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Myst, figli e figliastri........snobbati di successo.

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piesel
view post Posted on 22/5/2012, 23:25     +6   +1   -1




Nella mia ormai lunga frequentazione del variopinto mondo dei videogames mi sono spesso imbattuto in severe critiche (anche su queste pagine) rivolte a quel particolare settore delle avventure grafiche che vede in Myst il rappresentante più celebrato e giocato.
Quante volte ho sentito dire: "eh, ma non è Monkey Island...", "che giochi pallosi, non si ride mai" , "ma non c'è nessuno con cui parlare?"......
Personalmente vado controcorrente rispetto a questa tendenza, è infatti un tipo di prodotto che ho sempre molto apprezzato, per quanto capisco si tratti di materiale particolare ed in un certo senso di "nicchia", in barba agli straordinari dati di vendita.

Si tratta indubbiamente di un approccio singolare e quasi "di rottura" rispetto a quello che fino ad allora ,in materia di avventura grafica, era ormai diventato un modello standard, quel modello che vedeva nei prodotti Lucas e Sierra la sua massima espressione.

A livello temporale la nascita di questo fenomeno si colloca nei primi anni '90, il cd-rom stava diventanto il supporto leader sul mercato e la possibilità di sfruttarlo appieno portò le software houses a tentare nuove strade e a sviluppare nuove idee.
A dir la verità il vero battistrada di questa nuova tendenza fu The 7th Guest agli inizi del 1993, primo vero e proprio prodotto a sfruttare il nuovo supporto cd-rom; per quanto simile a Myst l'approccio è anche allo stesso tempo molto diverso, mentre in 7th Guest il puzzle od enigma è quasi slegato dall'ambiente di gioco (quello che vediamo nella celebrata serie di Leyton su DS), in Myst ne fa parte integrante, fa completamente parte del mondo che ci ospita, si può quasi dire che tutto il gioco sia un unico enorme enigma.

Myst



Ritornando perciò a Myst si può affermare che il concetto di avventura grafica viene quasi stravolto, ribaltato nella sua essenza: mentre nei grandi campioni dell'avventura del tempo la visuale era in terza persona qui si passa alla prima, dove prima si incontravano tanti bizzarri personaggi con i quali interagire ora ci si trova in completa solitudine, dove prima si aveva un inventario traboccante oggetti ora tale caratteristica diventa praticamente assente, se non in rarissime occasioni, insomma, tante e significative differenze.

Quindi ora i veri protagonisti del gioco diventano l'ambiente, le macchine e i congegni con cui interagire per modificare ciò che ci circonda al fine di proseguire nell'avventura.

Myst portò quindi in primo piano l'esplorazione, la scoperta di nuove civiltà e la necessità di scoprirne i segreti, i linguaggi ed i meccanismi; dove prima bisognava combinare od utilizzare i più disparati oggetti per ottenere dei risultati, ora bisogna muovere leve, girare manovelle, imparare l'utilizzo dei più strani congegni ed interpretare simboli e codici sconosciuti, a mio parere tutto ciò è molto affascinante.

Myst uscì alla fine del '93 e fu prodotto da Cyan, software house che già anni prima battè una strada simile con prodotti come The Manhole e Cosmic Osmo, altri giochi dove l'esplorazione e l'interazione con l'ambiente la fanno da padrone, seppur diretti ad un pubblico più giovane.

The Manhole



Cosmic Osmo



Il successo fu enorme ed il gioco venne convertito per un gran numero di piattaforme (recentemente anche su Nintendo DS e PSP), come conseguenza non tardarono i seguiti dell'apprezzato campione di vendite; la formula venne ampliata e perfezionata dando vita ad eccellenti prodotti come Riven ed Exile (quale titolo migliore) per arrivare a quello che per me è un vero trionfo, un capolavoro di grafica, enigmi, longevità, strutture aliene ed ambienti magniloquenti, ovvero Myst 4 Revelation.
2 DVD nei quali la ricetta raggiunge a mio parere il suo apice, si nota anche una maggiore presenza di personaggi secondari con i quali interagire ed il reparto tecnico tocca vette davvero elevate, il gioco è molto lungo ed anche molto impegnativo, i puzzle sono tra i più difficili della serie e venirne a capo non è un gioco da ragazzi.

Myst IV Revelation




La serie principale terminò con Myst 5 End of Ages, prodotto realizzato con grafica poligonale a differenza dei precedenti capitoli.

