I siti che spiano la cronologia di internet...

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  1. dengel
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    Navigare in Internet significa lasciare delle tracce. Non si tratta solo di conservare sul proprio PC la cronologia, ma anche di permettere ai siti di conoscere le nostre abitudini.

    Esiste infatti un sistema relativamente semplice per scoprire dove sia stato un utente, ed è quello usato e spiegato da What The Internet Knows About You, un sito dal nome decisamente esplicativo (significa Che cosa sa Internet di te).

    Il trucco sta nello sfruttare il modo in cui il browser gestisce i siti visitati. Come sappiamo i link - presenti nelle pagine Web - che si riferiscono ai siti che abbiamo già visitato appaiono con un aspetto diverso rispetto a quelli dei siti che ancora non abbiamo aperto.

    Questa differenziazione tra i due tipi di collegamento non rimane confinata al browser ma è spesso, potremmo dire, di dominio pubblico: sfruttando la pseudoclasse CSS :visited (che ha appunto il compito di controllare l'aspetto dei link visitati), un sito può ospitare un elenco di migliaia di link e vedere se i suoi visitatori siano passati da uno di quelli facendo un semplice controllo.

    I browser sembrano al momento impreparati a difendere i propri utenti da quest'invasione della privacy che ogni server potenzialmente può portare avanti e che, in effetti, capita più spesso di quanto si creda.

    Il dipartimento di informatica dell'Università della California a San Diego ha condotto qualche indagine in proposito e scoperto che numerosi siti abitualmente raccolgono informazioni circa le abitudini dei loro utenti.

    Tra i segnalati c'è innanzitutto YouPorn, il popolare sito di filmati amatoriali, ma si trovano anche siti d'informazione come Technorati e Wired, e altri come PerezHilton e TheSun.

    In realtà la faccenda è anche più complicata: alcuni siti, effettivamente, hanno preparato il codice "spione" da sé (YouPorn è uno di questi) per scopi propri, ma apparentemente altri usano codice che si è scoperto essere in comune tra diversi siti, e che presumibilmente è quindi stato realizzato da un soggetto terzo.

    I ricercatori di San Diego hanno così scoperto che dietro questa raccolta di dati ci sono tre aziende specializzate in pubblicità online, e che una di queste è Interclick.

    Interclick ha ammesso di aver inserito il codice in diversi siti per raccogliere dati da marzo a ottobre, allo scopo di verificare la bontà dei dati già in suo possesso confrontandoli con quelli che - venendo raccolti di nascosto - hanno un'affidabilità molto elevata.

    Dietro tutto ciò ci sono dunque, come al solito, sostanziosi interessi economici in termini di efficacia pubblicitaria.

    La buona notizia è che questo sistema non funziona proprio con tutti i browser: chi naviga con Chrome o Safari è immune, e anche Firefox lo è a partire dalla versione 4.0 beta. Inoltre, attivando le modalità di navigazione riservata (InPrivate Browsing, la chiama per esempio Internet Explorer) gli utenti dovrebbero essere al sicuro.


    fonte:zeusnews
     
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0 replies since 5/12/2010, 14:35   147 views
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