Segni della presenza della miscela della vita sono stati
individuati sul Pianeta rosso dallo spettrometro italiano
Marte: primi indizi di batteri
Nel sottosuolo vapore e metanoLe rilevazioni a 10/15 km d'altezza nell'atmosfera marziana
Lo studio presentato nel Convegno Asi in corso a Ischia
La superficie di Marte nella zona di Solis Planum
ROMA - Primi indizi della possibile presenza di batteri su Marte. A fornire agli scienzati i segnali per ritenere che sul Pianeta rosso ci siano tracce di vita sotto forma di batteri, è stato lo spettrometro italiano Pfs (Planetary Fourier Spectrometer), che opera nell'ambito della missione europea Esa Mars Express.
L'apparecchio ha rilevato che a 10-15 chilometri dalla superficie di Marte c'è del vapore acqueo risultato ben distribuito e uniforme insieme a una presenza non uniforme di metano. Risultati che sono stati oggi illustrati alla comunità scientifica internazionale dal professor Vittorio Formisano, principal investigator del Ifsi-Cnr, nell'ambito della Conferenza internazionale dedicata a Marte in corso a Ischia fino al 23 settembre, organizzata dall'Agenzia spaziale italiana.
"C'è una correlazione chiara e forte - ha aggiunto Formisano - tra questi risultati e quelli rilevati dalla sonda della Nasa Odyssey", che ha scoperto la presenza di acqua ghiacciata poche decine di centimetri sotto la superficie di Marte nelle stesse tre aree.
Le zone di Marte nelle quali il metano è più concentrato sono quindi le stesse in cui si trova anche una concentrazione maggiore di vapore acqueo e di acqua ghiacciata sotto la superficie. Che ci fosse ghiaccio nella zona equatoriale di Marte era "ampiamente previsto", ha osservato Formisano, e adesso si è visto che "il ghiaccio è instabile e tende a sublimare".
Ciò, ha proseguito il ricercatore, suggerisce l'ipotesi che nel sottosuolo del pianeta, ad una distanza compresa fra 200 e 400 metri, possa trovarsi probabilmente dell'acqua allo stato liquido. Il calore geotermico prodotto nel cuore del pianeta farebbe muovere l'acqua verso la superficie, in modo molto simile a quanto accade nelle sorgenti geotermali esistenti sulla Terra. Su Marte, però, la temperatura bassissima impedirebbe all'acqua di completare il suo cammino verso la superficie e la congelerebbe nel sottosuolo: è il fenomeno che gli esperti chiamano della "tavola ghiacciata".
Gli esperti ritengono comunque necessarie ulteriori indagini per comprendere completamente la correlazione tra questo fenomeno e la presenza di vapore acqueo e metano nell'atmosfera.
Le nuove ricerche permetteranno di stabilire se il processo geotermico che alimenta il fenomeno della tavola ghiacciata è in grado di portare in superficie vapore acqueo e altri gas, come il metano. Ma potranno anche rispondere ad una domanda molto più ambiziosa, chiarendo se possano essere forme di vita batteriologica che vivono nell'acqua presente nel sottosuolo, sotto lo strato di ghiaccio, a produrre metano e altri gas e rilasciarli sulla superficie, e quindi nell'atmosfera.
Le prime risposte potranno venire da ulteriori dati relativi a tracce di altri gas scoperte dal PFS nell'atmosfera di Marte, ora all'esame della comunità scientifica.
Secondo la responsabile per l'Asi dell'Osservazione dell'Universo, Simona Di Pippo, questi dati sono "di estremo valore scientifico. Una conferma del valore dei nostri sforzi, un'indicazione a raddoppiarli".
Dal punto di vista scientifico, ha proseguito Di Pippo, queste rilevazioni "aprono una serie di interrogativi e obbligano a focalizzare la ricerca su alcuni aspetti, sia nella missione Mars Express sia in altre missioni". In pratica si tratterà di raccogliere tutti gli elementi necessari per riuscire a scegliere fra due interrogativi: metano e vapore acqueo presenti su Marte sono il frutto di un'attività geologica? Oppure la loro presenza deriva da "metanogeni", vale a dire forme di vita batteriologica?