ESPERIENZE DI PRE-MORTE

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  1. scleva
     
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    Le esperienze di pre-morte (EPM), indicate spesso con l'acronimo NDE (dall'inglese Near Death Experiences) costituiscono un fenomeno molto diffuso che si va a poco a poco imponendo all'attenzione di studiosi di tutto il mondo.
    Tali esperienze riguardano tipicamente persone che, per circostanze diverse (incidenti stradali, annegamenti, ferite da armi da fuoco, cadute, tentativi di suicidio, interventi chiruirgici, gravi malattie), sono venute a trovarsi in condizioni di morte clinica, con perdita totale della coscienza, e sono state successivamente riportate in vita. Secondo i dati raccolti finora sembrerebbe che circa il 35-40 % delle persone rianimate abbia vissuto delle esperienze di pre-morte; inoltre, gli studi non mostrano alcuna relazione tra il fenomeno e l'età, il sesso, la razza, la religione, la classe sociale o il livello d'istruzione.
    I resoconti dei soggetti che hanno avuto delle NDE sono abbastanza diversi tra loro; è possibile tuttavia estrarre da tali esperienze alcuni elementi che tendono a ripetersi nella maggioranza dei casi, formando così una sorta di modello di riferimento.
    Sulla base di tale modello, una tipica NDE attraversa le seguenti fasi:

    1) Il soggetto si trova improvvisamente a fluttuare al di fuori del proprio corpo, a un lato di esso o, più spesso, al di sopra. Può osservare l'ambiente circostante, guardare con distacco il luogo dell'incidente o assistere ai tentativi di rianimazione che i medici stanno effettuando. In certi casi si spinge in altre stanze dell'ospedale, o all'interno della propria abitazione. La percezione è molto intensa e chiara, tanto che il soggetto, una volta rianimato, è in grado di descrivere nei dettagli tutto ciò che è avvenuto intorno a lui mentre si trovava in stato di incoscienza.

    2) In seguito c'è l'ingresso in una sorta di tunnel buio, che si percorre a gran velocità in direzione di una estremità in cui si intravede una luce abbagliante.

    3) Giunto al termine del tunnel, il soggetto viene sommerso dalla luce, che sembra permeare ogni cosa e alla quale vengono attribuite qualità positive, descritte generalmente in termini di amore, bontà, serenità. E' qui che egli incontra spesso parenti e amici defunti o esseri extra-umani (angeli), i quali a volte gli danno informazioni riguardanti il luogo in cui si trova.
    Durante l'attraversamento del tunnel o, più frequentemente, mentre si trova immerso nella luce abbagliante, il soggetto vede spesso scorrere le proprie esperienze passate come in un film, sentendosi spinto a compiere una sorta di bilancio della propria esistenza. Tale visione retrospettiva ricorda molto da vicino la scena del giudizio nell'aldilà di cui parlano molte religioni del mondo. C'è tuttavia una differenza importante: tutti coloro che hanno avuto esperienze di pre-morte non parlano mai in termini di giudizio (che implica punizione o ricompensa), bensì di accettazione e comprensione, tese a un'autovalutazione del soggetto riguardo alle proprie azioni.

    4) Una caratteristica comune alla maggioranza delle esperienze di pre-morte è che a un certo momento qualcuno o qualcosa fa capire al soggetto che deve tornare indietro nel mondo dei vivi, perché il suo momento non è ancora venuto. Tale momento può capitare in una qualsiasi delle fasi descritte.
    Il ritorno alla vita viene in genere vissuto come sgradevole perché l'esperienza del distacco dal corpo è associata a benessere, pace e profonda armonia, uno stato ben lontano da quello sperimentato nella vita ordinaria.



    FASI CARATTERISTICHE DEL FENOMENO NDE

    Di seguito vengono descritti i vissuti (ovvero le esperienze soggettive, simili tra loro, dei soggetti che hanno sperimentato la NDE.) e che sono maggiormente tenuti in considerazione dai ricercatori di tutto il mondo che operano in ambito medico, farmacologico, psichiatrico, psicologico, psicofisiologico e parapsicologico.

    Per alcuni studiosi la presenza di uno o più di tali elementi è sufficiente per determinare la NDE, mentre per altri sono valide le fasi evidenziate dal test elaborato da Bruce Greyson.

