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El-rei.
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Sentivo un Funerale, nel Cervello,
E i Dolenti avanti e indietro
Andavano - andavano - finché sembrò
Che il Senso fosse frantumato -
E quando tutti furono seduti,
Una Funzione, come un Tamburo -
Batteva - batteva - finché pensai
Che la Mente si fosse intorpidita -
E poi li udii sollevare una Cassa
E cigolare di traverso all'Anima
Con quegli stessi Stivali di Piombo, ancora,
Poi lo Spazio - iniziò a rintoccare,
Come se tutti i Cieli fossero una Campana,
E l'Esistenza, solo un Orecchio,
Ed io, e il Silenzio, una Razza estranea
Naufragata, solitaria, qui -
E poi un'Asse nella Ragione, si spezzò,
E caddi giù, e giù -
E urtai contro un Mondo, a ogni tuffo,
E Finii di sapere - allora -
Emily Dickinson. -
Erode Scannabelve.
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Claudio Lolli (da "Rumore Rosa")
Ragazzi/2
Giacomo
Perché dovrei spiegarti quest’insulto
E ragionare, e farti ragionare a fondo
Sul senso e sul non senso
Di quella palla strana che chiamiamo mondo
E vedere affiorare nel tuo viso
Man mano che la scienza in noi s’allarga
Quell’espressione attonita, indeciso
Come tu fossi se credere o non credere
A quella crudeltà priva d’indulto
Mestiere strano, non lo farei coi figli,
srotolare quel filo senza fine
quell’infelicità senza confine
quel mare grigio solo in superficie
che si tinge di nero nel profondo,
barrare il vero con una croce bianca
dimenticare per orgoglio una bugia
la conoscenza, il mio sapere, stanca
me stesso, quando
la gioventù diventa un’utopia
. -
Lohengrin80.
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che bella questa poesia... specie la seconda parte...
questa mattina un pò grigia, in momenti di passaggio della mia vita, quanto la posso apprezzare!!!
si alterna la malinconia di "CUidei que tinha morrido" alla speranza di "Vou dar de beber a dor"....
logicamente canta Amalia
è in portoghese ma si dovrebbe capire....
Com que voz chorarei meu triste fado,
que em tão dura prisão me sepultou,
que mor não seja a dor que me deixou
o tempo, de meu bem desenganado?
Mas chorar não se estima neste estado,
onde suspirar nunca aproveitou;
triste quero viver, pois se mudou
em tristeza a alegria do passado.
Assi a vida passo descontente,
ao som nesta prisão do grilhão duro
que lastima o pé que o sofre e sente!
De tanto mal a causa é amor puro,
devido a quem de mi tenho ausente
por quem a vida, e bens dela, aventuro
Luís Vaz de Camões. -
El-rei.
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Ancora riesco a scrivere d'amore, Dario Bellezza
Come mai nel sole si scatenano
gli uragani del presente o il domani
incide nel tuo cuore assente
io strepito nel nulla il coraggio
di cercare l'estremo bacio santo
che inchioda al saturnale dei vivi.
Aspetto e spero: opposte nudità
a cui dovute sono le gioie
della fugace pallida mano;
o corpo dell'amore mio salvato
ritorna ghiacciato e felice
in mano l'essenza sacra
della polvere fenice!. -
Erode Scannabelve.
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(Prendo l'occasione per postare alcune bellissime poesie di Claudio Lolli, col tempo s'intende.)
* (Claudio Lolli - "Rumore Rosa")
Traducesti entusiasta i ditirambi
Di Dioniso, e poi mi leggesti
Poemetti leopardiani a mezza voce
Da te composti nelle notti insonni
In cui il rumore rosa
E mi colpiva l’aggettivo “frale”
Che non si trova nei versi di John Lennon
Oggi ho davanti a me un’impalcatura
Che mi ricorda il tuo modo di fare
Un’inferriata lucida e perfetta
La tela stroboscopia
Che cambia luce alla malinconia
Mi fa paura ormai solo l’idea
Di scendere o salire da una scala
Che non somigli almeno a una poesia
Ma nella notte il vento caldo di Bologna
La fa suonare,
Rumore rosa, ancora, come il mare
Un’arpa eolica
Del mio dimenticare
. -
particelladisodio.
