di tutto il resto? Quella della tua sparizione, no non ne so molto...informarsi


-Vagamente, qualche voce, non sapevo ancora dell’esistenza della magia all’epoca-

Rispose senza troppa enfasi, sapeva che avrebbe dovuto colmare quella lacuna se voleva avere un quadro completa della situazione e l’avrebbe fatto, ma non voleva distrarre Caroline dal discorso, così non alzò nemmeno lo sguardo dal blocco degli appunti sperando che continuasse e così fu.
Anche in questo caso, si è trattato di una specie di sogno ad occhi aperti. Certo che è vero quando si dice che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo.
Alzò lievemente un sopracciglio ma anche in questo caso continuò a scrivere.
Mi trovavo nel mio ufficio, intenta a farmi gli affari miei e ad un certo punto tutto intorno a me è cambiato. Si è come creato il vuoto ed è rimasta soltanto una lunghissima scalinata bianca di cui era impossibile vedere la fine. Anche in quel caso, incontrai una ragazzina, una specie di… proiezione di me stessa a tredici anni o qualcosa del genere. Ma fai sul serio? Oh beh..dopo quello che hai detto prima non mi stupisco di nulla. Mi fece incontrare una persona, il nemico che ha in seguito attaccato il Mondo Magico uccidendo tutte quelle persone presentandomelo come un dio.
A quel punto nuovamente alzò il sopracciglio, ma questa volta posò anche la penna alzando lo sguardo vero Caroline che proprio in quel momento si stava concedendo una pausa.
Era vero che di cose strane ne aveva viste parecchie, ma quel giorno ne stava udendo di veramente bizzarre, non voleva sembrare scortese o mettere in dubbio le parole della donna, ma era pur sempre una ragazzina e a volte faticava a non esprimere ciò che pensava, se non a parole, almeno con i gesti.
Osservava la donna come a cercare un qualsiasi segno di presa in giro, ma nulla, niente che lasciasse intendere che quel racconto non fosse vero.
So che sembra uno scherzo, ma ti assicuro che non ti sto mentendo. Una volta non ci avrei creduto, ma non so quale sia il limite delle stranezze del mondo magico, quindi mi fido.
A quelle parole lo sguardo di Arya si addolcì, passando dal diffidente al comprensivo
*No, nessuno cercherebbe di spacciar per vera una storia simile col rischio di esser preso per pazzo se non fosse vera sul serio* le sorrise -Ti credo- e tornò a prendere appunti
Questo essere, una volta che mi trovai dinnanzi a lui, mi rivelò, come se non l’avessi già saputo, che la magia che avevo subito quattro anni prima era una cosa contro natura e che lui avrebbe potuto rimettere le cose a posto. Non mi pare abbia funzionato. In cambio, io dovevo soltanto evacuare la scuola. Tutto qui? Ti chiedeva solo questo in cambio? Cioè no, a che pro avvisarti dicendoti di evacuare la scuola se voleva attaccarla? Fu presto evidente, però, che in realtà, non mi era concessa scelta: non potevo scegliere di non annullare la magia e non potevo scegliere di non evacuare la scuola. Ovviamente, non facendolo avresti messo tutti a rischio, ma allora perchè è andata così male? Così accettai di farmi togliere i dieci anni in più e tornai ad avere diciassette anni. Ed effettivamente una preside diciassettenne sarebbe stata difficile da spiegare e probabilmente da accettare, ma perchè sparire? Perchè non raccontare la verità?
Evidentemente, però la magia di questo essere si sta indebolendo, perché, da un po’ di tempo a questa parte, ho ricominciato a crescere, a ritmo di circa un anno al mese o poco meno. Oddio...dev’essere scombussolante. Ma si spiega perchè non mi tornassero i conti. Idee sul perchè si stia affievolendo? Attualmente ho intorno ai ventiquattro, venticinque anni non saprei dirtelo con esattezza neanche io. In ogni caso dovrei, teoricamente averne ventotto.
Attese qualche istante prima di posare la penna e successivamente si accasciò sulla sedia come stremata, con lo sguardo rivolto verso il soffitto, pensando a tutto ciò che aveva appena appreso.


