"Nel suo occhio c'è l'azzurro, nel suo braccio acciaio c'è
Nero il suo mantello mentre il cuore bianco è!"Cantava così la leggendaria sigla italiana di Capitan Harlock, uno dei pochissimi esempi di come una volta le sigle degli anime riarrangiate all'italiana, erano di una qualità di gran lunga superiore alle attuali cacofoniche produzioni.
Capitan Harlock... come potevo non parlare di lui in un forum dedicato ad un anime che tanto gli deve?
Benda sull'occhio, cicatrice che attraversa di sbieco il volto, un occhio che guarda fisso verso il destino, abito nero e mantello... il jolly roger come simbolo. Capitan Harlock ha segnato un'epoca. Il suo potere attrattivo come personaggio batte di gran lunga la maggior parte di quegli altri character apparsi nella scena dell'animazione mondiale dell'epoca: buca lo schermo, ci fa tornare bambini, alle storie di pirati, ma allo stesso tempo, con la sua enigmatica e malinconica natura, ci incuriosisce, ci attrae.
Parla poco, agisce solo nei momenti chiave, dimostrando di avere un controllo sulla situazione quasi totale, anche in quella peggiore. A bordo del suo "galeone delle stelle", l'Arcadia, egli crea un mondo antitetico a quello della Terra, sua vera nemica al di là dello schieramento alieno che la vuole invadere. Harlock è un simbolo, un pirata, un moto di ribellione verso uno stato terrestre che è caduto nel classismo, nel patetico, che esercita una dittatura facile attraverso un cambiamento della società avvenuto tempo prima che ha trasformato tutti i terrestri in pigri borghesi senza identità, che non si battono più per nulla e sono scivolati nell'apatia. Apatia scossa solamente dal piacere del gioco, un momentaneo distrarsi fatto di corse di cavalli, partite a golf e cose simili.
La Terra consuma le risorse delle colonie spaziali come ha fatto con quelle proprie, ormai esaurite, e Harlock combatte per accumulare queste risorse, per poi ridistribuirle quando sarà il momento, quando l'inevitabile carestia colpirà il nostro mondo. Viene perciò considerato il peggiore tra i criminali, nemico pubblico numero uno, e questa caccia insensata andrà persino a mettere in secondo piano l'invasione aliena che è il fulcro della serie.
Harlock combatte in silenzio, con pazienza, con determinazione, motivato da profondi sentimenti verso la Terra e verso amici scomparsi. Harlock, già sulla via della ribellione, conobbe Tochiro su un pianeta coloniale. Nacque una profonda amicizia, che sfociò nella condivisione di un sogno: l'Arcadia. Essa era il progetto di Tochiro, costruita assieme ad Harlock ed Esmeralda, la donna amata da Tochiro, una nave che è un'utopia, come dicono gli stessi protagonisti. E' un simbolo, qualcosa che si oppone al regime di apatia della Terra, qualcosa che è nato per scuotere quella noncuranza e quell'incoscienza dal profondo.
Tochiro muore prima di poterla vedere volare come avrebbe voluto, ma lascia al mondo una figlia, Mayu, che vuole che venga cresciuta sulla Terra, la loro patria mai dimenticata. Per questo Harlock gli fa un giuramento: proteggerà Mayu e la Terra solo per lui.
Harlock diventa il capitano dell'Arcadia, il detentore dei sogni di quell'utopia, e comincia la sua lotta vestito di nero e segnato dal bianco tescio del black jack, la bandiera dei pirati.
Durante la sua lotta per rendere evidente la follia dei terrestri, inizia l'invasione delle Mazoniane, alieni dominati da una gerarchia matriarcale a cui fa capo la somma regina Raflesia, che vengono a reclamare la Terra come seconda patria. Furono esse, infatti, nei millenni oscuri a colonizzare quel mondo e renderlo abitabile per poi sfruttarlo in futuro. Hanno quindi dalla loro parte un diritto di precedenza rispetto ai terrestri, ma Harlock, pur sapendolo, non può loro lasciare la Terra, anche se popolata da inetti e codardi. Tra Harlock e Raflesia inizia una lotta senza quartiere, quella di pochi contro molti, di uno contro un esercito infinito, ma soprattutto una lotta psicologica: le due menti dei due personaggi si scontrano, usando i loro valori, la loro diversità e i loro ideali, in un confronto epico che non aveva eguali all'epoca.
