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| chenoia, mi hai incuriosito con i paradossi di S.Pietroburgo, così mi sono documentato:
"Il primo paradosso economico risale al tempo di Pietro il Grande, quando a San Pietroburgo esisteva un casinò che permetteva di giocare qualunque gioco d’azzardo, in cambio di un prezzo d’entrata. Il casinò era, ad esempio, disposto a permettere a un giocatore di giocare a testa e croce con una moneta, e a raddoppiare la posta fino a quando fosse uscito testa per la prima volta. Quanto avrebbe dovuto essere disposto a pagare un giocatore per poter partecipare al gioco? Uno dei fondamenti dell’economia, già nel Settecento, era che una possibile misura dell’aspettativa di guadagno in una data situazione fosse il prodotto del guadagno ottenibile per la probabilità di ottenerlo. Una misura dell’aspettativa di guadagno totale era allora la somma delle aspettative di guadagno per ogni possibile situazione. Poiché, nel caso del casinò, a ogni tiro il guadagno si raddoppia, ma la probabilità di arrivarci si dimezza, l’aspettativa di guadagno a ogni tiro è sempre la stessa: l’aspettativa di guadagno totale è dunque infinita. Il giocatore dovrebbe allora essere disposto a giocarsi tutto ciò che ha, pur di poter partecipare. Il che contrasta con l’ovvia osservazione che più paga per giocare, minore è la probabilità che riesca a guadagnare più di quanto ha pagato."
( da "I Cretesi sono tutti bugiardi" di Piergiorgio Odifreddi)
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