αέρας, Privata ~

« Older   Newer »
  Share  
Julie Richard
view post Posted on 25/7/2013, 15:50





Erano passate poche settimane da quando la scuola era ricominciata, ma in Inghilterra si sentiva già l'inverno. Delle grossi nubi sostavano su Hogwarts, mentre la pioggia cadeva incessantemente ad un ritmo regolare. Quella sera gli studenti sembravano non aver voglia di girare per il castello e dopo la cena in Sala Grande la maggior parte di essi erano tornati tutti nella propria Sala Comune, svuotando i corridoi della particolare bria e felicità che si avvertiva solitamente all'inizio di un nuovo anno scolastico. Erano tempi duri per il mondo magico, aveva sentito dire al Paiolo Magico pochi giorni prima e nello stesso attimo in cui aveva udito quelle parole, il suo corpo si era irrigidito.
Il coprifuoco era ancora lontano, nonostante sembrasse già scattato, così Julie aveva approfittato di quella calma apparente per fare quattro passi. I segni scavati sotto gli occhi facevano percepire che le notti che aveva passato non erano state tranquille, ma tormentate da fantasmi del passato, mentre gli occhi color azzurrite erano abituati a quella perenne senso di inquietudine che aveva percepito fin dal suo ritorno a scuola.
Eppure non aveva alcun motivo per cui preoccuparsi, in quel momento. Le lezioni proseguivano secondo il suo ritmo, stava cercando di contribuire per la sua casata e cercava di svolgere la solita vita di una diciasettenne.
Dei passi scanditi di udirono tra le scale che portavano al Terzo Piano. Un corpo gracile a vedersi e una cascata di capelli color rame potevano distinguersi al buio del piano, che per lei era deserto. Julie agitò la bacchetta, castando un semplice Lumus, in modo da illuminare quantomeno i passi davanti a lei. Avanzò a quella debole, quasi inutile, luce, fino a sedersi con le spalle al muro freddo, poggiando la bacchetta tra le ginocchia per illuminare le pagine del libro che si era portata dietro. Silenziosa, quasi un soprammobile in quel piano. Perché non era andata in Sala Comune? Il trambusto dei primini le dava noia, non aveva nessuno con chi scambiare due chiacchiere ed era troppo stanca per portarsi avanti con le lezioni. Julie poggiò una mano sul collo, ricoperto da una grande sciarpa di lana colorata, per riscaldarsi le mani gelate. Alzò appena la testa versa la finestra, per osservare il cielo cupo, mentre si passava una mano tra i capelli biondi, tormentata da chissà quale pensiero o dubbio. Faceva parte di lei, quel modo di fare.



 
Top
view post Posted on 26/7/2013, 17:59
Avatar

Group:
Docente Admin
Posts:
6,320
Location:
Rome

Status:




Odiava tante cose. In particolar modo,odiava i momenti vuoti. Odiava quei piccoli momenti di una giornata affollata di impegni in cui non doveva fare niente, se non grattarsi la pancia.

*E mo che faccio?*

Domandò a se stesso il caparbio Corvonero dai capelli castani e poco curati che si trovava nella Sala comune,nei pressi di una vetrata che si affacciava sul giardino.
Quel giorno era un giorno come tutti gli altri. Pioveva;c’erano i tipici studentelli di primo anno che si malmenavano sotto la statua di Priscilla Corvonero e c’erano i soliti ignorantelli della sua casata che non sapevano risolvere il quesito per entrare dentro la Sala comune.
Non appena uscì dalla sala , per andare dove il cuore gli diceva, se li trovò lì,tutti a terra,che lo fissavano nella speranza che lui gli desse il suo benestare per entrare.

-Cari ragazzi. Finché non risponderete al quesito rimarrete fuori. E’ la giusta punizione per diventare ottimi Corvonero.-

Disse sorridendo, richiudendo alle sue spalle l’ingresso per i dormitori davanti ai ragazzini stanchi e pensierosi.
Lo faceva per il loro bene e nulla più. Lo faceva perché quei ragazzi dovevano diventare,in un futuro molto prossimo, i suoi sostituti e quindi dovevano saper pensare al meglio.
Scendendo verso la Sala Grande,senza alcun rimpianto per quei poveri bambini, arrivò al terzo piano dove notò una ragazza dai capelli biondo luminoso leggere un libro a parer suo interessante.
Sorridendo si avviò a lei senza farsi troppi problemi;quello poteva essere il suo modo per riempire il momento vuoto,quella conoscenza in grado di farlo ricominciare ad avere delle “relazioni umane”.

