| Roxane abbassò lo sguardo sulla bimba, deviandolo dall’uomo, quando si sentì stritolare la mano. Zahara fissava con tanto d’occhi e bocca schiusa in una “ o” d’ammirazione il drago che si agitava, quasi volesse ribellarsi alle catene. La rossa si chinò appena sulle ginocchia, prendendo la bambina sotto le braccia e sollevandola, portandosela contro il fianco. Le baciò la guancia, mentre si rendeva conto che iniziava ad essere pesante. Cielo, cresceva a vista d’occhio. Forse avrebbe potuto bloccarla e tenerla bambina per sempre, in modo da potersela spupazzare a proprio piacimento… No, ovviamente. Ma sapere che la sua piccoletta stava diventando una signorinella, era un dolce e malinconico struggimento. Aveva ormai perso la morbide pinguedine infantile, facendo più fini e delicati i tratti da bambola, così simili a quelli della zia, nei sui capelli ora affondava le mani, abbracciandole il collo e tenendo lo sguardo fisso sul drago e le sue ali. Quasi non sbatteva le palpebre, mentre lo spostamento d’aria provocato dalle membrane alari sembrava riempire lo spazio intero che circondava la gabbia e gli spettatori. Anche Roxane portò lo sguardo sul drago, mentre questo si sollevava dal terreno e ruggiva. Sembrava che in quel grido profondo e roboante ci fosse tutta la rabbia e lo sdegno per essere rinchiuso a beneficio di qualche spettatore. Quando la donna vide la prima fiammata, si spostò appena indietro, in un gesto protettivo del tuo naturale ed istintivo. Fu allora che urtò qualcuno e si volse, trovandosi contro l’uomo alto e biondo di poco. Dovette reclinare il capo per scorgerlo in viso, vicini com'erano. Sbattè le lunghe ciglia, sorridendo appena con cortese fare
Mi perdoni, non l’avevo vista.
Si scusò spostandosi di mezzo passo, mentre Zahara non sembrava essersi accorta di nulla, gli occhi fissi sul drago, senza mostrare nemmeno un briciolo di timore.
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