| Non riuscì inizialmente a capire a cosa di riferisse, avevano già stabilito di darsi del “tu”, non le sembrava di essere venuta meno a quell’accordo, eppure riflettendo sulle sue parole si rese conto che quella maledettissima abitudine di utilizzare il “lei” era più difficile da accantonare di quanto pensasse, sorrise con aria colpevole chinando leggermente il capo
-Scusami, non è mia intenzione farti sentire in barca, è la forza dell’abitudine, ma prometto che mi ci metto d’impegno a darti esclusivamente del “tu”-
Al termine della sua ultima domanda accadde qualcosa che la lasciò perplessa, la sua interlocutrice, dopo un primo momento di immobilità e silenzio, si avvicinò alla porta sigillandola e successivamente la vide dirigersi verso un mobile, aprire una cartellina ed estrarne un foglio *Ma cosa...?* Non ebbe il tempo di concludere il pensiero che il foglio le era stato posato davanti agli occhi, aveva tutto l’aspetto di un articolo di giornale, ma non riuscì a coglierne i contenuti perchè Caroline aveva ripreso a parlare, si limitò dunque a spostarlo leggermente più a destra ripromettendosi che l’avrebbe guardato appena ne avesse avuto il tempo e riprese a scrivere. “Ecco, questo potrà, in parte, rispondere alla tua domanda. “In seno al magico cilindro Le sorprese che Hogwarts riserva” di Brooke Davis. Devo però dirti che questa storia è, almeno in parte, un segreto. Qualcuno ne è a conoscenza ovviamente, e, come vedi, uscì anche sulla Gazzetta ai tempi in cui avvenne. Ma sono passati quattro anni e le persone tendono a dimenticare. E noi provvederemo a rinfrescare la memoria. La risposta alla tua domanda sta lì: semplicemente gli studi non li ho finiti. Come non li hai finiti? E la docenza?” Alzò istintivamente lo sguardo dal foglio, quell’affermazione l’aveva notevolmente colpita, com’era possibile che una docente di Hogwarts, una Preside di Hogwarts non avesse portato a termine gli studi? Osservava dunque la donna cercando di capire se ciò che le stesse dicendo fosse la verità o meno e nel frattempo continuava a scrivere per non perdersi nemmeno una virgola, probabilmente poi avrebbe fatto un po’ più fatica a leggere la sua stessa calligrafia, ma se la sarebbe cavata. “Al mio terzo anno ad Hogwarts volli aprire un libro della biblioteca, quella accessibile a tutti, con una formula inventata su due piedi e mi trovai catapultata in quello che poi scoprii essere il sogno di mia nipote, una nipote che non sapevo di avere, che all’epoca aveva appena un anno e che a me era apparsa, invece, come una bambina di dieci. Lei mi rivelò di essere la figlia di mia sorella, una sorella della quale, fino a quel momento, non avevo mai neanche sospettato l’esistenza e mi fece passare, per magia, dai tredici ai ventitre anni. Mi prendi in giro o sei seria? Questo, quattro anni fa. Quindi, adesso realmente avresti 17 anni, ma a causa dell’incantesimo ne hai 27...no, non mi tornano i conti, non te ne do più di 23, al massimo 24.” Quello era decisamente troppo, la presa sulla penna le scivolò creando così un segno nero che in seguito avrebbe visto come l’appunto del suo sgomento. Il suo sguardo cadde nuovamente sull’articolo che poco prima le era stato consegnato, in effetti tutto ciò che stava dicendo era riportato anche lì, che avesse mentito due volte? E a che pro? E poi aveva detto di voler dire la verità no? Dunque...quella storia era vera, la donna che aveva di fronte in realtà sarebbe dovuta essere una ragazzina poco più grande di lei *Assurdo...veramente assurdo* ci mise un attimo primo di riprendere il controllo dei suoi pensieri e delle sue azioni, per quanto quella storia la lasciasse...interdetta...dovevano proseguire e lei doveva dimostrarsi all’altezza della situazione, chi avrebbe mai affidato un incarico ad una ragazzina che si fosse fermata alla prima stranezza? Nessuno, quindi con la miglior faccia tosta che aveva si schiarì la voce e sorseggiò ancora un po’ di burrobirra
-E poi cosa accadde?-
Quella storia la stava decisamente incuriosendo, forse almeno quanto la stava lasciando sbalordita e perplessa, avrebbe avuto sicuramente molto su cui lavorare. “A seguito di quegli avvenimenti, mi recai dalla vicepreside dell’epoca, Milla Moonlight, che era anche l’insegnante di incantesimi. Le raccontai di com’ero cresciuta, di come avessi scoperto di avere una sorella di cui ignoravo l’esistenza e chiesi il suo aiuto per ritrovarla. E fu nel riferirle i dettagli che mi aveva fornito in proposito mia madre che arrivammo alla verità: la persona che stavo cercando era lei. Assurdo, non posso crederci. Fu per questo che, nonostante non avessi avuto la possibilità di completare gli studi, Milla mi chiese di restare ad Hogwarts come docente. Quindi senza nessun titolo...come diamine hai fatto?” Stava già per interromperla per domandarle come fosse riuscita ad insegnare a studenti con magari maggiori conoscenze delle sue, ma non ne ebbe il tempo “Ed io accettai, impegnandomi a colmare quanto prima tutte le mie lacune. Beh...i miei complimenti. Sai, eravamo state separate per tredici anni e nessuna di noi due voleva perdere l’altra. Sì, immagino...e ora nessuna delle due è più ad Hogwarts.” In fondo era da ammirare, era riuscita a fare tutto quello che aveva fatto senza nemmeno terminare gli studi, anzi, senne nemmeno essere arrivata a metà del percorso scolastico, non c’erano dubbi è una persona in gamba, eppure su tutto il resto i dubbi c’erano, l’età che non le tornava, la decisione di restare ad Hogwarts per star vicina alla sorella e poi? Poi che era successo? E la nipote? Che fine aveva fatto? E tutto questo poteva in qualche modo c’entrare con ciò che l’aveva portata ad abbandonare Hogwarts? Di certo non poteva far quelle domande tutte insieme, se le sarebbe appuntate e con calma, una alla volta, avrebbe cercato di trovar loro risposta. Doveva di certo avere un’espressione che lasciava trasparire tutti i suoi pensieri e le sue perplessità, data la domanda successiva “Vuoi prenderti una pausa o procediamo con l’intervista?”
-Io...no...no...procediamo pure- in realtà una pausa l’avrebbe presa volentieri, ma temeva di perdere la concentrazione ed il filo del discorso, così optò per il proseguire - Scusa, ma c’è una cosa che non capisco, anzi molte a dire la verità, ma c’è qualcosa che non mi torna, hai detto che 4 anni fa all’età di 13 anni un incantesimo ti fatto crescere di 10, quindi ti ha portata ad avere 23 anni, ora dunque a distanza di 4 anni dovresti averne 27, se posso, sinceramente non te ne darei più di 23, com’è possibile? Magari semplicemente li porti particolarmente bene e la mia domanda è stupidissima, ma perdona la curiosità di una ragazzina.- Non si era mai considerata un genio della matematica, eppure i conti non le tornavano, c’era qualcosa che non quadrava.
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