-Che cosa leggi?-

Domandò alla ragazza sperando di non farla caracollare al suolo dalla paura.
Ben presto avrebbe fatto una nuova conoscenza interessante all’interno del castello e sperava che lei fosse simpatica e disponibile e non una arrogante ragazza del tipo “so tutto io”.


Edited by Daddy E. Toobl - 29/7/2013, 19:10
 
Top
Julie Richard
view post Posted on 29/7/2013, 11:38





Seduta quasi nell'ombra, Julie pensò a quanti pochi amici avesse all'interno del castello. Si potevano contare sulle dita di una mano, le persone con cui aveva un rapporto umano: Mary, Josh, Nicola. Non spiccava di certo per vita sociale lì a scuola, piuttosto era conosciura per meriti scolastici.
La sua lettura silenziosa fu interrotta da una voce maschile rauca, sconosciuta. Sobbalzò appena, stringendo le pagine del libro tra le dita. Non aveva sentito alcun passo e lanciando un'occhiata accanto a lei, doveva riferirsi proprio alla ragazza, poichè c'era solo lei lì in quel momento. Chi era? Alzò lo sguardo, puntando gli occhi azzurri sulla figura di un ragazzo, ad occhio più grande di lei, che però non aveva mai visto. Non si interessava più di tanto a conoscere nuova gente, forse perchè sfrecciava tra un corridoio all'altro senza fermarsi mai e in quel momento, avrebbe preferito rimanere immersa nella lettura di quel libro che tanto la faceva appassionare. Fece riferimento a tutta la sua memoria, ma non collegava quel volto maturo a nessun nome.
Sul volto le spuntò un piccolo sorriso, forse di circostanza o forse no, mentre passava lo sguardo sulla copertina del libro: I racconti di Oscar Wilde. Un libro babbano, sconosciuto ai maghi, che preferivano informarsi su piante magiche o cose del genere.

"Oscar Wilde. Lo conosci?"
La voce roca, a tratti melodiosa, informava il ragazzo del pizzico di curiosità che aveva. Probabilmente quel nome alle sue orecchie non ricordava nulla, eppure era un autore inglese che l'appassionava a tal punto da divorarsi libri su libri. I volti rosei erano illuminati dalla luce fioca, mentre notava che il viso del ragazzo non le era nuovo. Forse ricordava il leggero strato di barba o gli occhi scuri.. Julie passò una mano tra i capelli biondi, mordendosi leggermente il labbro inferiore, mentre un tuono lontano si abbatteva su Hogwarts, facendole spostare lo sguardo sulla finestra.



 
Top
view post Posted on 29/7/2013, 18:09
Avatar

Group:
Docente Admin
Posts:
6,320
Location:
Rome

Status:




Oscar Wilde era uno di quei tanti autori che aveva sentito nel suo caro mondo babbano,ma di cui non aveva mai letto niente,nemmeno una parola.
Sapeva che era uno scrittore famoso,uno di quelli che aveva scritto dei “grandi classici”,ma la sua superficialità lo aveva portato spesso a lasciare stare una buona lettura per qualcosa di più attinente alla sua età.
Era da diversi anni che non sentiva più nominare quel famoso nome in giro,segno che la sua vita babbana giorno dopo giorno stava sparendo per far spazio a quella più interessante magica, e forse fu proprio per quel motivo che la lettura della ragazza lo incuriosì maggiormente.
Che cosa c’era scritto su quel libro?Che cosa aveva scribacchiato Oscar Wilde per lasciare una ragazza ferma in quel punto deserto del castello?
Più pensava a cosa avesse scritto Wilde e più quel libro lo attirava. Non c’erano più libri magici che tenevano in quel momento,non c’erano più libri magici che mordevano altri libri magici o libri da cui uscivano personaggi famosi ad interessargli, gli interessava solo e unicamente il libro di quel particolare autore britannico.

-Si,lo conosco. Ma non l’ho mai letto. Di che parla questo libro?-

Domandò curioso mentre provava a leggere alcuni periodi di quella articolata lettura.
Forse era stata la distanza da quel libro,forse era stata quella mano tra i capelli e quel mozzico sul labbro a fargli perdere la concentrazione,ma non riuscì a leggere nulla di quello che vi era all’interno del libro.

*Beata ignoranza*

Pensò tra se e se,mentre un fulmine si abbatte molto lontano da Hogwarts.Forse in quel luogo stava arrivando il suo momento preferito per leggere,quando pioveva e si trovava al caldo.
Distogliendo lo sguardo dalla vetrata,il giovane,iniziò a pensare che in quel momento forse si trovava nella stessa situazione psicologica dei giovani primini fuori al dormitorio Corvonero, Ignorante e confuso, e la cosa non è che gli andasse poi troppo a genio.