Una casa attenta alle innovazioni della tecnologia come Cyan non perse l'occasione di portare online il franchise Myst attraverso l'esperimento di Uru, un nuovo mondo legato alle civiltà protagoniste dei precedenti giochi da esplorare però ,in questa occasione, in compagnia di altri giocatori sparsi per il globo, un concetto davvero innovativo che tristemente non incontrò il successo sperato portando così alla chiusura anticipata dei server. Fortunatamente il gioco è completamente fruibile anche in singolo e ciò è un bene, perche in ogni caso i mondi da esplorare ed i puzzle da risolvere rispecchiano appieno gli elevati standard dei prodotti precedenti ed inoltre presenta una particolarità non indifferente, l'avventura può essere affrontata sia in prima che in terza persona.

Uru



Inutile dire che le ottime vendite raggiunte da Myst portarono altre software house a cercare di replicarne il successo, persino Sierra, fino ad allora campione dell'avventura tradizionale, realizzò alcuni prodotti che pur non avvicinandosi in pieno ne trassero spunti importanti.

Da questo punto di vista possiamo ricordare Shivers, dalle forti tinte horror e soprattutto due capolavori poco celebrati come Lighthouse (ritengo che qualsiasi giocatore debba provare l'incredibile atmosfera della prima parte di questo gioco, quella ambientata nel cottage e nel faro) e Rama: in entrambi i prodotti caratteristiche "mystiane" come l'utilizzo dei più disparati macchinari o l'interpretazione di linguaggi e codici alieni vengono però mediate da qualità più attinenti il mondo Sierra come abbondanti inventari o personaggi secondari.
L'approccio è quindi meno estremo e radicale ma l'influenza di Myst su certe idee è innegabile.

Lighthouse



Rama



Anche Infocom sotto l'egida di Activision produsse un paio di titoli riconducibili a quanto offerto da Sierra con Rama e Lighthouse, si tratta del capolavoro assoluto Zork Nemesis, gioco estremamente dark e pervaso da un 'atmosfera maligna che contrasta con le le tinte vagamente umoristiche dei precedenti episodi della saga Zorkiana e l'ottimo Zork Grand Inquisitor che torna a riproporre con successo situazioni bizzarre e spiritose.
Anche in questi casi tanti enigmi da risolvere nelle amate/odiate schermate in close-up inframezzati da tradizionali puzzle ad oggetti.

Zork Nemesis



Per venire a veri e propri cloni di Myst, si possono certamente segnalare prodotti di ottima qualità come Reah, la serie di Schizm che si dipana in ben tre capitoli, lo stupendo Alida dove dobbiamo esplorare un enorme mondo strutturato come una gigantesa chitarra elettrica ed infine la serie che più di tutte ha radicalizzato e portato all'estremo i concetti e le idee del nobile capostipite: la saga di Rhem.

Alida



Si tratta di una serie ormai diventata quasi un cult e curiosamente prodotta da una sola persona (il "pazzo" Knut Muller) e che sfrutta come engine di gioco il software Macromedia Director.
Da ciò deriva che l'impatto grafico dei giochi non è dei più eccitanti (il primo episodio si può tranquillamente definire rough) ma capitolo dopo capitolo anche questa qualità è andata progressivamente migliorando.

Quello che davvero la fa da padrone nella saga di Rhem sono i puzzle e gli enigmi: presenti in gran quantità e dotati di una difficoltà feroce, essi fanno si che solo i giocatori più coriacei, più pazienti e determinati possano giungere alla conclusione. Si va dall' utilizzo di complessi macchinari all'interpretazione di astrusi codici fino all'uso di formule matematiche ed algebriche; per gli amanti della spremitura di meningi c'è davvero di che sbizzarrirsi.

Rhem




Per giungere ad una conclusione direi che il genere inaugurato da Myst e poi proseguito con molti altri giochi è indubbiamente particolare, non apprezzabile da tutti ma che nonostante ciò ha raggiunto un seguito e vendite davvero da record. Le critiche che più spesso sento muovere a questi giochi riguardano una certa freddezza nell'approccio ed in effetti i primi titoli sono poco più di uno slide show di immagini pre-renderizzate, una mancanza di narrazione o trama (cosa vera solo in parte) e l'assenza di personaggi di contorno....che dire, io li trovo molto affascinanti, l'idea di essere sperduto in un mondo dal quale potrò uscire solo sfruttando i vari meccanismi e risolvendo i vari enigmi mi intriga molto; mi rendo conto che queste situazioni possano essere viste come forzature ma d'altra parte ho sempre visto come forzature anche l'ossessiva ricerca della battuta, del personaggio bizzarro o della situazione paradossale ad ogni costo (sarà un caso che la mia avventura Lucas preferita sia The Dig?) così come alcune delle sequenze arcade nelle avventure Sierra che rasentano l'ingiocabile.