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Adoro questa poesia! Così viva, così pura nell'essenza del significato e del ritmo!
Meraviglioso Dino Campana!
BATTE BOTTE
Ne la nave
Che si scuote,
Con le navi che percuote
Di un’aurora
Sulla prora
Splende un occhio
Incandescente:
(Il mio passo
Solitario
Beve l’ombra
Per il Quais)
Ne la luce
Uniforme
Da le navi
A la città
Solo il passo
Che a la notte
Solitario
Si percuote
Per la notte
Dalle navi
Solitario
Ripercuote:
Così vasta
Così ambigua
Per la notte
Così pura!
L’acqua (il mare
Che n’esala?)
A le rotte
Ne la notte
Batte: cieco
Per le rotte
Dentro l’occhio
Disumano
De la notte
Di un destino
Ne la notte
Più lontano
Per le rotte
De la notte
Il mio passo
Batte botte.
. -
particelladisodio.
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CITAZIONE (El-rei @ 15/12/2006, 11:53)Ossequi a particelladisodio.
adesso vi posto una poesia d'amore che non può non piacere a tutti:
Sabbie Mobili, Jacques Prevert
Demoni e meraviglie, venti e maree
Lontano già si è ritrirato il mare
E tu
Come un'alga dolcemente accarezzata
Dal vento, nella sabbia del letto
Ti agiti sognando
Demoni e meraviglie, venti e maree
Lontano già di è ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimsaste
Demoni e meraviglie, venti e maree
Due piccole onde per annegarmi
Omaggi ad el-rei!
Credo però che sarebbe meglio che spostassi la poesia di Prevert nella discussione sulle poesie d'amore, per non creare confusioni!
Ancora Dino Campana
FABBRICARE FABBRICARE FABBRICARE . . .
Fabbricare fabbricare fabbricare
Preferisco il rumore del mare
Che dice fabbricare fare e disfare
Fare e disfare é tutto un lavorare
Ecco quello che so fare.
I versi aggraziati di Attilio Bertolucci
PAESE D'INVERNO
Che il sole dopo la neve
appaia, e le nuvole si tingano di rosso
come schiave: la neve sui tetti
un rossore colorirà, guancia di principessa.
S'alzi un leggero vento
e spenga l'acqua, che s'era addormentata,
con assonnata voce di pastore;
escano fanciulle con scialli,
lampeggiando gli occhi neri,
e improvvisamente corrano punte dall'aria
simili a uccelli che s'alzino a volo.
E gli zingari rubino ragazzi.
. -
Erode Scannabelve.
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Claudio Lolli da "Rumore Rosa"
Sono troppo loquace, lo so, oppure muto
Capace di mangiarmi in un minuto
Una vita capace
Di acrobazie incredibili e paurose,
quelle piccole cose
che incantano ragazze preoccupate
che occupano piazze devastate
dalle violenze di una storia
rosa
è proprio come il sogno di una cosa
che va cantata e urlata, senza pace
Io sarei qua, però se vi dispiace…. -
Lohengrin80.
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seguo le vostre (sara e francesco) poesie... ammiro quelle di Campana, di Lolli... Prevert... insomma... . -
Erode Scannabelve.
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Claudio Lolli - "Rumore Rosa"
C’è del cielo dovunque, e su Baghdad
Sopra la Palestina e i campi
Dei Disuniti Stati a Sud del mondo,
ultima stella a destra.
Ed è il futuro, il cielo
Vita, zucchero a velo
Che scende e non fa male,
zucchero intelligente, petrolio-dipendente
in questo abituarsi occidentale.
Ma è vuoto il cielo, abbandonato, quindi
L’hanno affittato a un dio per molti anni
Ecco le torri umane, le utopie
Ecco le grotte
È forse nel profondo che si trova
Se c’è, quel poco senso al nostro vivere
Improvviso, quel sorriso che rende ogni caduta
Lo scherzo di un pagliaccio.