-So che è poco professionale, ma mi dispiace per tutto quello che ti è successo-

Anche quelle parole uscirono prima che il buon senso potesse metterci un freno, cercò dunque di recuperare evitando di lasciare troppi silenzi, una domanda, una domanda qualsiasi in modo da far passare in secondo piano quella sua affermazione.
Si rimise composta sulla sedia rileggendo velocemente gli appunti cercando qualche spunto, in realtà ce n’erano molti quindi non ci mise molto a formulare la domanda successiva.


-Ma perchè avvisarti dell’attacco? E se ne eri a conoscenza, perchè la scuola non era stata evacuata?- stava già riprendendo la penna in mano pronta a scrivere quando non riuscì a trattenere un’altra curiosità -E okey, eri tornata ad essere una ragazzina e non potevi di certo ricoprire il ruolo di preside, ma perchè sparire completamente lasciando credere a tutti che ti fossi defilata e che non te ne importasse nulla? Non era meglio restare e spiegare le cose come stavano?-

Decisamente quella era più di una domanda, forse si sarebbe dovuta limitare ad una cosa per volta, ma rischiava di non aver più occasione di porle, ad ogni risposta le si presentavano nuovi quesiti, non poteva quindi certamente accumularli e lasciarli senza risposta.
 
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view post Posted on 15/1/2014, 18:47
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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In condizioni differenti non ci avrebbe creduto neanche lei stesssa, ma lo stava davvero facendo. Si stava aprendo, confidando con una ragazzina che fino a poco prima era stata una perfetta sconosciuta, raccontandole cose che solo le persone a lei più vicine conoscevano. Cose per cui la sua stessa migliore amica non aveva esitato a darle della pazza. E se Camille all'inizio era stata scettica, poteva solo immaginare cos'avrebbe pensato la giovane serpina. Sospiirò. Eppure quella era la verità, né più né meno, l'aveva promesso. Anche se forse avrebbbe dovuto fare attenzione, da lì in avanti: sarebbe stato meglio che certe informazioni fossero rimaste un privilegio di pochi. In quella storia era coinvolta fin troppa gente e lei non poteva, in coscienza, assumersi un rischio così alto. Ma la prima cosa da appurare sarebbe stata se Arya le avesse creduto o meno. In effetti, da quel dettaglio apparentemente insignificante, sarebbe potuto dipendere l'intero articolo. Se la ragazzina non le avesse creduto il suo scritto avrebbe avuto un'impronta differente da quella che gli abrebbe dato un'altra persona che aveva vissuto la storia con lei e poteva confermarne la veridicità. Quindi non le restava che attendere e sperare. E il tempo in cui Arya rimase in silenzio le sembrò non finire mai. Ma la ragazzina non era rimasta totalmente in silenzio: pur senza esprimerlo a parole il suo corpo aveva comunicato sconcerto, perplessità, forse un pizzico di curiosità mista a dubbio. E poteva capirla, in fondo in quella storia non c'era niente di normale. Tuttavia la piccola serpe la sorprese, asserendo di crederle. Non sapeva se lo facesse unicamente per tenersi il posto appena ottenuto o perchè davvero credeva a ciò che aveva appena sentito, la cosa certa era che le credeva. Un sorriso riconoscente le sollevògli angoli della bocca, mentre tornava a parlare ed osservava la ragazzina riprendere a scrivere ad una velocità impressionante. E più le parlava di quella storia più si sentiva... Leggera. Come se d'improvviso si fosse liberata di un peso. Le ferite erano ancora tutte aperte e sarebbe occorso tempo solo perchè cominciassero a rimarginarsi.. Eppure una volta concluso il suo racconto, quel "mi dispiace" fu come un balsamo. E non le interessava neanche se Arya fosse sincera: l'importante era che a lei avesse fatto bene. Ma Arya fu rapida a riprendere il controllo della situazione facendola tornare al presente: non si stava confessando, stava sostenendo un'intervista, doveva ricordarselo. E lo ricordò anche troppo bene all'udire la domanda successiva: il momento che aveva temuto era infine arrivato: come avrebbe dovuto comportarsi? Quell'intervista era nata perchè voleva dire la verità, ma se avesse raccontato tutto probabilmente Camille avrebbe legalizzato le Maledizioni Senza Perdono solo per togliersi la soddisfazione di lanciarle un'Avada in mezzo agli occhi. E lei non aveva intenzione di morire, per cui doveva trovare un compromesso tra il bisogno di dire la verità e quello di sopravvivere. Rifletté per un po', quindi sollevò lo sguardo verso la ragazzina, cominciando a parlare
