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napoleoneIII.
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Stimolato dalle Belle parole che avete avuto nei miei confronti, dò la "stura" a questo "raccontino di "come eravamo" tanti anni fa.....
Le pasture, intese come mix di sfarinati in sacchetti già pronti all'uso, erano poco diffuse, almeno fino agli inizi degli anni Settanta, che corrisposero con il "boom" delle pesca in gara in acque dolci.
I pescatori dell'epoca, utilizzavano come esca la "polenta" gialla aromatizzata all'estratto di vaniglia, e facevano lunghe "cibature" (pasturazioni) che potevano durare settimane. Pescavano estate ed inverno, sempre a fondo, con attrezzature a dir poco "preistoriche" : pesanti canne bolognesi, qualche volta in fibra di vetro, più spesso in bambù, abbinate a rozzi mulinelli imbobinati con fili "spropositati", tipo 0.35-0.40 mm. Gli ami erano veri e propri "ganci" da macellaio, o anche vistose ancorette, su cui modellavano dei grossi bocconi di polenta gialla a forma di "pera". Questi pescatori, austeri e poco propensi al dialogo con chicchessìa, stavano a volte per ore ad aspettare la "tirata" buona, con i baveri dei giacconi di fustagno tirati su , a proteggere il volto dal tramontanino che, a volte, soffiava anche in primavera. La "ricetta" con cui preparavano la polenta era segreta : guai a farla sapere agli altri ! Ognuno aveva la propria : una vera sfida nella sfida. C'era chi utilizzava solo farina gialla, chi aggiungeva all'impasto anche farina bianca, come chi , invece mescolava farina bianca e farina di "bacocci" (crisalidi del baco da seta), un ingrediente che, a quei tempi, si trovava facilmente nei negozi di mangime per volatili. La farina di bacocci aveva (ed ha) un odore pungente, ma non sgradevole, come, al contrario, avevano (ed hanno) i bacocci "bolliti", micidiali per la pesca a tutti i ciprinidi, ma anche per far fallire un matrimonio o una convivenza ! Gli aromi, allora, erano essenzialmente due o tre al massimo : la vaniglia (o meglio, il suo estratto), l'anice, e il formaggio tipo gorgonzola, che però costava troppo per essere "sprecato" come mangime per i pesci....
In pratica, se avete seguito quanto ho detto fin'ora, tutti gli ingredienti (farina di mais, di grano, vaniglia, pane) si trovavano in ...casa..a costo....zero !
Bene, con le povere attrezzature dell'epoca, e con esche a costo..zero, i pescatori degli anni Sessanta-Settanta (ma anche fino ai primi anni '80..), prendevano pesci da..."PAURA" : ho visto tirar su con i miei occhi una "Reina" (Carpa Regina) di oltre 14 chili..in pieno Centro di Firenze, con i Turisti Anglo-Americani che si fermavano a guardare la scena, tra lo stupito e l'incuriosito !! Grandi carpe, ma anche bellissimi Amur
che erano stati immessi in Arno dopo l'Alluvione del 1966,che tutti chiamavamo "cavedani ungheresi" !
Oggi tutto è cambiato : basta entrare anche nel più sperduto negozio di pesca ed acquistare un sacchetto di
pastura : da carpe, da carassi, da barbi e cavedani, da breme, e così via. E' importante sapere come il PANE, il comunissimo pane , a costo zero, entri in ogni mix almeno al 50 per cento, se non di più. Un mio vecchio conoscente, gran pescatore di cavedani ed anche grande agonista, ad un certo punto della sua vita, aprì un negozio di pesca e faceva le "pasture" col suo nome stampato sui sacchetti di nailon.. Io , una volta, un po' scherzando, gli chiesi : "Ma cosa ci metti ..? " e lui : "Ma che vuoi che ci metta ? Pane, pane ed..ancora..pane..! "..."Nooo! " risposi io .."E basta ?" "No, ci metto anche un po' di farina gialla, un po' di farina di carrube, e altre due o tre...bischerate (fesserie) !!" E cominciò a sghignazzare come un diavolo !
Bastava il sacchetto bianco con scritto il nome di questo (allora) famoso Campione Fiorentino, per vendere
centinaia di chili di pastura alla settimana..E non aveva la pubblicità di giornali o Riviste, tanto la gente si fidava..... (Fine Prima Parte ).
LE PASTURE DI UNA VOLTA di Platano57 |