Ogni lingua divien tremando muta.
L’insicurezza poi, che si concreta in ghiaccio.
Edited by Erode Scannabelve - 16/12/2006, 10:10. -
particelladisodio.
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Sembra di sentire il gocciolìo ansioso, il respiro di un allucinato stillare.
Che ritmo, il gioco dei suoni di Palazzeschi!
LA FONTANA MALATA
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch......
E' giu',
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace....
di nuovo.
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
piu' nulla.
Si tace,
non s'ode
rumore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce,
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
chchch....
La tisi
l' uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto....
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
Fusione tra musica e poesia!
Fernando Pessoa
IL VIOLINISTA PAZZO
Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all'improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all'improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì
d'essere malmaritata,
l'appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d'aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell'anima gemella,
quella parte che ci completa,
l'ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.
Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell'ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-.vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.
. -
.
Da Gargantua e Pantagruel di F. Rabelais, trad. G. Passini:
RONDÒ.
Cacando l'altro ier comodamente,
La gabella pagai che al culo devo.
Non fu l'odore tal quale credevo,
E ne rimasi tutto puzzolente.
Oh, se m'avesse alcun cortesemente
Condotto la Gentile che attendevo
Cacando.
A lei col mio buon mestolo imbrandito
Il buco dell'urina avrei condito,
Mentr'ella avrebbe col suo roseo dito
Il buco della merda a me forbito,
Cacando.
. -
Erode Scannabelve.
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Edgar Lee Masters - Antologia di Spoon River
Nancy Knapp
Beh, non capite? andò in questo modo:
comprammo la fattoria con quello che lui ereditò,
e i fratelli e le sorelle lo accusarono di avere avvelenato
la mente del padre contro tutti loro.
e non avemmo mai pace con il nostro tesoro.
la peste uccise il bestiame, e il raccolto mancò.
E il fulmine s'abbattè sul granaio.
Così ipotecammo la terra per andare avanti.
E lui divenne silenzioso e era sempre preoccupato.
Poi alcuni dei vicini rifiutarono di parlarci,
e si misero dalla parte dei fratelli e delle sorelle.
e io non sapevo a che santo votarmi; soltanto da giovani
si può dire a se stessi <<Non importa,
il tal dei tali è mio amico, o posso superare la crisi
con un viaggetto a Decatur>>.
Poi i fetori più orrendi appestarono le stanze.
Allora appiccai fuoco ai letti e la vecchia casa delle streghe
avvampò in un ruggito di fiamme,
mentr'io danzavo nel cortile con le braccia ondulanti,
e lui piangeva come un vitello che ha freddo.. -
particelladisodio.
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Un gioiello di Nazim Hikmet
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
. -
Viejito.
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Dino Campana: La sera di fiera (Canti Orfici)
Il cuore stasera mi disse: non sai?
La rosabruna incantevole
Dorata da una chioma bionda:
E dagli occhi lucenti e bruni colei che di grazia imperiale
Incantava la rosea
Freschezza dei mattini:
E tu seguivi nell'aria
La fresca incarnazione di un mattutino sogno:
E soleva vagare quando il sogno
E il profumo velavano le stelle
(Che tu amavi guardar dietro i cancelli
Le stelle le pallide notturne):
Che soleva passare silenziosa
E bianca come un volo di colombe
Certo è morta: non sai?
Era la notte
Di fiera della perfida Babele
Salente in fasci verso un cielo affastellato un paradiso di fiamma.
In lubrici fischi grotteschi
E tintinnare d'angeliche campanelle
E gridi e voci di prostitute
E pantomime d'Ofelia
Stillate dall'umile pianto delle lampade elettriche.
...
Una canzonetta volgaruccia era morta
E mi aveva lasciato il cuore nel dolore
E me ne andavo errando senz'amore
Lasciando il cuore mio di porta in porta:
Con Lei che non è nata eppure è morta
E mi ha lasciato il cuore cenz'amore:
Eppure il cuore porta nel dolore:
Lasciando il cuore mio di porta in porta.