Terminato il suo discorso con la speranza che quella tragica avventura terminasse lì, la ragazza stava per indicare la porta con il palmo verso l'alto quando un lento applauso gettò scherno sulle sue parole.
Lo sguardo, lento, andò al colpevole del gesto, ovviamente Toobl, che ascoltò attentamente stampandosi in testa quelle parole offensive e ironiche, dense di un sarcasmo e di una rabbia che raramente Aryadne aveva sentito. Doveva essere una persona davvero frustrata, pensò la ragazza osservando ogni angolo di quella finta espressione seria. Non le era mai capitato di essere trattata in quel modo, soprattutto perché non era stata lei a causare tutto quello, ma erano stati loro. Un odio del genere, solo per la sua Casata? Cosa aveva dovuto subire da uno dei suoi concasati, per avere un'opinione così scarsa?
Decise di non rispondere alle sue provocazioni, lei non era stupida come lui e l'indifferenza era la cosa migliore per vermi di tal sorta.
Per recuperare il suo compagno dalla fossa che si stava scavando da solo, Swan si alzò attirando rumorosamente l'attenzione su di sé e, Aryadne lo capì facilmente, la attaccò moralmente di fronte a tutti puntando sul fatto che lei aveva fatturato Toobl. Beh, lo avrebbe fatto altre cento volte, se avesse potuto, quel sudicio mezzosangue.
Era un mezzosangue? Non lo sapeva, non ricordava nessuna famiglia Toobl famosa, ma dai comportamenti filo-babbani non si discostava molto dalle bestie.
Mentre il Caposcuola parlava, Arya spostò il suo sguardo intenso su di lui, reggendo lo sguardo del ragazzo. Era più grande, era da più tempo caposcuola, aveva l'esperienza dalla sua, ma se credeva di poterla ferire o di farla intimorire...si sbagliava di grosso.
Aveva sempre avuto una sorta di stima nei confronti del ragazzo, e dopo quell'accaduto non si era dissolta. Dopotutto, lei, nelle sue condizioni, avrebbe fatto lo stesso. Conosceva bene una tattica simile, attacca per difenderti, attacca per non perire sotto i colpi dell'altro.
Sorrise al ragazzo quando lui annunciò che si congedava.
*scappa, scappa, tanto l'onta di quella testa calda del tuo amico ti segue come un'ombra*
Certo, poteva apparire che il ragazzo avesse minato la sua autorità dimostrando davanti ad altri studenti quanto lei contasse meno di lui, ma non aveva niente da dimostrare a un sudicio mezzo-sangue e a un grifondoro che non contava niente, una vittima della società.
E ai suoi concasati...Loro sapevano com'era fatta, non aveva bisogno di dimostrargli quanto l'avrebbero pagata per ciò che avevano causato alla casata.
Sorrise a Swan condividendo la sua cordialità, la comprensione nella sua testa su ciò che era successo.
-A dopo Swan, arrivederci signor Toobl.- salutò con un sorriso, ben conscia che questo lo avrebbe fatto arrabbiare ancora di più. Ora era sicuramente più calma, divertita da tutto quell'impegno per cercare di minare la sua autorità. Se lo facevano, voleva dire che l'autorità era ben presente. Alla fine, non cerchi di cancellare qualcosa che non c'è.
Se avrebbero detto qualcosa prima di uscire, Aryadne decise che non li avrebbe ascoltati, alla fine era lei che doveva avere l'ultima parola. Distolse quindi lo sguardo da Swan e lo posò sui ragazzi. Rapidamente, aggirò la scrivania e mise una mano sulla spalla del giovane Riddle.
-Possiamo andare, signori. Jordan, recati pure in infermeria o dove più ti aggrada, ci penserò io a parlare con il tuo Caposcuola. Murray, vai in infermeria, quando ti avranno guarito torna in Sala Comune.-
Sollevò lo sguardo su Riddle. -Tu vieni con me.-
e detto ciò, attese che tutti uscissero prima di uscire anch'essa per recarsi in sala comune.