-Ti avverto, stavolta resterai un po'delusa: non tutte le tue domande potranno trovare una risposta. Alcune cose sono riservate ed è bene che restino tali. Questo nemico non è stato ancora totalmente debellato e non abbiamo la certezza dei canali a cui ha accesso- Si interruppe: più che una risposta era stata una riflessione ad alta voce ed aveva fatto danni
-Forse è meglio che eviti di inserire l'ultimo commento nell'articolo, genererebbe panico ed è l'ultima cosa che voglio. Parlando invece di cose che puoi e devi scrivere... Non so perchè quell'essere abbia voluto avvisarci dell'attacco, l'unica spiegazione che posso azzardare è che si credesse così superiore da poterci concedere un vantaggio. Le classiche manie di grandezza che portano sempre alla sconfitta. E lui non farà eccezione, questo te lo pro.etto. Vendicheremo tutti i ragazzi che hanno perso la vita. Per quanto riguarda le mie scelte personali... ti giro la domanda: come reagiresti se, nel giro di mezza giornata, Persefone si presentasse in Sala Grande con quindici anni di meno, annunciando che le sono stati tolti da un tizio di cui non conosce neanche il nome? E che dovete evacuare la svuola perchè lo stesso tizio intende attaccarla? Il panicp sarebbe ingestibile, credo che converrai.-
Rimase un istante in silenzio: Arya aveva bisogno di tempo per assimilare tutte quelle informazioni e farsene un'idea e lei doveva rifiatare un po'. Non si concesse però molto tempo: era meglio continuare finché era in vena
-Tra due mali si sceglie sempre il minore, Arya ed in quel caso era meglio che gli studenti pensassero che non me ne importasse nulla. So che già la notizia dell'evacuazione ha generato scompiglio e nonostante tutte le accortezze, quaranta ragazzi sono morti. Se mi fossi mostrata e avessi spiegato la reale situazione la conta dei danni si sarebbe triplicata-
E quella era la verità, quella verità che riguqrdava lei e lei soltanto. Ora doveva semplicemente sperare di non aver fatto pasticci.

Edited by Caroline Dalton - 24/6/2014, 15:19
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 19/1/2014, 14:17




Successivamente alla sua domanda ci furono degli interminabili attimi di silenzio, forse aveva osato troppo, forse si sarebbe dovuta accontentare di ciò che già le era stato detto, forse quella domanda fatta più per colmare la sua curiosità che per una vera e propria utilità al fine dell’articolo sarebbe dovuta restare appuntata sul suo blocco senza prendere forma, ma ormai era fatta...uscita dalle sue labbra con tutta la naturalezza che solo un bambino può avere, nella sua voce non c’era la volontà di aggredirla per le scelte fatte, di giudicarla, ma semplice curiosità.
Non sapeva cosa aspettarsi, più i secondi passavano più riusciva a notare una lieve incertezza negli occhi della sua interlocutrice, probabilmente non sapeva cosa rispondere, o forse non sapeva se rispondere.
Stava per aggiungere qualcosa, qualcosa del tipo “Non importa, andiamo avanti” ma in quell’esatto momento Caroline riprese la parola

Ti avverto, stavolta resterai un po' delusa: non tutte le tue domande potranno trovare una risposta. Non mi aspettavo nemmeno di riceve tutte quelle che ho avuto a dir la verità. Alcune cose sono riservate ed è bene che restino tali. Questo nemico non è stato ancora totalmente debellato e non abbiamo la certezza dei canali a cui ha accesso. Già...un articolo in bella vista sulla Gazzetta è una fonte facilmente reperibile.

