Questa è la foto del mio Ettore, mio fino a quando non ha scelto la libertà.
Il 1984 fu l'anno che da Genova centro andai ad abitare a Pieve L. Allora avevo il bel cinerino che vedete nella foto,
A Genova stava liberamente sul suo trespolo in cucina e viveva rosicchiando gli angoli delle porte , le sedie e tutto quello che capitava
sotto il suo solido becco, talvolta privilegiava beccare anche le mie dita, ma era dolcissimo. Quando tornavamo a casa saliva subito sulla nostra spalla ed emetteva uno schiocco che ho sempre voluto interpretare come un bacio.
Stava piano piano imparando a parlare e diceva bene il suo nome arrotondando la erre e facendoci molto felici.
Poi il trasloco, finalmente la tanto sospirata casa con giardino.
Lui era giovane, amato e ben nutrito ( un giorno stavo acquistando i suoi semi di girasole quando una signora mi chiese " semi di girasole? Lei come li cucina?) Erano gli inizi, forse, della moda del macrobiotico, chissà.
Comunque mangiava pane, biscotti, frutta, insomma non gli mancava nulla ma ...
Un giorno mentre ero in giardino con lui posizionato sulla spalla dispiegò le ali e volò via. Lo chiamai ma nello stesso tempo provai
una strana gioia come se finalmente gli avessi dato proprio l'unica cosa che gli mancava la libertà.
Per giorni lo cercammo ovunque sempre chiamandolo, chiedendo a tutti di poter entrare nei loro giardini per cercare il nostro Ettore,
ma non lo trovammo più.
Allora piansi molto ma sempre augurandogli tutto il bene possibile e una lunga e felice vita
!