| Roba partorita l'altro ieri, titolo ignoto:
Laudano sciolto nel tuo bicchiere d'Assenzio, vorrei essere quel veleno per mostrarti cose che non potresti e non vorresti mai vedere. Strisciarti nel cervello e calare il mio teatrino di malati burattini d'innanzi ai tuoi tristi occhi, mostrarti cosa sarebbe potuto essere e cosa non sara mai, cosa saremmo stati e cosa non saremo mai. Vorrei tu potessi capire tutte queste piccole cose, ma ad una bambina è impossibile insegnare ciose che nemmeno i saggi comprendono. Sento le tue paure, le vedo mutare in rassegnazione, i tuoi occhi in cui sono solito perdermi si svuotano in un istante, rimangono solo profondi pozzi di nera depressione, in cui affoga tutta la mia gioia. La nostra rosa sta appassendo, i suoi petali delicati scivolano al suolo, rompendo questo angosciante silenzio, si seccano e si sbriciolano come il nostro amore, rimane solo polvere nel vento. Ho visto il tuo profondo sentimento crescere e possederti, ho avvertito il tuo cuore palpitare ad ogni mia carezza, ho sentito il freddo metallo delle catene che ti stringevano a me, senza nemmeno accorgertene sei rimasta prigioniera, schiava di un emozione degenerata nell'ossessione. Tutto ciò non è mai stato quel per cui a lungo ho pregato, anche quando il sangue iniziava a scorrere dalle mie ginocchia, non è mai stato nulla di ciò che voglio. Non hai ancora capito che nel tuo meraviglioso sorriso, simile a quello di una dea, sta la mia ragione di vita. Desidero solamente vederti libera di volteggiare nell'immenso cielo, volteggiare leggera come una meravigliosa farfalla.
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