Julie Richard |
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| Erano passate poche settimane da quando la scuola era ricominciata, ma in Inghilterra si sentiva già l'inverno. Delle grossi nubi sostavano su Hogwarts, mentre la pioggia cadeva incessantemente ad un ritmo regolare. Quella sera gli studenti sembravano non aver voglia di girare per il castello e dopo la cena in Sala Grande la maggior parte di essi erano tornati tutti nella propria Sala Comune, svuotando i corridoi della particolare bria e felicità che si avvertiva solitamente all'inizio di un nuovo anno scolastico. Erano tempi duri per il mondo magico, aveva sentito dire al Paiolo Magico pochi giorni prima e nello stesso attimo in cui aveva udito quelle parole, il suo corpo si era irrigidito. Il coprifuoco era ancora lontano, nonostante sembrasse già scattato, così Julie aveva approfittato di quella calma apparente per fare quattro passi. I segni scavati sotto gli occhi facevano percepire che le notti che aveva passato non erano state tranquille, ma tormentate da fantasmi del passato, mentre gli occhi color azzurrite erano abituati a quella perenne senso di inquietudine che aveva percepito fin dal suo ritorno a scuola. Eppure non aveva alcun motivo per cui preoccuparsi, in quel momento. Le lezioni proseguivano secondo il suo ritmo, stava cercando di contribuire per la sua casata e cercava di svolgere la solita vita di una diciasettenne. Dei passi scanditi di udirono tra le scale che portavano al Terzo Piano. Un corpo gracile a vedersi e una cascata di capelli color rame potevano distinguersi al buio del piano, che per lei era deserto. Julie agitò la bacchetta, castando un semplice Lumus, in modo da illuminare quantomeno i passi davanti a lei. Avanzò a quella debole, quasi inutile, luce, fino a sedersi con le spalle al muro freddo, poggiando la bacchetta tra le ginocchia per illuminare le pagine del libro che si era portata dietro. Silenziosa, quasi un soprammobile in quel piano. Perché non era andata in Sala Comune? Il trambusto dei primini le dava noia, non aveva nessuno con chi scambiare due chiacchiere ed era troppo stanca per portarsi avanti con le lezioni. Julie poggiò una mano sul collo, ricoperto da una grande sciarpa di lana colorata, per riscaldarsi le mani gelate. Alzò appena la testa versa la finestra, per osservare il cielo cupo, mentre si passava una mano tra i capelli biondi, tormentata da chissà quale pensiero o dubbio. Faceva parte di lei, quel modo di fare.
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