La Nasa annuncia:'Su Marte c'era acqua' Opportunity ha trovato tracce di umidità sufficienti per la vita. Lo ha annunciato l'ente spaziale americano. Finora però le due sonde non hanno scoperto organismi viventi Los Angeles, 2 marzo 2004 - Marte un tempo aveva un tasso di umidità sufficiente a permettere lo sviluppo di forme semplici di vita. Lo ha annunciato la Nasa, dopo le analisi del suolo compiute dal robot Opportunity.
Tuttavia, secondo l'ente spaziale Usa, finora non sono state trovate tracce evidenti di microrganismi, né viventi, né fossili.
La Nasa ormai è certa: il robot Opportunity è atterrato in una località marziana sulla quale un tempo scorreva acqua allo stato liquido. Lo ha detto Edward Weiler, vice-amministratore dell'agenzia incaricato delle scienze spaziali, in una conferenza stampa organizzata per comunicare le ultime novità delle ricerche in corso sul Pianeta Rosso. "Questa zona", ha precisato, "un tempo costituiva un ambiente buono, abitabile".
Il robot ha analizzato una serie di strati sedimentari, trovandovi tracce di solfati e altri minerali che si formano soltanto o prevalentemente in presenza di acqua. La scoperta fa pensare che, se vi era vita all'epoca in cui quelle rocce si formarono, allora essa poté non fermarsi soltanto a forme elementari, ma svilupparsi in modi più complessi.
Finora, tuttavia, gli strumenti del robot non hanno rinvenuto tracce di vita di alcun genere. "La Nasa ha organizzato la missione esplorativa con i rover espressamente per controllare se almeno una parte della superficie marziana avesse un ambiente permanentemente umido, in grado di ospitare forme di vita", ha detto un altro specialista dell'enete spaziale Usa, Joohn Garvin. "Oggi abbiamo prove sufficienti per una eccitante risposta: sì".
Steve Squyres della Cornell University, responsabile principale della strumentazione di Opportunity, ha confermato che lo studio delle formazioni geologiche presso il luogo di atterraggio del laboratorio mobile mostra che l'acqua allo stato liquido presente era in quantità bastevole a determinare mutamenti nella composizione chimica degli strati geologici. "Siamo stati in grado di leggere gli indizi palesi che l'acqua ha lasciato dietro di sé, confermandoci nella nostra conclusione", ha detto Squyres.
Squyres ha detto di non sapere quale processo abbia portato l'acqua sul pianeta. Tuttavia, "di qualsiasi cosa si sia trattato, nulla del genere è oggi in atto su Marte".
Opportunity è atterrato cinque settimane fa su un letto roccioso che si estende al lato di un piccolo cratere. La sonda ha condotto una serie di analisi su alcune rocce presenti sul posto, fra cui una battezzata "El Capitan", trovandovi forti quantità di zolfo in solfati di magnesio, ferro e altri elementi. Ha trovato anche tracce di jarosite, un particolare solfato di ferro.
Sulla Terra, questi minerali si formano nell'acqua, e la presenza di jarosite suggerisce un ambiente dotato di una certa acidità, come nei pressi di una fonte calda.
John Grotzinger, geologo del Massachusetts Institute of Technology, ha detto che la presenza di acqua appare anche da osservazioni di tipo visuale. Nella roccia El Capitan sono stati riscontrati piccoli vuoti, sferule e stratificazioni.
I vuoti, che un tempo potevano contenere sali minerali, si formano nelle rocce quando cristalli salini si aggregano in un ambiente con alte concentrazioni di sali. La roccia, insomma, ha l'aspetto che avrebbe se fosse stata a lungo sommersa in un mare.
Anche le sferule potrebbero essersi formate come precipitati di soluzioni saline all'interno di una roccia porosa. Il fatto che la loro distribuzione sia casuale dimostra ulteriormente che si formarono quando la roccia era immersa nell'acqua salata.
Le stratificazioni possono essersi formate tanto per l'azione dell'acqua, quanto, successivamente, per quella dei venti.
Ora seguiranno ulteriori ricerche. La speranza, inconfessata ma tangibile, è che alla fine Opportunity trovi tracce di microrganismi simili a quelle, assai controverse, riscontrate anni fa in un meteorite di presunta origine marziana.