la sinistra con scudi umani contro le forze dell'ordine

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  1. schmit
     
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    di Alessandro Sallusti

    La sinistra prende 5mila abruzzesi come scudi umani e li manda a scontrarsi con la polizia

    Le foto di due ragazzi con la faccia insanguinata per le ferite (lievi) conseguenza della rissa per forzare i blocchi delle forze dell'ordine. Questa l'immagine dell'Italia che Massimo Cialente, sindaco di sinistra dell'Aquila, consegna ai circuiti internazionali dell'informazione. Per lui operazione riuscita: uno Stato cinico e violento che bastona terremotati disperati. Ovviamente non è così: Cialente ha preso cinquemila aquilani, li ha portati nella capitale e li ha scagliati contro l'abitazione privata del presidente del Consiglio, Montecitorio e Palazzo Madama. Il corteo non era autorizzato, carabinieri e poliziotti non hanno potuto far altro che difendere come hanno potuto gli obiettivi dell'assalto. A conti fatti è andata ancora bene, sarebbe bastato un niente e il bilancio della giornata avrebbe potuto essere ben più pesante.
    Usare scudi umani per fini propagandistici è quanto di più irresponsabile e pericoloso si possa fare. Costringere poliziotti, alcuni dei quali probabilmente abruzzesi, a usare il manganello per sedare una rabbia non gestita da chi dovrebbe, cioè la politica, è da vigliacchi e lo aveva già capito Pasolini ai tempi dei moti di piazza del '68. No, caro sindaco Cialente, per nessuna ragione al mondo un primo cittadino mette deliberatamente a rischio l'incolumità dei suoi cittadini, neppure per la più giusta e nobile delle cause.
    Che cosa avrebbero dovuto fare le forze dell'ordine? Permettere a cinquemila persone di fare irruzione nella casa del premier? Oppure fare invadere Montecitorio? Se ieri ci sono stati degli eroi, questi sono i poliziotti che sono riusciti a gestire una situazione delicata con tanta fatica, limitando i danni. È evidente che oggi i commenti dei giornali illuminati e progressisti saranno di segno diametralmente opposto. Ed è proprio questo il motivo dell'impasse che sta vivendo la ricostruzione dell'Aquila. Cioè aver arruolato anche il terremoto e il suo post nell'antiberlusconismo militante.
    A sinistra infatti non si sono dati pace che un governo di centrodestra, e il presidente del Consiglio in prima persona, avessero compiuto un miracolo che in Italia, e non solo, si pensava impossibile. Tutto perfetto, nel limite consentito da un disastro naturale di quelle proporzioni. I soccorsi, le cure ai feriti, il primo intervento, la costruzione a tempo di record di case vere, i grandi del mondo portati sul cratere ancora fumante per sensibilizzare la comunità e l'opinione pubblica internazionale. Troppo per passare impunito. E così ha preso il via la grande campagna di disinformazione e odio. Trasmissioni tv, reportage, persino un film, firmato Sabina Guzzanti, premiato a Cannes, per gettare fango e discredito sulla più efficiente macchina di soccorsi mai messa in piedi. Disfunzioni, ritardi e ingiustizie, inevitabili e contenute, sono state elevate a regola, le cose fatte oscurate e ridicolizzate, le paure della gente enfatizzate, i problemi ingigantiti.
    Quello che è successo ieri è la ovvia conseguenza di tutto questo. Ricordo che Berlusconi, in giorni non sospetti, cioè a ridosso del sisma, disse che per ricostruire i centri storici e far rientrare la gente ci sarebbero voluti dai dieci ai quindici anni e una quantità di milioni di euro ancora non definibile. Non parlava a caso, ma era una previsione supportata da unanimi pareri tecnici. Chi ha illuso gli aquilani che in pochi mesi sarebbe stato ripristinato un territorio così tanto ferito ha mentito sapendo di farlo. E ora, per non perdere la faccia, scarica le colpe su altri. Fino a metterli nel mirino usando un esercito di gente per bene vittima due volte: del terremoto e dell'incoscienza della sinistra.

    da Il Giornale
     
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0 replies since 8/7/2010, 11:53   19 views
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