Chiaramente quello che ho scritto è totalmente frutto di opinioni e gusti personali quindi pienamente soggetto a critiche o pareri diametralmente opposti, quello che però penso si possa oggettivamente affermare è che Myst è stato una pietra miliare nella lunga e composita storia della nostra passione.

Edited by piesel - 23/5/2012, 02:05
 
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view post Posted on 23/5/2012, 00:19     +1   -1
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Complimenti per l'ottima disamina! Preferisco avventure serie ma con impronta classica, ad esempio Gabriel Knight. Se proprio devo addentrarmi nella "realtà virtuale" meglio i classici Under a Killing Moon & Co. che avevano molta più libertà. Myst l'ho sempre visto come un libro illustrato o poco più ma ovviamente De Gustibus...
 
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il Piccione
view post Posted on 23/5/2012, 03:59     +1   -1




Splendido excursus su di una serie che come giustamente affermi ha inevitabilmente lasciato un segno (positivo o negativo che sia) nel mondo videoludico.
Personalmente mi associo al tuo pensiero e, pur riconoscendone i difetti o le mancanze elencate, anche io sono affascinato dalla sensazione di solitudine e impotenza di fronte ad un qualcosa di sconosciuto ma affrontabile usando il cervello. Myst ha sempre rievocato in me le vecchie avventure grafico testuali italiane e non che giocavo grazie alle cassettine a me tanto care: schermata fissa, interazione scritta, spesso pochissimi incontri ed enigmi a volte diabolici. Lo vedo come la dovuta evoluzione di quel genere e nella mia mente contorta non riesco a paragonarlo ad altri sottogeneri di avventura.
Inchino e reverenza. Con capriola.
 
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Hellish Quinlan
view post Posted on 23/5/2012, 07:43     +1   -1




Talmente appassionato e rigoroso il topic da quasi farmi ripensare il giudizio sul sottogenere, Nicola, davvero bravissimo, e tutta la mia gratitudine per quest'altro pezzo di letteratura qui su gc.
Posso dire una volta ancora che la mia sensazione di questo modo di concepire l'avventura grafica è minata soprattutto dal fatto che plot e sostanza narrativa sono quasi ridotti a pretesto, tapezzeria d'accatto nei confronti del puzzle. Cosa che al giorno d'oggi con la fortunatissima se rie dei Professor Layton (mia moglie li adora) è portata al parossismo, dove almeno i giochi a marchio Cyan almeno avevano setting quanto meno suggestivi.
Per me, che il sentirmi raccontare una storia continua ad essere il vero motivo per il quale continuare a giocare, privilegiare l'aspetto di sfida rispetto quello puramente narrativo diventa inevitabilmente motivo di diminuizione dell'interesse. Le uniche sfide che davvero mi piacciono sono quelle fisiche, quelle dove posso massacrare il tenero corpicino,d'altra parte. Come ristoro arrivano le belle storie ,quale che sia il mezzo, e i miei occhietti che sono ancora quelli di bambino,luccicano felici, come quando mio padre raccontava a me ed i miei fratelli per tenerci buoni la sua versione dei fatti dell'Odissea.

Tra i figli e figliastri aggiungerei anche The Dig Lucasarts, i cui enigmi concettualmente ricordano proprio quelli della serie Cyan più fortunata. Non a caso è l'avventura preferita da Nicola. E non a caso è uno dei massimi livelli di narrazione raggiunta da una avventura grafica Lucas, soprattutto se NON giocate l'INFAME versione tradotta in italiano.
 
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Stilgar1337
view post Posted on 23/5/2012, 09:42     +1   -1




Io ho sempre trovato un'interessante attinenza tra i vari Phoenix Wright e Hotel Dusk e questi adventure game.
Testimonianza del fatto che anche stili di gioco apparentemente sopiti come questo lasciano per forza tracce, che prima o poi vengono seguite.
 