    Sensazione della morte

    Molte persone non realizzano immediatamente che l’esperienza che stanno vivendo ha a che fare con la morte. Raccontano d’essersi trovate a fluttuare al di sopra del loro corpo, d’averlo guardato a distanza e d’avere improvvisamente provato paura e/o imbarazzo. In questa situazione arrivano a non riconoscere come proprio il corpo che vedono dall’alto, spesso la grande paura iniziale cede il posto alla chiara consapevolezza di quanto sta accadendo. Mentre si trovano in questo stato, le persone sono in grado di comprendere quello che medici ed infermieri si comunicano, anche se non hanno alcuna cultura medica, ma quando tentano di parlare con essi o con altre persone presenti, si rendono conto che nessuno riesce a vederli né a sentirli. Allora cercano di attirare l’attenzione dei presenti toccandoli, ma quando lo fanno, le loro mani passano direttamente attraverso il corpo del medico o infermiera. Dopo avere tentato di comunicare con gli altri, generalmente provano un maggiore senso della loro identità, e a questo punto la paura si trasforma in beatitudine, ed anche in comprensione.

    Senso di pace e assenza di dolore

    Finché la persona resta nel suo corpo può vivere un’intensa sofferenza, ma quando lo abbandona sopravviene un grande senso di pace e di assenza del dolore.

    Il tunnel

    Questa esperienza solitamente subentra dopo che è stata sperimentata quella dell’abbandono del corpo (fisico). La persona si trova di fronte ad un tunnel, oppure davanti ad un portale e si sente spinta verso le tenebre. Dopo avere attraversato questo spazio buio, entra in una luce splendente. Alcune persone invece di entrare nel tunnel dicono d’essere salite lungo una scalinata. Altri hanno affermato d’avere visto delle bellissime porte dorate, che indicano il passaggio in un altro regno. Alcuni soggetti hanno dichiarato che, nell’entrare nel tunnel, hanno sentito un sibilo o una specie di vibrazione elettrica oppure un ronzio. L’esperienza del tunnel non è una particolare scoperta degli attuali ricercatori, infatti già nel quindicesimo secolo, Hieronymus Bosch nel dipinto che ha per titolo “Visioni dell’aldilà: Il paradiso terrestre - L’Ascesa all’Empireo”, descrive quello che solitamente racconta chi ha vissuto una NDE.

    Gli Esseri di Luce

    Una volta superato il tunnel, generalmente la persona riferisce d’avere incontrato degli “esseri” che brillano di una stupenda luce, che permea ogni cosa e riempie il soggetto d’amore. In questa dimensione, luce e amore sono la stessa cosa; la luce è descritta come molto più intensa di qualsiasi altra conosciuta in Terra, non è accecante ma è calda, stimolante, viva.

    Oltre alla intensa luce, molte persone raccontano di avere incontrato amici o parenti (precedentemente deceduti) contraddistinti da corpi luminosi ed eterei; di avere visto bellissime scene pastorali e città fatte di luce la cui grandiosità è indescrivibile.

    In questa situazione la comunicazione non si svolge come al solito a parole, ma “telepaticamente”, è una comprensione immediata.

    Il Supremo Essere di Luce

    Dopo avere incontrato diversi esseri di luce, generalmente, la persona “clinicamente deceduta”, incontra un essere che definisce il “Massimo Essere di Luce”. Chi ha avuto un’educazione cristiana spesso lo identifica con Dio o Gesù; coloro che professano altre fedi lo chiamano Buddha o Allah. Gli atei riferiscono che non si tratta di Dio e neppure di Gesù, ma è un essere sacro. Tutte le persone dichiarano che si tratta di un essere che emana amore e comprensione assoluti. Quasi tutte le persone dicono di avere desiderato di restare per sempre con lui, desiderio che però non può essere soddisfatto e, solitamente, uno degli esseri di luce (parenti defunti ecc.) o il Massimo Essere di Luce, dopo che il soggetto ha riesaminato la sua intera vita, lo invita (o gli ordina) di rientrare nel suo corpo terreno.

    Visione panoramica della vita

    Quando ciò avviene non vi sono più contorni materiali, ma solo una visione panoramica a colori e a tre dimensioni, di ogni singola azione compiuta dal soggetto in stato di NDE, durante la vita. Solitamente questa situazione si verifica nella prospettiva di una terza persona, non si svolge nel tempo da noi conosciuto ma l’intera vita del soggetto è presente contemporaneamente. In questa condizione si rivedono le azioni buone e cattive compiute fino a quel momento, e si percepisce immediatamente l’effetto che esse hanno procurato sul prossimo. Durante tutto il tempo in cui il soggetto riesamina la sua vita, l’Essere di luce gli resta accanto, gli pone delle domande (ad esempio che cosa ha fatto di bene nella sua vita), l’aiuta a compiere la revisione e a sistemare (in prospettiva) tutti gli eventi della sua vita. Le persone che hanno vissuto una NDE si convincono che la cosa più importante della vita è l’amore, seguito (per la maggior parte di loro) dalla Conoscenza. Mentre i sopravvissuti rivedono i momenti della loro esistenza in cui hanno imparato qualcosa, l’Essere di luce sottolinea che, oltre all’amore, una delle cose che si può portare con sé al momento della morte è la conoscenza. Generalmente quando la persona torna in vita, ha un gran desiderio di approfondire le sue conoscenze intellettuali, spesso diventa un avido lettore anche se, nel suo recente passato, non amava studiare, oppure si iscrive a corsi che gli permettono di approfondire argomenti da lui mai prima trattati.