Non aggiunse nulla, rimase concentrata sul foglio di carta, la donna aveva messo le mani avanti, dunque non le avrebbe detto tutto, ma avrebbe accettato qualsiasi informazione, poco era sempre meglio di nulla.

Forse è meglio che eviti di inserire l'ultimo commento nell'articolo, genererebbe panico ed è l'ultima cosa che voglio. Sarebbe giusto che tutti sapessero però, ma forse non ha tutti i torti.

Annuì semplicemente, non era sicura la stesse osservando, ma non era necessario darle conferma, in fondo allarmare l’intera comunità magica non era sulla sua agenda

Parlando invece di cose che puoi e devi scrivere... Cosa devo scrivere lo decido io. Non so perchè quell'essere abbia voluto avvisarci dell'attacco, l'unica spiegazione che posso azzardare è che si credesse così superiore da poterci concedere un vantaggio. E tutto sommato non c’aveva tutti i torti. Le classiche manie di grandezza che portano sempre alla sconfitta. Da entrambi i lati direi però. E lui non farà eccezione, questo te lo prometto. Vendicheremo tutti i ragazzi che hanno perso la vita. Sapete dunque già come agire o è solo una speranza?

Sorrise a quelle affermazioni, Caroline ne sembrava convinta e per quanto lei fosse scettica, non perchè dubitasse di chi dovesse proteggerli, ma semplicemente perchè in quella situazione sembrava non esserci nulla di prevedibile, non se la sentiva di esporre i suoi dubbi, a volte una persona che crede fermamente nel suo obiettivo anche se in svantaggio è cento volte più forte di chi ha già la vittoria a tavolino ma non ha motivazioni.

Per quanto riguarda le mie scelte personali... ti giro la domanda: come reagiresti se, nel giro di mezza giornata, Persefone si presentasse in Sala Grande con quindici anni di meno, annunciando che le sono stati tolti da un tizio di cui non conosce neanche il nome? E che dovete evacuare la scuola perchè lo stesso tizio intende attaccarla? Io non lo so, in generale credo si creerebbe il Caos. Il panico sarebbe ingestibile, credo che converrai. Ecco, infatti.

Posò la penna, sbavando l’ultima parola che stava scrivendo, in effetti non si era soffermata a pensare alle possibili conseguenze dell’una o dell’altra scelta, solo ora che le veniva posta quella domanda si ritrovò ad ammettere che, dopo tutto, forse quella era l’unica via percorribile, almeno all’inizio.


-Io...sì...credo che in effetti...sia stata la scelta più saggia-

Si prese qualche minuto per riflettere, osservava fuori dalla finestra dell’ufficio, quanto tempo era passato? Non stava tenendo il conto...Quanto avrebbe potuto rubargliene? Non lo sapeva, in ogni caso non avevano ancora finito, dovevano proseguire.
Per qualche istante le balenò per la mente l’idea di insistere sull’argomento, ma cosa avrebbe ottenuto? Nulla probabilmente, proseguire su quella linea avrebbe significato solo indisporre l’interlocutrice rischiando una brusca interruzione.
Sorrise alla donna, la domanda che stava per porle poteva da un certo punto di vista ritenersi più semplice, nulla di specifico, qualcosa di generale, sempre che vi fosse una risposta.


-E adesso? Cosa pensi di fare?-
 
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17 replies since 27/11/2013, 15:53   166 views
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