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Mik_1_
view post Posted on 23/5/2012, 10:32     +1   +1   -1




Eccellente analisi Nicola, come quella memorabile sulle avventure tradizionali :)

Dopo aver recuperato un Macintosh LCIII tempo addietro, mi sono informato su youtube su quali e quanti giochi avrei potuto godermi con questa macchina. Mi sono imbattuto quindi nelle avventure della serie MacVenture, che conto di recuperare quanto prima per i formati a me congegnali (per ora ho soltanto Shadowgate per Gameboy Color, una conversione quantomeno peculiare che stranamente funziona a dovere). Di sicuro siamo per gran parte sulla stessa lunghezza d'onda dei vari Myst.

Per gli screenshot vi consiglio Mobygames, per il resto lascio parlare Wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/MacVenture
 
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view post Posted on 23/5/2012, 10:56     +1   -1
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Leggenda Collezionistica

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Bellissimo articolo, letto tutto d'un fiato.
Myst mi sono sempre ripromesso di giocarlo e mai ho avuto il tempo di farlo. Motivo? troppo lontano dai miei generi (principalmente arcade) che richiedevano un approccio immediato.
Personalmente ho apprezzato Another Code per DS che, da alcune schermate, mi ricordava (se la memoria non è putrefatta) proprio Myst e affini. Forse per la grafica prerenderizzata e per alcune dinamiche di gioco.
 
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Stilgar1337
view post Posted on 23/5/2012, 11:21     +1   -1




Infatti se non sbaglio Another Code è della stessa gente di Hotel Dusk.
 
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Hellish Quinlan
view post Posted on 23/5/2012, 11:31     +1   -1




Diamine,Macventure ed in particolare Deja vu sono per l'appassionato di avventure grafiche l'equivalente dell'Aleph in Borges. Imprescindibile motivo di conoscenza. Segnalazione preziosa,Mik,mille grazie anche a te.

Sulle analogie tra il modo Cyan dell'avventura grafica e quello proposto dai citati titoli su DS concordo. Ma complessità degli enigmi ed atmosfere decisamente diverse, personalmetne. Molto maggior pathos in Another code, finale compreso commovente, che in qualsivoglia Myst. Ma va a gusti, però. Tanto per cambiare.
 
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Stilgar1337
view post Posted on 23/5/2012, 11:33     +1   -1




Concordo a pieno.
Però le seguenze di indagine di Phoenix Wright, dove devi sostanzialmente cliccare in giro per trovare indizi su schermata fissa l'ho sempre trovato un richiamo ai giochi appunto come Myst.
 
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piesel
view post Posted on 23/5/2012, 12:28     +1   +1   -1




Grazie a tutti per gli apprezzamenti e per i preziosi interventi ragazzi, chiaramente titoli per non tutti gusti e capisco totalmente chi per un motivo o per l'altro non li apprezzi, fortunatamente ( o forse no......) riesco ad apprezzare tutto ciò che viene offerto nel genere avventura, dalle full text ai puzzle games più estremi come Rhem.

La segnalazione di Mik sulle avventure Macventure è di gran livello e preziosissima, per chi ama le atmosfere horror come me Uninvited è un caposaldo assoluto, purtroppo pezzi molto rari, sia le edizioni originali che le riedizioni in big box aggiornate per Windows.....probabilmente non tutti ne conoscono l'esistenza ma eccole qua:







Tra l'altro volevo segnalare una cosa sfuggitami nell'articolo, ossia come un altra serie che amo moltissimo, ma in un ambito completamente opposto, come quella di Metroid abbia diversi punti di contatto con quanto offerto da Myst.
Pensate soprattutto all'era Prime: passaggio alla prima persona, atmosfera di altissimo livello, quel senso di solitudine opprimente che pervade il gioco, strutture aliene (pensate ad esempio alla città sospesa in Corruption), gli enigmi che coinvolgono meccanismi e congegni, anche la storia viene gestita in modo simile, in Myst si raccolgono le pagine e le parti di testo che raccontano gli avvenimenti ed in Metroid la raccolta degli scans e dei log ci aiuta a capire quanto accaduto alle varie razze.
Davvero tante analogie pur in qualcosa di così diverso, chissà quanto sia un caso o quanto i Retro Studios ne fossero consapevoli.
 