    Rapida ascesa al cielo

    Non tutte le persone che hanno vissuto una NDE fanno l’esperienza del tunnel, alcune invece raccontano d’essersi sentite fluttuare, di essere salite rapidamente al cielo e di aver visto l’universo dalla stessa prospettiva dei satelliti e degli astronauti.

    Riluttanza a tornare in vita

    L’esperienza di Pre-Morte è talmente piacevole che molte persone non vorrebbero tornare indietro e, spesse volte, sono molto adirate con i medici che le hanno fatte ritornare. E’ però una reazione momentanea e, solitamente dopo una settimana (anche se rimpiangono lo stato di beatitudine vissuto durante la NDE), sono felici d’avere avuto l’opportunità di continuare a vivere. La maggior parte delle persone riferisce che, se avesse dovuto pensare solo a se stessa, sarebbe rimasta nell’altra dimensione. Tutti dichiarano che sono ritornati per amore dei loro bambini oppure per i genitori o i coniugi.

    Differente percezione spazio - temporale

    Tutte le persone che hanno sperimentato l’esperienza di Pre-Morte raccontano che in quella dimensione il tempo è notevolmente compresso e assolutamente diverso da quello segnato dagli orologi; spesso viene descritto come l’esperienza o il senso dell’eternità. Durante la NDE, generalmente i confini imposti dallo spazio nella vita quotidiana scompaiono. Infatti, se la persona (ritenuta da medici ed infermieri morta) vuole recarsi in uno specifico posto, può farlo semplicemente pensando di esservi. Alcuni soggetti hanno riferito che, mentre si trovavano fuori dal corpo ed osservavano il lavoro svolto dai medici nella sala operatoria, se volevano vedere i loro parenti, era sufficiente che desiderassero spostarsi nella sala d’aspetto o raggiungere l’abitazione o il luogo in cui si trovavano.



     
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  2. schmit
     
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    ne avevo sentito parlare anch'io in questi termini e rimasi molto attratta da questi racconti.
    nel paradiso di Dante c'è la parte finale chiamata l'intercessione di Bernardo a Maria, dove viene descritto il cospetto di Dio come un film della nostra esistenza riflessa nell'immagine di Dio, è stupenda quella parte se la trovo te la posto è l'ultrimo canto del Paradiso.
     
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  3. schmit
     
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    dicendo questo, mi sento ch’i’ godo.
    Un punto solo m’è maggior letargo
    che venticinque secoli a la ’mpresa

    96 che fé Nettuno ammirar l’ombra d’Argo.
    Così la mente mia, tutta sospesa,
    mirava fissa, immobile e attenta,

    99 e sempre di mirar faceasi accesa.
    A quella luce cotal si diventa,
    che volgersi da lei per altro aspetto

    102 è impossibil che mai si consenta;
    però che ’l ben, ch’è del volere obietto,
    tutto s’accoglie in lei, e fuor di quella

    105 è defettivo ciò ch’è lì perfetto.
    Omai sarà più corta mia favella,
    pur a quel ch’io ricordo, che d’un fante

    108 che bagni ancor la lingua a la mammella.
    Non perché più ch’un semplice sembiante
    fosse nel vivo lume ch’io mirava,

    111 che tal è sempre qual s’era davante;
    ma per la vista che s’avvalorava
    in me guardando, una sola parvenza,

    114 mutandom’io, a me si travagliava.
    Ne la profonda e chiara sussistenza
    de l’alto lume parvermi tre giri

    117 di tre colori e d’una contenenza;
    e l’un da l’altro come iri da iri
    parea reflesso, e ’l terzo parea foco

    120 che quinci e quindi igualmente si spiri.
    Oh quanto è corto il dire e come fioco
    al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi,

    123 è tanto, che non basta a dicer "poco".
    O luce etterna che sola in te sidi,
    sola t’intendi, e da te intelletta

    126 e intendente te ami e arridi!
    Quella circulazion che sì concetta
    pareva in te come lume reflesso,

    129 da li occhi miei alquanto circunspetta,
    dentro da sé, del suo colore stesso,
    mi parve pinta de la nostra effige:

    132 per che ’l mio viso in lei tutto era messo.
    Qual è ’l geomètra che tutto s’affige
    per misurar lo cerchio, e non ritrova,

    135 pensando, quel principio ond’elli indige,
    tal era io a quella vista nova:
    veder voleva come si convenne

    138 l’imago al cerchio e come vi s’indova;
    ma non eran da ciò le proprie penne:
    se non che la mia mente fu percossa

    141 da un fulgore in che sua voglia venne.
    A l’alta fantasia qui mancò possa;
    ma già volgeva il mio disio e ’l velle,

    144 sì come rota ch’igualmente è mossa,
    l’amor che move il sole e l’altre stelle.
     