Raflesia a volte ha dei rimpianti per ciò che fa, anche se non lo da a vedere, e in un dialogo con Harlock arriva a dire "ho piantato semi che hanno germogliato contro di me", rendendosi conto che attraverso la colonizzazione della Terra è diventata ella stessa artefice delle proprie disgrazie. Raflesia è crudele per necessità, al comando di un esodo di civili governati dalla forza militare, per poter raggiungere la salvezza; ma Harlock è un osso duro, la classica spina nel fianco, e non è disposto a cedere i suoi ideali per così poco. L'Arcadia e la sua superiore fattura tecnica, costituiranno un ostacolo insormontabile per la, seppur avanzata, tecnologia aliena.
Raflesia e Harlock restano così i due estremi della battaglia, i due punti fermi nel confronto non solo di due specie diverse, ma di due necessità diverse, di due modi di vedere la vita diversi. La vicenda intera pone in dubbio molte certezze... l'eroe è pronto a lottare anche per un mondo che non solo lo ripudia ma che addirittura sembra non valere la pena di essere neppure salvato dalla pulizia etnica che un'orda aliena vorrebbe fare? In effetti ci si chiede spesso perchè Harlock si ostina a perseguire, forse per orgoglio oltre che per quella sua promessa, ma sicuramente, sopra ogni altra cosa, per l'amore che prova verso Mayu, la piccola bambina figlia del suo migliore amico. Tochiro, del resto, è sempre vicino ad Harlock, avendo trasposto la sua anima dentro il computer centrale dell'Arcadia. Adesso egli è l'anima stessa della sua utopia, il cuore del suo sogno, una vita eterna che si è donato da solo per essere tutt'uno con i suoi desideri negati.
Anche tutti gli altri personaggi della storia (leggermente diversa dal manga originale del grande creatore Leiji Matsumoto) sono molto interessanti e sfaccettati, come Tadashi, Yattaran e Meet... ce ne sarebbe da parlare su di loro e molto anche.
Resta un simbolo di questa serie, il volto immobile e imperterrito di Harlock, prototipo di tutti i personaggi laconici e duri delle serie a venire, di chi ha dentro di sè un mondo troppo profondo e troppo vasto per essere condiviso da tutti, che contiene il dolore e che non vuole essere compatito. Lo si capisce da queste frasi che si scambiano i personaggi durante la serie:
Harlock "Ognuno di noi ha dentro di sè un mondo che custodisce gelosamente, un mondo che pochi riescono a comprendere; e così si chiude in un silenzio che è forza e debolezza allo stesso tempo e finisce per sentirsi isolato in una battaglia che richiede tutto, e forse non dà nulla."
Tadashi "Si, è vero. Soltanto nel coraggio della solitudine si trova la forza di combattere fino in fondo per i propri ideali."
Alcune info e immagini.
Cronologia delle serie:1978 - Capitan Harlock - serie originale, quella di cui ho parlato sopra e da molti ritenuta l'unica e VERA serie di Harlock.
1982 - L'Arcadia della mia giovinezza - OAV che dovrebbe essere il prequel della prima serie - in realtà si tratta di una specie di storia parallela ambientata in un'alterniverse, un universo alternativo in cui tutta la prima serie non sembra esistere. L'Arcadia stessa è diversa per problemi di diritti d'autore: è più tozza, meno raffinata e addirittura verde militare. Qualità tecnica buona ma pollice verso per la confusione nella continuity.
1983 - Capitan Harlock - Rotta infinita SSX - Seconda serie che riprende i personaggi dell'OAV, ignorando la continuity della prima serie e contribuendo a creare un vero e proprio macello a livello narrativo. Anche qui vale lo stesso discorso: buona animazione e livello tecnico, ma è di una pochezza a livello di narrazione che è desolante per un personaggio come Harlock.
1999 - Harlock Saga: L'anello dei nibelunghi - Rivisitazione della celebre saga mitologica con Harlock e il suo equipaggi come protagonisti. Riprende il filo della prima serie e sembra di ottima fattura, anche se non ho avuto il tempo di vederla ancora.
2001 - Serie Cosmo Warrior Zero - /
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