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Hellish Quinlan
view post Posted on 23/5/2012, 12:31     +1   -1




Mi sto spellando le mani a forza di applaudire le segnalate analogie tra Metroid Prime e Myst.
 
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lon chaney
view post Posted on 23/5/2012, 13:03     +1   -1




Piesel, grazie per tutte queste info. Ho giocato a Myst e mi era piaciuto moltissimo. Poi non ho mai avuto tempo di giocare gli altri.
Le atmosfere sospese, i momenti di "vuoto" in cui il piacere sta tutto nell'osservare l'ambiente e godere delle semplici sensazioni del luogo mi sono sempre piaciuti moltissimo. Sono aspetti che cerco sempre in un videogioco.
In effetti i Metroid Prime li amo anche per questo motivo.
 
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Mik_1_
view post Posted on 23/5/2012, 13:18     +1   +1   -1




CITAZIONE (Hellish Quinlan @ 23/5/2012, 13:31) 
Mi sto spellando le mani a forza di applaudire le segnalate analogie tra Metroid Prime e Myst.

...che a questo punto si collegano ancora a The Dig e alla sua apparentemente indecifrabile civiltà aliena, e il cerchio si chiude.

Nic, l'atmosfera dei titoli MacVenture è davvero impagabile. Come hai giustamente detto sono purtroppo abbastanza irreperibili, men che meno a prezzi umani e nelle versioni più pregiate (ho visto giusto un paio di copie Amiga e un paio per PC su floppy da cinque e un quarto).

La situazione migliora sensibilmente per quanto riguarda le conversioni per Nes, mentre su Gameboy (mia attuale perversione) è facilissimo trovare Shadowgate, un pelo meno Deja Vu, ma niente di preoccupante.

A proposito di Shadowgate, ho trovato l'interfaccia sorprendentemente efficace sul piccolo schermo monocromatico del Gameboy (con un sensibile miglioramento su GBA SP, non fosse altro che per lo schermo lievemente inclinato). L'atmosfera c'è tutta anche in così pochi pixel quadrati, e per un appassionato di console portatili come me è una gradita innovazione. Da notare che è un gioco su cartuccia nera, quindi fruibile sia in scala di grigi che a colori (tenendo ben presente che al cambio di modalità si perdono i salvataggi), a differenza del già citato Deja Vu che necessita di una console dallo schermo variopinto.

Mi interessa molto anche il discorso Another Code/Phoenix Wright giustamente sollevato da Stilgar ed ancora più giustamente sottolineato dagli altri. Amo i due titoli di Cing basati sulle avventure di Ashley, anche se in entrambi ritengo che gli enigmi, oltre che spudoratamente semplici, siano di contorno alla storia: esattamente il contrario di quanto avviene nei titoli Myst-like, se mi passate l'inglesismo. Discorso ancora diverso per PW, che altresì amo alla follia ma che ritengo poco più che una virtual novel (caratterizzata da Dio, comunque).

Chiudo questo papiro dicendo che un'altra mia perversione sono le edizioni iper economiche dei giochi per PC, e che ho installato proprio pochi giorni fa Myst (versione Masterpiece, che non so cos'abbia di diverso) e Myst III. Al che mi chiedo: ho trovato in giro sia il quarto capitolo che la saga di Uru (e non escludo di recuperarli un giorno, ovviamente in edizione proletaria) ma non ho traccia alcuna di Riven in ristampa: qualcuno ne sa qualcosa?
 
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piesel
view post Posted on 23/5/2012, 13:57     +1   +1   -1




QUOTE (Mik_1_ @ 23/5/2012, 14:18) 
Chiudo questo papiro dicendo che un'altra mia perversione sono le edizioni iper economiche dei giochi per PC, e che ho installato proprio pochi giorni fa Myst (versione Masterpiece, che non so cos'abbia di diverso) e Myst III. Al che mi chiedo: ho trovato in giro sia il quarto capitolo che la saga di Uru (e non escludo di recuperarli un giorno, ovviamente in edizione proletaria) ma non ho traccia alcuna di Riven in ristampa: qualcuno ne sa qualcosa?

Ottimo punto, in effetti è uscito nella classica riedizione budget della Ubisoft ma a memoria non mi è mai capitato di vederla qua in giro, ecco comunque una testimonianza diretta della sua esistenza:


www.ebay.it/itm/Myst-1-Masterpiece-...d#ht_500wt_1180
 
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