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  4. schmit
     
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    interessante questo 3d...
     
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  5. scleva
     
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    L'amor che muove il sole e le altre stelle..

    Bellissimo.......


    Mi pare... ma non sono sicura che tutta la divina commedia finisca con la parola stelle dico alla fine di ogni canto... mi pèare di ricordare
    " e quindi uscimmo a riveder le stelle " ... Sbaglio ????

    Le stelle .. visione che da sempre affascina l'uomo.. sembra quasi che l'uopmo provenga dalle stelle e sia insito nel suo DNA il desiderio di ritornarci... le stelle.. orizzonte di cojnoscenza.. orizzonte di vita..

    Lo sapremo utilizzare giustamente.. o troveremo... razze ostili ? Troveremo mondi nuovi su cui esplodere l'essenza buona dedll'uomo ??

    Spero per l'uomo di si.. anche se le recenti " performances " della razza umana sono deludenti.. I giovani pensano solo alla droga e alle cubiste.. studiare non se ne parla.... popolazioni con una religione oscurantista che li porta, forse per loro stessa disinformazione, a considerare nemici da uccidere altre popolazioni che hyanno un diverso credo religioso...

    Mah! .. certo se Dio di lassu' vede, e certamente vede, queste cose non penso che darà all'uomo attuale la chiave per aprire lo porta delle stelle..

    Oppure .. l'uomo, che è libero nel suo arbitrio non dimentichiamolo, deve per forza di cosa essere sottoposto ad una fase di "crescita " che DOPO lo potrà avvicinare alla porta delle stellr......

    Io sono ottimista.. anche se vorrei essere già al comando di una astronave...verso aldebaran
     
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  6. schmit
     
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    CITAZIONE
    Mah! .. certo se Dio di lassu' vede,

    scleva parli come se Dio fosse in un punto preciso in alto e cio guardasse...Dio credo sia piu' vicino di quanto si immagini...
     
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  7. schmit
     
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    avete esperienze di premorte oppure vi sono stati raccontati casi?
     
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  8. Eli Joe
     
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    Ho letto approssimativamente e mi sembra che di scientifico non dice nulla, qua si può trovare un testo interessante: http://www.cicap.org/enciclop/at100264.htm

    Cito una breve parte:
    "Situazioni del tutto simili a quelle appena descritte sono riportate in numerose altre occasioni e spiegabili mediante i normali processi neurofisiologici e psicologici. La visione del tunnel, per esempio, è prodotta da un naturale meccanismo neuropatologico in cui viene a trovarsi il cervello dopo un minor apporto di ossigeno, come può accadere in un trauma cranico, che inibisce l'attività delle cellule nervose; ne consegue quindi un restringimento del campo visivo dando così la sensazione di vedere attraverso un tunnel.
    Anche la sensazione di abbandonare il proprio corpo e vedere quest'ultimo da un'altra prospettiva (autoscopia) non è un'esclusiva dell'esperienza di pre-morte. Situazioni identiche vengono descritte da diversi soggetti ogni qual volta si trovano in particolari stati di affaticamento o in situazioni altamente emotive."

    Ps.: Come vi va la vita? Io sono stato presissimo, e devo ammettere che mi sono scordato completamente del forum. :D :P Ma ora son di nuovo con voi! :) ^_^
     
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  9. schmit
     
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    molti anni fa vidi una trasmissione Tv dove un medico che praticava la regressione fece sentire una donna che sosteneva di essere morta e rinata diverse volte...fu molto interessante...e descrisse pure il punto dove era stata sepolta e ne trovarono la tomba...ma chi puo' realmente dire che non la conoscesse e che non fosse mai stata in quel cimitero come sosteneva?
     
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  10. armida 3
     
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    I racconti di coloro che escono dal coma, sono quasi tutti uguali...un tunnel buio dove poi si arriva ad una grande luce...ma i medici e gli scenziati lo spiegano come un fatto del tutto naturale...ma?
     
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  11. schmit
     
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    cara armida, in queste storie c'è molta diffidenza perche', purtroppo si deve credere ai racconti fatti da coloro che escono dal coma e non c'è niente per dimostrarlo.
     
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10 replies since 25/10/2006, 19:17   267 views
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