 
Top
Julie Richard
view post Posted on 30/7/2013, 16:17





Nonostante si aspettasse che il nome dell'autore britannico risuonasse sconosciuto, il ragazzo lo sorprese. Lo conosceva, anche se non aveva mai letto qualcosa di Wilde.
Lei lo aveva conosciuto da bambina, all'interno della libreria del padre e aveva scoperto che era mordo nel 1900 nella città in cui lei era nata e cresciuta. La città dell'amore, chiamata dai babbani. Per lei era solo una fredda e grigia città, anche se era stata la madre della sua cultura. Poteva vantare anche delle piccole conoscenze in pittura, ma senza dubbio amava la letteratura. Era l'unica cosa che il mondo magico non le aveva sottratto.
Guardò il titolo del libro messo in bella mostra e sorrise, uno di quei sorrisi senza alcuna traccia di cattiveria. Raro.

"Il ritratto di Dorian Gray"
Precisò cosa stesse leggendo, guardandolo negli occhi che sembravano pozzi scuri in cui perdersi. Poco dopo abbassò gli occhi, notando che aveva perso fin troppo tempo a guardarlo. Scostò una ciocca bionda, giocandoci con le dita, quasi senza rendersi conto.
"Il libro parla di Dorian, un giovane affascinante, che è la fonte di ispirazione di un pittore. Lui desidera che il suo volto sia sempre giovane, come nel ritratto che gli è stato fatto, a costo di perdere la sua anima. Ed è proprio questo che alla fine lo fa morire."
Julie si rese conto di quanto avesse annoiato il giovane, così abbozzò un sorriso quasi per scusarsi, nella sua direzione.
Parlare di Wilde non era nei suoi progetti, non lo era nei progetti di nessuno.

"Non credo che sia proprio il massimo parlare di Wilde"
Aggiunse, facendo una breve risata. Per come era fatta lei, avrebbe odiato parlare con qualcuno che la faceva sentire.. ignorante. Non si sarebbe sorpresa se il ragazzo se ne fosse andato. E d'altronde, chi era lei per impedirlo? Era lei stessa a preferire la solitudine alla compagnia. Non aveva portato nulla di buono conoscere alcune persone, ma in quel momento era incuriosita dal giovane che le stava davanti.



 
Top
view post Posted on 1/8/2013, 21:38
Avatar

Group:
Docente Admin
Posts:
6,320
Location:
Rome

Status:




“ La vita è terribile. Essa ci domina; non siamo noi a dominarla”

Questo è uno dei tanti aforismi che Oscar Wilde scrisse nella sua brillante carriera e che mai giunse alle orecchie di Daddy che, semmai l’avesse conosciuto, sicuramente avrebbe riportato alla ragazza giusto per fare il figo.
Quello che dice Oscar Wilde in quell’aforismo non può che essere vero. La vita ci domina ed è lei che decide cosa succederà a noi in un futuro con delle variabili impercettibili di cui nemmeno noi siamo a conoscenza.
Quel giorno la vita, con dei impercettibili movimenti ,aveva portato Daddy lì al cospetto di Julie, e ora con lei poteva conoscere meglio Oscar Wilde e il suo stile.

-Macabro..-

Sentenziò Daddy,il quale si era fatto tutti castelli in aria su quanto potesse risultare interessante Oscar Wilde. Come si poteva scrivere un libro su un personaggio che era disposto a vendere l’anima per rimanere giovane? Come si può solo pensare di vender l’anima?
Il prefetto al sol pensiero rabbrividì. Poteva succedergli di tutto,ma mai avrebbe osato vendere la sua integrità morale;lui era uno tutto d'un pezzo.
Senza pensar oltre al personaggio di Wilde- che si lo affascinava,ma di cui il pensiero assolutamente non contraccambiava- disse

-C’è ,fammi capire,tu sai già il finale di questo libro?Lo hai già letto? Pensa che io se leggo un libro poi non lo rileggo più. Preferisco metterlo nella libreria e proseguire con un'altra storia..Guardo in avanti diciamo.-

Sorridendo alla giovane,senza neanche accorgersene, si sedette vicino a lei .Finalmente ora poteva veder meglio i suoi capelli biondi ,il suo volto che era ben avvolto dall’ombra - che pian piano si stava addentrando nel castello e che avrebbe fatto sopraggiungere il coprifuoco-e i suoi sottili lineamenti.
Ora la situazione con quella giovane si stava facendo nuova e interessante. Cosa stava per succedere in quel luogo? Cosa era in grado di offrirgli il parlare con quella donna misteriosa?

 
Top
5 replies since 25/7/2013, 15:50   104 views
  Share